venerdì 25 maggio 2012

Tu dov'eri

Oggi sono stata a scuola dalle 9.30 alle 17.00. Ho mangiato solo un magnum e ho avuto il tempo di far pipì una sola volta. Naturalmente non ci sono straordinari pagati. 
Ma noi siamo quelli che abbiamo due mesi di vacanza.

giovedì 24 maggio 2012

Ti sento nell'aria che è cambiata che anticipa l'estate

Io potrebbero passare mesi in cui non mi prendo il tempo di cercarti. Ma il bene che provo per te non diminuisce. Poi, c'è il momento in cui "ti sento". E allora voglio la libertà di cercare un contatto. Se così non può essere, la relazione perde la propria linfa. E si secca.

Bruci la città

Io devo pagare la spazzatura ad Equitalia. Gli uffici sono nel palazzo adiacente; praticamente potrei andarci scendendo dal balcone. E' solo che sono aperti dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 13.00. Sicché, se tu fai un lavoro tipo l'insegnante, non hai altra alternativa che andare in posta. E pagare il costo aggiuntivo della commissione. Poi non chiedetevelo perché uno ci mette le bombe, a sti qua.

mercoledì 23 maggio 2012

E il cuore di simboli pieno

Il bello del posto in cui vivo, è il senso del bello che sfiora tutte le cose. Fino a trasformare una caratteristica che altrove sarebbe un limite in punto di forza. Che, insomma, è il segreto per vivere meglio. Per esempio, la scarsità di suolo. A scuola ci insegnavano che la Liguria è una stretta fascia di terra, dove il suolo è una risorsa poco presente, per cui i contadini utilizzano un metodo di coltivazione del suolo che si definisce "a terrazza". Eccetera. 
Ora, nella realtà, questa mancanza di suolo si traduce in questo: tu cammini, tipo che stai andando dal dottore o in lavanderia, e alla tua destra ci sono asfalto, autobus, semafori, strisce pedonali. Ma alla tua sinistra, ma proprio subito alla tua sinistra, c'è il mare. E ci sono sdraio, ombrelloni, lidi, pedane di legno sul tramonto profumato di salsedine. Ecco. La mancanza di suolo, qui dove vivo, è una meraviglia.

Quel sorriso di plastica mentre fai la ginnastica

Io sono pigra, ma così pigra che per andare in palestra me l'ha dovuto ordinare il medico.

lunedì 21 maggio 2012

La donna cannone

Da quando il carburante dell'auto costa più del petrolio, si cerca tutte le soluzioni per risparmiare qualche spicciolo. Una di queste soluzioni, è rifornirti al super, iper, ultra o comesichiama service; insomma, la pompa aperta 24 ore su 24. Costa meno. E allora, oggi, entro nel rifornimento, prendo l'apposita corsia super, iper, ultra service, ma accosto. Spengo il motore, ma prima di scendere mi si avvicina il benzinaio. Giovanotto gentile, nel cui immaginario comune donna e pompa rimanda al campo semantico dell'erotismo, e solo a quello; per il resto, no, la donna non ce la può fare.
Questo mi si avvicina, e dice, col tono generoso di chi vuole dirti come fare senza offenderti: è self service, qui.
Ecco, quei centesimi che posso aver risparmiato di carburante, li ho guadagnati triplicati in soddisfazione, rispondendogli con un sorriso sfavillante: lo so! Aprire lo sportello, scendere, e dirigersi sicura e spavalda verso il distributore, non ha prezzo.

domenica 20 maggio 2012

Ma un'altra grande forza spiegava allora le sue ali, parole che dicevano "gli uomini son tutti uguali"

Ci hanno raccomandato di parlarne nelle scuole, i nostri ministri. Perché gli insegnanti italiani, da soli, non ce la fanno a pensare che si, se esplode una bomba davanti ad una scuola uccidendo, è il caso di spiegarlo, ai nostri ragazzi. Spiegare cosa, poi. Già. I nostri governanti se lo saranno chiesto anche loro. Con perfetto stile italiano, tuttavia, nello sgomento del dolore il dovuto silenzio è stato subito coperto dal chiacchericcio delle interpretazioni. E' stato quello, forse è stato quell'altro; la mafia non agisce così, il terrorismo, il terrorismo internazionale; forse che si, forse che no. Quello che siamo in grado di spiegare ai nostri ragazzi - grazie, ministri, facciamo da noi - è che il mondo è diviso in due parti. Da una parte c'è il bene, dall'altra il male. Il male è decidere di uccire, di uccidere innocenti, per avere il predominio con la forza, per seminare terrore e far sì che la gente si senta sottomessa ad una paura dai contorni indefinti che ti convince di essere inferiore. Dall'altra parte, invece, c'è la gente. Che è superiore. Che ogni giorno si sveglia e va a compiere il proprio dovere, con onestà e semplicità, senza cedere a compromessi, mai. Il male teme il bene. Perché se tutti si convincessero che comportamenti onesti e legali non possono essere piegati dalla prepotenza bieca di chi agisce con la violenza e nell'ingiustizia, se tutti scegliessero di stare dalla parte del bene, non ci sarebbe poi tutto questo spazio per il male.
I ragazzi delle scuole sono il futuro. Che loro, ognuno di loro, scelga di stare quotidinamente dalla parte del bene, questo spaventa. Caro ministro, noi glielo diciamo ogni giorno ai ragazzi che devono scegliere di stare dalla parte del bene. Glielo diciamo quando parliamo loro di Falcone; ebbene si, l'ho preceduta, signor ministro: ne avevo già parlato, in classe, di Falcone. Ma glielo diciamo quando litigano per le piccole cose che accadono fra i banchi, quando sono arrabbiati e vogliono vendicarsi, quando credono di aver subito un'ingiustizia e chiedono il perché. Tutte le volte diciamo loro che devono scegliere di stare dalla parte del bene.
All'improvviso, però, sono spuntate queste immagini. Chiarissime, dicono. Che escluderebbero la pista mafiosa per relegare l'attentato di Brindisi a gesto isolato di un folle. Quindi, possiamo anche non parlarne più? O meglio, fino a domattina dovremmo dire: è morta una vostra coetanea, è stato bruttissimo ma la bomba l'ha messa un cazzone quindi non ce ne dobbiamo più preoccupare. Volete questo, vero, signori ministri?
Ebbene, no. Noi non ci lasciamo convincere dalla verità bella e pronta come i minestroni surgelati che volete propinarci ogni volta. Noi domani, come ogni giorno, continuiamo a pronunciarla la parola MAFIA. Che significa potere occulto basato sulla violenza e l'intimidazione che mira ad ottenere ricchezze e incolumità seminando panico, minacciando, estrocendo, e lasciando la gente nell'ignoranza della verità. Glielo diciamo, ai ragazzi, che devono combatterla la mafia. Perché vuole ucciderli. Per impedire che loro costruiscano una società migliore. 
Ma i nostri ragazzi non hanno paura. Sappiatelo. E se voi, cari ministri, volete tranquillizzarli dicendo che il pazzo è stato arso al rogo, noi ripetiamo loro le parole del giudice Falcone. Visto che, caso strano, la bomba è stata messa davanti ad una scuola che portava il suo nome. Falcone ci ha detto che "la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere". E se qualcuno, particolarmente sveglio, ne dedurrà che la colpa è dello Stato, noi risponderemo si. Perché uno Stato che si rispetti non può permettere che i suoi ragazzi saltino in aria andando a scuola. Che i suoi giudici muoiano senza che se ne conosca l'assassino. Che i suoi operai caschino giù dalle impalcature senza potersi più rialzare. Che i suoi imprenditori si uccidano schiacciati dalla crisi. Se lo Stato tutto questo lo permette, non assomiglia forse troppo alla mafia?

Per conquistarmi il cielo, per guadagnarmi il sole

L'impareggiabile, piena, completa soddisfazione che ti viene dal mandare qualcuno a fanculo.

sabato 19 maggio 2012

Perché è del mondo che sono figli, i figli

Che i nostri ragazzi esplodano per delle bombe mentre aspettano di entrare a scuola, è qualcosa che non dobbiamo accettare.

venerdì 18 maggio 2012

Di sole e d'azzurro

Il venerdì è il giorno più bello della settimana perché sai che per due giorni non avrai sveglia, non vedrai ragazzini, non penserai al lavoro ma solo ed esclusivamente ai fatti tuoi. Il weekend inizia il venerdì pomeriggio all'uscita di scuola. Se poi ti capita un pomeriggio fresco ma soleggiato, non puoi chiedere di meglio. Sicché arrivo in città, parcheggio, e senza neanche passare da casa vado a camminare per godere il profumo di maggio.
Quando, a un certo punto, li vedo. Un gruppo di quattro ragazzini sulle biciclette, fermi a semicerchio. Che guardano verso di me e dicono quasi in coro e, naturalmente, urlando - i ragazzini parlano solo urlano: Salve prof!
Superato l'istinto di agguantarmi contro di loro e strangolarli, è subentrato il panico. Perché io quei ragazzini lì non li avevo mai visti. E va bene che sono stanca e lievemente sotto pressione, ma ad avere allucinazioni per strada non dovrei esserci ancora arrivata. Eppure li ho visti. Quattro. Fermi. Sulle bici. E dicevano: Salve prof!
Sono passati degli attimi di panico, ho sudato freddo. Poi ho avuto la lucidità di voltarmi. E dietro di me, perfettamente allineata al mio incedere, c'era una signora. Che aveva decisamente l'aria da prof. E che sorrideva verso i mostri. Al che mi sono sentita decisamente sollevata, ho lasciato all'omonima passeggiatrice di sbrigarsela coi ragazzetti. E ho continuato a passeggiare, leggera e spensierata, verso il mio weekend.

giovedì 17 maggio 2012

La Storia siamo noi, siamo noi questo piatto di grano

Io sono un'anarchica insurrezionalista. Il mio appartamento, che come molti sanno è affacciato sul mare, si trova anche adiacente gli uffici di Equitalia. Non ho ancora preparato attentati all'agenzia, ma solo perché sono troppo impegnata a scuola e non ho avuto il tempo di pensarci. Sono uscita da feisbuc. Per tutta una serie di motivi. Uno dei quali, mi giravano le balle che gente si arricchisse perché io, per comunicare con i miei conoscenti, utilizzavo il social network. Non mi piace il principio. Non è onesto. Un guadagno, secondo le mie sovversive idee, deve derivare da un servizio. Non si può speculare su un sistema di comunicazione che, fra l'altro, può avere anche l'effetto di orientare le menti. 
Oggi leggo che General Motors ritira la pubblicità da feisbuc. Dice che "è un mercato in piena bolla che non porta benefici a nessuno". Più tutta una serie di menate finanziarie di cui io poco capisco e ancor meno sono interessata a capire. Tuttavia, una cosa mi è chiara. 
La mia lotta, solitaria, utopica, reazionaria, come la si volgia definire, ha portato effetti. Cazzo, se mi basta ritirarmi da feisbuc perché le aziende smettano di speculare sulla pubblicità, io ce l'ho veramente il potere di cambiare la Storia.

domenica 13 maggio 2012

Ogni tanto mangio un fiore, lo confondo col tuo amore

Ma se una scopre che stirare le piace, tipo che la rilassa, si deve preoccupare di molto?

T'infili in un pensiero e non lo molli mai

Se i miei alunni, tutti e 28 insieme, pensassero agli esami la metà di quanto ci sto pensando io, non avremmo problemi.

sabato 12 maggio 2012

Siamo come i fiori prima di vedere il sole a primavera

Ma com'è che alla gente la primavera ci fa venire voglia di scopare, mentre io ho voglia di prendere a morsi chiunque? Ma mica morsi gradevoli, eh.

mercoledì 9 maggio 2012

Ma che vuoi se tutto non è come sei

Che poi è inevitabile, scaricare nella coppia.

martedì 8 maggio 2012

Tradirefare

Quando alle fiere vedete qugli omini sorridenti e rubicondi che affettano verdure come se bevessero un bicchier d'acqua, veloci, felici e soddisfatti, sappiate che se ci provate voi a fare lo stesso potreste affettarvi le dita assieme alle verdure. Sarà questione di praticità.

Suite francese

Io sono quella che l'emotività mi frega. Sono quella che corre incontro alle giornate, e se una piccola cosa va storta, io piango. Una piccola cosa. Una cazzata. Io sono quella che non ce l'ho la bilancia, per misurare il peso delle cose per cui vale la pena star male. 
Cosa farò, poi, davanti ai problemi veri? 
E' come dire che i miei umori non sono veri. 
Invece sono loro la mia più totale verità.

domenica 6 maggio 2012

La vie en rose

E Sarkò non è più presidente. Adesso prepariamoci al divorzio da Carlà. Cioé, non vi aspetterete mica che la premiére dame accetti di restare la moglie di un "francese qualunque"? E no dite che non vi avevo avvisato.

A testa in giù

Ho i pensieri così pesanti che potrei camminare con i piedi per aria.

sabato 5 maggio 2012

Tu sei un ragazzo pulito, hai le orecchie piene di sapone

Ho deciso. Fino a che continuerò ad insegnare, non accetterò mai incarichi in scuole vicine al posto in cui abito. Perché poi esci, e incontri alunni, mamme, padri in giro. Questo è fastidioso. Purtroppo, l'insegnante ha - o quantomeno cerca di mantenere - un ruolo di rispettabilità. Tu sei l'educatore, il depositario di un sapere che, per quanto svalutato, è pur sempre un bene. E allora a chi ti incontra per strada devi offrire un'immagine di te consona al ruolo.
Ecco perché io voglio lavorare ad una distanza sufficiente dal posto in cui abitualmente esco per diletto. Perché quando esco per diletto, io ruoli non ne voglio avere.
La scuola dove lavoro adesso, dista 25 km da casa. Sufficienti a preservarmi da incontri alunneschi. Fino ad oggi.
Oggi è un fine settimana di maggio. Allora capita che la gente, dal paesino, se ne viene giù in città. Sicché ho incontrato l'allegra famigliola del mio alunno, comprensiva dell'alunno stesso, mentre camminavo e mangiavo un wafer caldo ricoperto di nutella; e, avvolta dalla lussuria del cioccolato, ero altresì impegnata a non farmi gocciolare la nutella dappertutto. E' stato in questo preciso momento che li ho incontrati. 
Tutto sommato, però, averli incontrati poco prima, mentre mangiavo carne argentina e bevevo vino, sarebbe stato peggio.

E poi ti dicono tutti sono uguali tutti rubano alla stessa maniera

E va bene. Si è capito. C'è la cirsi.
Le parole al momento più ricorrenti sui mezzi di comunicazione sono quelle attinenti il campo semantico dell'economia. 
Segue che la crisi è tale perché mancano i soldi.
Di altre tipologie di crisi, se ce ne sono, non preoccupa nessuno. 
Ma la soluzione, io mi chiedo, deve per forza riguardare i soldi?
Se provassimo a usare la parola creatività?

giovedì 3 maggio 2012

Li abbiamo visti dal nulla apparire di notte dal nulla del mare

E' vero che abbiamo passato due mesi, a scuola, a parlare dei tedeschi. La seconda guerra mondiale, ci piace o meno, questa è. La conseguenza professionalmente gratificante dovrebbe essere che i ragazzini lo sanno, cosa hanno fatto i tedeschi. La conseguenza umanamente destabilizzante è che ti scrivano, nel compito di geografia, che l'America Settentrionale è stata colonizzata dai tedeschi.

Il mio gorilla, fate attenzione, non ha veduto mai una scimmia potrebbe fare confusione

Ora questa storia che quel cazzone del Trota, che per amor di Dio, c'avrà altre qualità, ma astuto non sembra; dicevo, questa storia che quel cazzone del Trota si è laureato 14 mesi dopo essersi diplomato. E che si è laureato presso una università privata in Albania, a me mi sta facendo girare proprio le palle.
Ma assai.
E, chissà come mai, mi sovviene di quella volta in cui la signora Elsa ci ha detto che noi giovani italiani vogliamo trovare il lavoro facilmente vicino casa.
No, magari le due cose non hanno attinenza.
Tranne, forse, che entrambe mi fanno girare proprio le palle.

Parole parole parole

Tanta comunicazione, quando è troppa, diventa autoreferenziale. E allora, forse, è meglio il silenzio.

martedì 1 maggio 2012

Per brevità chiamato artista

Ieri è stata la prima giornata mondiale del jazz. L'UNESCO ha detto che il jazz è patrimonio dell'umanità; allora, un tripudio di diavoli suonatori in radio, in tv. Che ho passato proprio una bella giornata, io. Mi piace, il jazz.
Mi piace meno il rock. Oggi c'è il concerto del primo maggio, e da quando è iniziato sul palco si sono susseguite giovani promesse del rock. Troppo rumoroso. Quella tendenza che hanno i vocalist, poi, a cantare come se stessero vomitando l'anima. 
Ecco, se starei ore ad ascoltare jazz, quattro minuti di rock mi fanno venire i calli ai piedi e le emorroidi.

Primo maggio, su coraggio

L'Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro.

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