domenica 28 marzo 2010

Rivelazioni

Come quando ti svegli al mattino e guardi la tua donna dormire e scopri sul suo viso un angolo che non avevi mai notato, e non ti piace.

Come quando ti sei fatto una buona impressione di qualcuno, poi senti un altro dire sul suo conto cose parecchio brutte, e tu finisce che cambi idea su entrambi.

Come quando ti svegli ancora non sazia di sonno la domenica mattina credendo sia un’ora, invece scopri che è un’altra ora.

Così è se un amico che credevi brillante, per un atteggiamento, una scelta, il tono di voce, una cosa non detta e un’altra detta male, lo vedi a un tratto superficiale e importuno.

L'amore è una cosa meravigliosa

Quelli che non hanno l’amore si fanno una serie di idee non sempre corrispondenti al vero, sull’amore. Per esempio, che il sabato sera le coppie siano liete di passeggiare, bere, sorridere alla sera tiepida del dopo inverno, per poi rifugiarsi nella loro profumata intimità.
Poi invece ti accorgi che il sabato sera è costellato di tuoi coetanei che hanno appena rotto una storia, più o meno lunga, sicuramente importante, e li vedi agitati, confusi, infastiditi, addolorati. Perché poi, il sabato sera, si è tutti in giro nella tiepida sera del dopo inverno, e allora ci si incontra. Tu sei dall’altro lato della strada allora non ti saluto. Vorrei ma non lo faccio. Non mi aspettavo di vederti qua. No, dico: perché non mi hai salutato, cosa siamo estranei?
Io mi chiedo che cosa ci hanno fatto per averci tolto la pazienza e la semplicità di costruire le nostre storie d’amore. Perché poi, il modo di uscire da tanta agitazione è: tu stai sicuramente meglio. Tu sono io.

Ogni momento è quello giusto

Pare che ci siano delle caratteristiche che contraddistinguono il salentino, una specie di marchio doc: che potrebbe essere il metaforico morso della tarantola, dal quale non puoi più liberarti. Una di queste caratteristiche è quella di non riuscire a bere altro caffè che non sia Quarta. Adesso io mi sto chiedendo quando mi ha morso, quel maledetto ragno, e quanti pacchi di caffè dovrò portarmi via.

giovedì 25 marzo 2010

Mine vaganti

Ieri ho visto un film che mi ha insgenato molte cose. Nell'ordine:
1) Lecce è una città meravigliosa
2) Il mare del Salento ha dei colori che trovi difficilmente in altri mari italiani
3) Gli uomini più fighi sono gay
4) L'amore impossibile è quello che non finisce mai
5) Bisogna sbagliare da soli
6) Non aspettare un tempo migliore per esser felici

mercoledì 24 marzo 2010

Il castello dei destini incrociati

Le coincidenze sono belle. Molte volte ti sorprendono. Quasi sempre svelano un destino, un disegno di cui sono tracce da interpretare. E bisogna starci attenti, alle coincidenze. Fino a che sono favorevoli, sei in discesa. Quando iniziano ad esserti contrarie, non puoi nuotare contro corrente: sarebbe sforzo inutile.

Ma se pensi ad una cosa da qualche giorno, e quella cosa diventa piccola scelta, quando poi qualcuno ti parla di quella stessa cosa senza sapere il valore che ha per te proprio in quelle ore… ecco, è una bella coincidenza.

Ci siamo già visti da qualche parte?

Quel dandy di Oscar Wilde diceva che non abbiamo una seconda opportunità per fare bella impressione. E aveva ragione, per la miseria! Prendiamo l’acchiappo, per esempio. E’ una cosa delicatissima. Forse non per tutti, ma dal mio punto di vista fare bella impressione quando si vuole attirare l’attenzione di una persona di sesso opposto, è fondamentale. E io ne ho sentite di banalità. Quelle idiozie che a te viene da voltarti dall’altra parte facendo finta di non aver sentito. Che preghi Dio di fare un miracolo improvviso inghiottendo nella terra l’omino che ha appena pronunciato quelle banalissime parole con l’intento di sedurti. Le più quotate idiozie sono a tutti note.
Che ore sono?
Ci siamo già visti da qualche parte?
Orbene, signori uomini, se volete entrare nelle grazie di una donzella, siete avvisati: queste due frasi vi squalificano in partenza. Sforzatevi almeno un poco poco, all’inizio, a inventare una cosa intelligente. Lo so che non è facile, ma vi trovate avanti di un sacco, se ci riuscite.
Io la più bella frase di acchiappo che ho sentito è stata questa. Stavo in spiaggia, e leggevo. Sola. Vicinissima all’acqua, tipo alle tre del pomeriggio. Che in spiaggia eravamo solo io, il mio libro, e questo tizio dagli occhi azzurri.
Mi fa: - quante pagine ha il tuo libro?-
E io lì ero curiosa di sapere come avrebbe proseguito. Mi ha attirata, il tipo. - 280, ho risposto – i libri più grossi te li leggi sempre al mare.
- E adesso a che pagina sei? –
- Perché ti interessa? –
- Così vedo se posso aspettare che tu finisca prima di chiederti di fare due chiacchiere. –
Meraviglioso! Naturalmente era un acchiappone che non ho più rivisto. Però è stato il modo più carino con cui qualcuno ha attaccato il cosiddetto bottone.
Il peggiore, invece, è stato il seguente. Io mi dirigevo ai cassonetti per buttare l’immondizia; indossavo un abbigliamento consono all’operazione, quindi tolto il mio fascino naturale non ero esattamente una fotomodella. Questo qua passa con la bicicletta. E voleva attaccare il bottone. Mi fa: - e non è un peccato buttarla? –
Io mi ci sarei buttata assieme alla spazzatura, nel cassonetto. Signore misericordioso, che devo fare? Mangiarla? Collezionarla? O tiratela in testa?
Ho proseguito facendo finta di non aver sentito.

Stitichezza creativa

Pochi pensieri superflui, in questi giorni. Questo accade perché ho un pensiero dominante.

Tutto ciò, a cosa mi servirà?

E’ superfluo anche suddetto pensiero, in effetti. Poiché la risposta è: a nulla.

giovedì 18 marzo 2010

'O sole mio sta 'n front'a te

Ora si sa che lassù al norde non hanno il sole. E che il nostro sud è la terra del sole.
Le amiche che se ne stanno lassù rimpiangono il sole e quando ritornano quasi non le riconosci perché sono impalllidite. Tutto questo, si sa.
Qualcuno, allora, mi spiega perché il più grande impianto fotovoltaico d'Italia si trova in provincia di Verona?

mercoledì 17 marzo 2010

Inseguendo una libellula sul prato

Quando vado al cinema, io sono una di quelle che vorrebbe restar seduta ancora per tutta la durata dei titoli di coda. Mi piace ascoltare la colonna sonora fino all'ultima nota: è uno spazio di confine tra la fantasia e la realtà. Ti fa atterrarre piano.
Sicchè non mi sono simpatici gli spettatori che, al contrario, si alzano quasi prima dell'ultima scena. Odio quelli che si muovono per infilarsi il cappotto, e disturbano il dissolversi del film con braccia scomposte verso l'alto per indovinare la manica. Dio buono, aspetta che si accendano le luci, per vestirti! Dove devi andare così di fretta?
Capirete bene che, per una schizzinosa come me, stare seduta accanto a gente che chiacchiera durante la proiezione sia inammissibile. Se c'è una scena in cui gli attori non parlano, ci sarà stato un regista che ha voluto dare un valore artistico a quel silenzio. Stai zitto anche tu, no?
Questa sera stavo al cine. Arrivano tre bionde ossigenate. Pelliccia. Trucco molto forte. Circa sessant'anni cadauna. Un profumo talmente intenso da far girare la testa. L'amichetta corritrice e io le guardiamo un po' schifate. Ma tant'è. Sorridiamo. Le tre grazie si siedono, spandendono questa scia di profumo dolciastro da nausea. Rossetto. Movimenti tintinnanti di mani inanellate ad accompagnare parole.
Il film inzia. Ma queste non smettono di parlare. Ad origliare i loro discorsi, noi non lo si è fatto apposta. E' che sarebbe stato impossibile non sentirle. Parlavano di "seduzione", "attrazione". Forse si erano ingrifate dal titolo del film, che aveva dentro la parola "amante". O forse parlano sempre di questo genere di argomenti. Non so. Del resto, la passione non ha età.
Ma erano fastidiose. Complessivamente molto fastidiose. Sicchè quando abbiamo sentito una affermare di essersi sentita "come una libellula", l'amichetta corritrice ed io, comprendendoci con una sola occhiata, abbiamo preso borse e cappotti e ci siamo sedute più indietro. Ma la scia di profumo arrivava ancora. O erano i nostri sensi ad esserne stati avvolti. Come dal volo leggiadro di tre libellule.

martedì 16 marzo 2010

Ipse dixit

Il cardinal Bertone, ad un giornalista che gli chiedeva di esprimersi circa la perdita di credibilità della Chiesa (perdita di credibilità? Come gli sarà venuto in mente, poi… giornalisti faziosi, e comunisti!), il cardinal Bertone dicevamo ha così risposto: la Chiesa ha la protezione di Qualcuno dall’alto.

Meglio di lui lo disse, un bel po’ di tempo fa, tale Boccaccio Giovanni. Costui era uno che di certo non la mandava a dire, e affermò che gli uomini di chiesa sono la prova vivente dell’esistenza di Dio. Essendo Boccaccio autore ironico, il senso di questo assunto si capisce meglio nella seguente precisazione: che se non ci fosse Dio, con il livello di credibilità che hanno gli uomini di Chiesa, il cristianesimo si sarebbe già estinto. Questo, nel 1300.

Sono passati più di seicento anni, ma le cose non cambiano. Tranne che nella gradevolezza del sostenitore di questa tesi, ecco.

Nella gioia e nel dolore

La felicità è occasionale. Quasi sempre viene dalle piccole cose, gesti quotidiani, attimi che ti sfiorano la pelle senza fare rumore.
L'amore non porta felicità.
Emozioni forti, passione. Vento di tempesta e mare limpido. Ma non è felicità che dura.
La felicità è quella che trovi lungo il cammino quando non la stai cercando.
Non cercare la felicità nei tuoi giorni.
Accetta che ci sia il dolore, perché il dolore sempre ci sarà.


E vissero per sempre felici e contenti

Avete presente i film per bambini in cui c'è sempre la bambina buona e povera e quell'altra ricca e cattiva? Certamente si.
Come la descrivereste, voi, quell'altra ricca e cattiva? Bene, ieri sera io quella bambina l'ho vista.
Era dietro la porta di vetro del cinema. Aveva quell'espressione insolente e altezzosa che tutti avete in mente. Proprio uscita dal film per bambini. Si guardava intorno soddisfatta del suo essere superiore; si dondolava spostando il peso del suo sghignazzante corpicino da una gamba all'altra. E, cosa abominevole, indossava una pelliccia.
Una pellliccia sintetica nera e grigia, allacciata in vita.
Quanto l'ambiente influenzi il carattere delle persone, è da dimostrare. Ma se fra quindici anni si saprà di una bambina che ha ucciso sua madre, non mi stupirebbe se la polizia trovasse fra i suoi effetti personali un pellicciotto sintetico da bambina. Che quella, cattiva, c'era già.

lunedì 15 marzo 2010

Ti sembra niente il mare

No che non mi sembra niente. Il mare, è l'anima. Ecco perché sono triste al pensiero che i posti dove c'è più lavoro sono posti lontani dal mare. E io non ci vado lontano dal mare. Non è una questione di scelte, ma di sopravvivenza.

Tu come stai

Un amico oggi mi ha chiesto "come va?"
Benone, ho risposto io. Che a pensarci bene, non era vero. Però alle volte mi chiedo se non siano stanchi, i miei amici, di sentirsi dire sempre più o meno le stesse cose. Così quando ho letto questa erbaccia della giardiniera, mi sono sentita sollevata. Non perchè il mal comune è mezzo gaudio. Che secondo me chi ha fatto sto proverbio è un bel po' stronzo. No, mi sono sentita sollevata perché io quando sto proprio di questo umore, non mi riesce di scrivere. E allora leggere le cose che provi dette da qualcun altro, fa comodo.

mercoledì 10 marzo 2010

Chi s'accontenta gode

Oggi ho visto una bella signora. Elegante. Cappottino, cappello, gonna, stivali. Ma aveva le gambe che storte è dir poco. Questa signora elegante che ho visto aveva le gambe a parentesi tonda. Io per delicatezza non ho guardato le mie ma, essendo che me le ricordo, mi son detto che sono fortunata.

E tutto quello che sappiamo non è vero

Se scopro chi ha scritto sul mio libro di geografia di prima media che il problema del Salento è la siccità... giuro che lo uccido a morsi.

martedì 9 marzo 2010

lunedì 8 marzo 2010

8 marzo

L'uomo ha tante cose meravigliose, che lo rendono unico.
Ha un profumo di dopobarba, che ti fa pensare al vento. Ha braccia grandi, quando sa stringerti. Ha la capacità di non vedere le cose che ha sotto gli occhi, e quella tenerissima espressione smarrita quando chiede: dov'è...? L'uomo ama il calcio, senza bisogno di aggiungere altro. L'uomo ha sempre la risposta ai problemi elettronici e sa esattamente perché non funzionano gli elettrodomestici. Li usa poco, però. E' più bello della donna, quando trasporta le casse di acqua minerale. Ha bisogno di essere ubriaco per fare cose gentili; molto gentili, intendo.
L'uomo si innamora della donna. E questa è la cosa più meravigliosa che possa capitargli. Buon ottomarzo, signori uomini.

sabato 6 marzo 2010

Libertà

Quando smetti di stringere le mani per trattenere le cose, anche la tua vita, è allora che inizi a volare.
E non è vuoto, ciò che sei. Sei vento, aria. Immensità.

giovedì 4 marzo 2010

Piccoli mostri crescono

Io c'ho uno spirito combattivo contro le ingiustizie, in ogni momento della giornata. Che è un bel faticare, considerando come va il mondo al giorno d'oggi. Fatto sta, quando vedo cose ingiuste mi incazzo prepotentemente.
Una cosa ingiusta sono le persone nei negozi che, essendo clienti, si credono in potere di decidere la sorte dei commessi. Come se i commessi fossero schiavi. Invece sono persone che stanno facenno il loro lavoro, mentre tu sei a zonzo a spender quattrini, sicchè io credo che i commessi bisogna rispettarli.
Ciò detto, oggi mi si presenta questa scena: cassa del supermercato, davanti a me padre grosso e figlia-bambina tipo: grassoccia pure lei, viso tondo, capelli lunghi, dieci anni circa. Noi si aveva entrambi una cassa d'acqua minerale. Io tutta mingherlina, e questi di dimensioni visibilmente maggiori. Ma poiché la gente - a cominciare da me, non mi esimo - si lamenta per ciò che non dovrebbe, il signore protesta con la cassiera, che perché non aprite le casse dall'altra parte, più vicino al reparto dell'acqua. La cassiera smarrita non aveva una risposta palusibile. Cercava di essere comunque gentile. Avrà pensato, spero: se non si lamenta sta povera crista qua dietro, tu la puoi pure trascianare qualche metro in più l'acqua. La bambina grassoccia dieci anni circa, interviene, con l'espressione odiosa delle bambine di dieci anni quando sono antipatiche: è vero, le dovete aprire più in là le casse.
Segue silenzio. Orgoglioso, del padre. Smarrito, della cassiera. Inorridito, di me medesima.
La bimba incalza: perchè il cliente ha sempre ragione.
Ecco dove ci hanno portato le leggi del mercato. Cara bimba, avrei voluto dirle, tanto per cominciare il cliente vero e proprio non sei tu, ma il tuo imponente padre; a seguire, la signora - per la mia teoria di cui sopra - sta facendo il suo lavoro e come tale va rispettata. Per concluedere, adorabile bambina, lei potrebbe essere tua madre. E almeno questo, in un mondo che conserva qualche spiraglio di giustizia, si dovrebbe rispettare.
Invece.

Dal mare venni e amare mi stremò

La speranza di poter fare il lavoro che ti piace in un posto che ti piace, l'ho persa pure io che sono la reincarnazione di Alice nel paese delle meraviglie. Dunque, per restare in Italia (che non sono convinta ci resterò: decisione da vagliare) bisogna andare in questo Nord. Ora io del nord non so bene neanche la geografia. Sicché mi metterò a studiare, così tanto per orientarmi meglio.
Prima cosa da cercare su google: Italia, nord, città col mare.

Amori che sono nati quando è nato il sole

Io appena spunta un po' di sole, esco a piedi. Che ha un buon profumo, il sole. Allora mi si è avvicinato sto motorino, con due pischellini sopra. Maschio e femmina, così come Dio li creò. Giovani. Molto giovani. Con il viso brufoloso e felice degli innamorati in piena ormonale. E l'espressione di quelli che non sono andati a scuola, per lo stesso motivo per cui io stavo a camminare a piedi. Per sfinirsi di abbracci, al sole. Questi qua dovevano tornare a casa, al paesello, entro lo stesso orario in cui sarebbero tornati se fossero andati a scuola. Ricordi felici di quando si faceva lo stesso. Cercavano la strada, ma la strada che era stata loro indicata aveva il divieto d'accesso. E mi chiedevano come fare per ritrovare la via del paesello. Io ho pensato che ne troveranno tante, di strade vietate, crescendo. Che tu vorresti andare lì, ma lì qualcuno ha deciso che non si può andare. Ma ho pensato anche che se sono in due, belli e forti come stavano in questo monento, la troveranno sempre, un'altra strada.

mercoledì 3 marzo 2010

Quello che non

Io ho sempre fatto tutto quello che credevo in mio potere fare. Non sono mai scesa a compromessi, però. Adesso mi volto indietro, e scopro di non avere nulla in mano. Solo delle amicizie, belle, vere, importanti. Che non è poco. Lo so.
Ma imparo che forse la vita è tuffarsi in apnea, e nuotare, senza sapere dove si andrà. Senza respirare. Fino a perdere il fiato. Fino a dimenticare di avere un cuore tutto sbagliato.

Questa domenica in settembre non sarebbe pesata così

La speranza è quando apri gli occhi al mattino e culli l'attesa di quello che farai nel giorno che ti aspetta. La speranza è quando vai a letto la sera e ti addormenti sognando quello che farai nel prossimo mese. La speranza è vedere un oggetto che ti piace, e avere un angolo di casa in mente in cui ti piacerebbe vederlo, quell'oggetto magari inutile, e comperarlo. La speranza è poter desiderare di fare una vacanza, quando avrò le prossime ferie. La speranza è l'attesa di incontrare nuovi amici, in questa città, sapendo che potrò magari invitarli al cenone di capodanno.
La sepranza rende bella la vita.
Ma quando la tua casa non è tua, il tempo scorre veloce senza dirti dove va, la gente che incontri sono solo comparse che sai verranno inghiottite da una nuova strada e una nuova terra, domani. Quando è così, la speranza traballa. E quando la speranza traballa, vai a letto la sera dicendo e anche oggi è andata; ti svegli al mattino con tutta una giornata davanti da riempire di non sai cosa.
E se tutto questo ti accade a trent'anni... puoi essere ottimista quanto vuoi, però ogni tanto ti fermi e ti chiedi: ma io, dove sto andando?

Il lavoro rende liberi

"Si sta elaborando una proposta di legge per rendere più facile il licenziamento". Ancora più facile? Che culo!

martedì 2 marzo 2010

Noi ragazzi di oggi

Lode all'amicizia. Che mentre me ne andavo a prendere la birra con la mia amica dalle unghie preziose, attraverso la strada e noto un'automobile ferma. Accostata a ciglio di strada, di quei parcheggi che non sono parcheggi perché servono solo a far scendere il passeggero. Ma siccome il passeggero ti stava dicendo una cosa importante proprio quando tu hai accostato, non può mica scendere e interrompere la confidenza. Allora tu spegni il motore all'auto, piantata là quasi in mezzo alla strada, e perdi la cognizione del tempo. E parli, parli. Nella notte, quasi semrpe.
Ecco, io stasera ho visto una scena così. E' solo che dento all'auto c'erano due piccole signore coi capelli corti permanentati e tinti. Una aveva gli occhiali, entrambe avevano le rughe. Insieme superavano di certo i cento anni. Io sono stata contenta, di vedere che certe belle abitudini non si perdono col tempo.

La paghi tutta e a prezzi di inflazione quella che chiaman la maturità

Non serve dire molto, per parlare lo stesso linguaggio. Anzi. Spesso, le parole che ti uniscono più intimamente sono quelle non dette, è guardare con occhi diversi nella stessa direzione, è sentire che c'è un angolo di mondo in cui puoi svelare chi sei al riparo da schemi, giudizi, imposizioni. Queste sono le parole dell'amicizia.

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