lunedì 31 dicembre 2012

Signora Bovary coraggio pure tra gli assasini e gli avventurieri

Io sono una ragazza fortunata, anche perché nella mia sconsiderata dipendenza dai libri c'ho pure un amico che scrive. Che scrive e pubblica, voglio dire. E scrive parecchio bene. E allora parlare di un libro con chi l'ha scritto è un piacere sublime.

Quando ritocchi la punteggiatura del tuo ultimo capolavoro

Tenerezza mista a commiserazione verso l'autoreferenzialità di chi ha talmente bisogno di riconoscimenti da riempirsene, togliendo spazio all'apprezzamento per un valore che potrebbe anche esserci. Ma, dio buono, troppo baccano il clangore degli incensieri.

L'anno che sta arrivando tra un anno passerà

A capodanno bisogna buttar via le cose vecchie, dicono. Sti cazzi, a me non riesce.

venerdì 28 dicembre 2012

Decadenza

Ragazzino di circa sedici anni incrociato ieri per le vie del centro:
-Cazzo, cento euro a testa minchia lo compriamo nuovo e vaffanculo!
Quattro parole, tre parolacce, nessun concetto espresso.
Ma la mia non è stata una reazione da insegnante scandalizzata né da adulta indietro col gergo. La mia è stata una reazione da donna che dalle parole si fa incantare. Ecco, un ragazzo che si presentasse così non potrebbe fare più niente per recuperare considerazione. 
Povero mondo.

Oggi hai parlato troppo

Le vacanze sono fatte per dormire. E per gustarti la notte, elegante e silenziosa; leggere è più bello, di notte. Anche scambiarsi parole, con amici e non amici. Senza che la testa ti cada penzoloni anche mentre sei in piedi, perché la sveglia delle sei è già pronta, ticchettante e minacciosa, a schiaffeggiarti per mandarti a scuola. 
Le vacanze sono fatte per dormire fino alle undici. Alzarsi lentamente, riempirsi gli occhi di mare mentre la stanza è inondata dal sole (alto! fare colazione col sole è una delle magie delle vacanze) e dal profumo del caffè. 
Le vacanze sono fatte anche per leggere. Quindi, con lenta indolenza, ti stendi sul divano col tuo libro e tutto il resto non esiste.
Quando il tuo uomo torna dal lavoro, tu sei sveglia da neanche due ore. Non ti ha neppure lontanamente sfiorato l'idea ti farti ancora una doccia, quindi sei avvolta nel piagiama. Pranzo, no grazie. Lui, poveraccio, che non essendo insegnante non ha queste vacanze secolari che abbiamo noi fancazzisti comunisti docenti, torna stanco. Affamato, credo.E trova la sua donna che non ha prepratao da mangiare, non ha fatto la spesa, legge. 
Un altro al suo posto avrebbe potuto picchiarmi, e anche ammazzarmi. Non ha ragione quello là, che io me la sono cercata?
 

L'Italia derubata e colpita al cuore

L'UdC di Cuffaro. Il PdL di Berlusconi. Ingoria con gli Arancioni. Grasso son il Pd. Ma è una campagna elettrorale o una partita a guardie e ladri?

mercoledì 26 dicembre 2012

Sono sempre tua quando vuoi nelle notti più che mai

So che me ne pentirò. Ma preferisco ritrovarmi pentita che sapermi vulnerabile.

martedì 25 dicembre 2012

In questo sabato qualunque

Ho capito che non c'è una ragione precisa; il tempo mi ha fatto il dono di comprendere che è pressocché fisiologico. Il senso di vuoto che arriva alla fine dei giorni di festa, come un retrogusto troppo dolce dopo aver mangiato la cioccolata.

Celebrazioni

Tutte le cose sgradevoli che ci succedono nella vita - figure ridicole, gesti inconsulti, lapsus di ogni virtù - devono essere considerate come semplici incidenti esterni, incapaci di arrivare fino alla sostanza dell'anima. Sopportiamoli come mal di denti, calli della vita, cose che ci disturbano, che sono estranee anche se sono nostre, che hanno il compito di rivelare la nostra vita organica e riguardano soltanto la nostra biologia.
Se raggiungiamo questo atteggiamento che è, in altro modo, quello dei mistici, saremo al riparo non solo dal mondo, ma anche da noi stessi, perché avremo vinto ciò che sta fuori di noi, che è altro, che è il nostro contrario e dunque nostro nemico.
[...] essere noi significa non avere niente a che vedere con le cose esterne che crollano, anche se crollano su ciò che noi siamo per esse.
La vita deve essere per i migliori un sogno che rifiuta i confronti.
 
 
F. Pessoa, Il libro dell'inquietudine

lunedì 24 dicembre 2012

Ma io non dormirò, mi dovrà passare

Non dico che sarà facile. Ma stavolta voglio provarci per davvero.

Crescerai, imparerai

Ieri sera abbiamo nuovamente cenato in compagnia della simpatica bionda. La quale con un sorriso smagliante aveva iniziato a prendere posto accanto a me. Forse crede che siamo amiche. Per fortuna con noi c'era un numero considerevole di bambini, allora per farli sedere tutti assieme ci è stato chiesto di scalare di posto, al che io misono fiondata all'altro capo della tavola. Bene. La signora, a un certo punto della serata, mi rivolge un cenno di intesa sollevando una bottiglia di birra e la sento urlare: l'ho presa anch'io.

Seduto in quel caffè io non pensavo a te

Quando credi di essere sicuro di qualcosa, è sempre bello essere sorpreso. Che saremmo tornati ad avere la sfida elettorale Berlusconi-Bersani io ne ero certa fin dallo scorso autunno, quando la gente brindava alla caduta del governo. La vera sorpresa, però, è Monti. Che adesso da tecnico e imparziale inizia a farsi propaganda ed esprime le sue opinioni sulla coerenza mentale del Cavaliere al trotto del suo pisello. In tutto ciò, ispira tenerezza l'eclissarsi di Bersani. Neanche 24 ore che Monti ha sciolto la riserva sul suo futuro politico, e di quel povero cirsto già non parla più nessuno. Bersani ha il carisma politico di una lavatrice.

Accecato d'amore mi stava a guardare

Gli uomini sono elementari. Inutili le elucubrazioni tutte femminili. Le tette e il culo per farli contenti. Quando non chiamano è perché hanno di meglio da fare. Se dicono di apprezzarti perché sei intelligente, è falso.

giovedì 20 dicembre 2012

Io forse ho confuso il piacere e l'amore ma non ho creato dolore

E Vendola è un pervertito.
E i gay sono un attentato alla pace.
E le donne vittime di femminicidio dovrebbero fare autocritica perché molte volte provocano.
Cara chiesa, te ne vai a strafare in culo? Proprio per Natale, si.
Pervertiti sono i pedofili.
Attentato alla pace sono le armi, per la produzione delle quali lo IOR è azionista.
Nessuno deve essere giustificato se ammazza un altro. 
Così, tanto per dire delle banalità che credo l'universo mondo condivide.
 

Dietro le apparenze

La cosiddetta questione femminile è un affare complicato assai. Quali siano i diritti calpestati di una donna, quanto poi le donne se li calpestino da sole i propri diritti, in quali forme è giusto differenziarsi dai signori uomini, sono domande alle quali sono possibili molteplici risposte.
Sarà forse per questo, o forse per un pregiudizio atavico, ma la donna, sola, a piedi, di sera, tende a non passare per strade buie e isolate. Secondo me anche un uomo solo, a piedi, di sera, può evitare di ficcarsi nelle stradine isolate. Ma magari la donna sta più attenta, giusta o sbagliata che sia questa maggiore attenzione.
Io non sono una che ha immotivate paure. Tuttavia, se mi trovo nella suddetta condizione, cerco di evitare zone a rischio aggressione. In palestra vado a piedi. E al lunedì sera il mio turno di allenamento inizia alle 20.00. Quindi opto per una strada diversa da quella che percorro fino ad una certa ora del giorno, e passo dal corso principale. 
Siccome la temperatura di sera si abbassa parecchio, per andare in palestra a piedi mi bardo nel seguente modo: piumino lungo fin quasi alle caviglie, cappello di lana, guanti, sciarpa avvolta il più possibile attorno al viso perché ormai, appena prendo un po' di freddo alla gola, mi va via la voce e col lavoro che faccio non posso permettermelo. Mi avvolgo nella sciarpa così tanto che il respiro appanna gli occhiali. 
Se andassi in una strada isolata, buia, a piedi così conciata, probabilmente il passante normale così come il presunto aggressore si spaventerebbe lui di me.
Ecco, la parità dei sessi è un modo di pensare.

martedì 18 dicembre 2012

Per fare a meno di te non so cosa inventerò

E insomma, questa storia del chiodo che schiaccia il chiodo. Io non lo so se è proprio vero che funziona, però i pensieri più hanno spazio più vita prendono. Si possono ridimensionare. Questo si.

domenica 16 dicembre 2012

Des pas sur la neige

Ci sono persone con cui è particolarmente gradevole scambiare parole.

sabato 15 dicembre 2012

Femmina. Se non riceve non si dà

Si veste un cameriere, è domenica sera

La simpatia, come l'antipatia, arriva prima della razionalizzazione. Pare derivi dallo scoprire nell'altro aspetti di noi che accettiamo o condanniamo, ma è comunque una scoperta che avviene in modo quasi extrasensoriale. Puoi innamorarti di qualcuno che non hai mai visto o nutrire profonda antipatia verso qualcun'altro con cui hai scambiato cinque parole in tutto.
Questa signora qua, a me mi è stata sul cazzo dal primo istante in cui l'ho vista. Intanto perché mi sembra del tutto scema, ma trattasi di quelle antipatie che non giustifichi. Ti si leggono in faccia, a detta anche dell'amico comune che ce l'ha introdotta.
Bon, l'altra sera si va a mangiare una farinata in gruppo, e c'era la tizia. Che nell'occupazione dei tavoli mi capita esattamente di fronte. Estraggo l'aifon dalla borsa prima ancora di togliermi cappotto, cappello e accessori. Giusto per comunicare, da subito e in maniera inequivocabile: non sarò di compagnia perché mi farò i cazzi miei col telefono. 
Arriva il cameriere per le ordinazioni. Ora io non preferisco la birra alla spina, perché tendenzialmente mi sa di piscio; nella classifica del mio gusto al di sotto della spina bionda ci sono solo Beck's e Haineken. Quindi chiedo che birre hanno in bottiglia. Ogni volta è bello quando il cameriere elenca queste promesse di felicità e tu ne pregusti il sapore prima di scegliere. Quando è ritornato a portare le bibite e mi ha lasciato la mia bella bottiglia davanti, è successo. 
La mia dirimpettaia ha avuto l'ardire di pronunciare la seguente frase: - Non ti dispiace, vero, fare a metà?
L'ho guardata senza trovare la forza di emettere suoni. Non mi dispiace fare a metà della mia birra? Intanto, chi ti conosce. E poi, si: certo che mi dispiace!
- No, sai - continua lei - io bevo solo birra analcolica e allora una tutta intera non ce la faccio. Ma visto che l'hai ordinata tu ne approfitto - E nel dire, prende la bottiglia e si riempie il bicchiere.
Bene. Ho imparato che fidarsi della prima impressione su una persona non è azzardato. Ma scientifico. Col tempo le cose possono solo peggiorare.

Poi all'improvviso arriva l'età di amare follemente l'uomo che non va

Spiegavo le funzioni di Propp e la fiaba ai miei discenti di prima. Mi sono soffermata, anche perché lo stesso libro accennava a questo aspetto, sul valore archetipico delle fiabe. Su co e questo prezioso e meraviglioso patrimonio orale sia nato per guidare i ragazzi alla "cerimonia di iniziazione" e su quanto ancora oggi possiamo trarre di insgenamenti dalle fiabe.
Una bella e molto brava alunnetta, occhi grandi e modi da donnina, mi chiede come mai il premio sia spesso un principe azzurro.
-Insomma, conclude con accento che sembrava quasi polemico - che cosa ha di speciale il princpe azzurro? Che insgenamento dobbiamo trarne? 
Non mi sembrava vero. Mi sono passate per la mente, veloci e intense come lampi durante un temporale, alcune possibili risposte su Jung, Donne che corrono coi lupi, femminismo, amazzoni, mitologia. Ho preso un profondo respiro e ho iniziato a rispondere, cercando di essere ordinata, precisa ed essenziale.
Anche le altre compagne sembravano interessate. Dopotutto, è l'età in cui scoprono l'amore.
Quei cazzoni degli alunni maschi, invece, hanno inziato a fare confusione e battute sull'idea di principe azzurro. Al che mi è sembrato evidente che non tutto l'uditorio era pronto a sentirsi dire certe cose. Rimprovero per richiamare l'ordine, e torno a spiegare in generale le funzioni.
Ma la mia prediletta, alla fine della lezione, mi si avvicina e insiste: -prof, qualche altra volta me la finisce di spigare la storia del principe azzurro?
Certo, cuore mio. Te lo spiego. Chissà, magari riesco a salvarti.

Quarantaquattro gatti in fila per sei col resto di due

C'è una barzelletta che mi fa tanto ridere. Perché prende per il culo il pubblico, più precisamente il cervello del pubblico.
C'è un autobus, che parte dal capolinea con 12 persone. Alla prima fermata scendono due passeggeri e salgono 7; alla successiva non scende nessuno ma salgono ancora 3 persone. All'altra fermata scendono 4 persone e salgono 3, di cui una donna che spinge un passeggino con due gemelli. Alla fine del giro, quante fermate ha fatto l'autobus?
Ecco. Te ti sei anchilosato le dita a contare i passeggeri (se sei come me che per fare i calcoli ha bisogno delle mani), hai riposto tutta la tua attenzione sui calcoli complessi tralasciando del tutto le informazioni che poi il barzellettiere ti chiederà.
Ora, ieri la mia amica mi ha mostrato alcuni dei test preselettivi per il concorso. Una delle domande recitava più o meno così: Mario ha qurant'anni, tutte le persone di quarant'anni sono sensibili, non tutte le persone di quarant'anni hanno i capelli bianchi. Ovvio che chi legge reagisca più o meno come nella  barzelletta dell'autobus, si fa il sillogismo mentale per cui Mario è sensibile e non per forza ha i capelli bianchi. Domanda: quali delle seguenti affermazioni su Mario NON è vera?
A me è venuta proprio in mente la barzelletta.
Solo che questa è una domanda sulla base della quale verrà reclutato il nuovo, meraviglioso, rinnovato e preparatissimo corpo docente.
Del resto, in un paese che fa ridere i concorsi non possono che essere barzellette.

Stonata

Orgogliosa, serena e contenta di non essere in nessun altro posto che qui.

mercoledì 12 dicembre 2012

Sta arrivando la fine del mondo

Quando penso alla politica italiana, mi viene in mente una citazione. 
Di Cetto Laqualunque.

Tempo comunque vadano le cose lui passa e se ne frega se qualcuno è in ritardo

Nella vita non bisogna avere fretta. Il tempo è prezioso e bisognerebbe scandire lentamente e consapevolemente ogni attimo.
Purtroppo il nostro status ci impone, invece, di fare le cose di fretta. Nono siamo felici, così. Che le migliori giornate sono quelle in cui riesci a prenderti del tempo, per fare le cose che più ti piacciono o per non fare niente.
Invece ci sono i giorni, la maggior parte, in cui devi iniziare a correre per strada al mattino se ti capita davanti la signora che va a due allora, devi correre per fotocopiare le verifiche differenziate, correre da una scuola all'altra, correre a fare la pipì per evitare di fartela addosso in classe, poi correre in palestra, sperando di non trovare la signora dei due allora che sta magari tornando anche lei, correre a mangiare un boccone, correre a fare la spesa per poi correre a lavorare a casa. In tutta questa frenesia, la signora al banco del pesce che è indecisa, e vuole che il pescivendolo le mostri tutte le specie presenti, e poi sceglie, e sempre lentamente chiede che i pesci le siano eviscerati e spinati, può essere un insegnamento. Un'esortazione a rallentare, a respirare, a riprendersi il tempo.
Ma se poi la stessa signora la trovi davanti a te alla cassa, che pone e ripone la spesa nella busta e poi estrae un detersivo per non mescolarlo con i pomodori, allora questo non è più un insegnamento o un'esortazione. Diventa una tortura.

Salvami

Mi capita spesso di restare chiusa dentro al giubbotto. Che inceppo la chiusura lampo, la quale, perfida, non va più né sopra né sotto. E' una situazione che mi manda nel panico. Proprio quelle paure che ti assalgono. 
Allora mi sfilo il cappotto, giubbotto, piumino che sia come fosse una maglia. E aspetto il mio adorato fidanzato che sblocca la lampo e riporta la mia situazione esistenziale alla normalità.

Lo scrutatore non votante

A tutto ci si abitua nella vita. I miglioramenti, in qualsiasi forma, ti abitui facile. Ma anche difficoltà che ti sarebbero sembrate insormontabili, riesci a trovare il modo di affrontarle e farci l'abitudine. Tipo la sveglia che dal lunedì al venerdì suona implacabile alle 6. 
Certo, io sono agevolata dall'alba sul mare che posso godere ogni mattina, dal lunedì al venerdì. Agevola il buonumore, sicuramente. Sicché ho creato il mio rituale di gesti mattutini e non mi sento più come se dovessi andare a combattere la campagna di Russia. Uno di questi riti propiziatori è la tv accesa sulla rassegna stampa. Di un canale che ritengo piuttosto serio, in modo da riuscire ad avere un minimo di informazione, con l'aiuto della radfio in macchina, poi. 
Questa mattina in tv c'era Mario Monti. Ho appreso, mentre la moca gorgogliava calda e il soile dormiva ancora, che il cavaliere e il professore hanno avuto una sorta di lite a distanza. Sinceramente, a prescindere dalle opinioni politiche, i due signori si portano dietro una platealità a volte volgare il primo e un decoro spesso sussiegoso il secondo. Sentire il professore che, col suo tono monocorde di chi parla dentro il collo di una bottiglia, si difendeva dalle eccentriche cazzate del Berlsuca mi ha fatto quasi tenerezza.
Il cavaliere ha detto che lo spread non esiste.
Quel povero cristo del professore, che ha lavorato un anno intero nel nome di questa onnipresente entità, si è risentito. E ha detto: mi auguro che non si trattino gli italiani come se fossero più sprovveduti di quanto siano.
Ora io è evidente che, nonostante i riti, l'abitudine e l'alba, la mattina alle sei sono piuttosto rincoglionita. E allora forse non ho sentito bene. Ma questa frase qua, onore all'impeccabile uso dei congiuntivi, significa che noi siamo sprovveduti. Forse secondo il cavaliere più che per il professore. Ma l'assenza di quel "non" pesa. Non poco.
   

Bella come un lunedì di vacanza

Il corpo docenti è composto in prevalenza da donne. Dicono che sia segno del poco prestigio attribuito alla professione. Sempre sta benedetta questione femminile, vabbé.
Visto che il corpo docenti è composto in prevalenza da donne, quando uno dei tuoi sparuti colleghi ti si avvicina e ti dice: come sei bella... sono soddisfazioni.

lunedì 10 dicembre 2012

Per tutte le volte in cui ho creduto sul serio di annullarti dalla mia testa

Il segreto è avere piena consapevolezza che si tratta solo di un gioco.

E non sono per niente stanca

Non c'è cosa peggiore di quei saccenti con la puzza sotto il naso che ti guardano dall'alto in basso, con sussiego misto a schifo, l'espressione inequivocabile del Te l'avevo detto.
Però, le batterie di quiz della prova preselettiva al concorso stanno mandando ai matti le centinaia di colleghi, bravissime persone e professionisti seri, che vi si cimentano.
Ecco, io...ve l'avevo detto.

Pace a me che non so amare ancora ciò che ho e non so non amar quel che non ho

La mia vita può essere un ininterrotto canto d'amore. Devo solo imparare a perdonarmi gli errori del passato e le debolezze eterne.

Dimmi dove sei, proprio in questo momento

Io non fumo, quindi non conosco l'intricato e complesso fenomeno dello smarrire gli accendini. Però smarrisco il burro cacao. Con una frequenza imbrazzante.

Lo faccio perché in te ho amato l'uomo, il suo coraggio

Devi sapere che le persone non sono legate tra loro soltanto dalle parole, dai giuramenti e dalle promesse, così come non sono i sentimenti o le simpatie a stabilire quali siano i rapporti più autentici. Esiste qualcosa di diverso, una legge più dura e rigorosa che impone a questa o a quella persona di sentirsi intimamente legata a un'altra... Come due complici. E' stata questa legge a determinare il mio legame con te.
Io sapevo della sua esitenza . Anche vent'anni fa. Quando ti ho conosciuta, ho capito immediatamente di cosa si trattava. Non ha senso che mi metta a recitare la parte del modesto: ne sono convinto, Eszter, che nonostante tutto tra noi due sia io ad avere il carattere più forte. Beninteso, questo carattere non è lo stesso di cui parlano i trattati di etica. Eppure io, l'uomo di poca fede, il traditore, il fuggiasco, sono quello che è riuscito a rimanere intimamente fedele, con tutte le sue forze, a quella legge diversa di cui non c'è traccia nei libri, anche se è la più autentica. E' una legge crudele... Ascolta.
La legge del mondo esige che ciò che è iniziato una volta debba essere condotto a termine. E questo non è davvero motivo di gioia. Nulla arriva mai in tempo, la vita non ci dà mai qualcosa nel momento in cui siamo preparati a riceverlo. Soffriamo a lungo a causa di questo disordine, di questi ritardi. [...] Due persone non possono incontrarsi neanche un giorno prima di quando saranno mature per il loro incontro. Mature, ma non secondo le loro inclinazioni o preferenze, bensì nell'intimo, secondo i dettami di unaspecie di legge astronomica inoppugnabile, così come si inconrtano i corpi celesti nell'immensità dello spazio e del tempo, con precisione matematica, nello stesso attimo, che è il loro attimo nella successione infinita dei secoli e delle distese spaziali.
Io non credo negli incontri fortuiti.
Sono un uomo e ho conosciuto molte donne [...] Cosa ci posso fare se ho sempre aspettato solo te? [...]
Ho amato solo te nella mia vita, senza troppe esigenze e in modo abbastanza incoerente, sì, lo so... [...]
Eri tu che non volevi veramente questo amore. Non protestare. Non basta amare qualcuno. Bisogna amare con coraggio. Bisogna amare in modo tale che nulla, né ladri né influenze esterne né leggi umane o divine, possa interferire con questo sentimento. 
Noi due non ci siamo amati con coraggio...
Ecco qual è stato il guaio.
Ed è colpa tua, perché il coraggio degli uomini in materia di amore è una cosa ridicola. L'amore è compito vostro. E' qui che hai fallito, e insieme a te è naufragato tutto ciò che avrei potuto realizzare. 
Non è vero che gli uomini sono responsabili dei loro amori. Siete voi a dover amare eroicamente. Ma tu hai commesso la cosa peggiore che possa capitare a una donna: ti sei offesa, sei fuggita.

Sàndor Marai,  L'eredità di Eszter

sabato 8 dicembre 2012

L'innocenza con cui puniscono per le cose non afferrate

Il fatto che mi ritenga una donna con le palle, non vuol dire che in un rapporto mi bastano le mie.

venerdì 7 dicembre 2012

Le infinite volte che mi verrai a cercare

Come quando inizi a prepararti per andare a una festa. Hai già scelto l'abito da indossare, le calze sono lì, lucide e seducenti. Mentre stendi lo smalto ti dicono che la festa non si farà più.

mercoledì 5 dicembre 2012

Tra nuvole e lenzuola

Il senso di impotenza e frustrazione che si impadronisce di te ogni qual volta apri l'oblò della lavatrice che ha lavato le lenzuola, e dentro il cestello trovi solo le lenzuola. Tutto il resto forma un'unica, profumata e pesante palla di lenzuolo.

I vecchi mezzi ciechi i vecchi mezzi sordi

Quindi c'è questa cosa dell'invecchiamento attivo. Pare sia una iniziativa dell'Unione Europea, cui l'Italia si conforma prontamente e pienamente.
Andremo alle elezioni, infatti, a scegliere un primo ministro fra Bersani e (sempre più presumibilmente) Berlusconi. A dimostrare all'Europa tutta che i nostri vecchi, altro che attivi. Sono ancora capaci di sbarazzarsi dei giovani. Dicendo che loro sono il cambiamento.
Oh cara Merkel, te quanti anni hai detto che hai? Pivellina!

Voglio il tuo profumo

E diciamolo una buona volta come stanno realmente le cose! Che questa Ruby Rubacuori non era per niente bella e, anzi, emanava un cattivo odore.
Ha affermato più o meno testualmente Emilio Fede chiamato a testimoniare su cosa faceva tutta quella gente nella casa del Cavaliere. 
E' solo che, fedele Fede, a noialtri il dubbio sorge. Per aver sentito il suo odore, te ti ci sei dovuto avvicinare parecchio. 

martedì 4 dicembre 2012

La gatta sul tetto

Io vengo stregata dai libri. Non solo dalla lettura come cultura, fantasia, sogno eccetera eccetera. Proprio dal libro come oggetto, e proprio stregata in senso che ne subisco gli incantesimi. Tipo l'ultima volta che sono stata in libreria, vedo una ragazza con indosso un cappotto di lana grigio, un cappello nero e la sciarpa, che aveva fra le mani un volume spesso e odoroso, il cui titolo mi ha attirato lo sguardo e sedotto i pensieri.
Poi oggi, a scuola, la mia collega - che mi aveva visto leggere Murakami - mi viene incontro tutta entusiasta chiedendomi se ho mai letto questo e quest'altro, perché se mi piace Murakami devo assolutamente leggere anche. 
Lo stesso libro che aveva in mano la ragazza dal cappotto di lana grigio.
Io sono un gatto.

Una lacrima sul viso

Qui a Savona è bello perché ci sono tante librerie. Le catene, e le librerie indipendenti. Il profumo della carta si espande invitante per le vie del centro. Ed è bellissimo camminare a piedi con un nuovo libro appena comprato. Poi, le librerie di Savona, sono efficienti. Quando fai un ordine loro ti mandano un sms per comunicarti l'arrivo del titolo che stai aspettando.
Questo sms brilla ancora sul display del mio aifon, dal quale non sono riuscita a rimuoverlo perché bloccata dallo sgomento.
Recita, a caratteri maiuscoli: IL LIBRO DIARIO ELEMENTARE DA LEI ORDINATO E ARRIVATO IN LIBRERIA.
Ora se tu sei una libreria non puoi ritenere che l'sms debba sacrificare il carattere dell'accento. Anche perché esiste l'apposita e maiuscola con l'accento. 
Sono tentata di lasciarglielo lì e cercarlo altrove.

Sta 'nfronte a te

Ora è un anno e mezzo che vivo al norde. Ma resto terrona nell'anima. Il sole io me lo porto talmente dentro che quando lo vedo fuori continuo ad aspettarmelo meridionale; che almeno un po' di tepore lo emani, per intenderci. Faccio ancora fisicamente fatica ad accettare una mattina tersa, di cielo azzurro e limpido, con zero gradi.

domenica 2 dicembre 2012

Senza aspettare i cambiamenti del mondo

Ieri, prima giornata di sole dopo una settimana di pioggia ininterrotta, siamo usiciti a piedi in centro. Anche se Savona è una piccola città, il mendicante di turno che ti chiede l'elemosina o ti vende la rosa lo trovi sempre. Ieri si avvicina questa ragazzina, giovane sguardo zingaro, mano tesa, abiti colorati. Non le ho lasciato soldi.
In un momento di crisi come questo - avrei voluto dirle - devo risparmiare monete per votare al ballottaggio. Nel caso in cui chiedano un altro contributo. Poi, dopo, quando avremo votato anche alle politiche, torno io a cercarti. E si chiede l'elemosina assieme.

A che ora è la fine del mondo

Quelli che ti insegnano come vivere, da Socrate fino a Fabio Volo, sono più o meno tutti d'accordo sull'idea che per godersi ogni attimo fino in fondo, senza rimpianti né ripensamenti, bisognerebbe vivere come se fosse l'ultimo giorno concessoci sulla terra. Ora, questo mese di dicembre appena iniziato potrebbe per davvero essere l'ultimo delle nostre vite.
Ci si chiede se la fine del mondo sarà planetaria e contemporanea, o divisa per fusi orari; tuttavia i signori Maya avrebbero detto che l'orologio sta contando i suoi ultimi battiti.
Se fossero gli ultimi venti giorni da vivere, che faresti?
Il mio primo pensiero è fare una cosa che non ho fatto, per paura o mancanza di circostanze o alibi dati a se stessi. Se non ci fossero, dopo, altri giorni per pensarci, pentirsi, pagarne le conseguenze e scontare i sensi di colpa, la farei. Perché desidero farlo.
Dovrei dunque farlo ugualmente?
Ma io desidero che ci siano altri giorni. Altri giorni pieni e belli in cui non voglio avere pentimenti, non voglio pagare conseguenze che mi compromettano gli equilibri, non voglio sensi di colpa. E allora, forse, sarò poco socratica [di contrariare Fabio Volo non me ne importa molto] ma io mando garbatamente a fare in culo i Maya e resto qui dove sono. Pensando al domani.

Io t'ho amato sempre, non t'ho amato mai

Forse sarebbe stato meglio non incontrarsi. Tengo, con gli occhi rivolti al soffitto, si fece alcune domande. "Non sarebbe stato meglio se rimanessimo separati fino alla fine, conservando il desiderio di incontrarci? In questo modo continueremmo a vivere mantenendo intatta dentro di noi la speranza di rivederci, un giorno". Una speranza simile a una sorgente di calore piccola, ma preziosa, che avrebbe scaldato il loro cuore. Un'esile fiamma che le mani avrebbero circondato per proteggerla dal vento. Per evitare che le violente raffiche della realtà la spegnessero.
 
Murakami Haruki, 1Q84

sabato 1 dicembre 2012

Tra le dita non ci sono che fotografie

Lo sguardo altrove. Le mani belle piene di musica. Meglio non tornare.

venerdì 30 novembre 2012

Le foglie al vento

Persa nelle incantevoli e surreali atmosfere delle pagine di Haruki Murakami.

L'evo dopo il Medio

La scuola pubblica italiana è fortunata perché il ministro Profumodimerda ha predisposto un piano di stanziamento fondi per istituire delle classi sperimentali cui fornire i tablet.
Ieri, nella sucola dove lavoro, si è tenuto il collegio docenti, chiamato a esprimersi sulla volontà di aderire a tale iniziativa.
Naturalmente serve personale qualificato all'uso dei supporti. Il che vuol dire che devi quanto meno sapere cos'è, un tablet. Panico e sgomento tra la vecchia generazione del corpo docenti. Che tuttavia non è privo di buona volontà nel mettersi in gioco sperimentando nuove conoscenze. E meno male, perché il signor ministro Profumodimerda ha predisposto che i docenti volontari cui rivolgere la specifica formazione all'uso del supporto digitale debbano essere personale con contratto a tempo indeterminato. Stabile. Di ruolo, come si dice in gergo. Onde e vitare che a giugno, quando il precario finisce il contratto, vada via portando con sé i tablet come retribuzione delle ferie non pagate. Per esempio.
Quindi, ricapitolando, ma solo per verificare che io abbia capito bene. Ci sono i soldi per dare i tablet. Ci sono i soldi per formare i docenti di ruolo, molti dei quali avranno qualche difficoltà che i giovani precari non avrebbero. Mi chiedo se questi soldi per la formazione non si sarebbero potuti risparmiare dando la possibilità a chiunque di utilizzare il tablet. Ma soprattutto, mi chiedo, se ci sono tutti questi soldi, come mai non si trovano i soldi per pagarmi le ferie?
E io sono privilegiata. Perché mi pagano il lavoro. Cosa che non tutti.
Però siamo nell'era dei nativi digitali e il tablet, beh...ecco, come rinunciarci.

Elogio alla sublime convivenza

-Ragazzi, oggi è la giornata mondiale contro la pena di morte. Sapete che vi sono alcuni Stati che ancora oggi... [pippone introduttivo]. Voi cosa pensate della pena di morte?
-Secondo me va bene. Perché chi ammazza se ha paura di essere ammazzato lui magari ci pensa prima e non lo fa
-Secondo me invece no. Perché se uno ammazza e tu lo ammazzi, non ti fermi mai e diventa un mafiottismo

giovedì 29 novembre 2012

Il tuo è un rosso relativo

Ora possiamo essere d'accordo sul fatto che essere televisivi non sia una virtù. Possiamo condividere l'idea che badare all'apparenza sia superficiale. Ma la giacca marrone con la cravatta rossa a pallini, no. Non possiamo lasciarla passare senza spendere una parola, nemmeno una piccola, di contrarietà

Convinti che fosse un gioco a cui avremo giocato poco, provate pure a credervi assolti, siete lo stesso coinvolti

Altro pensiero ricorrente di queste settimane è il concorso a cattedra.
Non vorrei parlare neanche del concorso a cattedra.
Ma poi chissà, potrei cambiare idea.
Chiariamo una cosa. Credo che sia una cagata, e pertanto non mi sono iscritta. Punto e basta.
Se mi fossi iscritta avrei avuto le stesse possibilità e le medesime condizioni di vittoria che si hanno con un gratta e vinci.
Da quando c'è il concorso, infatti, io sto comprando i gratta e vinci. Così, tanto per uniformarmi alla massa dei miei illustri colleghi che si affannano con le simulazioni delle prove preselettive. E magari hanno fatto anche il ricorso contro il concorso.
Ecco. Io prendo la monetina e cerco di vincere così. Mi sento più coerente con me stessa.

Anche se voi vi credete assolti siete lo stesso coinvolti

Il mio orgoglio stappa una birra ogni volta che qualche lettore dei pensieri superflui mi fa notare con dispiacere i periodi di assenza dei penseiri superflui. 
In questi giorni non ho scritto perché non voglio parlare di politica. Essendo la politica il pensiero più ricorrente, ho scelto il silenzio stampa.
Non voglio parlare di politica.
Solo una cosa dico. Che qua, altro che profumo di sinistra. Io sento profumo di merda.

Il tuo cuore è un divieto, personale al completo

L'accesso ai miei sogni è vietato al personale non autorizzato.

È arrivato sante Nicola

Non è che io non abbia più pensieri superflui. Tutt'altro...

giovedì 15 novembre 2012

E il cielo sembrava più grande e io mi sentivo già uomo

- Prof, ma quindi quegli insegnanti che ieri non hanno scioperato sono contenti che i politici tagliano i fondi alla scuola?

E non c'è niente da capire

Si può sapere perché il dipendente pubblico, per farsi accreditare quelle quattro lire di stipendio, deve sottostare ad una procedura che manco l'fbi? Farsi identificare dal proprio datore di lavoro, ricevere venti mail con password che poi si annullano a vicenda fino al raggiungimento dell'ultimo codice che però se non rinnovi ti viene annullato e quindi ritorni alla partenza senza passare dal via. Tutto per due miseri soldi che lo Stato segue ovunque vadano. Mentre quelli là si trovano milioni di euro sui propri conti e non lo sapevano.
Qualcosa non quadra.

mercoledì 14 novembre 2012

L'amore non si spiega

Io non capisco nulla né di musica né di vini. Non sono capace di riconoscere un solo odore in un calice di vino, e su uno spartito so distinguere solo le linee dai pallini. Però mi piace bere vino e ascoltare musica. E so dire quale gusto e sonorità mi piace, e quale no. Non so motivare la mia predilezione, essendo io nella totale ignoranza di entrambe le categorie. Però non ignoro i miei gusti. E allora ve lo devo proprio dire. A me Bach mi annoia parecchio.

Chi tene' o mare si accorge di tutto quello che succede

I gabbiani sono bellissimi. Simbolo di purezza e libertà. Profumano di mare. E ora che di fronte al mare ci vivo, il battito delle loro ali è suono di ogni mia ora. Inevitabile amarli. 
Tranne quando ti cacano sul fianco blu della macchina nuova.

domenica 11 novembre 2012

Cosa non mi uccise mi lasciò la forza di vivere

Continuare a desiderare altro.

Però Giovanna è stata la migliore, faceva dei giochetti da impazzire

Io non credo di avere autorità né esperienza necessarie a produrre recensioni dei libri che leggo. Fra i miei pensieri superflui mi piace solo citarli, alcune volte, perché credo davvero che parlino senza bisogno che io li commenti. Tuttavia questa storia delle cinquanta sfumature ricorre; sicché vorrei chiarire la mia posizione in merito.
Non l'ho letta, la trilogia. Ho provato a leggere solo il primo volume, ma poi ho smesso. L'ho trovato uno dei libri più noiosi in cui mi sono imbattuta. E questo non di certo perché leggere di sesso mi imbarazzi, scandalizzi o che. Anzi. Adoro leggere chi scrive bene di sesso.
Bene, appunto.
Mentre questa signora qua delle sfumature, sempre secondo il mio dilettantistico e insignificante parere, bene non scrive. Ha una bella immaginazione (o esperienze mozzafiato, affari suoi), ma non possiede un'altrettanto vivida capacità di metterle sulla pagina.
Non mi soffermerò a parlare dei personaggi che non hanno sviluppo. Giovane rampante bello e ricchissimo, sodomizzato da un'amica della mamma, capo di un impero finanziario a meno di 30 anni. Di lui, oltre a questi brevi cenni, sappiamo solo il colore degli abiti che indossa. Fa sesso estremo, nel senso che (pare, perché io poi non ho letto le perfomance) adopera tecniche di sottomissione della donna, la quale è appunto da lui indicata con il lusinghiero appellativo de La sottomessa. Occhei, alle donne piace essere fisicamente possedute nel senso padronale del termine. Quindi non starò lì a fare un'interpretazione femministica dell'opera. Non sono questi i motivi per cui ho abbandonato la lettura.
Neppure la totale assensa di profilo psicologico dei personaggi è l'elemento che mi è piaciuto meno. Sebbene alla comparsa della madre, che dopo le premesse poteva essere un nodo per comprendere la figura di questo figlio estremo, quando invece si è rivelata la classica cinquantenne che puoi incontrare da qualsiasi parrucchiera di paese, la mia delusione è stata amara. Non lo nego. Tuttavia, superabile.
Anche la piattezza di stile si sarebbe potuta perdonare. Dopotutto non ha pretese di essere un classico, la trilogia delle sfumature. Allora siamo indulgenti con le scene di sesso descritte tutte nello stesso identico modo, con lui che adopera un linguaggio da conferenza mentre scopa. L'unica frase che adombra la realtà di una scena di sesso sfrenato poteva essere: io non faccio l'amore, io fotto. Peccato che è sempre seguita da un patetico e melenso Miss ComeSiChiamaLei. Che secondo me contraddice ruvidamente il ruolo di dominatore che il tizio vuole avere. Ma non voglio fare un trattato di stile.
Perché da un libro così uno non si aspetta molto. Ma un minimo di verisimiglianza perché il patto narrativo funzioni ci deve essere. Oh, mi si perdoni lo sfoggio erudito. Intendevo dire, che su alcuni punti un libro che si presenta come pornosoft non può sbagliare. E allora, il personaggio femminile di questa storia è vergine, quando incontra Mr Gray. Quindi non è mai stata a letto con un uomo. Pare intenzionalmente. Allora non è possibile che la prima volta che lui la spoglia lei gli fa un pompino che dura fino all'eiaculazione, che avviene all'interno della sua bocca. Non è possibile perché un minimo di esperienza nella pratica è necessaria. Altrimenti il senso di soffocamento è tale che, insomma, non ce la fai.
Questa scena è l'ultima cosa del libro che ho letto. Perché una verginella così mi dà fastidio. In quanto, se all'atto pratico riesci a produrti in simili sottigliezze, o sei una bugiarda o hai un gran culo. In entrambi i casi, non sei la protagonista di un libro che ho piacere di continuare a leggere. 

sabato 10 novembre 2012

Avrai un telefono vicino che vuol dire già aspettare

Guardando un cartone con la mia nipotina fra le braccia.
-Zi(z)a, perché se lui è cattivo lei si innamora? 
- Perché l'amore non si sceglie. E allora ti può capitare di innamorarti di uno bravo ma anche di uno cattivo.
Certo, vista con gli occhi di una bambina la cosa deve sembrare una gran cazzata. In effetti. 

No, ti prego non ti insaponare

La cosa brutta della palestra sono gli spogliatoi. Si, lo so che lo dice la parola stessa: servono a spogliarti. Ma a me non piace spogliarmi davanti a un mucchio di gente, del mio stesso sesso. Perché, ovviamente, gli spogliatoi delle palestre sono distinti tra maschili e femminili. Quindi tu ti ritrovi sommersa da tutte queste chiappe al vento che sono molto esibizionismo e poco igiene. E non è per niente bello.
Perché, ecco, io penso che una la doccia se la può fare anche nel bagno di casa sua.

mercoledì 31 ottobre 2012

Passano alcune musiche, ma quando passano la terra tremerà

Ci sono pagine di libro che, allo stesso modo di alcune melodie, hanno il potere di spaccarti il petto e stritolarti il cuore.

Le navi del porto sull'acqua non fanno rumore

Sono molto sensibile agli odori. Mi piace sentirli, riconoscerli, associarli a persone, situazioni, emozioni. Sono particolarmente sensibile agli odori quando cambia la stagione. Il primo freddo, ad esempio. Profuma di lunghe sere, di lana, di vento, di pioggia e legna bruciata. Ieri si sentiva intensissimo, il profumo del primo freddo. E mi ha immerso in un'odorosa nostalgia. Del camino di casa, delle serate di inverno in Calabria, dello stupore della neve, dei libri letti assaporando un mandarino. Nostalgia di un tempo che non c'è più, in un odore.
Perché io amo immensamente ogni cosa che ho qui. Ma ci sono momenti in cui la nostalgia della mia terra è così forte da diventare un male fisico. 
Profumo di abbracci. Così difficili da raggiungere.
Ieri, al profumo intensissimo del primo freddo, sono andata a comprare un mandarino. Ho chiuso gli occhi mentre lo sbucciavo. Ed ero a casa.

lunedì 29 ottobre 2012

Non c'è silenzio con te o gemito che non sia una vittoria

Ma la speranza non è altro che la paura di ciò che più desideriamo, in cui non abbiamo fiducia e a cui non crediamo veramente.

[...]

l'amore, quello vero, è sempre letale. Questa forza truce, che incessantemente crea e distrugge il mondo, non interpella coloro che tocca, non chiede se a loro fa piacere o no, non si preoccupa granché dei sentimenti umani. [...] Dietro ogni vero amplesso c'è la morte, con le sue ombre che sono altrettanto intense e assolute dei lampi di luce della gioia. Dietro ogni vero bacio si nasconde il desiderio segreto di annientarsi, quel senso estremo di felicità che non scende a patti con nulla, la conspaevolezza che il vero modo di essere felici non è mai stato altro che svanire del tutto [...]

Perché il corpo ricorda, per sempre, come il mare e la terra sanno che un tempo erano la stessa cosa.

Sandor Màrai, La donna giusta

Qui ciò che ho basta già o basterà

Quella donna conosceva i segreti della vita, del corpo, della coscienza e dell'incoscienza. Per lei l'amore non era una serie di incontri occasionali, ma un eterno ritorno a un'infanzia a lei familiare, un'infanzia che era insieme luogo natio e festa, la luce rossastra del crepuscolo su un paesaggio e il sapore domestico dei cibi, l'eccitazione dell'attesa, e in fondo a tutto questo la certezza che poi, quando cala la sera e si torna a casa, non bisogna aver paura dei pipistrelli, si torna a casa perché si sta facendo buio e si è stanchi di giocare, e là le luci sono accese, ci aspetta un piatto caldo e un letto pronto. Ecco che cos'era l'amore per Judit.

Sandor Màrai, La donna giusta

sabato 27 ottobre 2012

Buona notte amore mio lontano

Qual era il problema con quella donna? Rancore, vanità. Il più delle volte è questo che cova dietro ogni miseria e sventura umana. E' la superbia, la paura - perché, a causa della loro vanità, le persone non osano accettare il dono dell'amore, ci vuole un gran coraggio a lasciarsi amare incondizionatamente. Un coraggio che è quasi eroismo. La maggior parte delle persone non sa amare né lasciarsi amare, perché è vigliacca o superba, perché teme il fallimento. Si vergogna a concedersi a un'altra persona, e ancor più ad aprirsi davanti a leoi, poiché teme di svelare il proprio segreto... Il triste segreto di ogni essere umano: un gran bisogno di tenerezza, senza la quale non si può resistere. Sono convinto che sia questa la verità.


Sandor Màrai, La donna giusta

E un po' di rosso, routine dentro al bicchiere

Rouge noir è un classico della moda femminile. Naturalmente io non sono esente dalla passione per questo smalto. Perché il rosso è il colore della seduzione. Perché non so quale attrice strafiga in un film cult aveva le unghia dipinte di questo rosso. Ma, soprattutto, perché è lo stesso colore di un bicchiere di vino. Rosso, ovviamente.

Dai diamanti non nasce niente

- Vediamo di ricostruire l'atteggiamento del narratore: perché, secondo voi, evita i posti più turistici di Lisbona e si attarda nei vicoli e lungo le strade comuni della città?
- Perché cerca una birra che costi poco
-Anche. Infatti nei posti turistici i prezzi sono alti per necessità di mercato. Spesso anche per speculazione
- ...
- E poi, per quale altro motivo? 
Sguardi attoniti e annoiati
- Quali vantaggi ci possono essere nel vedere posti non turistici in un paese straniero?
- Risparmiare
- E oltre ai soldi, non ci possiamo guadagnare nient'altro?
- E qual'è il vantaggio di guadagnare altro?
Questa volta sono io che guardo l'uditorio di piccoli discenti con sguardo attonito. Incredulo. E montante di rabbia.
- State dicendo che i soldi sono l'unica cosa importante?
-Sìììììì - coro unanime
Prego il dio della pazienza di riuscire a trovare un tono da amorevole educatore. Rincaro:
- State dicendo che avere l'Iphone5 è più importante che avere un amico?
-Sìììììììììììììììììì
 

Io te lo conservo sempre un posto dentro questo cuore ballerino

Rabbia. Frustrazione. Malinconia. Impotenza. Paura. Dolore. Nostalgia. Per tutti questi motivi si può piangere. Anche in un giorno solo.

giovedì 25 ottobre 2012

Certo se fossi al posto tuo io so già che cosa mi direi

Monti chiede. La Fornero dichiara. Berlusconi annuncia. Bersani sostiene. Grillo minaccia. Alfano replica. La Santanché si mostra contrariata. Renzi contraddice. I sindacati promettono. 
Nessuno dei suscritti verbi, di cui i nostri giornali sono così ridondanti, corrisponde ad un'azione che non sia quella di ciarlare. Fare promesse. Da marinaio, si diceva un tempo. Da parlamentare, si potrebbe dire adesso. Che Schettino mica aveva annunciato che sarebbe morto al posto dei passeggeri. Invece i nostri parlamentari non fanno che annunciare. E i giornalisti, a schiera, tutti a dare eco a queste chiacchiere. E se invece li lasciassimo al buio fino a che parlano? Non puntiamogli i riflettori, che poi l'amore per la prima scena li distoglie dal mantenere le promesse. Monti fa pagare. Fornero insulta. Berlusconi tromberebbe. Bersani quando fermerà i taglia alla scuola poi ce lo fate sapere. Ma solo usando il passato prossimo. Ha fermato. Grillo nuota. Alfano tace. La Santanché va dal chirugo plastico. Renzi guida il camper. I sindacati non si oppongono. Che belli i verbi del fare.

Quando se fa l 'ammore sotto 'a luna come te vene 'capa e di:i love you

Così, tanto per chiarire.
Curriculum è parola latina, neutro singolare. La parola possiede un suo plurale latino che è curricula.  Però nella lingua italiana abbiamo una regola che ci dice di non usare il plurale di parole straniere, o comunque non appartenenti alla lingua italiana stessa. La ragione è che non si saprebbe quale plurale adottare. Quello della lingua di provenienza del lemma, o quello della parola italiana?
Diciamo tutti il computer, che è parola inglese; ma non diciamo i copmuters, che sarebbe l'orignale plurale inglese. Perché in italiano il plurale non si fa con la esse finale, quindi nel dubbio si mantiene la parola a forma invariata mentre il cambiamento di numero è indicato dal diverso articolo. Per cui: il computer, i computer.
Con curriculum è lo stesso.
E' inutile fare i finti latinisti e atteggiarsi a persone estremamente colte. Perché la mia sensibilità linguistica inorridisce ascoltando curricula. Ah già, dimenticavo. Io sono schizzinosa. Non ho buttato nel cesso i miei anni di studio e, pensa tu, pretendo anche di esprimere pareri attingendo alle cose che ho studiato. Quanto sono choosy.

Nostos

Quello che ha detto e fatto Mister B, io non l'ho mai condiviso. Fermo restando questo assioma, è un prodotto che si è sempre venduto al meglio. Da un punto di vista di marketing, di autopromozione, non ne sbaglia una. Coi suoi discutibili e poco eleganti modio, ovvio. Ma sa capire l'atteggiamento vincente e lo adotta. Tipo non presentarsi alle prossime elezioni. Nell'onda di rottamatoria antipolitica, sulla scia dei parlamentari indagati che si moltiplicano a velocità siderali, la gente vuole un cambiamento. E lui, Mister B, non si fa mettere alla porta e annuncia di voler lasciare spazio ai giovani.
Meglio, alle giovani amazzoni.
Che lui senza odor di figa non ci sa proprio stare.
Quindi alla ricerca di queste donne di mitologica memoria da candidare.
Non ditegli che le Amazzoni, quelle vere, erano talmente incuranti della loro sessualità da avere l'abitudine di tagliarsi un seno per essere più veloci nello scagliare le frecce. Non diteglielo, perché le sue di amazzoni ho l'impressione che i seni tendano a farseli gonfiare un po'.
Ma non andiamo troppo per il sottile.
Ci sono queste donne, mai viste prima. Proviamo a pensare che ce ne possa essere, fra loro, qualcuna che un po' di cervello ce l'abbia pure. Questa mattina in tivvù ne ho vista una, che aveva tutta l'aria di riuscire a mettere insieme una serie di frasi di senso compiuto fino a costruire un discorso. Mi stava diventando quasi simpatica. Fino a che non si è incagliata in un insopportabile: noi percorreremo la strada sul quale il presidente B...
Allora, saranno anche amazzoni ma la grammatica italiana continuano a ignorarla.

Bella stronza

Io non lo so se fanno un colloquio ai camionisti e danno loro il posto di lavoro solo se dimostrano di essere sufficientemente stronzi, oppure se è l'automezzo a rendere stronzo l'essere umano. Ma so è che quelli che incontro io, di camionisti, sono tutti stronzi.

sabato 20 ottobre 2012

Si assassinin gli assasini al colosseo

Intervistato sull'iter parlamentare del decreto legge anticorruzione, il signor Monti Mario ha detto che era necessario per non provocare l'indignazione negli altri Paesi.
Già.
Che se aspettiamo l'indignazione degli italiani...

Quel sorriso di plastica mentre fai la ginnastica

Attenzione attenzione. Ho vinto la mia proverbiale e storica pigrizia. Mi sono iscritta in palestra.
 

O con diverse scarpe su una strada sola

In questi giorni sto pensando spesso di voler cambiare lavoro. Per una serie di motivi. Vorrei fare la commessa in un negozio di scarpe a Roma, magari in via del Corso.Vorrei che la mia unica responsabilità fosse quella di scegliere le scarpe giuste per la Polverini. Forse così potrei risparmiarmi tutte le prediche dei governanti e le politiche di tagli. Non ho ancora sentito i ministri lamentarsi di chi vende loro le scarpe, infatti.

Tra due minuti è quasi giorno, è quasi casa, è quasi amore

Nell'epoca del consumismo siamo schiavi della pubblicità. Brevi e geniali spot che hanno il compito, arduo ma essenziale, di creare nei consumatori nuovi bisogni verso oggetti assolutamente inutili, che solo l'azienda produttrice di quei beni può soddisfare. Essere utente della pubblicità vuol dire credere necessario qualcosa di totalmente inutile e ritenere che la propria felicità dipenda dal possesso di quel bene.
Per riuscire in questo scopo, ovviamente, non basta sponsiarizzare un paio di scrape, esempio, e annunciare che senza non vivi. Qualsiasi donna, pur davanti all'oggetto dei suoi più appassionati desideri, non perde il controllo a tal punto. No. La pubblicità ha un linguaggio sottile, totale, fatto di colori, musiche, situazioni rappresentate e messaggi che creano nell'utente identificazione e nel contempo desiderio. Secondo me chi crea gli spot è un genio. Perché per la maggior parte questi spot riescono.
Personalemnte riconosco la mia debolezza al consumismo ma so di non esserne dipendente. A prova di questa affermata libertà intellettuale cito gli spot della prima colazione. Io sono una sacerdotessa della prima colazione. Se ho ospiti a casa, penso prima di tutto a cosa offrire loro al mattino. Ho imparato a preprare torte, per questo. Se non ho pronta una dolce e abbondante colazione per il giorno dopo, non riesco a dormire tranquilla. Eppure. Resisto alla moda degli spot i quali concordano nell'affermare l'importanza di fare colazione insieme alle perone che ami. Sui biscotti che consumo, c'è scritto: Dèdicati a chi ti è vicino, fai della prima colazione un'occasione di incontro. 
Bene. Io non cedo a questa lusinga. Conservo ancora la lucidità necessaria a capire che se porto il caffè e i biscotti a letto al mio uomo, perché faccia colazione con me, alle sei di mattina, lui mi lascia. Non credete a tutto quello cui vuol farvi credere la pubblicità.

Sempre e per sempre

Ho scoperto, mia cara, che la persona giusta non esiste.
Un giorno mi sono svegliata, mi sono messa a sedere sul letto e ho sorriso. Non sentivo più alcun dolore. E improvvisamente ho capito che non c'è nessuna persona giusta. Non esiste né in terra né in cielo né da nessun'altra parte, puoi starne certa.
Esistono soltanto le persone, e in ognuna c'è un pizzico di quella giusta, ma in nessuna c'è tutto quello che ci aspettiamo e speriamo. Nessuna racchiude in sé tutto questo, e non esiste quella certa figura, l'unica, la meravigliosa, la sola che potrà darci la felicità. Esistono soltanto delle persone, e in ognuna ci sono scorie e raggi di luce.

Sàndor Marai, La donna giusta

Di sole e d'azzurro

Sono diaciannove giorni che non scrivo. E' tantissimo tempo. Un tempo in cui qualcosa mi è cresciuto dentro. Non so dire se un vuoto o uno spazio nero che ha assorbito tutto il resto. Ma è stato brutto. Triste e difficile perché mi è sembrato di aver perso il profumo di ogni cosa. Poi stamattina mi sono alzata dal letto e ho deciso che basta così. Perché non deve esistere niente e nessuno che possa avere su di me un tale potere. Ho impiegato la maggior parte della vita vissuta fin'ora a conquistare i colori delle cose. Non li perderò.

martedì 2 ottobre 2012

Se c'è qualcosa da imparare ancora, ce lo dirà

Ieri è stata una giornata di quelle premestruali in cui ti prenderesti a morsi da sola, aggravata dal suo essere lunedì e dall'aver esordito con una pioggia verso la quale eravamo ancora del tutto impreparati. Oggi per fortuna c'era un profumato sole autunnale, e per recuperare buonumore me ne sono uscita nìbel bella a camminare in centro. Volevo comprarmi un libro, così tanto per riconciliarmi col mondo.
Entro nella bella libreria del centro.
Incontro una collega. Una semplice conoscente, ma essenedoci incontrate per lo più alle convocazioni, che sono momenti di degrado umano e umiliazione totale, quando ti rivedi ti senti accomunata dall'intensità che deriva dall'aver condiviso esperienze significative. Lei mi rivolgeva il profilo, parlava con la libraia. Discretamente, mi avvicino. Non volevo interromperla, visto che per me il consulto col libraio ha una valenza sacra e mi disturba non poco essere disturbata o anche solo avvicinata.
Mantenendo la distanza imposta dal pudore, arrivo però nel raggio uditivo della conoscente collega lettrice. La quale stava cercando dei libri per preparasi al concorso. Superato il primo attimo di smarrimento, la sento spiegare che no, non esitono dei testi specifici ma possono andar bene intanto manuali di allenamento ai test di cultura generale.
Io ho girato le spalle e sono uscita. Questa volta con minore discrezione, anzi a passi indignati. Ho perso la voglia di comprare libri. Che può testimoniare lo stato di alterazione emotiva in cui quella scoperta mi ha gettato.
Poi non chiedetevi perché gli operai salgono sui tetti per difendere i loro contratti. Mentre noi insegnanti ce la lasciamo mettere nel culo. Con la rincorsa.

Tempo. Comunque vadano le cose lui passa e se ne frega se qualcuno è in ritardo

Si può sapere perché i pensionati intasano i supermercati alle 12.45 di un normale giorno lavorativo?

Dei centimetri di libri sotto i piedi per tirare la maniglia della porta e andare fuori

Mi piace credere che da insegnanate di lettere posso comunicare ai ragazzini l'amore per i libri. Illusa da questa chimerica ambizione, mi emoziono spesso mentre in classe si legge, si scrive o si parla di letteratura. Coi ragazzini di prima capita di leggere il Decalogo di Daniel Pennac; ironico e acuto elenco dei diritti inalienabili di un lettore, fra cui emerge quello di non leggere. Perché, da che mondo è mondo, ciò che è imposto non piace mai mentre irresistibilmente ci attira la trasgressione.
Allora, i bimbetti possono immaginarsi un loro decalogo per destrutturare, se vogliono, tutta l'idea che gli hanno inculcato dei libri da leggere per forza.
Uno dei nuovi è diventato il mio idolo per aver prodotto la seguente affermazione: io aggiungo il diritto numero 11 che è quello di bere mentre si legge.
Io non so che tipo di bevanda avesse in mente il tondo e paffuto allievo, ma secondo me diventerà un lettore di quelli che possono cambiare il mondo.

Aveva un solco lungo il viso come una specie di sorriso

A noi donne ci raccontano un sacco di balle, da bambine. Sicché poi diventiamo donne adulte che credono a un sacco di balle. Tipo il principe azzurro, così per dirne una. Poi ci dicono che se da ragazze abbiamo i brufoli e da più adulte avremo le rughe, resta inteso comunque che ci sarà un'età di mezzo in cui la pelle del nostro viso sarà morbida come la seta, splendente come la luna, profumata come un giardino di rose.
Balle.
I brufoli si formano ancora quando iniziano a comparire le rughe.
Sono cose brutte.

martedì 25 settembre 2012

E', l'amico è

- Ciao francesca e tanto che non ci sentiamo.
E continueremo a non sentirci, ho l'impressione

Stringimi forte che nessuna notte è infinita

Travolta dallo scandalo, la signora Renata Polverini si è dimessa. Ha detto che il consiglio regionale del Lazio era indegno, quindi lei, da eroina dura e pura, non avrebbe permesso a quel consiglio corrotto di continuare a esistere. Dal canto suo, il signor Franco Fiorito sostiene che lui di rubare non ha mai rubato. A fare due conti veloci, tutti ammettono che ci sono ladri ma nessuno sa chi siano. Una tendenza abbastanza diffusa, ormai, fra i nostri governanti. Berlusca che prontamente interviene a demonizzare le mele marce del suo paniere. Quindi tutti innocenti tranne qualcuno, che nella maggior parte dei casi è un perfetto e fino a ieri sfigato sconosciuto, che sarà radiato da tutta la politica della storia. E pace. Si ricomincia. A metterci nel culo le loro belle facce pulite e profumate.
Mi viene in mente un paragone.
Con la scuola. Che volete farci, questo è l'ambiente umano che osservo con più attenzione e sul quale spero di poter intervenire. In classe, dicevo, capitano spesso situazioni affini. Succede un pasticcio, si fa troppo rumore, si litiga, sparisce qualcosa; e tutti i pargoli si professano innocenti. Tutti ammettono che ci sia un problema ma nessuno sa chi ne sia il responsabile. In simili frangenti, però, un adulto per loro responsabile difficilmente direbbe: è colpa di Pierino; no, non quello delle barzellette. Il cugino del terzo banco, l'alunnetto che fino ad oggi non c'eravamo quasi accorti della sua presenza. E' colpa sua, quindi diamogli una nota, anzi una sospensione, anzi bocciamolo così la classe resta pulita e profumata. Ecco, nessuno farebbe così. Anche a un'insegnante senza esperienza come me viene in mente di dire: siete un gruppo, e se c'è un problema siete tutti responsabili, fosse anche solo per non averlo impedito. 
No, era solo per fare un paragone.

Resta la musica

C'è questa pubblicità, alla tivvù, che si vede uno che suona il piano. Sottofondo di assolo, ovviamente. Che una come me interrompe bruscamente qualunque attività per vedere che succede. Insomma. Lui suona, col capello lungo e disordinato che segue la melodia creata dalle sue mani; un po' artefatto, la verità. Ma ad effetto. Nello spot, poi, si vede un bimbetto che non ho capito esattamente se trattarsi del suddetto piansita da piccolo o di un altro, ma insomma c'è sta creatura che sogna di essere un piansita e deve fare gli esercizi per imparare. Tipo quella roba delle scale con la pallina sotto le mani. Ma lui, il pargolo, ha un'espressione tenace di chi è pronto ad affrontare qualsiasi sacrificio pur di essere in un teatro col suo pianoforte.
Poi, a un certo punto senza apparente logica, si vede una macchina. Una bmw. E la voce che dice: il prezzo dell'unicità è cambiato.
Io magari mi sbaglio, ma mi sembra di aver capito che invece di studiare la musica tu ti compri la macchina e sei unico. Io glielo voglio dire al signor bmw: a parte che c'ho il fidanzato che lavora alla concorrenza quindi la macchina tua non me la compro, ma poi dopo questa pubblicità che ti sei inventato per me puoi anche darti fuoco.

E con le stesse scarpe camminare per una diverse strade

Se c'è una cosa che fa proprio figo, quando sei ministro, è dire che vuoi migliorare la scuola italiana. Tutti a loro modo ci hanno provato. 
Questo di adesso - senza voler spendere parole sulla sua più celebre opera di rimodernizzazione del sistema - ha detto che si attiverà per rendere l'insegnamento della geografia adatto alle società di una scuola multiculturale. Farà in modo, l'eroe dei nuovi mondi, che gli insegnanti affrontino il programma non più alla vecchia maniera ma, quando hanno in classe alunni stranieri, coinvolgendoli, chiedendo loro di parlare direttamente dei loro paesi d'origine.
No, dico, caro ministro: secondo te non ci sarebbe venuto in mente senza ricevere i tuoi lumi?

sabato 22 settembre 2012

Si costerna, s'indigna, s'impegna, poi getta la spugna con gran dignità

Pensiamoci. L'Italia è un paese in cui un consigliere regionale, che già di per sè guadagna cifre indecenti, coi soldi dei finanziamenti pubblici - pagati da noi - si compra di tutto e fa dei festini con gente travestita, da maiale. Roba che non sai se incazzarti di più per i soldi rubati o indignarti per la trivialità dei gesti. E la gente che fa? Apparentemente si scandalizza, ne parla chiunque, ma poi accetta che niente cambi; e quella, la Polverini, non solo non si dimette ma verrà rieletta. Sentiammè.
Poi l'Italia è un paese in cui un altro presidente regionale, omosessuale dichiarato, dice di voler avere un figlio e vuole promuovere una legge che lo permetta. E la gente che fa? Ne parla poco, che non si sa che posizione prendere; meglio non fare scandali. E quello, Vendola, è sicuro che non lo elegge nessuno.
Pensiamoci.

Il tuo bambino se ci credi nascerà

Razionalmente, io sono contraria alla violenza ed alla vendetta.
D'istinto, però, a sentire che a 23 anni, alla vigilia del parto, il padre del bambino se la squaglia e lei gli lancia addosso dell'acido muriatico, ecco, d'istinto mi viene da dire che ha fatto bene. 
Donne, se fate un figlio sappiate che sarete voi a doverlo crescere. Pressocché da sole.

Benvenuti a Babilonia

Sì sì, questa nuova macchinetta della Mercedes mi garba non poco. Mi piace l'aspetto. Che sarà tecnicamente poco significativo ma vuoi mettere? Mi piace guidarla. Va che è uno spettacolo. E poi, mi piace perché mi somiglia. In quanto è contraddittoria, cambia idea ogni due minuti. Se il display ti suggerisce di salire di marcia, infatti, prende subito velocità; e immediatamente la voce della signorina ti intima di osservare i limiti. Perché è intelligente, vede i limiti sulla strada che stai percorrendo. Ed è lunatica, appunto. Non si decide. Cosa faccio, metto la sesta marcia o rispetto i limiti? Solo chi non ha le risposte agli amletici dubbi può guidarla.

E chi dice che Masaniello poi nero non sia più bello

Non mi stupisce che in un supermercato qualcuno tenti di usare una porta di servizio per uscire. Certo, non si apre col sensore, roba che ormai ovunque ti si spalancano le porte davanti al solo passaggio, soprattutto le porte dei negozi. Certo, ci sono esposte le bici in offerta davanti. Ma uno può essere distratto e non mi stupisce che tenti di uscire dalla porta di servizio. Abbastanza normale anche che, se la distrazione si ripete, qualcuno metta un avviso sulla porta. Se la città comprende una popolazione multietnica, l'avviso in caratteri arabi lo trovo un gesto di integrazione. Ma il cartello in napoletano, accanto a quello in arabo, per dire che no, quella non è la porta, o è una presa per culo o è razzismo. A meno che non si possano esibire le prove scientifiche che ad usare in modo scorretto quella porta siano e saranno esclusivamente partenopei e magrebini.

Al primo autogrill c'è chi festeggerà

La tua vita vale più di un sms. Non distrarti alla guida.
Il tizio che lavora per la società autostrade della Liguria deve essere un poeta. Peccato solo che vederti lampeggiare sulla testa un verso di simile altezza artistica porta quasi inevitabilmente a distrarti.

Ripeterei tutto quello ch'è passato

Io non lo so come si sceglie la data per sposarsi; può essere, magari, che i due innamorati abbiano un giorno per loro significativo e dicono: questo sarà il giorno del nostro matrimonio. Così poi, nel tempo, quello stesso giorno sarà il loro anniversario. Ogni anno lì, a ricordarti come hai scelto di vivere in due.
Tuttavia - ma si tratta solo di un'ipotesi - potrebbe succedere che quel giorno per te significativo non sia possibile celebrare l'unione, che magari la chiesa è occupata. O la sala per il ricevimento. In tal caso, suppongo, il gentile ristoratore o il solerte parroco propongono alla coppia una soluzione alternativa. Tipo se il due settembre non è possibile potreste fare il ventiquattro. Si va bene, vada per il ventiquattro. I due promessi, allora, si uniscono in matrimonio il ventiquattro settembre, e ogni anno, fino a che divorzio non li separi o tradimento non glielo faccia dimenticare, festeggeranno un anniversario scelto dal gentile ristoratore o dal solerte parroco.
Ecco. Io festeggio l'anniversario il giorno che per la prima volta ci siamo amati. Il giorno in cui l'amore ha deciso di unire le nostre vite. Così, col passare del tempo, ogni volta che torna quel giorno saremo felici perché abbiamo scelto di proseguire insieme.

giovedì 20 settembre 2012

Non c'è più rispetto

Dopo la pubblicazione, sui giornali, delle foto ritraenti le feste organizzate da Fiorito, Berlusconi convoca d'urgenza tutti i membri dei consigli regionali Pdl. Per intimare che non si verifichi più.
Che non si verifichi più un festino con donne travestite cui lui non sia invitato. Ecco.

domenica 9 settembre 2012

Blu come i tuoi occhi a cui raramente sfuggirò

La scuso di comparire nell'idea che ho di lei.
Quello non è il mio amore, è soltanto la sua vita.
Io la amo come amo il tramonto o il chiardiluna, desiderando che quel momento si fermi, anche se di quel momento posseggo appena la sensazione di possederlo.


F. Pessoa, Il libro dell'inquietudine

martedì 4 settembre 2012

Strano il mio destino

Nei miti antichi si parla di sacerdotesse, profetesse, sibille che emanano oracoli mescolando a casaccio le parole. L'essenza del mistero ispirato consiste, secondo quel genere di miti, nella combinazione della parole; che era poi anche la paraculata dell'oracolo stesso, perché se poi non si avverava potevi giustificarti che l'avevi interpretato male. Il più noto esempio di oracolo combinatorio è la risposta della Sibilla all'eroe che le chiede se vincerà la guerra. La dea risponde con le seguenti parole: battaglia, vivo, dalla, tornerai, temi, non. Che, ognuno lo capisce, può significare le due cose a seconda all'ordine che si sceglie di dare alle parole.
Perché mettere le parole nel giusto ordine è importante. E la licenza poetica di articolare frasi sconnesse non è concessa se non sei, appunto, una sacerdotessa, profetessa o sibilla del mito. La venditrice ambulante che aveva il suo banchetto sul lungomare di Santa Maria di Leuca quest'estate, forse ci si sentiva un po' profetessa. Perché a publicizzare la sua attività campeggiava un cartello giallo con la seguente frase scritta a caratteri cubitali neri: si eseguono braccialetti col nome al momento.
Nel senso che se poi tu un momento dopo cambi nome, puoi fare un altro braccialetto.

Allegro ma non troppo

Stamattina in radio publicizzavano un concorso per un posto come clarinettista nell'orchestra della Rai. Ho deciso che parteciperò. No, non so suonare il clarinetto. Non so suonare nessun altro strumento. A dire il vero non sono neppure in grado di leggere uno spartito, ma posso impegnarmi, studiare, imparare. Ed evitare così l'umiliazione di continuare a fare concorsi ed essere esaminata su qualcosa che credo di saper fare da tempo.

lunedì 3 settembre 2012

Se avessi soldi ti porterei ogni giorno al mare, se avessi tempo ti porterei ogni giorno a far l'amore

Invece sono solo un banale cacasotto tutto fumo e niente arrosto. Quindi, cara, l'unica cosa che posso dare sono un po' di belle parole. Con adeguata parsimonia, comunque.

lunedì 27 agosto 2012

Maturità t'avessi preso prima

C'hanno fatto un film. Che un gruppo di quarantenni veniva convocato dal liceo frequentato perché bisognava rifare gli esami di maturità. Era una commedia ispirata ad uno dei più ricorrenti incubi da ansia, ossia dover superare nuovamente un ostacolo già oltrepassato.
Ma, come diceva quello là, non c'è nessuna espressione artistica che non trovi, prima o poi, attuazione nella realtà. Sicché ti svegli una mattina -anzi, personalmente mi è successo una sera prima di andare a dormire, ancor più affine agli incubi da commedia all'italiana - e l'illustre signor ministro ti comunica che devi rifare un esame già fatto.
E si, perché non l'ho sentito dire in maniera abbastanza chiara. Tutti i mila docenti cui sarà rivolto il concorso a cattedra, lo stesso esame l'hanno già fatto. Oddio, se proprio vogliamo essere pignoli, noi della SSIS ne abbiamo fatto molteplici. Nello specifico: un esame di ammissione, articolato in 3 prove; una serie di esami in singole discipline lungo 3 anni di studio; un esame finale per conseguire l'abilitazione. Siamo risultati idonei a tutti questi esami. Però, si, ecco, la cattedra promessa non c'era più. Pazienza, aspettate. Ok, aspettiamo. Nel frattempo uno magari ha anche lavorato, quindi rispetto al precedente livello di preparazione - già più volte ritenuto idoneo, ripeto - ha in più anche l'esperienza in classe. 
E invece scatta la commedia all'italiana. Dobbiamo fare un altro concorso. 
C'aveva ragione quello là, la vita reale supera sempre i peggiori incubi.

giovedì 9 agosto 2012

Che ha a che fare coi giganti e coi santi in processione

Faccio i conti con la realtà della mia terra. Terra in cui fare qualunque cosa è difficile il doppio. C'è sempre una mano che ti frena, un ostacolo che ti rallenta, un imprevisto da gestire. Per ataviche ragioni sepolte nelle pieghe della storia. Che ti portano, poi, a perdere il gusto e la voglia. Quando devi sprecare troppe energie per muovere un passo, continuerai comunque a camminare; coraggioso, orgoglioso, innamorato della tua terra. Ma le energie che ti sono servite per camminare ti toglieranno la voglia e la forza di danzare.

martedì 7 agosto 2012

Onda su onda

Parlano di ondate di caldo. Quest'anno per le ondate di caldo al sud hanno scelto nomi mitologici. Ma ora che sono qui a prendermelo tutto, questo bel caldo epico, secondo me ondate proprio non ce ne sono. Nel senso che secondo me è sempre caldo uguale. Senza tregua. Ma parecchio, caldo.

domenica 5 agosto 2012

E' giusto quel che dici ma i tuoi calci fanno male

Non sono classista con le letture. Una persona che legge richiama sempre la mia attenzione, mi rapisce. Sono incuriosita da un libro letto, di qualunque tipologia e genere esso sia; è sempre un viaggio della fantasia, un'elevazione della mente. Che poi, in tutta onestà, una donna sdraiata in spiaggia che legge Coelho è probabilmente più affascinante e vicina alla normalità di un'altra che legge Dostoevskij. Insomma, per dire che si legga quel che si vuole, purché si legga.
Tuttavia l'altro giorno nella mia spiaggetta calabra avevo come vicini dei tizi che non hanno dato buona testimonianza alle letture disimpegnate. E' accaduto che ci fossero un'allegra famigliola, perfettamente composta da padre in acqua con due discendenti, e madre in spiaggia sdraiata a leggere. Che a guardarlo così, era un quadretto proprio ideale. La madre, ogni tanto alzava lo sguardo dalle pagine del libro dal quale sembrava molto appassionata, e controllava che ai suoi pargoli non succedesse nulla. Ad un certo punto la sento esclamare: -Attenti, che ci sono i cavalloni!
Ora, non so se tale ardita metafora sia comprensibile in tutta la lingua italiana; ma per una madre calabrese i cavalloni sono le onde alte. Il mio primo istanto è stato alzare gli occhi dal libro che anch'io stavo leggendo - Dostoevskij, per carità!- e controllare se il mare si fosse gonfiato improvvisamente senza che io me ne fossi accorta. E in realtà no. C'era solo un rifrangersi dell'acqua sulla battigia, a stento si formava la spuma bianca. La mia sensibilità linguistica è stata lievemente infastidita da questa iperbole. 
Dopodicchè la signora si rimette a leggere. A me capita che quando vedo qualcuno leggere devo rispondere all'istinto compulsivo di guardare il titolo del libro. Ecco, questa signora qua aveva un volume della collana Harmony. 
Che io non disprezzo, per carità. Però non ho potuto non constatare che insomma, di cavalloni non se ne vedevano davvero. Quando i bambini arrivano dalla madre, e avevano finito di fare il bagno, la figlietta femmina urla: - mamma, sono arrivata fino alla bolla! -
- Brava amore - risponde la genitrice.
Era la boa.

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