mercoledì 25 agosto 2010

Chiamami con un altro nome

Succede che c'è questo sito malefico del Ministero di Maria Stella, all'interno del quale stanno interminabili e fittissimi elenchi di poveri cristi che attendono di essere convocati per una cattedra.
E da quelle convocazioni dipende l'intera vita di costoro per il prossimo anno. Tanto che oggi mi chiedevo per quale motivo, per esempio, il telegiornale invece di raccontarci della gentile vecchietta inglese che butta il gatto nel cassonetto - gesto recriminabile, per amor di Dio - ma dico, invece di parlare di animali potrebbe dire qualcosa su questi milioni di persone appese al filo. Vite invisibili. Generazioni negate. Tutti sti nomi da fantasmi che ci danno, ma poi nessuno ci caga.
Però mi sono detta che non parlano, di noi, proprio perché abbiamo nomi e facce da fantasmi. E disturbiamo. Perché il micio nell'immondizia apre un dibattito di dieci minuti sull'amore per gli animali. Ma il precariato, la scuola in sfacelo, un'intera generzione che non pianifica più, tutto questo disturba. Non è argomento liquidabile in dieci minuti.
E allora tu, povero precario classe Settanta - e giù di lì - sei solo. Solo con le migliaia di altri nomi che scorri nelle graduatorie. Che non ti ci senti nemmeno solidale, con quegli altri poveri cristi. Loro tolgono il pane a te. Quei nomi prima del tuo sono un anno senza stipendio, o cento chilometri di distanza della scuola da casa tua, o cento euro in più di affitto da pagare. Sono nomi ai quali fai molta attenzione. Cercando di scorgere indizi su qello che sarà il tuo destino.
Poi, scorrendo le liste, ti fermi e sorridi. A volte. Quando incontri gente come la professoressa Buonanotte Immacolata.
Che io me lo sono chiesto, se sia sorella di Buonanotte Fiorellino.

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