giovedì 20 dicembre 2012

Dietro le apparenze

La cosiddetta questione femminile è un affare complicato assai. Quali siano i diritti calpestati di una donna, quanto poi le donne se li calpestino da sole i propri diritti, in quali forme è giusto differenziarsi dai signori uomini, sono domande alle quali sono possibili molteplici risposte.
Sarà forse per questo, o forse per un pregiudizio atavico, ma la donna, sola, a piedi, di sera, tende a non passare per strade buie e isolate. Secondo me anche un uomo solo, a piedi, di sera, può evitare di ficcarsi nelle stradine isolate. Ma magari la donna sta più attenta, giusta o sbagliata che sia questa maggiore attenzione.
Io non sono una che ha immotivate paure. Tuttavia, se mi trovo nella suddetta condizione, cerco di evitare zone a rischio aggressione. In palestra vado a piedi. E al lunedì sera il mio turno di allenamento inizia alle 20.00. Quindi opto per una strada diversa da quella che percorro fino ad una certa ora del giorno, e passo dal corso principale. 
Siccome la temperatura di sera si abbassa parecchio, per andare in palestra a piedi mi bardo nel seguente modo: piumino lungo fin quasi alle caviglie, cappello di lana, guanti, sciarpa avvolta il più possibile attorno al viso perché ormai, appena prendo un po' di freddo alla gola, mi va via la voce e col lavoro che faccio non posso permettermelo. Mi avvolgo nella sciarpa così tanto che il respiro appanna gli occhiali. 
Se andassi in una strada isolata, buia, a piedi così conciata, probabilmente il passante normale così come il presunto aggressore si spaventerebbe lui di me.
Ecco, la parità dei sessi è un modo di pensare.

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