giovedì 31 gennaio 2013

Non lo so, non lo sai. Siamo qui o lontani?

Come sarebbe stato?

E guardo il mondo da un oblò

Quando il tuo modo di vivere è complesso, poco concreto o artistico che dir si voglia, magari hai passato la vita ad arrampicarti su un albero e poi ridiscendere dall'altro lato senza esserti mai accorto che esiste la possibilità di aggirarlo, l'albero, per andare dall'altra parte.
Più semplice, veloce, e meno faticoso.
Il tuo cuore si commuove quando qualcuno che ti ama ti prende la mano, con calore e tenerezza, e ti mostra la strada più semplice. 
Ma io voglio continuare ad avere la libertà di arrampicarmi sull'albero, e poi ridiscendere dall'altro lato. Perché mi piace graffiarmi la pelle mentre salgo, sentire il vento nei capelli, e guardare il mondo dalla cima. Prima di raggiungere la destinazione.

Con la tua solita faccia aperta ai dubbi

Io non lo so se il virus intestinale m'ha beccato perché essere in una stessa stanza con gli alunni significa esporsi al rischio di qualsivoglia contagio, oppure se è perché c'ho lo stomaco direttamente collegato coi pensieri.

domenica 27 gennaio 2013

L'avvelenata

Sentirsi dire la stessa cosa da due persone diverse, nel giro di dieci minuti. Ma non si tratta di quel genere di cose per cui uno si mette in discussione: voglio dire, se due persone mi dicono, per esempio, che sono testarda, io che sono intelligente qualche domanda me la farò. 
Non è di questo che si tratta.
Sentirsi dire da due persone diverse, nel giro di dieci minuti, che non possono parlare con me io mi girano i coglioni. Vorticosamente.

giovedì 24 gennaio 2013

Ci sono molti modi

Secondo me il marito di Francesca ha sbagliato a ucciderli, ma anche loro potevano fare le loro cose di nascosto.

Dallo svolgimento di un compito sul canto V dell'Inferno dantesco

lunedì 21 gennaio 2013

E' l'amico è qualcosa che più ce n'è e meglio è

Da oggi svolta epocale (cit.) nella scuola italiana: le iscrizioni al primo ciclo di ogni ordine scolastico avvengono online. Sul sito del MIUR.
Chiunque abbia anche solo una volta frequentato quel sito sa in concreto cosa significhi questa svolta epocale. Ore davanti a uno schermo a tentare di espletare operazioni che potrebbero essere semplici ma si rivelano cavillose e lentissime.
Quelli del Miur si giustificano adducendo a causa del malfunzionamento l'eccessivo traffico in piattaforma.
Ora, io di informatica e tecnologia capisco davvero poco. Come non mancherà di puntualizzare uno dei mie affezionati e mostruosi lettori. Tuttavia un paragone mi sovviene, e una domanda scaturisce. Se è possibile ad un sito, come feisbuc, di gestire l'accesso contemporaneo di milioni di persone da tutto il mondo, come mai il sito del MInistero della Pubblica Istruzione Italiana non riesce a gestire il numero dei bimbetti che si devono iscrivere alla prima elementare?

domenica 20 gennaio 2013

Con tua moglie che lavava i piatti in cucina e non capiva

Dicono che l'amore si impara dai nostri genitori; non nel senso in cui l'ha inteso Albertini, il quale si è profuso nella massima pedagogicofilosofica secondo cui il figlio di una coppia omosessuale sarà per questo omosessuale. L'amore si impara dai nostri genitori nel senso che il primo modello di relazionalità che apprendiamo è quello degli adulti con cui cresciamo; quando siamo ancora delle piccole spugnette porose che inconsapevolmente assorbono tutto ciò che accade loro intorno. Soprattutto il modo in cui veniamo trattati.
A questi modelli comportamentali e relazionali reagiamo per analogia o contrapposizione, e questa è una scelta della persona. Tipo, se tuo padre e tua madre si baciavano molto davanti a te tu diventerai uno che va a letto con la prima donna che incontra oppure avrai probemi di eiaculazione precoce. Per esempio.
Io mi ritrovo spesso a riproporre questi modelli genitoriali. Avviene fuori dal mio controllo, ma poi me ne rendo conto. E allora cerco di modificare comportamenti che non ho approvato o che non ritengo adatti alla mia coppia. Soprattutto perché credo nella possibilità di migliorarci.
Mio padre e mia madre una scena che si ripeteva con frequenza era lei che scrollava la tovaglia con le briciole a terra nella cucina, poi spazzava, e lui che passava coi piedi sopra le briciole. Ne seguiva una volta su due il classico diverbio domestico, spesso ripetuto con le stesse battute.
Memore di questo modello formativo, cerco di prestare attenzione al momento in cui scrollo la nostra, di tovaglia. Perché da bambina mi sono smepre detta che sarebbe stato facile per la mamma prestare attenzione ai movimenti del babbo, e per il babbo aspettare che la mamma avesse finito le operazioni. Sicché cerco di averle io, codeste attenzioni. Ma forse sarà per la potenza archetipica delle figure genitoriali, a casa nostra si verifica una coincidenza perfetta tra il momento in cui le briciole toccano terra e l'apparire di Paolo copi piedi pericolosamente accanto alle briciole. Io cerco di anticipare o posticipare la scrolaltura delle nostre beneamate briciole, ma lui ha sempre qualcosa da fare attorno ad esse. Un piatto sporco da portare nel lavello, il pane da riporre, qualcosa da gettare nella pattumiera. 
Oggi ho deciso di rimandare il momento a quando lui esce fuori a fumare. Calcolando la durata della sigaretta, mi sono detta, posso effettuare l'operazione in sua totale assenza e preservarmi dal rischio della ripetizione del modello familiare. Dunque ripongo le stoviglie sporche nella lavastoviglie, frattanto che lui finisce di sparecchiare, indossa la giacca, prende le sigarette, apre il portone. Solo dopo aver sentito il portone chiudersi alle sue spalle, sollevo la tovaglia dalla tavola e lascio che le molliche cadano a terra. Tuttavia, nel preciso momento in cui le molliche arrivano a terra, Paolo mi compare davanti, imbacuccato, con il posacenere. Era pieno, e voleva svuotarlo nella pattumiera. Che si trovava sulla traiettoria precisa fra i suoi piedi e le briciole.
Per fortuna nella nostra coppia c'è intesa. Ci siamo guardati. Senza parlare. E lui se n'è tornato alla sua sigaretta. Credo di averlo impietrito con lo sguardo. E credo anche che mia madre sia stata sempre più amorevole e dolce in questa stessa situazione.

 
 

mercoledì 16 gennaio 2013

Quando ambiziosa come nessuna mi specchiavo nella luna

Io ho tanti difetti, e non sono modesta. Fra i miei difetti, una delle prime risposte che mi viene in mente alla domanda cosa cambieresti di te, è il culo.
Non ce l'ho un bel culo. Possiamo senza timore di esagerare affermare che ne sono del tutto sprovvista. Considerate queste premesse, non è difficile comprendere quanto lo spogliatoio della palestra sia stato traumatizzante, per me, all'inizio. Non è vero che sono solo i maschi a contendersi le misure. Io mi sentivo un brutto anatroccolo fra tutte ste palestrate che si denudano nello spogliatoio per mostrare le loro forme. 
Mica per farsi al doccia, io ne sono convinta. 
Durante le prime settimane di frequenza della palestra, dunque, mi cambiavo veloce come un ladro, sguardo basso e luogo appartato.
Poi, a un certo punto, ho iniziato a prendere confindenza con la situazione di ritrovarsi tante donne nude intorno. E ho alzato gli occhi.
Orbene, io farei volentieri a cambio con un altro paio di chiappe più degne di cotale appellativo rispetto alle mie, ma mi sono accorta che non è che sia poi così disperata, la mia situazione.
Sono soddisfazioni.

Ma Paolo e Francecsa quelli io me li ricordo bene

Gli ho spiegato il canto di Ulisse, agli alunni. Che mi emoziono a (illudermi di) comunicare nelle loro giovani menti la bellezza della poesia e la profondità di certi contenuti. Avevano da imparare a memoria la terzina della conoscenza. Fatti non foste a viver come bruti.
Ed è stato commovente vederli tutti concentrati e sentirli recitare le parole sulle quali ho basato la scelta della mia professione. E' stato meno commovente sentire uno di loro chiedere il permesso di essere il primo a recitare "la filastrocca". 

La gioia ca crea

Sono così appassionata dello yoga, ma così appassionata che quando l'uomo mio adorato mi ha proposto un fine settimana maremmano, con amici tosani e tagliata e crema catalana che non ce n'è eguali sulla terra, il mio primo pensiero è stato: perdo l'allenamento di yoga.

Mi viene il vomito. E' più forte di me

Io non ce la faccio proprio a sentire le cazzate che dicono i politici. Ho provato delusione, rabbia, speranza nel cambiamento, flebile ma comunque speranza, e ancora avversione, senso del ridicolo e vergogna. Adesso sono passata alla repulsione fisica. Quella che mi porta a rifiutare qualsiasi trasmissione televisiva e radiofonica che possa fare campagna elettorale, e a cambiare canale se accidentalmente qualcuno decide di intervistare questi orridi criminali che ci ripropongono le loro facce da culo da vent'anni con lo spudorato coraggio di dirci che sono il cambiamento. Mi sento come quelli che dopo aver mangiato vogliono mettersi le dita in gola. E vomitare. Tutto.

Mi fido di te, cosa sei disposto a perdere

Questa mattina un discente paraculo mi fa: -Prof, lei è la prof migliore che abbiamo. -
Avendo un superio che mi fa fare una vitaccia che diosololosa, mi sono subito detta quanto la comune vulgata fra le insegnanti va affermando, e cioè che se gli alunni ti preferiscono è perché sei troppo buona.
Gliel'ho chiesto, al paraculo.
-Cosa intendi, per migliore? La più preparata o la più buona?
Il poverino è stato visitato da tutte le 50 sfumature di rosso, e poi ha risposto che, ovviamente, entrambe le cose.
Successivamente incontro una collega, con la quale mi fermo a discutere di alcuni alunni con i cosiddetti, benedetti, e ormai famosi fra i miei pensieri superflui, Disturbi Specifici di Apprendimento. 'Sta qua ad un certo punto afferma: -Io lo dico sempre, anche se poi mi danno della fascista; bisognerebbe tornare a scuole differenziate per i ragazzi con problemi, oppure almeno a classi differenziate! -
A quel punto mi sono rivolta al superio e gli ho detto che forse sarò anche l'insegnante più buona, nella classe del paraculo; ma, insomma, considerando ciò che offre la piazza, credo che tutti i torti l'infante non ce li abbia. Suvvia.

Chi vive d'amore, chi ha fatto la guerra

I cugini d'oltralpe sono sempre stati avanti, nelle rivoluzioni. A cominciare da quella francese, quando hanno pensato bene ti tagliare la testa al re perché hanno capito che nessun uomo può inventarsi di essere superiore agli altri per volontà divina. Da allora, continuano a battersi per l'affermazione dei diritti. Se c'è qualcosa che non va, a loro basta il sospetto che possa accadere e subito scendono in piazza, a manifestare. Ma seriamente, mica come quei pagliacci che siamo noi, capaci di trasformare (senza entrare nel merito delle responsabilità) una manifestazione di piazza in una carneficina. I francesi, invece, fanno cultura. E movimento. Per dimsotrare che sanno, comprendono, che hanno una volontà e sono in grado di farla valere.
Ora, è notizia di un paio di giorni questo attacco in Mali. 
Per sapere bene di cosa si tratta, in Italia, oggi 16 gennaio 2013, devi andare a perderti in rete, perché tivvù e radio e giornali sono troppo impegnati con la campagna elettorale.
Si parlava di pagliacci, ecco.
Comunque c'è gente che combatte, in Mali. Sono francesi. Sicché quando ho sentito della manifestazione di Parigi, che ha contato migliaia di persone, mi stavo emozionando. Eccoli, mi sono detta, loro sì che sanno far cultura e scendono a protestare da subito contro le guerre.
Salvo poi rimanere non poco delusa nello scoprire che ai francesi in piazza della guerra in Mali gliene fregava una cippa. Quelli là protestavano contro le coppie omosessuali. 
Ma perché, dico. Perché con tutti i problemi veri, seri e reali che abbiamo nel mondo, dobbiamo sentirci minacciati da una coppia di persone che si ama? A me, personalmente, di come due fanno l'amore importa poco. Purché lo facciano. Che l'amore vince sempre sull'odio.
Cari cugini d'oltralpe, voglio ricordarvi che voi siete quelli che avete tagliato la testa al re perché pensavate che nessun uomo può inventarsi di essere superiori agli altri per volontà divina. E giacché stiamo parlando, di divinità, vorrei anche chiedervi quanto vi siete lasciati influenzare dal tedesco secondo il quale le coppie omosessuali sono un attentato alla pace. No, perché voi francesi coi tedeschi non siete mai andati troppo d'accordo, eh.

E così un giorno a camminare

Lo so che è orribile, cinico e disgustoso. Ma se penso a quei passanti che stamattina a Londra stavano andando a lavoro a piedi e sono stati investiti da un aereo, a me mi viene da ridere.

domenica 13 gennaio 2013

Bruci la città

Me ne convinco sempre di più. Se fossi nata nel 1500 mi avrebbero arsa al rogo come strega.

Cercami, io sono nel mondo degli uomini

Come spiegare l'emozione che provo quando una collega mi chiede di lasciarle delle copie nel suo cassetto, io vado, lo apro e ci trovo dentro un volume del libro che sto leggendo proprio in questomomento?

Quanto amore dal tuo sonno lui svegliò per sè

Condivido pienamente la considerazione di un mio amico, il quale ci informava che la settimana di rientro dale vacanze dura in realtà 14 giorni. Deve essere una roba tipo temperatura reale e temperatura percepita.
Bene, il primo di questi interminabili giorni, ossia il lunedì di rientro dalle vacanze natalizie, io mi sono alzata dal letto ma ero ancora praticamente sotto anestesia. Mi è successo che poi ero davanti al fornello con la moca; sguardo perso nel vuoto e lotta titanica contro il desiderio di chiudere gli occhi e addormentarmi in piedi; quando il caffè era pronto e la caffettiera ha iniziato a gorgogliare, io non riuscivo a muovermi. Non sono stata capace di far corrispondere un qualsiasi movimento a un qualsiasi impulso cerebrale. E il caffè mi si è sparso dappertutto.
Ho rischiato di addormentarmi anche nella doccia. E al volante.
Orbene, in siffatte condizioni arrivo a scuola. Dopo due giorni (percepiti), quando finalmente suona la campanella della mia ultima ora, mi fiondo fuori dalla classe con un unico impellente bisogno: tornare a letto. Mi sentivo tipo quando nella notte ti svegli perché hai molta sete, o devi far pipì, e ti alzi ma compi i gesti con gli occhi chiusi, in attesa di rimettere la tesa sul cuscino. Mi si avvicina quella santa donna della bidella.
- Prof Granata, c'è il signor Tizio che desidera parlarle.
Sono quei momenti in cui uno può suicidarsi.
Il signor Tizio era il padre di un alunno che avevamo convocato per consigliargli dei test diagnostici ai Disturbi Specifici di Apprendimento. Insomma, una rogna. Questo gentilissimo signore mi ha chiesto scusa se non era riuscito a rispondere prima alla nostra convocazione, ma disgraziatamente la moglie è caduta fratturandosi più ossa, quindi avrebbe approfittato della mia gentilezza chiedendomi ricevimento in quel momento lì.
Io non ricordo esattamente quello che è accaduto. Non ho memoria esatta dei gesti da me compiuti quel lunedì. Però una cosa la ricordo. Quando il signor Tizio mi ha chiesto l'indirizzo del centro, io gli ho risposto che mi dispiaceva ma, non essendo ligure, non ero pratica del TERRITORIO. Sentirmi pronunciare questa orribile parola è stato più efficace della sveglia, del caffé, dela doccia e del baccano dei mostri a svegliarmi del tutto. Mi sarei informata e gli avrei fatto sapere, arrivedereci e grazie lei è stata molto gentile. Ma poi mi è montato un isitnto punitivo contro me stessa che ho chiuso la porta della sala insegnante e ho sbattuto ripetutamente la testa contro il muro.

martedì 8 gennaio 2013

E sarà un'altra donna che amerà

Se entrassi in possesso di una bacchetta magica con poteri straordinari credo che cambierei...
Normalmente, in un tema, avrei scritto le solite cose, di certo non sbagliate, come "cambierei il mondo, farei in modo che tutto andasse per il meglio, che tutto sia perfetto". A dire il vero ci sono delle cose che vorrei modificare nella vita di tutti i giorni, ma ora non sono più tanto convinta di volerle cambiare. 
In effetti io ho praticamente tutto: una bellissima famiglia, dei grandi amici (anche se mai niente è davvero ideale). E io penso che se tutto fosse davvero perfetto, questo perderebbe la sua sepmlicità, la sua importanza, la sua magia.
Ovviamente questo riguarda solo la mia vita, infatti ci sono cose che vorrei completamente escludere dal mondo e cioè la cattiveria, la guerra dove alla fine ci rimettono i più deboli.
Io cambierei questo, e anche se so che nella realtà non esistono bacchette magiche il mondo può davvero diventare migliore e noi che ne facciamo parte con tanta buona volontà e un pizzico di magia possiamo arrivare a un mondo dove libertà e pace non siano soltanto parole.

Muta d'accento e di pensier

- Prof, lo sa che a giugno noi strumentisti suoniamo una canzone cantata da Giuseppe Verdi?

lunedì 7 gennaio 2013

Albachiara

Ora io lo so che l'insegnante è la categoria professionale che ha più vacanze. Quelle di Natale ce le invidiano tutti e non posso lamentarmi che stamattina è ricominciata la scuola. Però durante il tragitto in macchina, credo, o prima sotto la doccia non so, mi si è sbeccato lio smalto su 4 (quattro) dita. E questa è cronaca. L'avevo steso con tanta amorevole premura. Io non mi sto lamentando.

giovedì 3 gennaio 2013

Seconda stella a destra, questo è il cammino

Arrivare a casa dopo un viaggio di mille chilometri, di ritorno dal mio paese di origine; ricordarsi che non c'è latte in casa per la colazione della mattina seguente, quando lui dovrà andare a lavoro mentre io no; e sono solo io che faccio colazione con il latte. Vederlo paziente e sorridente in cerca di un bar, con la scusa del bambino (si, è urgente, è per la bambina che sta in macchina). 
Ecco. 
L'amore mi ha privilegiato.

Se non si arrende tu lo tenti e sciogli il nodo dei tuoi fianchi

Quell'erotico groviglio di calzini da uomo e slip da donna che viene fuori dalla lavatrice. E la serie variegata e agguerrita di parole che ti si articolano quando devi disporre il simbolo del vostro amore sullo stendino.

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