martedì 21 dicembre 2010

Porta Portese cosa avrai di più

Quello che sto per scrivere si discosta dalla posizione e dai gusti della maggior parte delle persone di cultura medio-alta. Ragione che mi sembra sufficiente per non annoverarmi fra costoro. In fondo io sono solo una professorina che legge per istanza compulsiva. Cioé annusando i libri. E che poi dimentica finanche gli argomenti dei libri che ha letto. 
Dunque, non appartenendo alla categoria degli intellettuali, posso dire che a me piace leggere i best seller. Che ne so, il Codice Da Vinci. Mi è piaciuto. E non poco.
L'ho letto sotto l'ombrellone. E poi ho letto anche Angeli e Demoni.
Così come adesso, che stanno iniziando le vacanze, io leggo il primo volume della Trilogia del Millennio. Ero indecisa se aprire L'Idiota o questa roba qua del Millennium.
Lo so, è blasfemo.
Però io adesso torno a casa dai miei, che non ci vado da quattro mesi. Ci sarà il camino acceso, cugini e amici che non vedo da quest'estate. E avevo voglia di portare con me questo genere di libro. Un libro che non è un classico, che magari si fa dimenticare ancor prima di averlo letto tutto. Ma un libro che io, in questo momento, ho preferito a Dostoevskij. E nella disapprovazione indignata di quanti stanno pensando che il mio livello culturale è pari a quello del gradino di ingresso, io affermo la mia tesi. E cioé che i libri che vendono tante copie, se vendono tante copie, è perché piacciono. Se piacciono è perché dietro c'è uno scrittore - o più scrittori, o un progetto editoriale, fa lo stesso - che è stato capace di sedurre tanti lettori. Lettori non abituati a leggere? Tanto meglio. Ulteriore merito.
E allora, se uno scrittore ha prodotto e numerosi lettori hanno apprezzato, perché io devo giudicare senza aver letto? O disapprovare solo per questo? 
Mi fa schifo essere intrattenuto piacevolmente da un libro senza pretese?

But I'm still haven't found what I'm looking for

Come molti sanno, io sulla tastiera del computer sono dislessica. Scrivo una cosa per un'altra, aggiungo lettere, produco refusi a profusione.Solo che i lettori intelligenti capiscono comunque quello che io ho scritto. Sono più o meno indulgenti con la mia dislessia informatica. Ma nessuno mi fa quella domanda idiota che invece mi rivolge ogni volta il signor Google quando gli chiedo qualcosa: forse cercavi...?
Che a me viene sempre di rispondere: e perché, io che ho detto?
Come si fa a inventare un Google intelligente?

Tieni il tempo con le gambe e con le mani

Gli insegnanti hanno una percezione del tempo più dilatata rispetto a quella di tutte le altre categorie di lavoratori. Le vacanze di Natale ne sono la prova.

Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura

Sibari: la più antica colonia greca delle colonie cosiddette "achee", e uno dei più antichi insediamenti greci nell'Italia Meridionale. Secondo Strabone, al culmine della sua grandezza Sibari controllava un dominio di cui facevano parte 4 popoli e 25 città. I Sibariti erano retti da un'aristocrazia di proprietari terrieri dallo stile di vita improntato a quello degli antichi eroi del mito e della poesia di Omero. La fama della loro ricchezza e del loro stile di vita era diffusa in tutto il mondo greco del tempo e divenne, dopo la distruzione della città, fonte di una ricca novellistica basata sulla figura del Sibarita [...]

Crotone: fondata dai Greci nell'VIII secolo a.C., fu uno dei centri più importanti della Magna Grecia. La città era famosa per il suo clima salubre, per le fertili campagne, per la bellezza delle sue donne e per la forza fisica dei suoi uomini, tanto che superò ogni altra città greca nel numero dei vincitori dei giochi olimpici. Pitagora vi fondò una scuola di scienza, matematica e musica [...]

Reggio Calabria: è la sede di uno dei più importanti musei archeologici dedicati alla Magna Grecia, dove sono custoditi i famosi Bronzi di Riace, rara testimonianza di scultura bronzea greca. Nonostante l'antichità della sua storia, la città (completamente distrutta dal terremoto del 1908) presenta un impianto urbanistico moderno. Gabriele D'Annunzio ha definito il lungomare di Reggio "il chilometro più bello d'Italia".

«Patisco d'amor patrio, soffro di sentimentalità per il glorioso nostro passato, mi cruccio dell'abbandono in cui siamo caduti e tenuti... e specialmente cerco di far apparire nobile, grande e bella la nostra Calabria, anche quando è giustamente accusata», Francesco Jerace (1909)




Le tue battaglie, i compromessi, la povertà

Fa male sentir parlare della tua regione solo e sempre in relazione a fatti di mafia.
Fa male andare all'estero e sentirsi rivolgere sempre la stessa domanda, quando spieghi da quale regione provieni. E la domanda non riguarda il sole, il mare,il clima, la cultura antica di cui la mia regione è stata culla. No. La domanda è sempre: come si vive con la mafia?
Fa male che i media nazionali si ricordino di noi per raccontarci di come membri del consiglio regionale abbiano comperato i voti dalle 'ndrine.
Sentire poi che alcuni dei consiglieri arrestati non sono stati neppure eletti, fa ancora più male. Ma dico: compri i voti dalla mafia e neppure vinci?

lunedì 20 dicembre 2010

Sexi tango

E poi ritrovarsi fra le mani un cd. Che non lo sai che strade abbia percorso per seguire i tuoi traslochi di vita degli ultimi tre mesi. Ma è qui. Conserva granelli di sabbia profumata nella copertina originale. Lo apri, e ne viene fuori una musica che è adesso quasi sconosciuta. Fatta di tutto quanto era emozione e si è trasformato in ricordo. E sentire ancora il sapore del primo bacio. Sapore di stupore e ingenuità. Sentirne nostalgia. Mentre la musica suona e il piede ne segue i ritmi. Il bello del tempo è che sistema tutto.

Io che sono negro sono sincero sono stato trattato sempre bene

Nel mio lavoro ci sono tante vacanze. Più che in qualsiasi altro lavoro. Lavoro onesto, intendo. Per esempio, il parlamentare ha più vacanze dell'insegnante, ma è appunto un'altra storia. 
Nel mio lavoro, dicevamo, oltre alle vacanze tu ti assenti se sei ammalato. Se poi ti capita di esercitare questo lavoro in un paesino di montagna, come a me, quando nevica la scuola resta chiusa. 
Ma se poi ti capita che nevica, e ti becchi un raffreddore che ti annienta, e tutto accade contemporaneamente di sabato e domenica, allora un poco di fastidio ti prende: che a me le vacanze che ho mi basterebbero, ma sprecare in un colpo solo tutte le possibilità di prolungarle mi sembra un dispetto riuscito male. Ecco.

E vieni in una grotta al freddo e al gelo

A me il troppo freddo mi congela i pensieri. Adesso lo so.

giovedì 16 dicembre 2010

Con le gambe fracassate, con il naso insanguinato

Io condanno decisamente ogni forma di violenza. E' una sconfitta. Una resa. Un dire: non ce la faccio in altri modi, ti spacco le vetrine.
Altrettanto decisamente, però, affermo che abbiamo toccato il fondo.

martedì 14 dicembre 2010

Ti amo


Io ti amo
e se non ti basta
ruberò le stelle al cielo
per farne ghirlanda
e il cielo vuoto
non si lamenterà di ciò che ha perso
che la tua bellezza sola
riempira l'universo

Io ti amo
e se non ti basta
vuoterò il mare
e tutte le perle verrò a portare
davanti a te
e il mare non piangerà
di questo sgarbo
che onde a mille, e sirene
non hanno l'incanto
di un tuo solo sguardo

Io ti amo
e se non ti basta
solleverò i vulcani
e il loro fuoco metterò
nelle tue mani, e sara ghiaccio
per il bruciare delle mie passioni

Io ti amo
e se non ti basta
anche le nuvole catturerò
e te le porterò domate
e su te piover dovranno
quando d'estate
per il caldo non dormi
E se non ti basta
perché il tempo si fermi
fermerò i pianeti in volo
e se non ti basta
vaffanculo


Stefano Benni  






 

Casta che sogna d'esser puttana

Dico a te. Proprio a te. Che non sai usare il computer e quindi hai il cervello che ragiona con schemi diversi da quelli del resto del mondo. Ciononostante, o forse proprio per questo, tratti gli altri come se fossero cacchette. 
Tu non leggerai mai questo blog. Ma io te lo voglio dire.
Crepa.

giovedì 9 dicembre 2010

Per tutte quelle volte in cui ho cercato di non assecondarti

Ci sono domande e considerazioni degli alunni cui è difficile dare una risposta educativa. 
Molto difficile. Considerazioni del tipo:
- Professoressa, non vedo l'ora che inizino le vacanze di Natale -
Oppure:
- Professoressa, ma è vero che il 14 cade il governo? -

mercoledì 8 dicembre 2010

I' mme vurría addurmí vicino ô sciato tujo

Divanismo. Fenomeno al limite del patologico che crea un nesso profondo fra l'essere seduti sul divano e l'addormentarsi. Si stanno studiando possibili interventi terapeutici. Pare che la presenza del televisore acceleri il fenomeno, rendendo più gravi le manifestazioni di divanismo.

martedì 7 dicembre 2010

E raccoglierò i tuoi fiori che per strada perderai

C'è chi insegna
guidando gli altri come cavalli
passo per passo:
forse c'è chi si sente soddisfatto
così guidato.
C'è chi insegna lodando
quanto trova di buono e divertendo:
c'è pure chi si sente soddisfatto
essendo incoraggiato.
C'è pure chi educa, senza nascondere
l'assurdo che c'è nel mondo, aperto ad ogni
sviluppo ma cercando
d'essere franco all'altro come a sé,
sognando gli altri come ora non sono:
ciascuno cresce solo se sognato.

Danilo Dolci

Il mendicante arabo ha un cancro nel cappello ma è convinto che sia un portafortuna

La novità scientifica di oggi è che l'aspirina combatte il cancro. Basterebbe, infatti, prendere un'aspirina al giorno per cinque anni per ridurre l'incidenza del tumore. 
Forse a questo pensava mister B. quando ha annunciato che avrebbe sconfitto il cancro in tre anni; certo, lui è sempre ottimista. Tremonti avrà suggerito che gli anni di aspirina devono essere di più. Ma insomma, siamo ufficialmente entrati nel campo della magia.
Abracadabra.

Come un'anestesia, come un'abitudine

Com'è possibile? Mi chiedo: ma questa terra come si vede, come si rappresenta a se stessa, come si immagina? Come ve la immaginate voi la vostra terra, il vostro paese?
Come vi sentite quando andate al lavoro, passeggiate, fate l'amore? Vi ponete il problema, o vi basta dire "così è sempre stato e sempre sarà così"?
Davvero vi basta credere che nulla di ciò che accade dipende dal vostro impegno o dalla vostra indignazione? Che in fondo tutti hanno di che campare e  quindi tanto vale vivere la propria vita quotidiana e nient'altro? Vi bastano queste risposte per andare avanti?
Vi basta dire "non faccio niente di male, sono una persona onesta" per sentirvi innocenti?
Lasciarvi passare le notizie sulla pelle e sull'anima? Tanto è sempre stato così, o no? O delegare ad associazioni, Chiesa, militanti, giornalisti e altri il compito di denunciare vi rende tranquilli? Di una tranquillità che vi fa andare a letto magari non felici ma in pace?
Vi basta veramente?

Roberto Saviano, da La bellezza e l'inferno

Sante Nicole ha già portato in dono le parole per scaldarci e trovarci ancora

Dicembre è il mio mese preferito. Ne adoro i profumi. Di freddo e camino, di luci colorate e tempi dilatati. Passa il tempo, ma il profumo di dicembre mi attraversa sempre intatto. Il profumo delle case in cui ho trascorso Natale, profumo di abbracci e ghiaccio di paure. Profumo di baci ritrovati, profumo di ninnoli regalati a suggellare amicizie.
Li sento tutti, vivi e inebrianti, i profumi del mio dicembre.

lunedì 6 dicembre 2010

Leggero nel vestito migliore

La seconda rivoluzione industriale non si presenta come la prima, con immagini schiaccianti quali presse di laminatoi o colate di acciaio, ma come i bits d’un flusso d’informazione che corre sui circuiti sotto forma d’impulsi elettronici. Le macchine di ferro ci sono sempre, ma obbediscono ai bit senza peso.
Spero innanzitutto di avere dimostrato che esiste una leggerezza della pensosità, così come tutti sappiamo che esiste una leggerezza della frivolezza; anzi la leggerezza pensosa può far apparire la frivolezza come pesante e opaca.
La leggerezza per me si associa con la precisione e la determinazione, non con la vaghezza e l’abbandono al caso. Paul Valéry ha detto: Il faut etre léger comme l’oiseau, et non comme la plume.

...leggeri come un uccello, quindi con una direzione, un itinerario, un progetto... e con una scrittura leggera che non è frivolezza, ma precisione, aderenza perfetta tra contenuti e parole... anche su internet è la scrittura leggera e sintetica quella che si impone, che viene colta anche con un solo sguardo... leggera e trasparente nello stile... leggera e rarefatta nella sua destrutturazione in paragrafi, titoli, sottotitoli, che però sulla pagina disegnano un sistema, una macchina che funziona.

 Italo Calvino, da Lezioni americane

Però mi piaci

Mi piace: leggere i blog di sera, seduta sul divano.
Non mi piace: leggere blog con pezzi troppo lunghi.
Mi piace: leggere blog che mi fanno ridere.
Non mi piace: i blogger che vogliono dire sempre la loro su tutto quello che accade.
Mi piace: il blog che ti racconta una storia. Cioé, scritto come se ti raccontasse una storia.
Non mi piace: la gente che scrive tutto quello che gli passa in testa, così come gli passa in testa, che tu non ci capisci niente.

Lo può dire soltanto chi sa di raccogliere in bocca il punto di vista di Dio

Prof.ssa: - Cosa pensate voi di questa affermazione di Tiziano Terzani "credere che una razza sia superiore ad un'altra è frutto dell'ignoranza"? -
Coro di alunni: - Nooooo, nun semo d'accordo -
Prof.ssa, rivolta ad alunno: - Mi vuoi motivare il tuo dissenso? -
Alunno interpellato: - Noi semo superiori. Perché l'artri sso poveri e 'gnoranti -

domenica 5 dicembre 2010

Se io fossi un angelo

Io la gente che si inventa le iniziative promozionali la vorrei proprio vedere in faccia. Per ammirazione, intendiamoci. Che sono capaci di porre in essere situazioni dopo le quali un normale potenziale acquirente non è più la stessa persona che era prima della pubblicità. Come quando, per esempio, tu te ne vai tranquilla in un venerdì pomeriggio a fare shopping; cammini spensierata e felice, ti aspettano due giorni di non lavoro e, soprattutto, stai andando a comperarti un paio di scarpe. Insomma, il culmine della beata frivolezza. A quel punto, ecco che accade. Ti viene incontro un giovane alto, magro, bello. Con i capelli corti e neri, il viso chiaro, un abito elegante nero con la camicia bianca. Lo vedi incedere verso di te. Pensi che ti stia confondendo con un'altra, che proprio te lo ricorderesti se avessi un amico simile, mentre quel bell'uomo che ti viene incontro sei sicura di non averlo mai visto. Eppure lui avanza, è proprio verso te che è diretto. Ti guarda negli occhi. E quando è abbastanza vicino, ti accorgi che ha appiccicate dietro la schiena due ali. Due ali d'angelo, tutte di piume bianche, che gli sbucano da dietro la testa e le spalle. La tua espressione si trasforma repentinamente da ammirata in sbigottita, passando per tutte le sfumature dell'orrore. Questa specie di fotomodello piumato, di angelo incarnato,  ti ha raggiunta e ti dice che nella profumeria tale c'è una promozione con uno sconto eccezionale di dieci euro se acquisti almeno duecento litri di profumo. Roba da promozione, che se ci pensi bene non ci guadagni mai veramente. Ma poco importa, a questo punto, il guadagno. La visione dell'angelo si è stagliata nel tuo immaginario. Io non è che mi è piaciuto, quel povero ragazzo conciato da pinguino alato. Però il nome della profumeria che lo mandava, non lo scorderò mai.

Ad esempio a me piace il sud

- Professoré, ma i suoi genitori non stanno in Italia? -
- Certo che stanno in italia! -
- ... -
-Perché? -
- Lei aveva detto che viene dalla Calabria -

giovedì 2 dicembre 2010

mercoledì 1 dicembre 2010

La renna al polo nord scampanellando va

No, io dico: oggi è primo dicembre. Dobbiamo passare 24 (ventiquattro) giorni in questa maniera? A parlare di regali, panettoni, ricette di dolci?!?

E' arrivato il nostro dicembre

Non lo sapevo che al veglione di capodanno bisogna vestirsi da carnevale. Ma deve essere così che si usa, da queste parti. A giudicare dalle vetrine.

martedì 30 novembre 2010

Angiolina alle sei di mattina s'intreccia i capelli con foglie d'ortica

Secondo me se Maria Stella Gelmini si decidesse finalmente a cambiare parrucchiere, le verrebero meglio pure le riforme.

Poi la strada la trovi da te, porta all'isola che non c'è

Supercazzola prematurata con scappellamento a destra, come se fosse antani.

E un po' di rosso routine dentro al bicchiere

Pensieri superflui sono quelli che si fanno affacciandosi ad una finestra. O davanti a un caldo calice di vino. Sono chiacchiere inutili che hanno però il profumo delle parole. Il nuovo colore di questa pagina è per la bellezza del tempo trascorso così, senza fretta. Non rifiutate mai qualcuno che vi versa del vino, perché è una promessa di felicità.

Da sempre l'ignoranza fa paura ed il silenzio è uguale a morte

Caro Silvio, è vero che gli studentelli cercano qualunque pretesto per non entrare a scuola. Perché ci vengono malvolentieri ogni mattina a scuola. Come malvolentieri ci andiamo noi insegnanti. Fa parte della natura umana: il lavoro non è che ci piaccia così tanto. Altrimenti magari si chiamerebbe vacanza. 
Ma io ti garantisco, caro Silvio, che gli studenti che stanno scioperando ce li hanno i loro buoni motivi. E questi motivi li hanno maturati studiando. Studiando molto. Per questo adesso lanciano le uova. Forse credono che non resti altro da fare, per continuare a studiare.

Quello che le donne non dicono

In questo momento il parlamento italiano discute la riforma universitaria. In queste ore gli studenti italiani protestano come non facevano da anni, con veemenza e su tutto il territorio nazionale. Nelle stesse ore, uno dei maestri della nostra cultura esce di scena con un coup de theatre degno delle sue migliori opere: a 95 anni si lancia nel vuoto. 
Quel vuoto che sta avvolgendo la cultura italiana, in queste ore.
Io quello che penso è questo.

sabato 27 novembre 2010

Firenze lo sai non è servita a cambiarla

I Toscani hanno inventato la lingua italiana. E poi se la sono scordata.

giovedì 25 novembre 2010

Io mi vesto normalmente come chi mette qualcosa e poi non deve andare via

Si attende prova scientifica del fatto che gli armadi mangino i vestiti. Perché non si spiega diversamente l'assoluta mancanza di indumenti appropriati da indossare, al cambio stagione.

Estranei a partire da ieri

Io si sa quanto amo il Salento. Il mare, il barocco, il cielo rotondo, le case basse con le terrazze al posto del tetto. I tramonti. L'aria che si respira, l'arte, la musica.
Ma, il prossimo ragazzetto salentino che sbuca a cantare canzoncine dementi, seguito da miriadi di ammiratrici che si etichettano con il nome del suddetto salentino, io giuro che torno a Lecce. E compio un atto vandalico. Sappiatelo.

mercoledì 24 novembre 2010

La paghi tutta, e a prezzi d'inflazione, quella che chiaman la maturità

Si chiamano Ore Eccedenti. Sono un numero di ore che tu, se sei un insegnante, metti a disposizione per supplenze retribuite; in parole più semplici, se manca qualcuno ci vai tu, che sei comunque già in servizio lì dentro nella scuola. Pronto all'uso, diciamo.
I sindacati, quelli che lottano per i diritti degli insegnanti, dicono che nessuno dovrebbe dare ore eccedenti a disposizione della scuola, in modo da esortare chi di competenza a pagare un supplente. Ma la realtà dei fatti è che il supplente non lo si chiama, per tutta una serie di motivi. Allora, se manca un collega e non c'è nessun altro docente a disposizione, c'è la misura d'emergenza: divisione. Che significa corridoi invasi da bimbetti con le sedie in mano che devono essere intrattenuti in un'altra classe. Con buona pace di tutti, che tu non lavori se ti arrivano questi inattesi ospiti.
E' un casino, ci rimettono tutti. E allora è meglio che ci sia qualche docente a darle, le ore eccedenti.
Ora la scuola in cui lavoro io quest'anno ha ricevuto 10.000 (diecimila) euro in meno, rispetto all'anno scorso, per pagare le ore eccedenti. Per un totale ridicolo, praticamente già esaurito ad oggi, dopo soli due mesi di attività lavorativa. Risultato, non si pagano più ore eccedenti. Conseguenza: o fai il missionario, oppure i corridoi continueranno a brulicare di bimbetti con le sedie in mano che vagano da una stanza all'altra.
Anche questo è la scuola pubblica italiana oggi.

L'uccisione di Babbo Natale

Alla domanda "prof quando si prendono le vacanze di Natale", rispondere "non vedo l'ora" non è professionalmente indicato, vero?

E il mio maestro m'insegnò com'è difficile trovare l'alba dentro l'imbrunire

Potrei dire loro solo quello che c'è scritto sui libri. Giudicarli sul numero delle nozioni che mi sanno ripetere. E non pensarci più quando stanno fuori dal cancello di scuola.
Ma che senso avrebbe?

Per non rischiare di aver ragione che la ragione non sempre serve

Poi si finisce per parlare come se fossimo su una bilancia. Pende più dalla mia parte o dalla tua, è più importante il tuo piatto o il mio, quale dei due dolori pesa di più.
Ma ognuno ha le proprie spalle, e il peso che su di esse porta.

martedì 23 novembre 2010

We are the world

Io penso che i Take That se si sono sciolti hanno avuto i loro buoni motivi.

Questa è la mia vita, se entri chiedimi permesso

C'era una volta un uomo a me molto caro, che aveva l'abitudine di chiudersi in sé quando soffriva. Quanto mi arrabbiavo, per questo. Non lo capivo, volevo entrare dentro di lui ed essergli accanto anche - o forse soprattutto - quando era triste. Scontroso. Contorto.
Oggi qualcuno mi dice che io sono così. E tocco sulla mia pelle gli effetti delle parole che, per amore, io dicevo a lui.
Ti ama chi ti dice di voler vedere sempre il tuo cuore.
Ma oggi ho capito che è amore anche nasconderlo, alle volte, il cuore.

Come un altare di sabbia in riva al mare

E non sarò come mi vuoi. Perché sono fatta di mare in tempesta.
Ti deluderò. Tacerò quando vorrai sapermi e dirò palpiti che non capisci.
Difficile, l'amicizia.
Etereo e fuggevole, l'amore.
Ma abbiamo il cuore che ci è capitato. Un pugno di coralli nei fondali dell'anima, trasparente vortice di sabbie calde.
Fuori dai sentieri tracciati, a piedi nudi, vado.

Potevo attraversare litri e litri di corallo per raggiungere un posto che si chiamasse arrivederci

Non ho bisogno di tempo
per sapere come sei:
conoscersi è luce improvvisa.
Chi ti potrà conoscere là dove taci
o nelle ore in cui tu taci?
Chi ti cerchi nella vita
che stai vivendo, non sa
di te che allusioni,
pretesti in cui ti nascondi. [...]
Io no.

Ti ho conosciuto nella tempesta.
Ti ho conosciuto, improvvisa,
in quello squarcio brutale
di tenebra e luce,
dove si rivela il fondo
che sfugge al giorno e alla notte.
Ti ho visto, mi hai visto ed ora [...]
sei così anticamente mia
da tanto tempo ti conosco
che nel tuo amore chiudo gli occhi
e procedo senza errare,
alla cieca, senza chiedere nulla
a quella luce lenta e sicura...

Pedro Salinas, da La voce a te dovuta

lunedì 22 novembre 2010

La casa dov'è

Ci sono azioni che una persona comune di un paese mediamente civilizzato compie solo nella propria abitazione. Una, per esempio, è lavarsi i capelli.

L'amore si odia

Parlare di "limite" ti porta nella filosofia. E io, che già mi perdo nei labirinti dei miei pensieri, non ho nessuna intenzione di mettermi a fare filosofia. Quindi del limite dirò solo che secondo me esiste, ma dopo succede come nei circuiti di formula uno. Ricominci il giro. Cioé, varchi quella soglia, ed è come se tornassi indietro.
Per esempio, la bellezza.
Che un unico posto, come un solo sguardo, ne possono contenere solo fino ad un certo limite. Superato il quale è come se debordasse tutta la meraviglia, e si cominciasse daccapo. Cioè dal brutto.
Roma è la città più bella del mondo. Poco da obiettare. Il volo dei tordi nel cielo rosso di tramonto, le curve millenarie ed eleganti delle sue facciate, il gorgoglio puro delle sue fontane, i volti delle mille persone che ti trovi accanto, i colori a primavera, i gatti che sensuali accarezzano pietre antiche più del tempo. C'è talmente tanta bellezza, da superare il limite. E superato il limite, in quello stesso luogo, si ricomincia daccapo. Dal brutto.
Delle scarpe lercie abbandonate lungo i marcipiedi, del letto del fiume carico di plastica trasportata dalla corrente, dei bambini pesantemente addormentati sui petti ancora acerbi di altre bambine dalla pelle già dura. Il brutto di strade su cui esseri umani passano così velocemente da aver smarrito il senso del proprio tempo. Tanto che li vedi passare accanto a quella bellezza sconfinata senza neppure sollevare gli occhi.
E' così il limite. Se lo superi, devi ricominciare daccapo.

Dillo pure che sei offeso

E come se non bastasse, trovo sul libro di testo la parola chilometri scritta per esteso con la Kappa. Che io mi rifiuto pure di riscriverlo. Era una cosa finanche brutta a vedersi.

Canzone della bambina portoghese

In Italia c'è questa moda che se uno muore ammazzato poi diventa famoso, perché ne parlano tutti i giornali e le televisioni da Brunovespa in poi.
Adesso pare che la moda sia un'altra. Il link di feisbuc. Sulla persona morta famosa.
Io certe cose proprio mi confondo.
Perché vedi questa bella foto della ragazzina pugliese scomparsa quest'estate e poi trovata morta, e sotto c'è il link col suo nome. E tu ci devi cliccare, e risulterà che "ti piace S. S."
Mi piace? Cioé a dire...cosa esattamente mi piace?
Che sia morta ammazzata? O che bisogna per forza parlare di lei ogni volta che si accende la televisione, o la radio, o si apre una pagina di internet o di un giornale a stampa?
Davvero, non lo capisco. Perché a me sarebbe piaciuto che lei adesso stesse a chattare sul feisbuc, magari invece di studiare. Mi sarebbe piaciuto che pubblicasse sulla sua bacheca foto con orsacchiotti ed errori grammaticali, come tutte le sue coetanee fanno. Mi sarebbe piaciuto che restasse una perfetta sconosciuta, e vivesse la sua vita.
Non mi piace insultarla anche sul social network più famoso al mondo.
Abbiamo perso la decenza, questo è.

Singhiozzo

Si invitano i docenti ha cui è stata data comunicazione...........
Quello che c'era scritto dopo, l'ho rimosso.

martedì 16 novembre 2010

Fai di me la tua geisha

Se avete ascoltato qualche telegiornale nelle ultime ore, avrete sicuramente saputo che il principe d'Inghilterra ha fatto promessa di matrimonio. Se nell'ascoltare questa notizia avete pensato cose tipo: si ma a me cosa importa, bene. E' successo lo stesso anche a me. E' solo che poi ho pensato agli inglesi, i quali di noi hanno notizie riguardanti le puttane dei nostri politici. E allora ho deciso che è meglio interessarsi ai regali fidanzamenti. Che in fondo, sposare un principe, è sempre stato il sogno di tutte le donne normali.

Ahi che bell'cafè

L'ho già detto: non condivido l'eccessiva spettacolarizzazione che noi italiani facciamo di tutto quanto accade. Non mi piace esaltare una singola persona; se qualcuno fa - o dice, o scrive - qualcosa di giusto, invece di osannarlo dovremmo imitarlo.
Ma non sopporto lo stereotipo: Saviano cosa ha fatto di buono nella sua vita ha scritto solo un libro e gaudagna un sacco di soldi.
Non sopporto sentire ripetere questa frase, principalmente per un motivo. E cioè che tutti, tutti quelli capaci di scrivere un libro valido come i libri di Saviano, tutti dovrebbero guadagnare un sacco di soldi.
Ma che ce frega a noi. La cultura è un vezzo inutile, da demonizzare e prendere solo in piccole dosi.

I come Italiani

- Scusi, per la Tuscolana? -
- Deve girare a destra dopo quel semafero -
Compro una vocale e do la soluzione.

E tutti fermi in fila ad aspettare che scatti quel semaforo

Ricominciare a lavorare il lunedì mattina non è bello. Rientrare da un fine settimana fuori, gustoso e rilassante, è ancora meno bello. Arrivare alla tua macchina, il lunedì mattina, dopo un fine settimana fuori gustoso e rilassante, e trovare la tua macchina tutta smerdata di resina caduta dall'alberello gentile sotto cui ti eri parcheggiata, è un disastro.
Con l'umore abbastanza grigio, mi avvio verso il mio posto di lavoro. Al primo semaforo, puntuale come la pubblicità, arriva il lavavetri. Che vorrebbe appoggiare la sua spazzola sul mio vetro tutto appiccicoso. E io, che non ho voglia di portarmi a casa il lavavetri incollato dalla resina, rifiuto con gesti decisi. Quello, tutto serafico, indica la superficie a pois della mia macchina, con un cenno del capo mi chiede se sono sicura della mia risposta. Dopodicché si mette a ridere.

Chiedi chi erano i Beatles

Professoressa di Lettere: - L'ode leopardiana All'Italia ha uno spirito nazionalistico che non si ferma con la raggiunta Unità d'italia -
Silenzio stordito della classe.
Professoressa di Lettere: - Anche ai nostri giorni abbiamo composizioni che si possono paragonare a questa. Per esempio, come suggerisce il vostro libro, la canzone Viva l'Italia di De Gregori -
Il silenzio stordito diventa mormorio alla parola "canzone", per trasformarsi in disappunto al nome di De Gregori.
Alunno che è sempre il primo a parlare: - Prefesserè, chi? -
Professoressa di Lettere: - Non lo conoscete De Gregori? -
Alunna diligente con l'aria di chi vuole andare incontro alle richieste dell'insegnante: - Non è quello che è stato a San Remo? -

lunedì 15 novembre 2010

Non ti fermare ma balla, tutta la notte sei bella

Pare che i muri degli appartamenti condominiali abbiano questo potere di amplificare i rumori, rendendoli irriconoscibili e inquietanti. Considerando l'intervento del paranormale, quindi, bisognerebbe avere pazienza con gli altri inquilini. Anche perché, se tanto mi dà tanto, chissà io che disturbo arreco loro.
E siamo d'accordo.
Io però credo anche che nell'appartamento sopra quello di P. ci abitino dei cavalli.

Nei quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi

Il motivo per cui un quartiere poco raccomandabile di Roma si chiami "Bellamonaca", mi sfugge.

giovedì 11 novembre 2010

Viaggi e miraggi

Inevitabilmente, vado.

Puttana puttana puttana la maestra

Allora, io c'ho questo sogno qua di fare la scrittrice. Poi guardo la quantità fastidiosa di libri sulla scuola, sugli alunni, sui metodi, di cui proliferano le librerie e mi dico che se per un vizio di forma del mio sogno mi dovessi trasformare in uno di quegli scrittori, ecco io cambio sogno.
E voglio fare il controllore di biglietti sull'autobus. Per esempio.

Ma chi cambia qualche cosa qui sono io

Dicono che dopo un trasloco un individuo medio abbia bisogno di 6 mesi per recuperare il normale equilibrio. Un insegnante precario di mesi fra un trasloco e un altro ne ha 10. Da settembre a giugno.
Dieci meno sei uguale quattro.
Segue che un insegnante precario riesce a stare in un pur sottile equilibrio per 4 mesi all'anno.
Che poi, su quattro, due sono già quelli in cui devi decidere come e dove presentare domanda per le graduatorie dell'anno successivo. E non direi che sono momenti di "normale equilibrio".
Quindi, torniamo ai conti. Dei quattro mesi che il trasloco ti lascia per essere sereno, almeno due se li piglia l'ordinanza del Ministero Pubblica Istruzione.
Se la matematica non è un'opinione, l'insegnante precario dorme sonni tranquilli per due mesi all'anno.

mercoledì 10 novembre 2010

Si chiamava Gesù

Giulia. Claudio. Adriano.Valerio. Flaviano. Dario. I nomi dei miei alunni.
La meraviglia di un posto la cui storia è la storia del mondo!

Presto ti accorgerari com'è facile farsi un'inutile software di scienza

Dovremmo capire che insegnanti e alunni non sono rivali. Solo se camminiamo tutti verso uno stesso traguardo possiamo avanzare. Ma se il nostro incedere è una lotta, i passi condurranno inevitabilmente al deserto del fallimento.

martedì 9 novembre 2010

Quella che di giorno chiami con disprezzo pubblica moglie

C'è più tra zero e uno che non tra uno e cento, si dice. Nel senso che la differenza vera e sostanziale è tra l'assenza di una cosa e il suo inizio. Che poi dalla filosfia si passa con naturalezza alla saggezza popolare: chi ben comincia è già a metà dell'opera. Dopo la prima sigaretta, le altre non le conti più. Quando il tuo bambino dice la sua prima parola, è allora che ti commuovi: tutte le altre verranno senza che tu ci faccia neppure troppa attenzione. Quando decidi di viaggiare, il difficile è partire; una volta in treno, perderai il conto dei giorni e dei chilometri che ti terranno lontano da casa. Se decidi di andare a puttane, è la prima che fa la differenza. Le altre saranno solo una libidinosa ripetizione di quell'una.
Segue che poco ci importano i nomi, le facce, le storie delle escort con cui si allieta il nostro presidente. La questione discutibile è il fatto che lui utilizzi questo intrattenimento. Lo scorrere delle belle nelle dimore presidenziali, poi, fa poca differenza. Ancora una volta, invece, i mass media ci scartavetrano le palle con servizi, articoli, foto, interviste a queste giovani prostitute. L'ultima adesso è Nadia.
E questa giornalista parte alla ricerca di Nadia, intervista gli amici e i vicini di casa, chiede al barista gli orari abituali in cui la ninfa si reca nel locale, con l'intento tutto da fiction televisiva di fare un appostamento per inquadrarla, Nadia. Ma sinceramente, ci importa che faccia abbia?
A me no. Ma siccome evidentemente non tutti la pensano come me, la giornalista d'assalto va a citofonare all'appartamento di Nadia. Apre il fidanzato.
Nel sentire ciò, alzo gli occhi dalla mia cena. Che io la tivvù la ascolto solo quando mangio, e non la guardavo poiché, come già detto, la faccia di Nadia non mi destava curiosità. Ma quella del fidanzato si. Oibò. Il fidanzato di una escort. Come si definisce? Cornuto, magnaccio, affarista o semplicemente idiota?
La giornalista gli fa la domanda da un milione di dollari: lei è felice?
Il FidanzatoCornutoMagnaccioAffaristaIdiota ribatte con un'altra domanda: ma chi, io o lei?
E non credo ci sia bisogno di commentare la differenza pronominale. Lei si, è felice: 5000 euro a prestazione, e tutti i giornali che parlano di te. Lui, beh, fate voi.
Dalle successive interviste comincia a delinearsi l'ipotesi che questa Nadia abbia montato tutto l'ambaradan per guadagnare facile soldi e visibilità mediatica. Furbetta, l'amica.
Per poi scoprire che questa fanciullina ha origini calabresi.
Vuoi vedere che c'ha ragione mister B.? Che ste signorine qua le manda la mafia...

Ma il treno dei desidri nei miei pensieri all'incontrario va

La distanza dipende dalla percezione. Che uno spazio può essere talmente intimo al tuo cuore e caro ai tuoi pensieri da annullare i chilometri. Così come, al contrario, in un luogo ci puoi vivere senza entrarci mai veramente.
Personalmente mi innamoro molto dei luoghi. C'è un'energia, un profumo più intenso o un colore speciale che dalla terra mi arriva al cuore. Quando questo accade, io in quel posto mi sento a casa. Anche se è la prima volta che ci vado. Se questo non accade, se non mi sento in sintonia con una terra al primo impatto, so che non potrò starci bene perché quel posto mi sarà sempre distante.
Una terra che amo, si sa, è il Salento. Ora vivo a più di 500 km da lì, ma non me ne sento affatto lontana. Io.
La mia studentella autrice del compito che sto leggendo, invece, scrive così: Prendemmo l'aereo la sera prima, diretti a Lecce, visto che è lontanissima dalla mia città d'origine.
Che faccio, le assegno la ripetizione della geografia d'Italia, o vado a piangere per i prossimi dieci minuti?

Du ti du di du shi bu shi bum bum

Vedere come gli italiani strasformano tutto in un teatrino di opinionisti, mi indigna.
C'è stata una trasmissione in televisione, ieri sera. Personalmente, l'ho trovata molto ben riuscita. Satira e spettacolo, evidente schieramento politico e chiara manifestazione di un certo pensiero. Un giullare che - a prescindere dai gusti - è premio nobel. Un ragazzo che ha scritto di mafia, che sa inchiodare l'uditorio quando parla, e che vive sotto scorta perché minacciato. Un conduttore garbatamente discreto e sottilmente opportuno.
Quel programma non è e non sarà la salvezza del genere umano. L'unica cosa dignitosa che si può fare sarebbe esprimersi nel seguente modo:
a) mi è piaciuto perché
b) non mi è piaciuto perché
c) non l'ho visto
d) altro
Ma come sempre, noi, ne dobbiamo discutere come se da questo dipendesse la nostra vita. E come sempre dobbiamo essere accusatori o difensori, paladini del Savianononèunletterato o denigratori implacabili del Benignishowpoliticizzato.
Ma perché non sappiamo essere sobri?

lunedì 8 novembre 2010

Senza fiato

La poesia è quella cosa che dopo trattieni il respiro, e se non trascorre qualche minuto di lunga e piena contemplazione, non riesci neppure a muoverti.

Damme na mano a faglie ddi dde si

Ma quando il buon Dio inventava le lettere dell'alfabeto doppie, i romani dov'erano?

Disteso come un vecchio addormentato

Cioé, se ti mandano a vivere in un paesello di montagna tu lo sai che ti aspetta un inverno lungo, freddo e grigio. Però poi vedi tutta questa pioggia, tutta insieme, che non si ferma mai, e un poco dentro di te ci avevi sperato che magari ti toccava un inverno clemente. Invece no.

Sono arrivati con la guida ed hanno apparecchiato per il loro pic-nic

Ora c'è questa cosa che i ragazzi scrivono le lettere al contrario. Io resto interdetta. Perché devi fare un'enorme fatica per riconoscere la parola, con le lettere scritte al rovescio. Questo quando leggi.
E quando scrivi?
Segnali di cervelli geneticamente modificati.

Alle porte del sogno

Io volevo fare la scrittrice.

E' difficile parlare dei fantasmi di una mente

Quando dovresti fare tante cose, ma non ne hai voglia.
Quando potresti riempire il tempo uggioso di cose belle, almeno. Ma non ne hai voglia.
Se fuori piove, non va bene. Non va affatto bene.

Preghierina preghierina

Caro Dio, già che hai inventato il lunedì ne avremmo potuto discutere prima. Io mi sarei comportata diversamente, ma posso comprendere le tue ragioni.
Però il lunedì così piovoso potevi proprio risparmiarcelo.

domenica 7 novembre 2010

L'uomo che cammina sui pezzi di vetro

Probabilmente da queste parti i negozi di scarpe proporranno alla clientela merce assai strana. Ma io credo davvero, gentile signora che te ne vai a spasso per le discese e le salite dell'ameno paese sui castelli romani con un bambino in braccio, io credo che se cerchi bene nei negozi un paio di scarpe più comode di quelle che indossi, secondo me le trovi.

Non mi è concesso più di delegarti i miei casini

Ora si sa che gli artisti hanno una tendenza boemienne per cui passano molto del loro tempo persi in contemplazioni creative. Del resto, diciamocelo, a chi non piacerebbe trascorrere ore a far nulla, o al massimo impegnati solo nell'attività per noi più gratificante. Io, per esempio, oggi che è domenica mi sono vergognosamente alzata dal letto alle 12.30. Circa.
Però, il mondo vero è un altro. E non è sempre domenica. Allora, la prossima volta che leggo un libro con dentro un personaggio che abbandona tutto per un anno e parte alla scoperta di se stesso, o peggio, con dentro uno scrittore a cui l'editore ha pagato anticipatamente i diritti di un romanzo e questo qua se ne va a vivere nella città più bella del mondo impegnato solo a scrivere il libro per cui è stato già pagato, ecco: la prossima volta che leggo una cosa del genere, io prima di tutto do fuoco al libro. Poi cercherò l'editor di sì tanta opera, e darò fuoco anche a lui.

giovedì 4 novembre 2010

Che Dio ti benedica

Hanno inventato l'ipod per consentire a chi ama la musica di ascoltarla in qualsiasi luogo. L'ipod si attacca alle orecchie di chi ama la musica con delle cuffie. Questo per consentire al suddetto amante di musica di ascoltare le sue canzoni. Ma non sono inclusi nel prezzo dell'ipod tutti gli altri che stanno intorno all'ascoltatore di musica con cuffie. Che se devi alzare così tanto il volume, ho quantomeno il diritto di collaborare alla scelta dei brani. O no?

mercoledì 3 novembre 2010

Il bandito e il campione

L'essere umano è regolato da un funzionamento secondo me semplice, riconducibile a pochi istinti primordiali e a rapporti causa-effetto piuttosto ovvi, a pensarci bene.
Per esempio. Se a me, donna, piace uno; parlando della sua ex, io le troverò un difetto fisico. Sempre. Pensateci un attimo, signore. E ditemi se l'ex fidanzata del vostro uomo non aveva il culo troppo grosso, o le tette troppo piccole, o i capelli secchi come paglia, o gli occhi troppo vicini, o il naso troppo pronunciato. Certamente si. Perché la rivalità, noi esseri umani, la riconduciamo a una gamma di istinti primordiali.
Un altro esempio. Se tu, uomo, ambisci ad avere una carica. E sai che c'è un altro valido forse più di te che ambisce alla stessa carica. Pensateci un attimo, signori. E ditemi se il vostro rivale nel lavoro non ha qualche problema sessuale. Impotente, ejaculatio precox, gay. Se poi siete particolarmente arditi nella competizione, certamente vi paragonerete al rivale sul terreno sessuale, segnandovi dei punti di vantaggio, ovviamente.
Ecco, io credo che la classe - oltre che l'intelligenza - di una donna, si misuri nel fare apprezzamenti sulla ex; ci pensate, che rivincita? Così come la superiorità - e naturalmente l'intelligenza di un uomo - si rivelino nel non presentarsi come un toro da monta quando si tratta del suo lavoro.
Detto ciò, esco dal blog ed entro in feisbuc: vado a chiedere l'amicizia a Ruby Rubacuori.

martedì 2 novembre 2010

Cade la pioggia e tutto lava

A giudicare dalla solerzia frenetica e scomposta con cui i genitori si affollano all'uscita di scuola per aspettare i propri figli quando piove, intasando il traffico anche del piccolo paesello di montagna, si evince che i genitori ritengano i propri figli biodegradabili.

domenica 31 ottobre 2010

Almeno tu nell'universo

- E' veramente gentile, e premuroso -
- Che meraviglia -
- Eh già, quasi non sembra vero... -
- Ecco, è questo il guaio! Che in giro ci sono talmente tanti stronzi, e tu finisci col ritenere incredibili piccoli gesti e gentilezze che dovrebbero invece essere naturali -
- E' vero -
- Gli uomini galanti sono diventati introvabili, come le pecore nere -
- Diciamo come pecore bianche, va' -
- Diciamolo pure! -
- E non dovrebbe essere così -
- No che non dovrebbe. Ma... sai che ti dico? -
- ... -
- L'importante è che le troviamo noi, le pecore bianche! -

Perché essere felici per una vita intera sarebbe quasi insopportabile

La felicità non ha bisogno di parole.E non si esterna in grandi gesti. E' semplice e naturale, come un corso d'acqua che scivola verso il mare, un fiore che sboccia a primavera, una foglia trasportata dal vento. La felicità è piccola come il caffé in una tazzina, e forte come la pietra delle montagne.

Giulia si sposa, ma che sorpresa, si farà le foto in chiesa

I matrimoni, si sa che mi annoiano. Anche quando l'affetto che mi lega agli sposi novelli è forte più del tempo - che ai matrimoni degli altri, del resto, non ci penso minimamente ad andare. Mi annoia restare seduta per ore a mangiare, impacchettata in abiti semitrasparenti che al secondo antipasto inizi già a fuoriuscire da ogni lato. E non ci provare ad alzarti per fare due passi, che con quei tacchi dove vuoi andare.
Io però adesso ve lo dico. Gli abiti da sposa a me mi fanno venire in mente il carnevale. Personalmente, li trovo ridicoli. Ok, l'ho detto.

Stai preparandoti un caffé con gli occhi chiusi

Per me l'inverno inizia col cambio dell'ora. Quando alle quattro si sono già spenti i raggi del sole, e ti sorseggi il tuo thé fumante. Per me l'inverno inizia quando sai che la prossima sveglia che suonerà, ti alzerai dal letto col buio. Per me l'inverno è iniziato oggi.

sabato 30 ottobre 2010

Scivola e vai via

Nella vita ti può capitare di scivolare sulla buccia di banana. Anche quando non c'è.

venerdì 29 ottobre 2010

Sapore di sale

"Un vigile si assenta dal lavoro per malattia e va a fare il bagnino, ma mette le foto su facebook e viene scoperto".
Cioé, non è che uno poi ci si deve inventare le barzellette.

Su questa poltroncina a forma di fiore

Io sono una professoressa che non sono una professoressa. Nel senso che faccio serie difficoltà a entrare in questo ruolo. Per esempio, non mi siedo mai alla cattedra. Sopra, semmai. Mi piace osservare tutti i visetti delle bestiole che ho davanti, ma soprattutto è l'idea di ergermi a maestro che mi mette in difficoltà. L'altro giorno porto un gruppo di discenti nella stanzetta del sostegno, per un recupero di non so cosa. Quelli, che sono furbi, si saranno detti che se io mi siedo poco nell'aula, figuriamoci nella stanzetta. E allora una delle pulzelle punta diritta l'unica poltrona presente nella stanza. Che le altre sedie erano tutte sedioline piccole da banchetto di scuola.
Ora però, io sono una professoressa che non sono una professoressa ma solo se e quando lo decido io. Come il mago, per intenderci.
Ecco perché questa presa di potere da parte della fanciullina mi è garbata poco. E le ho detto di lasciarmi la poltrona. Alle repliche insistite di lei - e dai professorè, le 'n se siede mai - l'ho guardata con occhi di lince, e ho proferito la seguente domanda: ma tu lo sai quanti anni ho studiato io per sedermi su quella sedia?
In verità non lo sapevo neanche io. Mentre lei si guardava intorno smarrita, io mi sono fatta due conti. A partire dalle elementari, compresa la specializzazione.
Venti. Le ho detto, senza aspettare la sua risposta.
Lei mi ha guardata in silenzio, e si è alzata. Non ci giurerei, ma mi è sembrato avesse un'espressione schifata. O di commiserazione. Ma forse entrambe le cose.

giovedì 28 ottobre 2010

La linea sottile fra baciare e mangiare

Io sono d'accordo con chi sostiene l'esistenza di un legame fra il modo in cui la gente mangia e quello che ha di fare l'amore. Pensateci.
Gli schizzinosi a tavola sono quelli - beati loro - che stanno più avanti nel processo di sublimazione degli istinti, diciamo così. Siete mai stati a letto con qualcuno che è un piacere veder mangiare? Quelli che sorridono mentre viene servito un piatto, che iniziano ad assaporare già i profumi, che sono curiosi di assaggiare sapori nuovi e non ti diranno mai, in linea generica e preventiva: io non mangio questo, o quello, o peggio né questo né quello. Se siete stati a letto con una di queste persone, sapete cosa intendo.
Saper godere del mondo fuori. Credo che i buongustai e gli amatori siano accomunati dallo stesso atteggiamento di passione verso le cose.
Ora vado a mangiare i ravioli di carciofi ai quattro formaggi, che viene un profumo.....

mercoledì 27 ottobre 2010

Mentre dormi

Io se c'è una cosa che mi annienta, togliendomi entusiasmo e forza per tutto il giorno, è quando mi devo alzare presto al mattino e - per qualche ragione che ignoro ma che suppongo legata allo stress - mi sveglio prima del suono esecrando dell'aggeggio infernale. Che poi, quando quella maledetta inizia a suonare, il cervello è già attivo da un pezzo. Ma gli occhi non c'è verso che si aprano. Sono cose brutte.

Sarà che un giorno si presenta l'inverno e ti piega i ginocchi

Il sole mette di buon umore. Anche se fa tre gradi. Meglio tre gradi col sole, che quindici sotto la pioggia.

martedì 26 ottobre 2010

Credo che ci voglia un Dio e anche un bar

Quando ero bambina e andavo al catechismo per la prima comunione, un prete tanto bravo disse qualcosa che ricordo ancora con tenerezza e totale condivisione. Sulla preghiera, sull'importanza della preghiera, paragonò Dio alla nostra mamma. Pregare è come rivolgersi a lei.
- Voi cosa dite alla vostra mamma? Le poesie che imparate a scuola? Non vi rivolgete piuttosto a lei con parole semplici, spontanee, anche col silenzio in alcuni momenti? -
A me il paragone è rimasto nel cuore. La bellezza della spontaneità. Sarà forse per questo che venire a conoscenza dell'esistenza di un simile oggetto mi ha disturbato non poco.
Come registrare un messaggio in segreteria. Mamma come stai qui tutto ok ti voglio bene.
E alla sera, invece di telefonarle, spedire questo nastro registrato.
Mamma come stai qui tutto ok ti voglio bene.
Mamma come stai qui tutto ok ti voglio bene.
Mamma come stai qui tutto ok ti voglio bene.

Se il cielo è vuoto o il cielo è pieno, lui dice che ci guarderà da solo

Ero seduta in treno, abbastanza concentrata sul mio libro, quando arriva questa vecchina bassa, con i capelli corti bianchissimi, un ciondolo d'oro con l'immagine della Madonna incisa, che spiccava sulla maglia di lana rasa nera. Trascinava una piccola valigia con le rotelline, anch'essa nera. E aveva le mani occupate da una busta di plastica bianca, più un'altra borsa, sicché i suoi movimenti ne risultavano impacciati. Si siede nella poltrona di fronte alla mia, spingendo violentemente il trolley che viene ad incastrarsi fra la mia poltrona e le mie gambe.
- No, scusi signorina. Non voglio disturbarla -
Che è come esordire una telefonata alle otto del mattino con: stavi dormendo?
Mi hai colpito gli stinchi con la tua valigia, che se davvero non volevi disturbare la lasciavi verso il corridoio, o la sollevavi nella cappelliera, o te la mettevi contro le tue di gambe. Ma hai scelto di schiantarla contro di me, e mi riesce difficile credere che proprio non volevi distrubarmi. Ad aggravare la sensazione di fastidio, c'è che mi hai interrotto la lettura.
- Si figuri, signora - dico, che gli anziani vanno rispettati. Ma fondamentalmente avrei voluto rispondere: adesso cerca di stare zitta e ferma, e vedi di limitare il disturbo che - se proprio lo vuoi sapere - già mi hai dato.
Continuo a tenere gli occhi bassi sulle pagine, per scongiurare ulteriori tentativi di conversazione da treno. E dalle righe del romanzo, lo sguardo mi cade sulla valigia nera contundente, che stava proprio lì, attaccata alle mie ginocchia. Faceva bella mostra di sé un adesivo, con su scritto: UNITALSI, Presidenza Nazionale.
Va detto che il treno sul quale avveniva tutta questa scena era diretto a Roma Termini. E a Roma ci sono gli incontri nazionali di qualsiasi associazione esista sulla terra, dagli Amici della mosca ballerina fino all'Associazione contro l'estinzione del politico onesto, dalle Sorelle Umili di Santa Ippazia da Montevergine alla Confraternita delle Monache che cantano nei cori gospel con Whoopi Goldberg. Praticamente tutti si recano, almeno una volta all'anno, a fare un'assemblea nazionale a Roma.
La signora sul mio treno, evidentemente, viaggiava per questo scopo. E si dichiarava, con l'ostentazione che solo alcuni cattolici sanno avere, membro di un'associazione di volontariato che fa assistenza ai malati. Che è una realtà bellissima, con la quale ho avuto anche dei contatti diretti. Gente che dedica tempo, cuore ed energia ai malati. Persone che godono di tutta la mia ammirazione. Sebbene, si sa, non tutte le ciambelle riescono col buco. E laddove ci sono dieci uomini di buona volontà, ce ne saranno almeno due che la volontà ce l'hanno un poco meno virtuosa. Diciamo.
A me questi personaggi che partono per compiere grandi gesta e poi sul treno non sanno essere gentili, tanto per fare un esempio, mi richiamano alla mente la parabola del Buon Samaritano. Dove si racconta di quel tizio che gli capita una sciagura per strada, e tutti i religiosi che andavano alle funzioni sacre passano accanto allo sventurato e non se lo filano di striscio, perché hanno premura di adempiere all'obbligo del loro culto. Ma io sono una che giudica, Dio mi perdoni.
Siccome ero in vena di parabole, e il treno diretto a Roma Termini fa anche fermata a Roma San Pietro, ecco che sale una suora. Tanto carina, la verità. Doveva essere tipo indiana dalle fattezze, indossava un abito interamente bianco, una di quelle religiose la cui presenza infonde serenità. La suorina tutta carina chiede alla volontaria degli ammalati se la poltrona accanto alla sua fosse libera.
- Ma io non la posso spostare la valigia - risponde stizzita l'anziana donna di carità. E che ci sarà dentro, il Papa? - No, perché poi come faccio a tirarla giù quando devo scendere? -
- Ma posso aiutarla io - suggerisce con disponibilità la suora.
- Ma guardi che nel treno ci sono un sacco di altri posti vuoti - sentenzia la nonna, mentre tutti ci interrogavamo sulle sue doti di chiaroveggenza.
- Vengo da un altro vagone - insiste la religiosa - ed era tutto occupato. Testimonianza diretta contro supposizione.
- Ma lei è giovane, può stare anche in piedi - è stata l'ultima sentenza della proprietaria del trolley più prezioso nella storia del volontariato mondiale. La quale si è poi chiusa in un immobilismo da statua greca, imperterrita, con le mani abbarbicate alla valigia. Per scoraggiare chiunque avesse voluto sollevargliela sulla cappelliera e fare accomodare la piccola suora.
Naturalmente dai sedili accanto ai nostri, una signora si è alzata e ha ceduto il posto alla suora. Il movimento è stato accompagnato da considerazioni sui biglietti pagati che non comprendono il posto per i bagagli, sulla disfunzione delle ferrovie dello stato, sul governo - questa non l'ho sentita direttamente, ma ci sarà stato qualcuno che avrà detto qualcosa sul governo -
Io, che sono sempre quella che giudica, mi sono interrogata sull'identità della terza signora che ha proseguito il viaggio in piedi per fare sedere la suora. La vecchina era certamente una volontaria che fa assistenza ai malati, della quale è verisimile affermare che si stesse dirigendo ad un'assemblea con tutti gli altri volontari, e magari sarebbero stati ricevuti dal Santo Padre. La tizia che ha viaggiato in piedi non ha affermato nulla di sé, non si è resa visibile né riconoscibile; semplicemente, con dignità, ha compiuto un atto di giustizia.
Ho chiuso il mio libro, non avevo più voglia di continuare la lettura.
Anche perché la vecchina ha iniziato a chiedermi quante fermate mancassero alla sua. Indovinate dove doveva scendere?

Ai banchi del mercato donne, pezzi di stoffa svelta e colorata

Il fatto è che io appartengo a una generazione di uomini patologicamente scettici rispetto alla possibilità che una gran figa li corteggi. Sono un uomo-outlet.
E gli outlet, in quanto rientrano nel campionario della stagione passata, vivono male il rapporto con l'attualità. Si sentono scaduti, scelti per ripiego. Se qualcuno ci vuole, è perché siamo in saldo. Per cui è ovvio che non ci permettiamo neanche di pensare che a una donna come Alessandra Persano, che è una donna-Prada, possa mai venire in mente di venire a spendere qua.

Diego De Silva, Non avevo capito niente

Alzati, Giuseppe!

Ci si abitua a tutto nella vita. Se riesci a uscire dal letto alle 6.30 del lunedì mattina, e ti viene pure da sorridere. Allora puoi abituarti a tutto.

O giorni o mesi che andate sempre via

L'ufficio rimane aperto ogni pomeriggio, tranne il mercoledì mattina.
E va bene che io sono intelligente, e lo capisco cosa vuoi dire. Ma tu devi essere parecchio idiota per dare informazioni professionali in codesto modo. Ohibò.

Qui nel reparto intoccabili

Prof: - Dovete studiare, non per avere dei buoni voti ma per il vostro futuro -
Alunni: - ... -
Prof: - Dovete studiare per crearvi un vostro posto nel mondo -
Studentessa: - Prof, ma com'è che al figlio de' Bossi gl'hanno dato un lavoro che guadagna tutti quei soldi? e lui mica c'annava bene a scola -
Si accettano suggerimenti su qualcosa di educativo da risponedere in simili frangenti.

mercoledì 20 ottobre 2010

Poi firmi con la tua penna d'oro

Il buon vecchio copia/incolla è una pratica ancora diffusa e sempre molto cara, fra gli insegnanti. Solo, mi chiedo: non siamo un tantino incoerenti quando proibiamo ai nostri pischelli di copiare dai libri? Davvero mi sfugge perché noi si e loro no.Tuttal'più che noi dovremmo saperlo fare. Scrivere senza copiare, dico.

Ogni volta quando

E' vero che mi annoio. Mi stanco. E ho bisogno di nuovi stimoli. Può essere vero che dopo tre anni vivere in uno stesso luogo inizi a starmi stretto. Sono fatta così.
Ma non sono così in tutte le situazioni della mia vita.
E ci sono luoghi e momenti in cui mi piace, fermarmi.

Ti vesti svogliatamente non metti mai niente che possa attirare attenzione

Da qualche parte avevo letto che traslocare genera uno stress molto alto, assimilato ad eventi sconvolgenti come il parto o una vedovanza. Mi aveva colpito questo paragone da psicologia spicciola, perché di traslochi ne ho fatti molti. E certo, non è facile. Ma non credo che se mi morisse il marito mi sentirei come quando cambio casa. Però, è un cambiamento forte. Non solo fuori. Perché, per esempio, non puoi mai portare con te tutto quello che avevi nella abitazione precedente; e allora devi scegliere. Ora, si sa, gli oggetti hanno un valore affettivo e simbolico. Quello che l'anno prima era per me indispensabile, a guardarlo davanti a scatoloni da riempire diventa così naturalmente superfluo, che vedi la tua vita cambiare, mentre avvolgi di carta da imballaggio quanto invece decidi di portare con te. Perché di alcuni altri oggetti non puoi proprio fare a meno. Non ancora.
Io in ogni trasloco lascio indietro delle scarpe. Soprattutto perché adoro comperarle, e quale scusa migliore del: non ne ho? (sottinteso qui con me, ma non sottilizziamo).
Le scarpe che lascio indietro sono sempre scarpe col tacco alto. Che mi piacciono, si. E ci sono momenti in cui ho voglia di salire su dei fascinosi trampoli. Ma quando c'è da scegliere, da cambiare, da partire, io indosso sempre scarpe basse. E non è che non mi piaccia essere notata.Che ho comperato anche stivali rossi, nella mia vita.
Il punto è che la strada va percorsa tutta, senza esitazioni. Con i piedi ben saldati sulla terra.

Ho un lavoro qui vicino

Io credo fortemente che essere mancini non sia condizione per cui gli alunni debbano essere rimproverati.
E credo altrettanto fortemente che I promessi sposi siano un'enorme rottura di balle.
Ma siccome sto dall'altra parte della cattedra, non posso tacere di aver visto cose che voi umani non potete immaginare. Tipo ragazzini belli e intelligenti trasformarsi in belve feroci e incontrollabili. Ma col pelo e la coda, eh. Senza sconti.

Il settimo dice non ammazzare se del Cielo vuoi essere degno

Premesso che trovo decisamente di cattivo gusto lo sperpero televisivo che l'Italia fa delle tragedie. Aggiunto il senso di rispetto che viene a mancare per la dignità umana che andrebbe conservata anche nel dolore. Detto che io, se a me capitasse che per esempio mia figlia scompare e poi ritrovano il cadavere e mio cognato dice di averla uccisa e violentata - dopo averla uccisa - io, in tal caso, non permetterei a nessun giornalista di avvicinarmi. Che l'ultima cosa della quale avrei voglia sarebbe raccontare a Bruno Vespa il modo in cui la mia vita è stata rovinata. Evinto che sono notevolmente infastidita per tutto quanto si continua a dire sulla piccola bionda vittima salentina.
Segue che vedere una specie di Crepet sul digitale, il quale analizza i moventi inconsci dei distrubi che possono aver causato il delitto, mi fa venir voglia di cambiare canale. Mentre cerco il telecomando, però, il suddetto Freud all'amatriciana profersice la seguente sentenza: è un atto di pietà nei confronti della famiglia in genere e di quanto accade nelle famiglie meridionali in particolare non approfondire ulteriormente quello che è successo in questa famiglia.
Sussulto. Inorridisco. Mi incazzo.
Senti, Gustav Jung, io credo che l'unico atto di pietà va compiuto verso quella meravigliosa ragazzina, che state uccidendo e dissacrando ogni giorno, ripetutamente. Secondo, io sono meridionale. Di conseguenza, anche la mia famiglia lo è. Ma non mi è mai successo che uno zio mi violentasse o pensasse di uccidermi, né che una cugina volesse farmi scomparire per rivalità amorose, o che una zia nascondesse trame da Shining ordite alle mie spalle.
Sono stata fortunata, lo so.
Ma se tu, illustre Rogers della tivvì, ti esprimi come hai fatto, lasci intendere che la famiglia meridionale è un vaso di Pandora traboccante di tragedie inespresse dal quale è meglio non sollevare il coperchio. E quindi sei pure razzista. Che non meno odiosi si sono resi Erica e Omar, o Anna Maria Franzoni. Allora sappi, caro Maslow, che possiamo pure discutere sulle dinamiche recondite che ledono la struttura familiare sfuggendo al controllo razionale e sfociando nell'abnorme tragedia. Ma non dobbiamo - ripeto, non dobbiamo - farlo in televisione, a ogni ora del giorno e della notte, mentre qualcuno muore.
Siamo seri, per una volta. Facciamo silenzio davanti a cose che il silenzio lo impongono. Punto.

mercoledì 13 ottobre 2010

Invisibile traccia

Il dosso artificiale serve a limitare la velocità dei veicoli lungo una strada che necessita automobili lente. Magari è una strada a intenso passaggio pedonale. In tal caso, il dosso artificiale può anche essere adoperato come passaggio pedonale, tipo che sopra al dosso ci disegni le strisce e la gente ci attraversa sopra.
Ma perché tutto questo avvenga, il dosso deve essere segnalato. Deve essere di un altro colore, per intenderci. Se è di catrame, dello stesso identico colore della strada, serve solo a sfasciarti la macchina.
Non che tu abbia bisogno dei dossi, per sfasciare la tua macchina. Mi ha fatto notare un mio affezionato lettore. Vabbè.

martedì 12 ottobre 2010

Come una musica, come domenica

Uno dei miei desideri più delicati, come dire...un sogno nel cassetto, è avere un uomo che prepara un delizioso ed elegante pranzo, mentre io scrivo.

Stringeva al petto una bambola, il regalo più ambito

Si chiede tanto, a quei ragazzetti seduti lì davanti. Che restino zitti, che siano attenti, che sappiano usare la logica e la memoria. Che capiscano le tue spiegazioni e siano capaci di argomentare le loro risposte.
Ma quei ragazzetti seduti lì davanti sono gli stessi che vengono a chiederti se le palline di lana che il maglione ha lasciato sulla camicia vanno via. Sono bambini. Ma piccoli, eh.

Amico fragile

Professoressa: - Ma voi lo sapete, si o no, che anche il numero delle assenze influisce sul profitto? -
Un sottofondo di disapprovazione segue alle sue parole.
Alunno: - Chè, fa media? -
Prof: - Fa che bisogna venire a scuola, e assentarsi solo quando necessario -
Altro alunno: - Ma se ci ammaliamo, professorè!? -
Prof: - Dovete fare attenzione anche alla vostra salute. Pensate a noi: io quante assenze faccio durante l'anno? -
In tutta risposta, un boato di rivolta e ribellione.
Alunni, sovrapponendosi: - Professorè, lei 'nnè mancata mai -
Prof, orgogliosa: - Ecco, come faccio io dovreste fare anche voi -
Alunna: - Professorè, ma lei 'nncellà mai la febbre? -
Movimenti e fruscio di dubbio, tutti gli occhi rivolti verso la salute di ferro della prof, come il faro sul protagonista, a teatro.
Alunno dal fondo: - Eppure anche i professori sono esseri umani -

lunedì 11 ottobre 2010

Da che punto guardi il mondo tutto dipende

Possono susseguirsi eventi, in poco meno di un mese, per cui Tornare diventa voce del verbo Andare in una casa che non conoscevi ma dove senti che non ti manca niente.

E' per te un sabato nel centro, le otto di mattina

Ieri era una data particolare, di quelle che si ripetono ogni cento anni e - forse proprio per questo - portano fortuna. Ieri era il dieci ottobre duemiladieci, ossia il 10/10/10.
Dell'ulteriore coincidenza numerica me ne sono accorta solo alla sera, ma ieri mattina, poiché era domenica, me ne sono restata nel letto a rotolarmi fra le lenzuola fino alle dieci. Più precisamente, alle dieci e dieci. Nel senso che quando ho preso il cellulare per guardare se il sonno domenicale fosse stato sufficiente, l'orario indicato era esattamente quel ripetersi ritmico del dieci.
Sembra che tutta questa cabala debba portarmi veramente fortuna. Tant'è che ho pure messo il piede dentro a una cacca di cane, il dieci dieci duemiladieci.

E' una semplice canzone

Mi commuovono le canzoni che quando le ascolti non riesci a dire niente, e senti tutto il cielo dentro agli occhi. Sono canzoni semplici, tenere come una carezza e pulite come un sogno. Sono canzoni così.

domenica 10 ottobre 2010

Un treno per dove esisti tu

Nei treni una cosa che non mi piace è il vicino che parla al cellulare. A voce alta. Se poi parlando a voce alta, mentre io vorrei godermi in silenzio il mondo che scorre dietro il vetro, questo vicino importuno dice pure scemenze, io mi altero.
Come questo ragazzone bruno, grassottello, che parla un po' arabo e un po' italiano con una tipa e le spiega una vantaggiosa e imperdibile promozione ferroviaria. Uno sconto se viaggia la coppia: si paga un solo biglietto.
- ... -
- Si si. Se viaggiano donna e maschio -
Ora, caro arabo che urli al telefono, mi inchino all'abilità con cui usi la mia lingua. Io non ci so parlare così velocemente e correttamente in un altro idioma. Però DONNA e MASCHIO non si dice. Si dice maschio e femmina.Oppure uomo e donna.
No, tanto per aiutarti nelle sfumature.
Anche se, a pensarci bene, in italiano forse si potrebbe anche dire così. Che di donne ce ne sono, ma di uomini... Suona male perché siamo abituati a dirlo in un altro modo. Però, donna e maschio sono i componenti della maggior parte delle coppie che si vedono in giro. Laddove lui si limita a svolgere le proprie funzioni biologiche di maschio.
Allora facciamo così, signor Trenitalia. Che l'avrà sentita anche lei la storia, tanto urlava l'arabo coniatore di nuovi binomi linguistici.
Facciamo che donna e maschio pagano un solo biglietto. Ma se salgono due che possono dimostrare di essere uomo e donna, allora li si fa viaggiare gratis. Io direi.

La maggiornaza sta

Perché si crede che la pecora nera sia un individuo al margine che disturba l'ordine costituito?
Ce n'è mica una sola, di pecora nera, in un gregge. Le avete mai viste, le pecore? Beh, le pecore nere sono una minoranza ma basterebbero a creare una rivoluzione.

Ci sono topi tutto in giro, topi tutto intorno

Poi c'è qualcuno che si sente in dovere di esprimere il proprio parere e sentenzia: ma buttiamogliela una bomba atomica in Oriente. Per limitare - fermando tutto una volta per sempre- le violenze e le morti in Afghanistan, Iran, Israele. Insomma. Ammazzarne uno per educarne cento.
Capite bene che se l'emissario di tanta sentenza è un ragazzello di terza media, io due parole ce le spenderei. Sacrificando pure la lezione.
O no?

Perché ditemi chi non si è mai innamorato di quella del primo banco

A scuola, si sa, si impara l'amore. E tu puoi provarle tutte le strade per interessarli, stimolarli, acculturarli i tuoi alunni; loro una cosa sola avranno in mente più di tutte le altre. L'amore.
Quello totale e totalizzante dei banchi di scuola. Quello che ti devi per forza innamorare di lei: la vedi ogni mattina, per mezza giornata, tutto l'anno, per più anni; o ti innamori, o lo sai che noia!
Ma ci si innamora proprio sul serio, a scuola. Tanto che io gliele vorrei insegnare un paio di cosette su questo indefinibile amor ch'a nullo amato amar perdona. Il bel ragazzino dagli occhi verdi, per esempio. Che si mormora abbia una cotta per lei, lunghi capelli neri e aria esuberante. L'ho letto scritto col pennarello sotto a un banco, come se non bastasse. E li osservo meravigliata, ancora desiderosa di sapere i palpiti del cuore. Lei deve essere attratta da qualcuno di esterno alla classe, perché rivolge troppo spesso gli occhi luminosi fuori dalla finestra, tanto che la si deve anche rimproverare. Lui, invece, mette in campo tutte le armi che un maschietto sa utilizzare. Quando a lei tocca leggere a voce alta, gli ormoni in festa di lui si spargono impazziti per tutto il suo corpo, e lo costringono a muoversi. Muoversi rumorosamente.
Si piega verso la zaino, prende le caramelle, le scarta, se ne infila una in bocca. Cosa proibitissima durante la lezione. Allora la prof interrompe la lettura a voce alta dell'amata Giulietta per ordinare all'incauto corteggiatore di buttar via la caramella. E lui si alza, padrone del mondo se gli occhi di lei si posano sui suoi movimenti veloci. Gli piace essere al centro della scena, un adolescente rossore gli colora il viso. E io sorrido intenerita dal modo buffo in cui il maschio della razza umana attua il suo corteggiamento durante l'età degli amori.
Ma lei guarderà ancora fuori dalla finestra, mio piccolo Romeo. Se la prof può darti un consiglio, non devi metterti tu al centro della scena, se vuoi conquistarla. Devi fare in modo che si senta lei la principessa di questa fiaba. Non sono necessarie grandi cose, né ora né dopo. E' importante solo che che tu riesca a pensare a lei più di quanto pensi a te stesso. Ricordatelo. Le ragazze non cercano un giullare, ma un cavaliere. Mi prese per costui piacer sì forte che come vedi ancor non m'abbandona.

mercoledì 6 ottobre 2010

Con la testa fracassata, col naso insanguinato

Adesso mandano l'esercito a Reggio Calabria. Perché si minacciano attentati ai giudici.
Questa è la mia bella terra maledetta. Da qui si può solo partire.

lunedì 4 ottobre 2010

Acqua e sale mi fai bere

Se uno dei miei studentelli, interrogato su una definizione, mi risponde ripetendo in qualche modo la definizione stessa, io gli do un'insufficienza. Cercando di fargli capire che, appunto, se ti sto chiedendo di cosa si tratta, tu devi dirmelo con parole diverse da quelle che ho usato io per chiedertelo.
Poi, sui loro libri, si legge la seguente definizione: Federalismo, corrente di pensiero che mira alla costituzione di un'assemblea di stati federali.
Posso io essere credibile quando gli dico che per spiegare qualcosa devono essere chiari e usare parole diverse dalla definizione stessa? E se mi remate contro, cari signori scrittori dei libri di testo, ditelo. Che io mi organizzo.

Basta un poco di zucchero e la pillola va giù

E' risaputo che la teoria senza la pratica a poco vale. Non c'erano dubbi sul fatto che tutte le specializzazioni all'insegnamento sarebbero state assolutamente inutili, una volta sulla cattedra. Ma quello che mi preoccupa maggiormente, a me, è l'aspetto burocratico. Diritti, doveri, relazioni, programmazioni, tutto quanto bisogna fare fuori dalla classe. Che dentro, bene o male, il mio lavoro lo so fare. Ma tutto il resto mi inibisce.
Chiedi quello che non sai, è una buona regola di vita.
E io oggi sono andata in segreteria a chiedere se, quanto, e come posso assentarmi. Successivamente mi sono chiesta perché ho avuto la necessità di fare questa domanda dopo sole 3 settimane di lavoro.
Se si ammala, c'è la visita fiscale. Mi hanno risposto.

A te che sei, semplicemente sei

Sono un'amazzone, io. Donna scarmigliata che lotta con la pelle al vento. Ho sempre fatto tutto da sola, fiera e gelosa della mia capacità di farlo. Ho preferito sbagliare, pur di essere autonoma. Sono andata prontamente dove alcuni uomini non hanno neppure osato.
E sapevo che quando saresti arrivato, semplicemente e dolcemente ti avrei lasciato fare. Decidere, anche. Perché se lo fai tu, è come se l'avessi fatto io. Anzi, meglio.

venerdì 1 ottobre 2010

Cerco un centro di gravità permanente

Il presidente Berlusconi ha dichiarato: Bocchino non attrae più.
In un modo o in un altro, quest'uomo finisce col dire sempre cose sconce.

giovedì 30 settembre 2010

Casa tua mi piace sa di calda pace

- Ti piace la tua nuova casa? -
- No -
- ... -
- Non la sento mia -
- Forse è ancora presto -
- ... -
- Non conoscere gli spazi, dover cercare l'interruttore della luce. Ci vuole tempo -
- E' che il tempo di abituarsi veramente, e bisogna andar via -
Dialogo fra precari.

E poi

Ringraziate le esperienze negative. Perché vi insgeneranno a gustare la bellezza e a riconoscere subito quello che veramente volete.

Chiedimi il cambio solo se bevi, sei brava a guidare

Le donne di motori non ci capiscono molto. Credo che abbiamo il cervello proprio impostato senza questa funzione; non siamo capaci di vedere le cose più ovvie, né i collegamenti più logici. Di quella logica che in altri contesti sappiamo usare bene. Ma con i motori, no.
O almeno per me vale questa regola. Nell'archivio del mio cervello, alla lettera M ci troverete mare, musica, mamma. Tantre altre cose, magari. Ma non ci troverete MOTORE.
Che proprio stamattina ho investito un coccio di legno tagliato e incautamente lasciato fra l'erba. Ci sono salita sopra, l'impatto ha prodotto un rumore notevole. Dopo circa tre minuti, ha iniziato a suonarmi la spia dell'acqua. Voglio dire, è logica mettere in collegamento le due cose.
Bene. Quando mi hanno chiesto se avessi urtato contro qualcosa, la mia prima risposta è stata no. Poi ci ho pensato, e me ne sono ricordata. E quando ho capito che a causa corrisponde conseguenza, mi sono arresa.

mercoledì 29 settembre 2010

Senti freddo anche tu

Sicché ho cambiato coordinate geografiche, e ora mi trovo abbastanza più in alto del livello del mare. Essendo io totalmente impreparata a questo innalzamento di livello e repentino abbassamento di temperature, praticamente ho sempre freddo. Da quando mi alzo dal letto fino a che non mi ci rituffo dentro (scusate la metafora marina; devo ancora elaborare).
Ieri ho avuto un'idea. Vado a comperarmi una stufa, mi sono detta. La bellezza dell'acquisto imminente mi ha così eccitata che quasi quasi mi sentivo meno diafana, come se il sangue congelato avesse ripreso a circolare, lentamente.
Arrivo nel supermercato, uno di quelli della grande distribuzione. Faccio un giro alla ricerca dell'agognato calorifero acquisto, e non lo trovo. Allora cerco una commessa, che me lo prenda lei l'arnese.
Questa gentile signorina, nel sentire la mia richiesta, scuote le spalle e replica quasi indignata:
- No, signora! Non ci sono ancora, le stufe -
Gli avverbi, nella lingua italiana, sono portatori di un signifcato aggiunto che può offrirti chiavi interpretative fondamentali.
Ancora.
Ho pensato con terrore a quanto freddo si aspettano che faccia, qui. Gente con la pelle spessa, la gente di montagna. E un malinconico pensiero mi è andato ai bikini, che non ho fatto in tempo a lavare perché li avevo usati fino al giorno prima di partire.
La renna al polo nord scampanellando va. Buon Natale.

Ricorda tu sei quello che non sa quando è il mio compleanno

Buon compleanno, presidente.
Volevo solo ricordarle che...si ecco, insomma: sono tanti. Sono tanti per fare certe cose. Si riguardi. Abbia cura di lei, e se le riesce, abbia anche un po' cura di noi.

Ricordati di me

La vita è divertente perché uno si affanna per cercare, costruire, pianificare, mentre invece le cose che poi ti capitano sono le più impensate. Che a volerci scrivere la trama di un romanzo, non bisogna aggiungere niente d'altro.
C'era una volta questa terra che ho amato tanto. E che ho dovuto lasciare. Sapevo che l'avrei fatto, ma non conoscevo il momento. Il bello dell'improvvisazione. Due giorni prima che la lasciassi - quando io ignoravo che sarei rimasta lì soltanto altri due giorni, mentre lei evidentemente lo sapeva bene cher era arrivato il momento dei saluti - questa terra meravigliosa mi fa un regalo. Una specie di souvenir. E mi dice: ecco, prendi; tu mi hai amato, e io voglio ricambiare dandoti questa cosa preziosa da portare con te, lì dove vai. Così non ti dimenticherai di me, se anche ci fosse qualche dubbio che tu possa dimenticarmi.
La generosità delle passioni.

Sjor capitano, mi stia a sentire

Questa mattina spiegavo alla mia alunna le principali forme di governo che possono reggere uno Stato. Monarchia, dittatura, repubblica. La regina d'inghilterra, Fidel Castro.
Parlando dell'Italia, lei ma ha detto che comanda Berlusconi. Etica professionale ha voluto che rispondessi di no, che c'è il parlamento, la democrazia. Eccetera.
Ma la rivoluzionaria che c'è dentro di me ha avuto un sussulto. Non posso certo mettere un brutto voto alla mia alunna perché, dopotutto, ha risposto bene.

Pavimento liquido

Quando hai scelto di voler vivere vicino al mare, perché vicino al mare sei nato e lontano dall'azzurro non sai esistere; quando ti capita che stai al mare a fine settembre, a nuotare nella brezza rigenerante della stagione che cambia, e ti capita, il giorno dopo, di ricevere una telefonata importante per cui ti ritrovi a vivere a quasi mille metri di altezza, tutto intorno a te cambia. Cambia perché il cielo sopra di te è più vicino, non c'è l'acqua ma verdi pendii a circondarti. Ed è come se ti mancasse il pavimento sotto i piedi. Quel pavimento liquido sul quale scivoli in profondità per riconoscere i tuoi orizzonti. Quando non ce l'hai più, hai bisogno di qualcosa di fermo e resistente. Come solo l'acqua può essere.
E' in momenti come questo che senti quanto il flusso ti faccia scorrere verso la tua dimensione, quasi senza che tu te ne renda conto. E ti ritrovi a svegliarti in un letto che non conoscevi, ma che senti tuo. Come il mare. Solido.

lunedì 27 settembre 2010

Le mie parole sono sassi

Darsi la zappa sui piedi. E' un'espressione che rende l'idea di questo attrezzo duro e tagliente che ti arriva sui piedi, e fa male. Ci sono persone che lo fanno, prendersi a zappate sui piedi. Quando questi soggetti appartengopno ad una categoria, per esempio, è come se l'agricolo arnese arrivasse a tranciare gli arti di tutti gli altri appartenenti alla categoria. Prendete quelli che lavorano coi libri, o che i libri semplicemente li amano. Vedere su internet annunci come: romanzi gratis online, o tipo: pubblica gratis il tuo libro, è una zappa sui piedi. Perché leggere un romanzo è un gesto che ha in sé anche del sacro, non lo si può profanare gettandolo nel calderone indistinto di quanto è pubblicato in rete. E se l'annunciatore è un'esca, lo scrittore che ci va,a publbicare gratis il suo romanzo online, è un pesce che abbocca all'amo. Si dà la zappa sui piedi. E fa male pure a tutti gli editori, ai librai, a quanti mettono da parte dei risparmi per comperare un libro. E pure a me, fa male.
Non gettiamo le parole al vento.

giovedì 23 settembre 2010

Sotto le stelle del Messico a traballar

Siamo arrivati al punto in cui io sono felice e devo ritenermi privilegiata perché ho avuto un contratto di lavoro fino a giugno in un posto che dista da casa mia più di 500 km.
Io sono felice. Ma credo anche che qualche conto non torna in tutto questo.

Che ricorda il colore di certe lenzuola di certi hotel

Mi sta capitando di dover dormire fuori, in queste notti. In alberghi, b&b, stanze a noleggio insomma. Letti su cui la gente si ama, o trascorre notti di pensieri, o insonnie di attese, o il beato sonno di chi sta in vacanza. Lenzuola che profumano di vite sconosciute.
Quando devi cercare qualche riferimento in un posto che non concosci, il primo cui ti rivolgi è internet. Sappiate però che sarà il depositario delle maggiori fregature. Che a me mi ha spedita in un postaccio dove per dormire in un letto buio damascato di blu e giallo, con prima colazione mediocre fatta di cornetto freddo e duro e cappuccino anonimo, mi hanno fatto pagare 80€. In lettere: ottanta.
Io avevo proprio bisogno di dormire in questo posto, e poiché l'internet non suggeriva altro - o magari lo suggeriva pure ma poi al numero di telefono indicato non ci stava nessuno a rispondere - ho dovuto accettare il servizio da ottanta euro. In cifre, 80.
Successivamente è iniziato il buon vecchio passaparola. Nel posto in cui sto è circolata voce che io cerco alloggio, la gente di qui è proverbialmente accogliente, io sarò anche solare, insomma, mi mandano a dormire in un altro posto. Cinaquanta euro, stavolta. Ma a confronto col primo, niente a che vedere. Questo qua era un posto bellissimo, con vista sui Castelli Romani, e stanza luminosa con balconcino, e colazione ricca di colori e sapori dolci e salati.
Poi il passaparola continua. I criteri di selzione si affinano, e vengo mandata in un nuovo alloggio. Trentacinque euro. In cifre, 35. E mi ritrovo in una villa, con un giardìno incantevole, un arredamento delizioso, un letto comodissimo con 4 (quattro) cuscini, curato fin nei minimi dettagli. Che quasi quasi, se penso alla signora delle ottamta euro, a me mi viene voglia di dire a queste proprietarie qua che pago di più di quanto mi hanno chiesto.
Ora da questa esperienza ho imparato due cose.
La prima: internet dice anche tante fregnate.
La seconda: nella mia vita, le cose migliori arrivano dopo.

mercoledì 22 settembre 2010

La vita non li spezza

Poi ci sono dei momenti in cui devi fermarti e ringraziare. E c'è un tramonto che toglie il fiato.

martedì 21 settembre 2010

Sogna ragazzo, sogna

Ora lo so che non sto scrivendo pensieri. E non è che non ne stia avendo, eh.
Anzi. Me ne stanno passando per la testa e la vita talmente tanti che non ho il tempo di capire. Dove sono, o cosa provo. Un mio maestro di scrittura mi ha detto che chi racconta non può "vomitare" addosso agli altri i propri stati d'animo, belli o brutti che siano. Mi ha detto che nei momenti più intensi della vita, un vero scrittore non dovrebbe scrivere.
A me piace definirmi scrittrice - umile non sono mai stata. E sicuramente la mia vita sta cambiando. Totalmente. In poche ore.
Tornerò a scrivere, e nuovo colore avrà l'inchiostro delle mie parole.

martedì 14 settembre 2010

Ballando sul mondo

Solo quando fai quello che ti piace ti senti veramente, assolutamente, completamente vivo.

All'uscita di scuola i ragazzi vendevano i libri

Oggi per molti è stato il primo giorno di scuola. Entro la settimana, ricomincia per tutti l'anno scolastico della sedicente "riforma epocale". Sedicente, perché se lo dice solo colei che l'ha firmata, sta riforma. I giornali dicono all'incirca queste cose.
Ok, sono giornali faziosi. Di partito. Politicizzati. Comunisti.
Ma vorrei sottolinerae frasi del tipo:
saranno aperte finestre per assunzioni riservate alle "eccellenze": gli studenti migliori che si laureeranno e abiliteranno con i nuovi percorsi nei prossimi anni.
Questo può voler dire, sempre ammesso che delle tante cose annunciate qualcuna se ne compia, che ci sarà un nuovo canale di reclutamento, e che i nuovi professori avranno una corsia preferenziale per l'immissione nelle graduatorie.
Non dite che non vi avevo avvisato.

lunedì 13 settembre 2010

Il silenzio degli innocenti

Avere dei marmocchietti sotto la propria responsabilità comporta anche che tu faccia attenzione a chi li molli, quando vanno via. Sarà vero che appena le lancette segnano la fatidica ora di fine lezione li scaraventeresti giù dalla finestra, in santa pace dei passanti di sotto; ma non puoi. E' necessario aspettare che qualcuno venga a prenderli. Per chi - come la sottoscritta - non ha goduto della consuetudine di educare in precedenza i marmocchietti, gli adulti che si presentano a ritirare i pargoli potrebbero essere indistintamente lo zio buono che li porta al parco, o il maniaco pedofilo che te li farà recapitare sgozzati e seviziati sotto il portone di casa. Insomma, io ci sto attenta. Anche a costo di fare delle brutte figure, tipo agente segreto, quando pronuncio meraviglie del galateo tipo: si identifichi. Ma tanto - mi dico per ammortizzare l'imbarazzo del trovarmi nel ruolo inquisitorio - ai genitori farà piacere vedere che io glieli proteggo, i pargoli adorati.
Orbene, oggi suona il citofono.
- Chi è? - dico, con il tono più professionale di cui sono capace.
- Filippo. Buonasera - Naturalemente io non immagino neppure lontanamente chi sia, Filippo.
- Desidera? -
- Può far scendere P.? -
- Mi scusi, sa... credo di non conoscerla, e non posso lasciar andare i ragazzi se non sono certa della persona che viene a prenderli. Lei è...? - Ben detto, agente Starling.
- Certo, ci mancherebbe. Anzi fa bene: coi tempi che corrono... - Dicono che i maniaci cercano l'empatica assoluzione dalle loro vittime: cerco di non farmi abbindolare. - Ma ci conosceremo - cos'è, signor Filippo, una minaccia? - Sono... sono il papà di P. -
Ora a me quell'esitazione fra la copula e il predicato nominale mi ha messo un po' in sospetto; sicché appoggio il citofono e mi rivolgo a P.: - C'è tuo padre. -
Il pargolo richiesto mi sgrana davanti due occhi che manco gli avessi detto guarda tua mamma si è trasformata in Monica Bellucci. Adorato bimbetto, cos'ho detto di sbagliato? Per restituirlo alla consapevolezza, aggiungo: - Filippo. - Ma il nome cade nel vuoto dell'apatia di P.
Inizio a preoccuparmi. - Filippo non è tuo padre? - chiedo, ormai immaginando la presenza di un maniaco pluriomicida dall'altro capo del citofono, pregustando scene da RIS di Parma, bambini nascosti dentro gli armadietti e sirene spiegate di polizia e ambulanze mentre una voce amica, amplificata dai megafoni, urla stridente: arrenditi, sei circondato.
- No - risponde P.
Panico. Adesso sono i miei occhi ad essere sgranati, manco mi fossi trasfromata io in Monica Bellucci. Tra qualche secondo svengo.
- No? -. chiedo tremante. Quando finalmente, quel tesoro di purezza si degna di spiegare: - Filippo è il fidanzato di mia mamma. -
P. c'è mancato poco che lo mandassi giù per le scale a calci nel suo adorato sederino. Ma, soprattutto, io me la prendo con Filippo.
Signor Filippo, sa io sono la prof. Se mi permette le spiego una cosa: padre, nella lingua italiana, è colui dal cui spermatozoo ha avuto origine il gamete che si è poi trasformato nel bambino che porta, non a caso, lo stesso cognome del padre. Giustappunto. Lei, caro Filippo, non metto in dubbio che voglia anche più bene a P. di quanto non possa magari volergliene il padre vero. Fatti vostri. Ma, abbia pazienza, non è PADRE la parola giusta a designare il suo stato. La lingua italiana le offre una vasta gamma di possibilità. A sua discolpa posso solo immaginare che la mia richiesta di identificarsi l'abbia imbarazzato per qualche secondo. Ma, ecco, usiamole bene, le parole. Altrimenti la prossima volta P. se ne resta fuori a giocare a pallone, e a fare ripetizioni sale su lei.

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