lunedì 31 gennaio 2011

Camminando camminando

Non l'avevo mai visto un segnale stradale di pericolo che avvisa sulla possibile caduta di rami e pigne. 

giovedì 27 gennaio 2011

Poi mi butti giù, poi mi butti giù come fossi una bambola

Ci tengo però a ribadire, a proposito di quanto detto poco prima, che io non chiedo regali. Volevo intendere che avrebbero potuto assumermi come si deve, visto che il posto vuoto c'è. E visto che anch'io sono laureata con centodieci e lode. Visto che anch'io ho due specializzazioni e un master. E anch'io conosco le lingue. Esattamente come la "signora Nicole Minetti". Per fare un esempio. C'è solo una differenza fra me e la sucitata signora. Differenza di cui, alla luce di quanto si s(ospett)a, vado ben fiera. Io non ho mai lavorato per pagarmi gli studi. Mio padre e mia madre, due meridionali all'antica, gli studi me li hanno pagati loro. Non avrebbero gradito la mia partecipazione a feste notturne. Che poi se no, al mattino, non si riusciva a studiare bene.

Tu mi fai girar, tu mi fai girar come fossi una bambola

Io ci sono cose che proprio non capisco, nel mio lavoro. Tipo nella scuola in cui insegno c'è un posto vuoto. Che occupo io. Mi ha nominata direttamente il Provveditorato agli Studi. Che va scritto con la lettera maiuscola perché è il nome proprio dell'ente che gestisce tutti gli spostamenti e le normative e i decreti della scuola. Quindi, quest'entità suprema ha detto che, siccome questo posto in codesta scuola è vuoto, lo occupa la suddetta professoressa.
Bene. Quello che io non capisco è: perché a giugno mi licenziano?
[No, perché per me l'uso improprio delle parole è inammissibile. Contratto a tempo determinato è un eufemismo. Licenziamento sarebbe la parola giusta]

mercoledì 26 gennaio 2011

Son morto con altri cento, sono morto ch'ero bambino

Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no
Considerate se questa è una donna
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno
Meditate che questo è stato
Vi comando queste parole
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via
Coricandovi alzandovi
Ripetetele ai vostri figli
O vi si sfasci la casa
La malattia vi impedisca
I vostri nati torcano il viso da voi.

Primo Levi, da Se questo è un uomo

Ladri di biciclette

Mi chiedo cosa si ci possa fare con la salma trafugata di Mike Bongiorno.

Cercami

Se è vero che le distanze non compromettono i rapporti. Che non serve vedersi spesso per volersi bene. Se è vero che si può avere la medesima visione del mondo, e viaggiare sulla stessa lunghezza d'onda condividendo solo pensieri e battiti. E' altrettanto vera la bellezza di un amico che ti cerca. Perché vuole sentire il suono della tua risata. O il silenzio del tuo cuore. Perché ha voglia di sentire il tuo calore. A me piace riceverlo, l'affetto.

lunedì 24 gennaio 2011

Nella mia stanza

Feisbuc è una droga. E la bilancia si deve essere inceppata su una cifra che non può corrispondere a verità.

Dieci mila lire per sentirti dire micio bello e bamboccione

Ragazze, ragazze che fate la fila davanti a Arcore. Ragazze che fate la fila per fare i provini per diventare gnocca da tivù. Prendete esempio da loro! Guardate che anche avere le tette non è importante, si può fare anche un altro mestiere eh? Non è che le tette ingombrano. Ci sono un sacco di altri mestieri che si possono fare piuttosto che fare la fila per mettersi a novanta. Per dire. Provate a inventarvi un mestiere senza usare le tette. 
Le tette portatevele a spasso, così, e fate divertire chi vi piace. Non chi vi paga.

Luciana Littizzetto, Che tempo che fa

Portaci delle rose, nuove cose

A me piace Fabio Fazio. Mi piace perché è garbato e sempre opportuno. Apparentemente discreto e tranquillo, ma sottilmente sferzante. Nella sua trasmissione di ieri sera, per esempio. Non c'erano prostitute, che non se ne può più di queste signorine che vanno in tivvù a raccontare il loro lavoro. Non c'era lo schiamazzo che insozza qualsiasi conversazione italiana, in queste ore. Fabio Fazio mi piace perché ha fatto una scelta propositiva. Ha risposto alla merda schizzante sulle donne italiane prendendo due eccellenti ospiti, due donne italiane posate, belle, serie, donne in carriera che in molti ammirano e seguono. Complimenti, signor Fabio Fazio. Grazie per averci ricordato che cosa significa veramente essere donna.

giovedì 20 gennaio 2011

Ciao mamma guarda come mi diverto

Poi ci sono quei genitori che portano i figli ai provini per metterli dentro alle pubblicità, che se io fossi un'assistente sociale gli toglierei la patria potestà.

Guardo una foto di mia madre

A me piacciono gli sfondi. Nei quadri, nelle foto. Gli sfondi dei paesaggi, o semplicemente ciò che c'è dietro. Io sono quella che nelle foto cerca di individuare chi è entrato nello scatto e non ci doveva essere, perché mi piace. 
E' la parte naturale fermata inconsapevolmente mentre tutto il resto era in posa. 
Mi piacciono i quadri di Caravaggio perché mancano di sfondo, e il sole nero che illumina i suoi dipinti ha creato tutto il mistero da cui è avvolto.
Mi piacciono i romanzi di Isabel Allende, che sono tutta una galleria di personaggi di sfondo.
E credo che osservare solo il primo piano equivalga a non guardare affatto.
La stessa regola si può applicare, secondo me, alle inquadrature delle interviste televisive. In particolare, a quelle interviste che non sono accidentali - tipo la giornalista che ti ferma per strada. Se vieni intervistato perché la giornalista ti ha fermato per strada, lo sfondo sarà al massimo divertente. Ci troverai quegli idioti che si piazzano di fronte la telecamera per dire ciao mamma. Ma se l'intervista è concordata, decisa, scelta. Allora lo sfondo assume lo stesso valore che ha in un quadro di Caravaggio. A mio parere.
Prendiamo un editoriale. Un giornalista si fa inquadrare per esprimere un suo punto di vista. O un videomessaggio. Oggi così di moda. Un leader politico si fa inquadrare per dire qualcosa. Quanti studi interpretativi sono stati fatti sui videomessaggi di Bin Laden? Sullo sfondo c'è una tenda verde, una tenda nera, un tavolo, una dispensa. Significa questo, o quello, o quell'altro ancora. Lo sfondo è importante.
E allora, giornalisti o politici lo sfondo delle loro interviste se lo sceglieranno con cura. Prendiamo il premier, che lui di comunicazione e significati subliminali delle immagini è un maestro. Nelle interviste che rilascia lo vediamo elegante, in abito impeccabile, seduto alla scrivania con dietro un drappo di tenda bianca. Perfetto. Rassicurante. Il bianco è la purezza, la tranquillità. Oppure lo vediamo in tenuta casual - polo e jeans - con uno sfondo di giardino. Il verde è come il bianco. Rassicurante. Ecologico. Familiare. Gli sfondi delle interviste del premier sono ammirevoli.
Ma lui, si sa, c'ha un sacco di gente che lo aiuta in queste operazioni di marketing. Che non tutti se li possono permettere. Gli altri politici fanno più o meno da sé. E scelgono di parlare davanti ad una libreria. Che i libri fanno cultura. Credibilità. Precisione.
Orbene. 
Chi di voi possiede una libreria, e la usa, sa che nemmeno la persona più ordinata ha tutti i libri perfettamente allineati, in ordine decrescente di altezza e divisi per sfumature di colore. Tutti i libri perfettamente rilegati, non una pagina spiegazzata, né una costa lievemente obliqua, si incontrano solo nelle librerie dell'Ikea. Che sono finte.
Una libreria vera ha libri messi in orizzontale, affiancati secondo un ordine mentale del proprietario, che quindi non potrà mai essere anche estetico. Ma pure ammesso che tu abbia una enciclopedia, o una collana di tutti volumi con uguale copertina. Non ti capita neppure un libro appoggiato davanti alla collana? Un libro che hai consultato e non riposto perché magari ti serve ancora. O qualche volume che devi restituire a chi te l'ha prestato, e lo lasci lì in vista per ricordartene. O tutti quei libri che devi ancora leggere, e che hanno normalmente uno spazio diverso da quello dei libri invece già letti e conservati.
Insomma. Se lo sfondo è importante, e lo sfondo è una libreria, secondo me non può essere una libreria finta Ikea. 
Adesso io non aggiungo altro. Ma, se vi ho convinto con il mio ragionamento, vi chiedo di farci caso agli sfondi che contornano la bella faccia di qualche giornalista mentre ci rende edotti. O di qualche politico, mentre ci rende poveri. Ma io sono di parte, e lo ammetto.

mercoledì 19 gennaio 2011

Infinite volte

Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere.

Gustave Flaubert

Dei centimetri di libri sotto i piedi

Ieri entro con l'amichetto mio in una libreria bellissima. Impreziosita dal marchio editoriale, che adoro, e dall'ubicazione. Trastevere. Cioé, quando ci sono passata davanti sono entrata in estasi. Dopo un tempo indefinito passato in trascendente rapimento, l'amichetto mi dice che gli piacerebbe comperare un libro. Che hanno presentato alla fine dell'anno scorso. Non si ricordava bene, lui. Ha detto, però, che aveva la copertina bianca. Immagino le sue intenzioni fossero quelle di aprire una discussione sull'eventuale reperimento del testo in questione. Ma io mi sono diretta, veloce  e sicura come se quella meraviglia di libreria in cui entravo per la prima volta fosse mia, e gli ho preso il libro con la copertina bianca. Momenti di trascurabile felicità. Il titolo. Ma anche la soddisfazione di vedere lo sgomento sulla faccia dell'amico mio.
Io, l'insegnante non la so fare. Ma la libraia...quanto sarei stata brava!

Una bimba canta la canzone antica della donnaccia

Silvio, siamo onesti. Tu dici che non sapevi fosse(ro) minorenne/i. E ti do ragione. Pienamente. Dimostra(no) quarantanni, altro che. Ma dire che non sapevi che mestiere facesse(ro)... Andiamo!

lunedì 17 gennaio 2011

Sunrise looks like morning in your eyes

Quando un forestiero viene al Sud, piange due volte: quando arriva. E quando parte.

Alessandro Siani, in Benvenuti al Sud

Metà Africa metà Europa

Quand'ero bambino - raccontò un vecchio contadino lucano a Viaggio nel Sud, l'inchiesta tv di Sergio Zavoli - sentivo alla radio: gli italiani hanno conquistato l'Africa orientale e hanno fatto le strade; gli italiani hanno fatto la ferrovia all'Africa orientale; gli italiani hanno fatto scuole e ospedali all'Africa orientale. Ma tu guarda che fortuna, pensavo, mo', se gli italiani, invece, ci avevano conquistato a noi...

da Pino Aprile, Terroni. Tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del Sud diventassero meridionali
 

China e distante sugli elementi del disastro

L'A3 è costruita con soldi pubblici affidati ad imprese del Centro-Nord che delegano l'esecuzione delle opere (di qualità precaria, per stare nei conti) a ditte locali, preferibilmente mafiose. Le grandi aziende non ritengono di doversi sottrarre al sistema: sono lì per fare soldi, non antimafia. E non devono trovarlo scomodo, se il connubio fra imprese "pulite" e no ricompare in Piemonte, nei lavori della Tav (il treno ad alta velocità), o in quelli per l'Expo di Milano. [...]
Le strade, lo insegna la storia delle nazioni, indicano la direzione dello sviluppo di un popolo, proprio la sua scelta cardinale, in ogni senso; riassumono il metodo di governo, il livello tecnico e organizzativo raggiunto e quello che ci si propone. In breve: le strade rivelano la capacità e le intenzioni di un paese. E se il nostro ignora o trascura quelle per il Sud, è perché ignora e trascura il Sud.
La Salerno-Reggio Calabria, così letta, è uno strumento nazionale e locale di educazione alla minorità.

da Pino Aprile, Terroni. Tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del Sud diventassero meridionali

venerdì 14 gennaio 2011

The dark side of the moon

Io lo so che faccio molti errori di battitura, quando scrivo sulla tastiera del computer. Sono preparata, nell'andare a rileggere i post, a trovarci dentro qualunque tipo di bruttura e stranezza. Ma poco fa mi è balzata agli occhi una terza persona singolare del verbo essere, presente indicativo, senza accento. Mi ha fatto proprio male, vederla. Dire che ho sbagliato tasto non serve. Non diminuisce l'umiliazione. Ora vado di là e piango.

Alzati che si sta alzando la canzone popolare

La totalità abbruttisce. Il singolo, inserito in un gruppo, perde le proprie caratteristiche individuali e si appiattisce verso il basso. La totalità è comunque simile al gregge.

L'abito bianco di seta ed organza

Poi ci sono quegli altri che confondono la bacheca di feisbuc con l'album fotografico del loro matrimonio. E il social network, secondo una logica in buona parte oscura, ogni tanto ripropone le foto anche a distanza di tempo. Quindi ti ritrovi frequentemente 'ste immagini da cerimonia davanti. Ma che barba!

giovedì 13 gennaio 2011

Volare oh oh

Vorrei vedere la faccia di quel tale che ha spento la funivia con il signor Ezio dentro.

martedì 11 gennaio 2011

Gli eroi sono tutti giovani e belli

Oggi quei geni degli alunni hanno detto che gli uomini sono superiori alle donne, infatti le principali scoperte e invenzioni della storia le hanno fatte gli uomini. Ora, motivare un'opinione con esempi è già un traguardo. Ma non si poteva prescindere da un poco di sociologia, antropologia, storia e sottile rimprovero. Che le donne, fino a non molto tempo fa, non potessero studiare - a meno che non fossero monache o straordinariamente ricche (o entrambe le cose insieme) - bisognava dirglielo, ai suddetti geni.
Ma alla teoria si oppongono i fatti. Il punto di vista dei ragazzini di oggi. La situazione ancora pressocché simile. Perché quando cerchi qualche esempio di donna che occupa posti dirigenziali o che ha un ruolo politico determinante, se poi i ragazzetti da educare replicano con frasi del tipo: vabbé, sembra n'omo, tu potrai cercare tutti gli argomenti più sottili, ma sarai in fondo d'accordo con loro. Fino a che una donna bella viene considerata stupida, o troia, o entrambe le cose, mentre per ottenere rispetto sociale devi essere almeno un poco virago, possiamo affermare serenamente che la donna gode degli stessi diritti degli uomini?

Sarà di quasi tutti i colori

Io non capisco la gente che confonde l'abitacolo della propria automobile con un negozio di souvenir.

lunedì 10 gennaio 2011

Ma che domenica bestiale

Il lunedì, in fondo, sa ancora di domenica. Quello che proprio non si regge, invece, è il martedì.

Si danza prima del sesso o di un combattimento

Caro Papa, oggi un alunnetto di seconda media, mentre si raccontava come sono trascorse le vacanze di Natale, ha dichiarato di aver visto un pedofilo. Una povera indifesa professoressa che deve fare, in simili frangenti? Essendo l'insegnante promotore di conoscenze, ho replicato chiedendogli che cosa fosse, secondo lui, un pedofilo. La classe si è esibita in definizioni varie e chiassose. Lo stesso alunno che avrebbe visto il pedofilo, ha risposto: uno che rapisce i bambini.
Caro Papa, l'educazione sessuale nelle scuole non potrebbe, secondo te, anche far fronte a incidenti diplomatici di siffatta specie?
Un'altra volta mi è successo che si leggeva Dante, Inferno, canto V. Paolo e Francesca, per intenderci. Una pagina di letteratura che una scuola mediamente seria non può tralasciare. Questi discenti hanno detto che i lussuriosi sono quelli che vivono nelle case grandi. Dopo qualche secondo di sgomento, ho capito che confondevano con "lussuosi".
Caro Papa, l'educazione sessuale non potrebbe, secondo te, essere utile anche agli insegnati che hanno a che fare quotidianamente con ragazzini curiosi ma ancora ingenui, aggrediti dai messaggi sessuali che proliferano su ogni canale di comunicazione? Quando un ragazzino del genere si rivolge all'insegnante, che bene o male è un punto di riferimento, porgendo delle domande sull'argomento, secondo te, caro Papa, l'insegnante ha un problema di libertà religiosa?
No, io ti chiedo. Perché proprio mi sfugge come e in che misura l'educazione sessuale nelle scuole attenti alla libertà religiosa. 
A meno che, per libertà religiosa, non si intenda il silenzio sistematico e l'ignoranza complice sulle questioni problematiche.

domenica 9 gennaio 2011

Vorrei incontrarti fra cent'anni

Bilanci. Il mio post più letto del 2010 è stato questo.

Ascolta l'infinito

Io il 2010 è stato così intenso e bello, che per l'anno nuovo non chiedo niente di più.

L'anno che verrà

Un buon inizio d'anno, secondo me, è quando ritrovi un profumo che quasi neanche ricordavi, un profumo che le lunghe vacanze ti avevano fatto dimenticare. Ma quel profumo è la tua vita di adesso. E quando lo ritrovi senti che non ne potresti più fare a meno. 
Questo è un buon inizio d'anno.

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