mercoledì 25 luglio 2012

Vissi d'arte, vissi d'amore

Quando dormo molti sogni esco per strada con gli occhi aperti, ancora con la traccia e la certezza dei sogni. E mi meraviglio del mio automatismo del quale gli altri non si rendono conto. Perché passo per la vita di ogni giorno senza lasciare la mano della nutrice astrale, e i miei passi per strada sono concordi e consoni a oscuri disegni dell'immaginazione di dormire. E per la strada cammino sicuro; non vacillo, rispondo bene; esisto.
Ma quando c'è un intervallo e non devo vigilare il corso della mia marcia, per evitare i veicoli o non disturbare i pedoni, quando non devo parlare a qualcuno  né entrare in un portone vicino, mi abbandono di nuovo alle acque del sogn come una barca di carta piegata agli angoli; e di nuovo ritorno all'illusione languida che mi aveva cullato la coscienza vaga del mattino che nasceva fra il cigolio dei barrocci carichi di legumi.
Ed è allora, nel mezzo alla vita, che esistono grandi schermi per il sogno. Scendo una strada irreale della Baixa e la realtà delle vite che non esistono mi avvolge teneramente la fronte come un panno bianco di reminiscenze false. Navigo nel disconoscimento di me stesso. Dove non sono mai stato, là ho sempre vinto. Ed è una brezza nuova questa sonnolenza con la quale posso camminare, piegato in avanti nella marcia sull'impossibile.
Ognuno ha il suo alcool. Io ho alcool abbastanza nell'esistere. Ubriaco di sentirmi, mi aggiro e cammino con siucrezza. Se è l'ora, rientro in ufficio come qualsiasi altro impiegato. Se non è l'ora d'ufficio, vado al fiume a guardare il fiume, come una persona qualsiasi. Sono uguale. 
E al riparo di questo fatto, cielo mio, mi faccio costellazione di nacosto e ho il mio infinito. 


Fernando Pessoa, Il libro dell'inquietudine

martedì 24 luglio 2012

Meravigliosa creatura

E vabbè, al mare a mettersi seminude sono le donne. Quindi trovi una eterogenea vastità di tette al vento. Che per gli uomini può essere anche divertente, io credo. Oggi, però, c'era uno. Un bel ragazzo, alto, bruno, ben fatto. Arriva in spiaggia abbastanza tardi, con l'aspetto di quello che ha appena finito di far qualcosa ed è sceso a nuotare. Aveva un paio di pantaloni lunghi, infatti. Una borsa a tracolla color corda. Ne estrae un costume. Si slaccia i pantaloni, e se li abbassa. Insieme ad essi, tira via anche le mutande. Così da rimanere, questo bel ragazzo alto moro ben  fatto, completamente nudo. Poi si è messo il costume, si. Ma intanto io ho pensato che a questo mondo c'è giustizia.

Arrivederci mostro

Qualcuno mi spiega perché, quando cerco parcheggio e trovo una macchina che si accinge a liberarne uno, si tratta sempre di una mamma con bambino, che quindi ha sì aperto lo sportello, ma prima di partire deve sciogliere il bambino dal passeggino, convincerlo a sedersi in macchina, allacciare le cinture di sicurezza al bambino, richiudere il passeggino, riuscire a infilarlo nel portabagagli, e se tutto questo avviene senza intoppi, finalmente liberare il parcheggio?

A volte sei una spiaggia libera, a volte un rischio da evitare

Dovrebbero fare tipo una legge che vieti alla gente di urlare in spiaggia. E passi i bambini, che pure sono parecchio fastidiosi ma quelli urlano ovunque, e poi si manifestano subito nella loro ontologia di mostri urlatori; sicché tu, arrivando in spiaggia, puoi scegliere un posto lontano dalle soavi creature. C'è da dire che i bambini hanno degli orari, per andare in spiaggia, che coincidono poco con i miei. I bambini, in conclusione, sono gli esseri meno pericolosi, in spiaggia.
Gli adulti no. Per loro ci vorrebbe una legge: si prega di moderare il tono di voce, abbassare il volume delle suonerie ai propri cellulari, non rompere le balle con discorsi riguardanti la politica, l'economia, la cirsi, lo spread (che tanto non lo sai cos'è, inutile che ne parli in spiaggia). 
La galleria umana di gente che avrei volentieri annegato nell'acqua ha toccato oggi il suo culmine con due signore, di età avanzata, pelle abbronzata e perciò ancor più grinzosa, di quelle che si mettono a mollo nell'acqua con i cappelli. Parlavano, parlavano, parlavano. A rendere ancor più grave il reato da loro commesso - sempre che ci fosse la legge - c'era l'orario. Erano le 19.30; quando il sole inizia a calare e amplifica i colori, quando il blu è perfetto, lo specchio dell'acqua quasi incontaminato, la gente che inizia ad andar via e le ombre che si intravedono a contrasto con la spuma, sulla battigia. E' un momento in cui puoi confonderti con il mare. Ma queste due baldracche parlavano, e urlavano. La loro conversazione è arrivata a cotali vette di acume: sostenevano che i tedeschi non possono far pagare a noi il loro debito (?!) anche perché mangiano tantissimo; una c'era stata, in Germania, e noi altri non possiamo capire quanto mangiano.
Ecco, se serve io scrivo una lettera alla Merkel: la fa lei questa legge, signora Angela? Visto che le dano parecchio retta ultimamente.

lunedì 16 luglio 2012

sabato 14 luglio 2012

Acqua nell'acqua

Io non so nuotare. E non so nemmeno ballare. Nel senso che non conosco la tecnica per praticare nessuno stile notatorio, né tantomeno so muovere i piedi in modo che il mio movimento somigli anche lontanamente a un passo di danza. Però mi piace, muovermi seguendo l'onda blu e il ritmo della musica. E non mi piace pensare, quando il mio copro è abbandonato all'acqua e alla musica. Sono due momenti per me sacri. E' come pregare. Rinunciare ad avere il controllo razionale di te e affidarti a qualcosa che ti porta, ti trascina, ti solleva, ti fa battere i piedi a terra e muovere braccia e gambe contro le onde. E allora credo che dover pensare ad una tecnica, per nuotare e danzare, mi rovinerebbe il piacere puro e totale di abbandonarmi alla musica e all'acqua.

Schiuma di cavalloni pazzi che si inseguono nel mare

A me non piace il calcio, neppure guardarlo per televisione, quindi è evidente che non potrò mai capire il divertimento che hanno provato quattro ragazzi - anche carini, di quell'età indefinita fra i 18 e i 25 quando i maschi credono di essere irresistibili amatori ma sono ancora indefinibili idioti - sulla spiaggia, con il mare gonfio, a lanciare calci ad un pallone per farlo allontanare sulla cresta dell'onda e aspettare che l'onda stessa glielo riportasse.

Fammi andar via

Questa notte ho fatto un sogno. Di quelli talmente veri che sono accompaganti dalle sensazioni fisiche. Ho sognato che facevo qualcosa, qualcosa sulla quale sto riflettendo abbstanza in questi giorni. E, dopo averla fatta, mi guardavo allo specchio e il mio volto iniziava ad invecchiare, velocemente; si ricopriva di rughe, profonde, numerose, diramate. Ho visto il mio volto da vecchia.
Ora se diventare vecchia vuol dire - come credo - acquistare saggezza, è evidente che devo fare quello che ho sognato.

mercoledì 11 luglio 2012

Vorrei incontrarti fra cent'anni

Quello vince di nuovo. E non dite che non vi avevo avvisato.

lunedì 9 luglio 2012

Nothing else matters

Puoi impegnarti in tutto, ma c'è solo una cosa che fa funzionare la coppia. Il sesso.

sabato 7 luglio 2012

Vivevo come la luna tra fasi alterne e calanti ed esplosioni crescenti

Tanto, faccio tutto da sola. Il bello e cattivo tempo del mio cielo. In fondo, dipende solo da me. Ed è naturale.

C'era una volta in America

Ma le ragazzine che ostentano diversi modelli di questo bikini con la bandiera statunitense, lo sanno di portare indosso il simbolo delle guerre neocoloniali, della globalizzazione che uniforma culture e sitili di vita, del capitalismo sfrenato e impositivo, dell'imperialismo finanziario, della pena di morte, o no?

venerdì 6 luglio 2012

A forza di essere vento

Una parola. Una pagina. Un profumo.
La sensazione dolce del sole sulla pelle.
Essere acqua nei pensieri.
E camminare. Sentirti libera di andare.
Capace di creare spazi comuni che scaldano il cuore.
Una parola. Un'altra pagina. Un altro profumo.
Casa. 
La mia mente si posa. Si placa. Riposa.
Gode, la mia mente, della quiete sicura che dà il cuore.
Ma poi, sente il bisogno di andare. 
Di ritrovare fremiti di pelle sconosciuta.
Andare. Tornare. 
Restare. Cambiare. 
Quando sei vento, la tua strada sono le onde.
La tua casa le nuvole.
L'unica forma che puoi mantenere è la forma dell'acqua.

giovedì 5 luglio 2012

Navigando il mare, navigando il cielo, navigando il cuore

Una delle cose belle dell'estate è il profumo di mare che ti resta sulla pelle. Mi piace vedere le persone, alla sera, fresche di doccia, coi vestiti scollati e colorati, che però il blu marino gli resta ancora addosso. Adoro essere io, una di quelle persone. Mi piace restare in spiaggia fino a bermi il tramonto, poi tornare a casa, lavarmi via il sale ma non il profumo. Gustare quella sensazione di appagamento e appartenenza alle acque, che fa estate e lava via i pensieri.
Oggi, il pomeriggio si era aperto con le nuvole in cielo. Sembrava grigio, si mostrava fresco. Allora, per una serie di motivi, ho pensato che sarei uscita in centro a camminare; sicché mi sono messa sotto la doccia nel primo pomeriggio. Mi lavo, mi profumo; esco dal bagno tutta bella soddisfatta, e c'era il sole. Ma un sole che le nuvole di poco prima sembravano un miraggio. Che potevo fare, io? Mi sono vista costretta a scendere in spiaggia
Così adesso sono salita da spiaggia e ho tutto il mare addosso. Non sarò fresca di doccia, non metto vestiti scollati e profumati, perché resto in costume. Ma sono felice lo stesso.

Chiudimi a chiave quando mi hai dentro

Conosco delle coppie che sostengono di non litigare mai. Secondo me, mentono.

Se entri chiedimi il permesso

Continuo a ripetere lo stesso errore. Condizionarmi la vita per le persone che amo. E poi me ne pento. Dovrei imparare a pensarci prima.

Quella parte di noi che l'infinito nasconde

C'è qualcosa, dentro ognuno di noi, che deve rimanere segreta. Non soffocata. Ma lo spazio che chiede non può essere condiviso, neppure con chi abbiamo più vicino. Solo qualche anima, dentro cui rifulge lo stesso bagliore, può comprenderne gli sprazzi. Ma poi tutto deve tornare alla normalità. Altrimenti si affonda nell'oceano.

mercoledì 4 luglio 2012

Quando il mio punto esclamativo piegò la schiena come un'ansa e interrogativo diventò

E così vorresti fare lo scrittore?
Se non ti esplode dentro
a dispetto di tutto,
non farlo
a meno che non ti venga dritto
dal cuore e dalla mente e dalla bocca
e dalle viscere,
non farlo.
Se devi startene seduto per ore
a fissare lo schermo del computer
o curvo sulla macchina da scrivere
alla ricerca delle parole,
non farlo.
Se lo fai solo per soldi o per fama,
non farlo
se lo fai perché vuoi
delle donne nel letto,
non farlo.
Se devi startene lì a
scrivere e riscrivere,
non farlo.
Se è già una fatica il solo pensiero di farlo,
non farlo.
Se stai cercando di scrivere come qualcun altro,
lascia perdere.
Se devi aspettare che ti esca come un ruggito,
allora aspetta pazientemente.
Se non ti esce mai come un ruggito,
fai qualcos’altro
se prima devi leggerlo a tua moglie
o alla tua ragazza o al tuo ragazzo
o ai tuoi genitori o comunque a qualcuno,
non sei pronto.
Non essere come tanti scrittori,
non essere come tutte quelle migliaia di
persone che si definiscono scrittori,
non essere monotono o noioso e
pretenzioso, non farti consumare dall’autocompiacimento
le biblioteche del mondo
hanno sbadigliato
fino ad addormentarsi per tipi come te
non aggiungerti a loro
non farlo
a meno che non ti esca
dall’anima come un razzo,
a meno che lo star fermo
non ti porti alla follia o
al suicidio o all’omicidio,
non farlo
a meno che il sole dentro di te stia
bruciandoti le viscere,
non farlo.
Quando sarà veramente il momento,
e se sei predestinato,
si farà da sé e continuerà finché tu morirai o morirà in te.
Non c’è altro modo
e non c’è mai stato

  C. Bukowsky

Just my immagination

Temo sia normale, invecchiando. Che ti viene la nostalgia del tempo trascorso. Io è da qualche giorno che vorrei tornare indietro nel tempo. Quando si facevano i falò sulla spiaggia, con le chitarre e le birre. Quando ti si fermava il cuore in attesa che un telefono squillasse. Quando per fare l'amore dovevi nasconderti nelle macchine. Nostalgia delle persone che il tempo ha sfumato. Di chi ero e non sono più.

Ma io e te ci incontriamo nella mente

Non riesco comunque a liberarmi dalle parole,
e sono come ingannata dall’uso stesso del linguaggio

martedì 3 luglio 2012

Io e me

[...] tutti gli uomini nascono aristotelici o platonici, cioè razionali o irrazionali: le opinioni e le interpretazioni difficilmente interesseranno i primi, e i fatti e le dimostrazioni non convinceranno mai i secondi.

Piergiorgio Odifreddi, Il matematico impertinente

Se uno capisce un altro è perché è arrivato il momento, non certo perché quella persona desiderava tanto che l'altra lo capisse.

Murakami Haruki, Norwegian wood

Tu dimmi quando quando quando

E poi arrivano quei giorni in cui il tuo unico dilemma potrebbe essere: cucino prima di andare al mare, o preparo quando salgo dalla spiaggia?

lunedì 2 luglio 2012

La donna è mobile

Non serve che tu ti nasconda. So dove sei.

I giorni

Temiamo il vuoto perché sfuma tutto ciò che non è essenziale. Per lasciarci soli, nel silenzio, di fronte a quello che siamo veramente. Difficile da tollerare.

domenica 1 luglio 2012

La tua eleganza non è un punto cruciale

Ok. La gente che passa l'inverno ad ammazzarsi nelle palestre poi sulle spiagge si vede. Sono  belli. Fighi. Quasi perfetti. 
Io no.

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