sabato 29 ottobre 2011

Sapevi ridere, sapevi il tuo sapore

È l'unica che conta. Le altre, sempre più lunghe, sempre più insignificanti, danno solo un appesantimento tiepido, un'abbondanza sprecata. L'ultima, forse, riacquista, con la delusione di finire, una parvenza di potere...
Ma la prima sorsata! Comincia ben prima di averla inghiottita. Già sulle labbra un oro spumeggiante, frescura amplificata dalla schiuma, poi lentamente sul palato beatitudine velata di amarezza. Come sembra lunga, la prima sorsata. La beviamo subito, con un'avidità falsamente istintiva. Di fatto, tutto sta scritto: la quantità, né troppa né troppo poca che è l'avvio ideale; il benessere immediato sottolineato da un sospiro, uno schioccar della lingua, o un silenzio altrettanto eloquente; la sensazione ingannevole di un piacere che sboccia all'infinito... Intanto, già lo sappiamo. Riappoggiamo il bicchiere, lo allontaniamo un po' sul sottobicchiere di materiale assorbente. Assaporiamo il colore, finto miele, sole freddo. Con tutto un rituale di circospezione e di attesa, vorremmo dominare il miracolo appena avvenuto e già svanito. Leggiamo soddisfatti sulla parete di vetro il nome esatto della birra che avevamo chiesto. Ma contenente e contenuto possono interrogarsi, rispondersi tra loro, niente si riprodurrà più. Ci piacerebbe conservare il segreto dell'oro puro e racchiuderlo in formule. Invece, davanti al tavolino bianco chiazzato di sole, l'alchimista geloso salva solo le apparenze e beve sempre più birra con sempre meno gioia. E' un piacere amaro: si beve per dimenticare la prima sorsata. 


Philippe Delerm, La prima sorsata di birra e altri piccoli piaceri della vita

venerdì 28 ottobre 2011

Bianca l'insonnia bianca, la morte bianca e bianca la paura

... una lancia sfondata mi avrebbe reso immortale, per brevetto. Sì, c'è la morte in questa impresa di caccia, l'indicibilmente fulminea, caotica spedizione di un uomo nell'Eternità.
Ma... e con questo? Io credo che abbiamo preso un grosso abbaglio in questa faccenda della Vita e della Morte. Credo che ciò che chiamiamo la mia ombra sulla terra sia la mia sostanza vera. Credo che nel guardare alle cose spirituali noi siamo come ostriche che osservano il sole attraverso l'acqua e ritengono quell'acqua densa la più sottile delle atmosfere. 
Credo che il mio corpo sia soltanto la feccia del mio essere migliore. Di fatto, prenda il mio corpo chi vuole: prendetelo, non sono affatto io.
E allora [...] venga la lancia sfondata, e il corpo sfondato, quando vogliono, poiché, di sfondarmi l'anima, nemmeno Giove è capace.

Herman Melville, Moby Dick o la Balena

Mi innamoravo di tutto

Calvino definisce Classico un libro che conosci anche senza averlo letto. Definizione semplice e compiuta, come non poteva essere diversamente considerato la penna che l'ha prodotta. 
Nella mia vita, il Classico è un libro che conosco senza averlo letto, e che mi ammalia come le sirene di Ulisse. Non ne leggo sempre, perché affrontare 500 pagine di perfezione è una fatica anche fisica. Ma poi, arriva il momento in cui cedo, al canto del Classico. E per tutta la durata della lettura, io resto vittima dell'incantesimo. Smetto di leggere qualsiasi altro libro, se ne stessi leggendo uno contemporaneamente. Smetto di fare anche altre cose, per ricavare tempo da dedicare alle dense pagine da cui mi lascio avvolgere . 
Un Classico è un libro necessario e totale. Un prodigio.

Io sono un portatore sano di sicuro precariato

Nome: Natale
Cognome: Babbo
Specialità: Regali.
Inizia così la pubblicità radiofonica di Lottomatica. Per arrivare a dire che sono loro ormai i veri specialisti del regalo, che non serve aspettare Natale per avere belle sorprese. Ragion per cui Babbino, afflitto e disoccupato, si vede costretto a rivolgersi ad un ufficio di collocamento. O a sostenere dei colloqui. Lo spot termina con la voce interrogante che chiude: Le faremo sapere.
Non lo so se era proprio necessario renderci precario pure Babbo Natale. E' un chiaro riferimento al disincanto. E lo sappiamo tutti che poi, quell'amichetto antipatico che ci ha svelato la non esistenza di Babbo Natale, lo odieremo per il resto della nostra vita.

E' come vivere in un pesce d'aprile

C'è questo negozio in cui vado a comperare le calze, che sta promuovendo una calzamaglia magica. In gergo si chiama Leggings push up. Tradotto vuol dire che ti dovrebbe rendere il sedere sodo e tonico come quello di Jennifer Lopez, senza bisogno di ammazzarti in palestra per venti ore a settimana. Siccome codesta calazamaglia è il prodotto lancio, ce l'hanno in bella vista nella vetrina. Quindi appena passi dal negozio, tu vedi un manichino che ha il culo di Jennifer Lopez, con indosso il Leggins push up.
E loro vogliono farmi credere che mi basta comperarlo per avere quel culo lì. No, dico.

giovedì 27 ottobre 2011

Girano tronfie la figlia e la madre nel viso uguali e nel culo tondo

Allora, in radio trasmettono una pubblicità del telefonino quello con internet dentro e tutte le diavolerie; io non conosco neppure il nome preciso, di questo aggeggio. Resto fedele al mio cellulare tutto graffiato che si limita alle funzioni basilari di telefonare, inviare e ricevere sms ed mms. Ohibò, ho anche il bluetooth.
Ma torniamo allo spot. A parlare sono due ragazzini con la voce da bimbominchia; che già ascoltarli la mattina alle sette, mentre fuori è buio e tu ti prepari per andare in classe, già di per sé è fastidioso. Ma il peggio non è la squillante voce degli infanti. No.
Questi due ti raccontano che la mamma fa la commericialista e il padre il notaio, e fanno tutto su internet con il cellulare. A me sta cosa dà un fastidio che non so spiegare. E' come se dicessero: se tuo padre è un giornalaio, un macellaio o un commesso e non usa il telefonino per prenotare le vacanze, sei merda. 
Gli vorrei chiedere, a quei bambini lì, se il cellulare dei genitori funziona anche per dare sberle ai ragazzini viziati e snob. Se si, è la volta buona che cambio cellulare.

lunedì 24 ottobre 2011

Pioggia e sole cambiano la faccia alle persone

Pare che l'inverno sia arrivato. Le temperature sono sensibilmente cambiate. 
E' ora di andare a comperare un paio di stivali nuovi.

La maggioranza sta recitando un rosario di ambizioni meschine

Non credo esista un dolore più dignitoso o grande di un altro. La sofferenza è di chi la porta. Gli altri restano comunque a guardare. Un ragazzo che muore a 24 anni, sconvolge. Un altleta, poi, commuove particolarmente perché seguendolo ti sembra di conoscerlo.
Ok.
Ma 300 persone che muoiono sotto le macerie, anche se non riusciremo neppure a pronunciare i nomi perché sono morte lontano, devono commuovere di più.
Eppure, in quelle stesse ore, eravamo tutti troppo preoccupati dell'eroe. Comunicare la notizia dei poveri che morivano perché tremava la terra non era opportuno, in quel momento.
Non è così che si rende giustizia al dolore.

sabato 22 ottobre 2011

All'una e trentacinque circa

E lo scoprirsi profondamente cattivi per quel senso di indicibile appagamento che sopraggiunge ogni volta che sentiamo suonare una sveglia e ci accorgiamo che non è la nostra.

mercoledì 19 ottobre 2011

Questo ricordo non vi consoli, quando si muore si muore soli

Maestro, ho scelto di abitare la tua regione. Di gustare i colori del tuo mare, i profumi dei tuoi vicoli. Di cercare nei volti dei passanti gli accordi delle tue canzoni.
E la bellezza di questa terra, sei anche tu. Ogni tua canzone è un momento sacro. Ascoltarti qui è vederti. Si comprende meglio, si tocca, la tua grandezza.
Ci manchi.

Credo che ognuno si faccia il giro come viene, a suo modo

L'insegnante è un lavoro di responsabilità e tutela dei minori. Allora devi prestare un po' di attenzione alle vicende personali e familiari di questi tuoi scolari. Ragion per cui, nell'odierno consiglio di classe si discuteva su questo bimbetto qui che ha fatto una settimana (7 giorni) di assenza perché è andato con la famiglia all'October Fest.
- Beato lui! - ho esclamato io, con un impeto di freudiano rilassamento che non sono riuscita a trattenere.
Gli illustri colleghi seduti intorno a me hanno risposto con sorrisi ed apprezzamenti per la battuta sempre pronta della nuova calabrese.
Ma io non stavo scherzando.

domenica 16 ottobre 2011

Filo del mio cuore che dagli occhi porti al mare

Il vento sul mare assolato è un fremito di diamante. E la bianca spuma è perle che ridono alla luce.

venerdì 14 ottobre 2011

Quante bestie ha zio Tobia, ja ja oh

Oggi, che finalmente è venerdì, si sente la stanchezza lavorativa di tutta la settimana. All'uscita di scuola sono passata direttamente dal supermercato, in modo da avere la spesa e permettermi poi il lusso di stravaccarmi a casa senza dover uscire fino a sera. Ero stanca. E la vista di questa bella ragazza tutta fresca che spingeva il suo carrello sorridente e profumata mi ha messo un po' d'invidia. 'Cazzo fa questa ad essere così splendida di venerdì alle 15.30, mi chiedevo. La risposta mi è giunta presto, dalla conversazione che la suddetta profumata acquirente ha intrapreso con un altro spingitore di carrello, mentre io mi selezionavo frutte e verdure da pesare sul bilancino.
Ragazza profumata: - Ciao!
Uomo con carrello: - Ciao! Come va?
Lei: - Oh, bene: sono in ferie, quindi....
Io, tra me e me: ah, ecco. 
Uomo con carrello: - Eh, beata te.
Ragazza profumata: - Figurati, oggi ho passato la mattinata in casa; esco solo ora per fare un po' di spesa....
Io: quindi ti sei appena fatta la doccia; ecco perché hai quest'aria da primula
Lei, non interrotta dalla mia battuta che era solo pensata: ... perché il mio frigorifero piangeva. Completamente vuoto!
Uomo con carrello: - E hai fatto bene, se non rimpinguini la situazione ...
Lei: - ... -
Io: - ... -
Uomo col carrello: ci siamo rifiutate di ascoltare quello che ci fa lui, coi pinguini nel frigorifero.

giovedì 13 ottobre 2011

Non si è fatti per stare a soffrire

La profonda familiarità che deriva dal sentirlo parlare delle tue cose come fossero le sue.

Un posto ci sarà, dove puoi alzarti presto

Diciamolo. Non mi alzavo così presto al mattino da quando andavo al liceo. Da allora ho sempre fatto di tutto per riuscire a dormire fino ad una certa ora, necessità primaria per il mio benessere fisico ed emotivo. Essere sveglia, attiva e operativa la mattina presto è per me una fatica titanica. Per fortuna, nel lavoro di quest'anno non mi accade. Di svegliarmi la mattina presto. 
Perché mi sveglio che è ancora notte fonda. Praticamente, inizio a lavorare la sera prima.

lunedì 10 ottobre 2011

Perdona se non ho avuto il tempo di imparare

Un tale va dal dentista. Quello gli trova dei magnifici denti, ma vede che mangia la cioccolata.
"Se lei vuole avere dei bei denti per altri cento anni, deve smetterla con la cioccolata."
"Smetto subito", dice quello. Dalla sua tasca pende un pezzo di cioccolata e lo butta via.
"Bravo! Per altri cento anni lei avrà denti perfetti", dice il dentista.
L'uomo esce , ma appena in strada viene investito da un camion. 
Nell'attimo prima di morire ha da scegliere fra due atteggiamenti.
Può dirsi: Accidenti a quel dentista che mi ha impedito di godermi l'ultimo pezzo di cioccolata della mia vita!
Oppure: Meno male che prima di morire sono riuscito a fare quel che ho sempre desiderato: smettere di mangiare la cioccolata.
Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra

sabato 8 ottobre 2011

Ma penso che questa tua generazione è preparata

Tema: Cosa vuoi fare da grande
Svolgimento: Da grande vorrei fare il chirurgo perché mi piace il sangue

giovedì 6 ottobre 2011

E dietro una curva, improvvisamente, il mare

In piena facoltà, egregio presidente, le scrivo la presente

Quando i fatti della storia li devi spiegare, ne guadagni una prospettiva nuova. Più sottile e profonda. Le lotte per l'indipendenza, ad esempio. Quelle americane sono state grandiose: intelligenti, partecipate, efficaci. Bella vicenda che ha cambiato il mondo. Quelle italiane, sono un goffo tentativo di ottenere qualcosa senza che nessuno sapesse bene cosa, lotte scandite da tradimenti, alleanze cambiate, eroi che diventavano criminali e criminali che diventavano eroi.
Quando i fatti della storia li devi spiegare, comprendi meglio i corsi e ricorsi. Lo vedi proprio, che la storia dei popoli si ripete, perché lo spirito dei popoli è un'entità dominante. L'ethos, dicevano quei gran signori dei greci.
Bene, il nostro ethos, se lo confrontiamo con quello degli americani, vediamo questo. Davanti alla crisi mondiale, crisi del sistema finanziario capitalista globale, noi italiani come reagiamo? Ce la prendiamo con Berlusconi. I suoi sedicenti avversari lottano con tutte le loro forze perché si dimetta. E poi basta, non fanno altro. Anche perché hanno finito probabilmente le forze. 
Dal canto suo, Berlusconi continua ad andare avanti col suo proverbiale ottimismo, e l'idea che un problema non esiste se ne neghi l'esistenza. I mezzi d'informazione, pensano bene di raccontarci di Amanda e Sollecito, oppure, se proprio vogliono fare i mezzi di informazione impegnati, fanno le inchieste sulle escort.
E gli americani? cosa fanno? Occupano Wall Street. Cioé vanno coi loro corpi davanti agli uffici delle borse. Dove è il vero problema. A dire: ecco, noi siamo qui. Ora voi dovete fare qualcosa perché noi non accettiamo più che usiate i nostri soldi in questo modo.
Eran trecento, eran giovani e forti, sono morti. Il nostro massimo eroismo.

Per certe donne è una questione di stile, ah che disgrazia le questioni di stile

E poi, se hai visto tutte quelle menate di film tipo l'attimo fuggente, freedom writers, insomma quelle robe dove c'è un prof che è fuori dagli schemi, diverso da tutti, che gli alunni lo adorano e lui, o lei, ha un ruolo fondamentale nelle loro vite e gliele cambia per sempre, ecco. Se hai visto quei film e ci hai pianto, come un'idiota, poi è inevitabile che se fai di lavoro il professore a te la voglia di farlo in quella maniera là, questo lavoro, ti viene.

lunedì 3 ottobre 2011

Canzone delle domande consuete

-Prof, la scuola non potrebbe iniziare alle dieci?

domenica 2 ottobre 2011

Aveva due amori, uno di cielo uno di terra

Il presente è perfetto. Una finestra su un futuro che potrebbe cambiare ma resta carico di promesse. Il passato, ricco di profumi che ancora ti passano dentro. E fa sentire la sua nostalgia, quando ieri sembra così lontano.

Lo seguì sulla sua cattiva strada

L'inspiegabile e profonda intimità che senti di avere con quelli davanti a te, alla fila della cassa nel supermercato, quando vedi che hanno comprato le stesse cose che compri tu.

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