venerdì 27 agosto 2010

Pochi preamboli quando mi chiese: “vorresti sposarmi?”

Non è per aderire a schemi preconcetti, ma ogni cosa ha un suo contesto appropriato. Tipo che se tu vai alla messa di Natale col bikini e gli occhiali da sole, sei fuori luogo. Certo, la tua libertà di essere umano si misura dalla capacità che hai di superare gli schemi; ma è la tua intelligenza che si misura dalla scelta dei momenti in cui è meglio attenersi, a quanto il contesto richiede.
Per esempio, dalla parrucchiera. Che c'è proprio il sintagma linguistico: chiacchiere da parrucchiera. Di basso spessore, insomma. Roba come: hai sentito che Tizia ha divorziato, che abito indosserai al matrimonio di Caia, la nuova pettinatura di Vattelapesca la invecchia di almeno dieci anni. Questo è il genere di notizie che apprendi nei saloni di bellezza. E va bene così. Personalmente non aprirei una discussione sulla condizione dei precari, mentre mi taglio i capelli.
La signora alta e robusta che è entrata ieri dalla mia parrucchiera, invece, non la pensava allo stesso modo. Questa tizia erano tipo quindici anni che non vedeva la capellaia.
- Ma quanto tempo, come stai? -
- Guarda chi si vede! Non ti avevo riconosciuta... -
- Eh lo so. Sono stati anni difficili - è stata la prima spia del genere di interazione che questa voleva stabilire.
- Mi dispiace. Ho saputo di tuo marito -
- Non me ne parlare - sussurra, con l'espressione disperata di chi ha dovuto affronatre il dolore più grande del mondo e adesso si aspetta che ogni essere umano sulla faccia della terra sia dispiaciuto per lei. - Avere un malato terminale in casa per due anni, ti segna -
Oddio buono, ho pensato io. Che stavo lì per ravvivarmi i ricci e allontanare i pensieri, possibilmente.
- Mi dispiace - continuava a ripetere la dolce capellaia. Che, povera donna, poco altro poteva dire con la testa di un'altra signora fra le mani, il rumore del phon che la costringeva a urlare, e cinque altre persone che assistevano alla rappresentazione teatrale della tragedia in la minore della signora alta e robusta.
- E i tuoi figli? - chiede la parrucchiera, col tono speranzoso di chi cerca di usicre dall'impasse. - Susanna canta ancora? Ricordo che era molto brava... -
- Noooo. Ha dovuto smettere. Sai, da quando è morto il padre... ci siamo dovuti dare tutti da fare -
Eccerto.
- Era molto brava - replica l'altra, con gli occhi sgranati di chi non sa proprio come salvare la situazione. - E Luca? -
- Luca è in vacanza a Shalmesh - [Sharm El Sheikh, ndr]
- Ma che bello! - è il tono rinvigorito della parruchhiera, che conferisce un colpo di spazzola più deciso alla signora la cui testa stava sotto le sue mani.
- Si, ma abbiamo preso uno spavento - Ovvio, che una così sta in vacanza in Egitto, il che significa tanto per cominciare che ha i soldi per poterci andare e non dovrebbe lamentarsi troppo; ma una così no, non sa proprio godersela la vita. Sentiamo quale sciagura è accaduta a suo figlio in Egitto. - Stava nuotando con la fidanzata - pure!!! - è gli si è spezzata una costola. -
(Secondo me "nuotando" è stata la versione data alla mamma super ansiosa; che le costole non si spezzano nuotando. Ma magari facendo chissà quali erotiche acrobazie, mo ve lo dico! Povero cuore, com'è sfortunato).
- L'hanno dovuto operare d'urgenza. Non sai che spavento. -
- Mi dispiace - torna a ripetere rassegnata la parruchiera. E tutte eravamo dispiaciute per lei, nel salone. Che una conversazione così nessuno avrebbe voluto sostenerla, al suo posto.
- Che io non mi posso neppure spaventare. Perché sono diabetica. -
- Ma c'era qualcuno con te? Tua figlia... o eri sola quando è successo l'incidente? -
- No, no. Non ero sola. Ho un fidanzato -
E porca miseria, ma allora lo vedi che sei proprio una piattola? Di cosa ti lamenti? Brutta e depressa come sei, pure un fidanzato! Suvvia, la vita è stata più cattiva con altri che con te, mi permetterei di dire.
- Ah mi fa molto piacere! -
- Beh si... non potevo restare sola (ci mancherebbe! sempre sciagure in agguato). Certo, mi sono anche innamorata -
Oh, una parola di letizia sulle sue funeree labbra.
- Queste sono cose belle... e lui abita nella tua stessa città? - la parrucchiera cercava di riportare la conversazione sul gossip; adatto al contesto, appunto.
- Si. Fa il camposantaro -
Ecco. In quel momento tutto è stato chiaro. Chi si assomiglia si piglia.

3 commenti:

  1. ok... quando iniziavo a sentire questi discorsi uscivo fuori a fumare...perchè ho smesso? Devo trovare un'alternativa...

    Ciao Francesca
    Giuseppe...

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  2. Se anche fossi stata una fumatrice, non avrei potuto andar via. Stavo con tutto un intruglio nei capelli, costretta a restar ferma per quindici minuti. Il tempo necessarioa che si consumasse questa tragedia.

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  3. Povera donna. Son tragedie, signoramia. ;-)

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