mercoledì 31 ottobre 2012

Passano alcune musiche, ma quando passano la terra tremerà

Ci sono pagine di libro che, allo stesso modo di alcune melodie, hanno il potere di spaccarti il petto e stritolarti il cuore.

Le navi del porto sull'acqua non fanno rumore

Sono molto sensibile agli odori. Mi piace sentirli, riconoscerli, associarli a persone, situazioni, emozioni. Sono particolarmente sensibile agli odori quando cambia la stagione. Il primo freddo, ad esempio. Profuma di lunghe sere, di lana, di vento, di pioggia e legna bruciata. Ieri si sentiva intensissimo, il profumo del primo freddo. E mi ha immerso in un'odorosa nostalgia. Del camino di casa, delle serate di inverno in Calabria, dello stupore della neve, dei libri letti assaporando un mandarino. Nostalgia di un tempo che non c'è più, in un odore.
Perché io amo immensamente ogni cosa che ho qui. Ma ci sono momenti in cui la nostalgia della mia terra è così forte da diventare un male fisico. 
Profumo di abbracci. Così difficili da raggiungere.
Ieri, al profumo intensissimo del primo freddo, sono andata a comprare un mandarino. Ho chiuso gli occhi mentre lo sbucciavo. Ed ero a casa.

lunedì 29 ottobre 2012

Non c'è silenzio con te o gemito che non sia una vittoria

Ma la speranza non è altro che la paura di ciò che più desideriamo, in cui non abbiamo fiducia e a cui non crediamo veramente.

[...]

l'amore, quello vero, è sempre letale. Questa forza truce, che incessantemente crea e distrugge il mondo, non interpella coloro che tocca, non chiede se a loro fa piacere o no, non si preoccupa granché dei sentimenti umani. [...] Dietro ogni vero amplesso c'è la morte, con le sue ombre che sono altrettanto intense e assolute dei lampi di luce della gioia. Dietro ogni vero bacio si nasconde il desiderio segreto di annientarsi, quel senso estremo di felicità che non scende a patti con nulla, la conspaevolezza che il vero modo di essere felici non è mai stato altro che svanire del tutto [...]

Perché il corpo ricorda, per sempre, come il mare e la terra sanno che un tempo erano la stessa cosa.

Sandor Màrai, La donna giusta

Qui ciò che ho basta già o basterà

Quella donna conosceva i segreti della vita, del corpo, della coscienza e dell'incoscienza. Per lei l'amore non era una serie di incontri occasionali, ma un eterno ritorno a un'infanzia a lei familiare, un'infanzia che era insieme luogo natio e festa, la luce rossastra del crepuscolo su un paesaggio e il sapore domestico dei cibi, l'eccitazione dell'attesa, e in fondo a tutto questo la certezza che poi, quando cala la sera e si torna a casa, non bisogna aver paura dei pipistrelli, si torna a casa perché si sta facendo buio e si è stanchi di giocare, e là le luci sono accese, ci aspetta un piatto caldo e un letto pronto. Ecco che cos'era l'amore per Judit.

Sandor Màrai, La donna giusta

sabato 27 ottobre 2012

Buona notte amore mio lontano

Qual era il problema con quella donna? Rancore, vanità. Il più delle volte è questo che cova dietro ogni miseria e sventura umana. E' la superbia, la paura - perché, a causa della loro vanità, le persone non osano accettare il dono dell'amore, ci vuole un gran coraggio a lasciarsi amare incondizionatamente. Un coraggio che è quasi eroismo. La maggior parte delle persone non sa amare né lasciarsi amare, perché è vigliacca o superba, perché teme il fallimento. Si vergogna a concedersi a un'altra persona, e ancor più ad aprirsi davanti a leoi, poiché teme di svelare il proprio segreto... Il triste segreto di ogni essere umano: un gran bisogno di tenerezza, senza la quale non si può resistere. Sono convinto che sia questa la verità.


Sandor Màrai, La donna giusta

E un po' di rosso, routine dentro al bicchiere

Rouge noir è un classico della moda femminile. Naturalmente io non sono esente dalla passione per questo smalto. Perché il rosso è il colore della seduzione. Perché non so quale attrice strafiga in un film cult aveva le unghia dipinte di questo rosso. Ma, soprattutto, perché è lo stesso colore di un bicchiere di vino. Rosso, ovviamente.

Dai diamanti non nasce niente

- Vediamo di ricostruire l'atteggiamento del narratore: perché, secondo voi, evita i posti più turistici di Lisbona e si attarda nei vicoli e lungo le strade comuni della città?
- Perché cerca una birra che costi poco
-Anche. Infatti nei posti turistici i prezzi sono alti per necessità di mercato. Spesso anche per speculazione
- ...
- E poi, per quale altro motivo? 
Sguardi attoniti e annoiati
- Quali vantaggi ci possono essere nel vedere posti non turistici in un paese straniero?
- Risparmiare
- E oltre ai soldi, non ci possiamo guadagnare nient'altro?
- E qual'è il vantaggio di guadagnare altro?
Questa volta sono io che guardo l'uditorio di piccoli discenti con sguardo attonito. Incredulo. E montante di rabbia.
- State dicendo che i soldi sono l'unica cosa importante?
-Sìììììì - coro unanime
Prego il dio della pazienza di riuscire a trovare un tono da amorevole educatore. Rincaro:
- State dicendo che avere l'Iphone5 è più importante che avere un amico?
-Sìììììììììììììììììì
 

Io te lo conservo sempre un posto dentro questo cuore ballerino

Rabbia. Frustrazione. Malinconia. Impotenza. Paura. Dolore. Nostalgia. Per tutti questi motivi si può piangere. Anche in un giorno solo.

giovedì 25 ottobre 2012

Certo se fossi al posto tuo io so già che cosa mi direi

Monti chiede. La Fornero dichiara. Berlusconi annuncia. Bersani sostiene. Grillo minaccia. Alfano replica. La Santanché si mostra contrariata. Renzi contraddice. I sindacati promettono. 
Nessuno dei suscritti verbi, di cui i nostri giornali sono così ridondanti, corrisponde ad un'azione che non sia quella di ciarlare. Fare promesse. Da marinaio, si diceva un tempo. Da parlamentare, si potrebbe dire adesso. Che Schettino mica aveva annunciato che sarebbe morto al posto dei passeggeri. Invece i nostri parlamentari non fanno che annunciare. E i giornalisti, a schiera, tutti a dare eco a queste chiacchiere. E se invece li lasciassimo al buio fino a che parlano? Non puntiamogli i riflettori, che poi l'amore per la prima scena li distoglie dal mantenere le promesse. Monti fa pagare. Fornero insulta. Berlusconi tromberebbe. Bersani quando fermerà i taglia alla scuola poi ce lo fate sapere. Ma solo usando il passato prossimo. Ha fermato. Grillo nuota. Alfano tace. La Santanché va dal chirugo plastico. Renzi guida il camper. I sindacati non si oppongono. Che belli i verbi del fare.

Quando se fa l 'ammore sotto 'a luna come te vene 'capa e di:i love you

Così, tanto per chiarire.
Curriculum è parola latina, neutro singolare. La parola possiede un suo plurale latino che è curricula.  Però nella lingua italiana abbiamo una regola che ci dice di non usare il plurale di parole straniere, o comunque non appartenenti alla lingua italiana stessa. La ragione è che non si saprebbe quale plurale adottare. Quello della lingua di provenienza del lemma, o quello della parola italiana?
Diciamo tutti il computer, che è parola inglese; ma non diciamo i copmuters, che sarebbe l'orignale plurale inglese. Perché in italiano il plurale non si fa con la esse finale, quindi nel dubbio si mantiene la parola a forma invariata mentre il cambiamento di numero è indicato dal diverso articolo. Per cui: il computer, i computer.
Con curriculum è lo stesso.
E' inutile fare i finti latinisti e atteggiarsi a persone estremamente colte. Perché la mia sensibilità linguistica inorridisce ascoltando curricula. Ah già, dimenticavo. Io sono schizzinosa. Non ho buttato nel cesso i miei anni di studio e, pensa tu, pretendo anche di esprimere pareri attingendo alle cose che ho studiato. Quanto sono choosy.

Nostos

Quello che ha detto e fatto Mister B, io non l'ho mai condiviso. Fermo restando questo assioma, è un prodotto che si è sempre venduto al meglio. Da un punto di vista di marketing, di autopromozione, non ne sbaglia una. Coi suoi discutibili e poco eleganti modio, ovvio. Ma sa capire l'atteggiamento vincente e lo adotta. Tipo non presentarsi alle prossime elezioni. Nell'onda di rottamatoria antipolitica, sulla scia dei parlamentari indagati che si moltiplicano a velocità siderali, la gente vuole un cambiamento. E lui, Mister B, non si fa mettere alla porta e annuncia di voler lasciare spazio ai giovani.
Meglio, alle giovani amazzoni.
Che lui senza odor di figa non ci sa proprio stare.
Quindi alla ricerca di queste donne di mitologica memoria da candidare.
Non ditegli che le Amazzoni, quelle vere, erano talmente incuranti della loro sessualità da avere l'abitudine di tagliarsi un seno per essere più veloci nello scagliare le frecce. Non diteglielo, perché le sue di amazzoni ho l'impressione che i seni tendano a farseli gonfiare un po'.
Ma non andiamo troppo per il sottile.
Ci sono queste donne, mai viste prima. Proviamo a pensare che ce ne possa essere, fra loro, qualcuna che un po' di cervello ce l'abbia pure. Questa mattina in tivvù ne ho vista una, che aveva tutta l'aria di riuscire a mettere insieme una serie di frasi di senso compiuto fino a costruire un discorso. Mi stava diventando quasi simpatica. Fino a che non si è incagliata in un insopportabile: noi percorreremo la strada sul quale il presidente B...
Allora, saranno anche amazzoni ma la grammatica italiana continuano a ignorarla.

Bella stronza

Io non lo so se fanno un colloquio ai camionisti e danno loro il posto di lavoro solo se dimostrano di essere sufficientemente stronzi, oppure se è l'automezzo a rendere stronzo l'essere umano. Ma so è che quelli che incontro io, di camionisti, sono tutti stronzi.

sabato 20 ottobre 2012

Si assassinin gli assasini al colosseo

Intervistato sull'iter parlamentare del decreto legge anticorruzione, il signor Monti Mario ha detto che era necessario per non provocare l'indignazione negli altri Paesi.
Già.
Che se aspettiamo l'indignazione degli italiani...

Quel sorriso di plastica mentre fai la ginnastica

Attenzione attenzione. Ho vinto la mia proverbiale e storica pigrizia. Mi sono iscritta in palestra.
 

O con diverse scarpe su una strada sola

In questi giorni sto pensando spesso di voler cambiare lavoro. Per una serie di motivi. Vorrei fare la commessa in un negozio di scarpe a Roma, magari in via del Corso.Vorrei che la mia unica responsabilità fosse quella di scegliere le scarpe giuste per la Polverini. Forse così potrei risparmiarmi tutte le prediche dei governanti e le politiche di tagli. Non ho ancora sentito i ministri lamentarsi di chi vende loro le scarpe, infatti.

Tra due minuti è quasi giorno, è quasi casa, è quasi amore

Nell'epoca del consumismo siamo schiavi della pubblicità. Brevi e geniali spot che hanno il compito, arduo ma essenziale, di creare nei consumatori nuovi bisogni verso oggetti assolutamente inutili, che solo l'azienda produttrice di quei beni può soddisfare. Essere utente della pubblicità vuol dire credere necessario qualcosa di totalmente inutile e ritenere che la propria felicità dipenda dal possesso di quel bene.
Per riuscire in questo scopo, ovviamente, non basta sponsiarizzare un paio di scrape, esempio, e annunciare che senza non vivi. Qualsiasi donna, pur davanti all'oggetto dei suoi più appassionati desideri, non perde il controllo a tal punto. No. La pubblicità ha un linguaggio sottile, totale, fatto di colori, musiche, situazioni rappresentate e messaggi che creano nell'utente identificazione e nel contempo desiderio. Secondo me chi crea gli spot è un genio. Perché per la maggior parte questi spot riescono.
Personalemnte riconosco la mia debolezza al consumismo ma so di non esserne dipendente. A prova di questa affermata libertà intellettuale cito gli spot della prima colazione. Io sono una sacerdotessa della prima colazione. Se ho ospiti a casa, penso prima di tutto a cosa offrire loro al mattino. Ho imparato a preprare torte, per questo. Se non ho pronta una dolce e abbondante colazione per il giorno dopo, non riesco a dormire tranquilla. Eppure. Resisto alla moda degli spot i quali concordano nell'affermare l'importanza di fare colazione insieme alle perone che ami. Sui biscotti che consumo, c'è scritto: Dèdicati a chi ti è vicino, fai della prima colazione un'occasione di incontro. 
Bene. Io non cedo a questa lusinga. Conservo ancora la lucidità necessaria a capire che se porto il caffè e i biscotti a letto al mio uomo, perché faccia colazione con me, alle sei di mattina, lui mi lascia. Non credete a tutto quello cui vuol farvi credere la pubblicità.

Sempre e per sempre

Ho scoperto, mia cara, che la persona giusta non esiste.
Un giorno mi sono svegliata, mi sono messa a sedere sul letto e ho sorriso. Non sentivo più alcun dolore. E improvvisamente ho capito che non c'è nessuna persona giusta. Non esiste né in terra né in cielo né da nessun'altra parte, puoi starne certa.
Esistono soltanto le persone, e in ognuna c'è un pizzico di quella giusta, ma in nessuna c'è tutto quello che ci aspettiamo e speriamo. Nessuna racchiude in sé tutto questo, e non esiste quella certa figura, l'unica, la meravigliosa, la sola che potrà darci la felicità. Esistono soltanto delle persone, e in ognuna ci sono scorie e raggi di luce.

Sàndor Marai, La donna giusta

Di sole e d'azzurro

Sono diaciannove giorni che non scrivo. E' tantissimo tempo. Un tempo in cui qualcosa mi è cresciuto dentro. Non so dire se un vuoto o uno spazio nero che ha assorbito tutto il resto. Ma è stato brutto. Triste e difficile perché mi è sembrato di aver perso il profumo di ogni cosa. Poi stamattina mi sono alzata dal letto e ho deciso che basta così. Perché non deve esistere niente e nessuno che possa avere su di me un tale potere. Ho impiegato la maggior parte della vita vissuta fin'ora a conquistare i colori delle cose. Non li perderò.

martedì 2 ottobre 2012

Se c'è qualcosa da imparare ancora, ce lo dirà

Ieri è stata una giornata di quelle premestruali in cui ti prenderesti a morsi da sola, aggravata dal suo essere lunedì e dall'aver esordito con una pioggia verso la quale eravamo ancora del tutto impreparati. Oggi per fortuna c'era un profumato sole autunnale, e per recuperare buonumore me ne sono uscita nìbel bella a camminare in centro. Volevo comprarmi un libro, così tanto per riconciliarmi col mondo.
Entro nella bella libreria del centro.
Incontro una collega. Una semplice conoscente, ma essenedoci incontrate per lo più alle convocazioni, che sono momenti di degrado umano e umiliazione totale, quando ti rivedi ti senti accomunata dall'intensità che deriva dall'aver condiviso esperienze significative. Lei mi rivolgeva il profilo, parlava con la libraia. Discretamente, mi avvicino. Non volevo interromperla, visto che per me il consulto col libraio ha una valenza sacra e mi disturba non poco essere disturbata o anche solo avvicinata.
Mantenendo la distanza imposta dal pudore, arrivo però nel raggio uditivo della conoscente collega lettrice. La quale stava cercando dei libri per preparasi al concorso. Superato il primo attimo di smarrimento, la sento spiegare che no, non esitono dei testi specifici ma possono andar bene intanto manuali di allenamento ai test di cultura generale.
Io ho girato le spalle e sono uscita. Questa volta con minore discrezione, anzi a passi indignati. Ho perso la voglia di comprare libri. Che può testimoniare lo stato di alterazione emotiva in cui quella scoperta mi ha gettato.
Poi non chiedetevi perché gli operai salgono sui tetti per difendere i loro contratti. Mentre noi insegnanti ce la lasciamo mettere nel culo. Con la rincorsa.

Tempo. Comunque vadano le cose lui passa e se ne frega se qualcuno è in ritardo

Si può sapere perché i pensionati intasano i supermercati alle 12.45 di un normale giorno lavorativo?

Dei centimetri di libri sotto i piedi per tirare la maniglia della porta e andare fuori

Mi piace credere che da insegnanate di lettere posso comunicare ai ragazzini l'amore per i libri. Illusa da questa chimerica ambizione, mi emoziono spesso mentre in classe si legge, si scrive o si parla di letteratura. Coi ragazzini di prima capita di leggere il Decalogo di Daniel Pennac; ironico e acuto elenco dei diritti inalienabili di un lettore, fra cui emerge quello di non leggere. Perché, da che mondo è mondo, ciò che è imposto non piace mai mentre irresistibilmente ci attira la trasgressione.
Allora, i bimbetti possono immaginarsi un loro decalogo per destrutturare, se vogliono, tutta l'idea che gli hanno inculcato dei libri da leggere per forza.
Uno dei nuovi è diventato il mio idolo per aver prodotto la seguente affermazione: io aggiungo il diritto numero 11 che è quello di bere mentre si legge.
Io non so che tipo di bevanda avesse in mente il tondo e paffuto allievo, ma secondo me diventerà un lettore di quelli che possono cambiare il mondo.

Aveva un solco lungo il viso come una specie di sorriso

A noi donne ci raccontano un sacco di balle, da bambine. Sicché poi diventiamo donne adulte che credono a un sacco di balle. Tipo il principe azzurro, così per dirne una. Poi ci dicono che se da ragazze abbiamo i brufoli e da più adulte avremo le rughe, resta inteso comunque che ci sarà un'età di mezzo in cui la pelle del nostro viso sarà morbida come la seta, splendente come la luna, profumata come un giardino di rose.
Balle.
I brufoli si formano ancora quando iniziano a comparire le rughe.
Sono cose brutte.

Archivio blog