martedì 30 novembre 2010

Angiolina alle sei di mattina s'intreccia i capelli con foglie d'ortica

Secondo me se Maria Stella Gelmini si decidesse finalmente a cambiare parrucchiere, le verrebero meglio pure le riforme.

Poi la strada la trovi da te, porta all'isola che non c'è

Supercazzola prematurata con scappellamento a destra, come se fosse antani.

E un po' di rosso routine dentro al bicchiere

Pensieri superflui sono quelli che si fanno affacciandosi ad una finestra. O davanti a un caldo calice di vino. Sono chiacchiere inutili che hanno però il profumo delle parole. Il nuovo colore di questa pagina è per la bellezza del tempo trascorso così, senza fretta. Non rifiutate mai qualcuno che vi versa del vino, perché è una promessa di felicità.

Da sempre l'ignoranza fa paura ed il silenzio è uguale a morte

Caro Silvio, è vero che gli studentelli cercano qualunque pretesto per non entrare a scuola. Perché ci vengono malvolentieri ogni mattina a scuola. Come malvolentieri ci andiamo noi insegnanti. Fa parte della natura umana: il lavoro non è che ci piaccia così tanto. Altrimenti magari si chiamerebbe vacanza. 
Ma io ti garantisco, caro Silvio, che gli studenti che stanno scioperando ce li hanno i loro buoni motivi. E questi motivi li hanno maturati studiando. Studiando molto. Per questo adesso lanciano le uova. Forse credono che non resti altro da fare, per continuare a studiare.

Quello che le donne non dicono

In questo momento il parlamento italiano discute la riforma universitaria. In queste ore gli studenti italiani protestano come non facevano da anni, con veemenza e su tutto il territorio nazionale. Nelle stesse ore, uno dei maestri della nostra cultura esce di scena con un coup de theatre degno delle sue migliori opere: a 95 anni si lancia nel vuoto. 
Quel vuoto che sta avvolgendo la cultura italiana, in queste ore.
Io quello che penso è questo.

sabato 27 novembre 2010

Firenze lo sai non è servita a cambiarla

I Toscani hanno inventato la lingua italiana. E poi se la sono scordata.

giovedì 25 novembre 2010

Io mi vesto normalmente come chi mette qualcosa e poi non deve andare via

Si attende prova scientifica del fatto che gli armadi mangino i vestiti. Perché non si spiega diversamente l'assoluta mancanza di indumenti appropriati da indossare, al cambio stagione.

Estranei a partire da ieri

Io si sa quanto amo il Salento. Il mare, il barocco, il cielo rotondo, le case basse con le terrazze al posto del tetto. I tramonti. L'aria che si respira, l'arte, la musica.
Ma, il prossimo ragazzetto salentino che sbuca a cantare canzoncine dementi, seguito da miriadi di ammiratrici che si etichettano con il nome del suddetto salentino, io giuro che torno a Lecce. E compio un atto vandalico. Sappiatelo.

mercoledì 24 novembre 2010

La paghi tutta, e a prezzi d'inflazione, quella che chiaman la maturità

Si chiamano Ore Eccedenti. Sono un numero di ore che tu, se sei un insegnante, metti a disposizione per supplenze retribuite; in parole più semplici, se manca qualcuno ci vai tu, che sei comunque già in servizio lì dentro nella scuola. Pronto all'uso, diciamo.
I sindacati, quelli che lottano per i diritti degli insegnanti, dicono che nessuno dovrebbe dare ore eccedenti a disposizione della scuola, in modo da esortare chi di competenza a pagare un supplente. Ma la realtà dei fatti è che il supplente non lo si chiama, per tutta una serie di motivi. Allora, se manca un collega e non c'è nessun altro docente a disposizione, c'è la misura d'emergenza: divisione. Che significa corridoi invasi da bimbetti con le sedie in mano che devono essere intrattenuti in un'altra classe. Con buona pace di tutti, che tu non lavori se ti arrivano questi inattesi ospiti.
E' un casino, ci rimettono tutti. E allora è meglio che ci sia qualche docente a darle, le ore eccedenti.
Ora la scuola in cui lavoro io quest'anno ha ricevuto 10.000 (diecimila) euro in meno, rispetto all'anno scorso, per pagare le ore eccedenti. Per un totale ridicolo, praticamente già esaurito ad oggi, dopo soli due mesi di attività lavorativa. Risultato, non si pagano più ore eccedenti. Conseguenza: o fai il missionario, oppure i corridoi continueranno a brulicare di bimbetti con le sedie in mano che vagano da una stanza all'altra.
Anche questo è la scuola pubblica italiana oggi.

L'uccisione di Babbo Natale

Alla domanda "prof quando si prendono le vacanze di Natale", rispondere "non vedo l'ora" non è professionalmente indicato, vero?

E il mio maestro m'insegnò com'è difficile trovare l'alba dentro l'imbrunire

Potrei dire loro solo quello che c'è scritto sui libri. Giudicarli sul numero delle nozioni che mi sanno ripetere. E non pensarci più quando stanno fuori dal cancello di scuola.
Ma che senso avrebbe?

Per non rischiare di aver ragione che la ragione non sempre serve

Poi si finisce per parlare come se fossimo su una bilancia. Pende più dalla mia parte o dalla tua, è più importante il tuo piatto o il mio, quale dei due dolori pesa di più.
Ma ognuno ha le proprie spalle, e il peso che su di esse porta.

martedì 23 novembre 2010

We are the world

Io penso che i Take That se si sono sciolti hanno avuto i loro buoni motivi.

Questa è la mia vita, se entri chiedimi permesso

C'era una volta un uomo a me molto caro, che aveva l'abitudine di chiudersi in sé quando soffriva. Quanto mi arrabbiavo, per questo. Non lo capivo, volevo entrare dentro di lui ed essergli accanto anche - o forse soprattutto - quando era triste. Scontroso. Contorto.
Oggi qualcuno mi dice che io sono così. E tocco sulla mia pelle gli effetti delle parole che, per amore, io dicevo a lui.
Ti ama chi ti dice di voler vedere sempre il tuo cuore.
Ma oggi ho capito che è amore anche nasconderlo, alle volte, il cuore.

Come un altare di sabbia in riva al mare

E non sarò come mi vuoi. Perché sono fatta di mare in tempesta.
Ti deluderò. Tacerò quando vorrai sapermi e dirò palpiti che non capisci.
Difficile, l'amicizia.
Etereo e fuggevole, l'amore.
Ma abbiamo il cuore che ci è capitato. Un pugno di coralli nei fondali dell'anima, trasparente vortice di sabbie calde.
Fuori dai sentieri tracciati, a piedi nudi, vado.

Potevo attraversare litri e litri di corallo per raggiungere un posto che si chiamasse arrivederci

Non ho bisogno di tempo
per sapere come sei:
conoscersi è luce improvvisa.
Chi ti potrà conoscere là dove taci
o nelle ore in cui tu taci?
Chi ti cerchi nella vita
che stai vivendo, non sa
di te che allusioni,
pretesti in cui ti nascondi. [...]
Io no.

Ti ho conosciuto nella tempesta.
Ti ho conosciuto, improvvisa,
in quello squarcio brutale
di tenebra e luce,
dove si rivela il fondo
che sfugge al giorno e alla notte.
Ti ho visto, mi hai visto ed ora [...]
sei così anticamente mia
da tanto tempo ti conosco
che nel tuo amore chiudo gli occhi
e procedo senza errare,
alla cieca, senza chiedere nulla
a quella luce lenta e sicura...

Pedro Salinas, da La voce a te dovuta

lunedì 22 novembre 2010

La casa dov'è

Ci sono azioni che una persona comune di un paese mediamente civilizzato compie solo nella propria abitazione. Una, per esempio, è lavarsi i capelli.

L'amore si odia

Parlare di "limite" ti porta nella filosofia. E io, che già mi perdo nei labirinti dei miei pensieri, non ho nessuna intenzione di mettermi a fare filosofia. Quindi del limite dirò solo che secondo me esiste, ma dopo succede come nei circuiti di formula uno. Ricominci il giro. Cioé, varchi quella soglia, ed è come se tornassi indietro.
Per esempio, la bellezza.
Che un unico posto, come un solo sguardo, ne possono contenere solo fino ad un certo limite. Superato il quale è come se debordasse tutta la meraviglia, e si cominciasse daccapo. Cioè dal brutto.
Roma è la città più bella del mondo. Poco da obiettare. Il volo dei tordi nel cielo rosso di tramonto, le curve millenarie ed eleganti delle sue facciate, il gorgoglio puro delle sue fontane, i volti delle mille persone che ti trovi accanto, i colori a primavera, i gatti che sensuali accarezzano pietre antiche più del tempo. C'è talmente tanta bellezza, da superare il limite. E superato il limite, in quello stesso luogo, si ricomincia daccapo. Dal brutto.
Delle scarpe lercie abbandonate lungo i marcipiedi, del letto del fiume carico di plastica trasportata dalla corrente, dei bambini pesantemente addormentati sui petti ancora acerbi di altre bambine dalla pelle già dura. Il brutto di strade su cui esseri umani passano così velocemente da aver smarrito il senso del proprio tempo. Tanto che li vedi passare accanto a quella bellezza sconfinata senza neppure sollevare gli occhi.
E' così il limite. Se lo superi, devi ricominciare daccapo.

Dillo pure che sei offeso

E come se non bastasse, trovo sul libro di testo la parola chilometri scritta per esteso con la Kappa. Che io mi rifiuto pure di riscriverlo. Era una cosa finanche brutta a vedersi.

Canzone della bambina portoghese

In Italia c'è questa moda che se uno muore ammazzato poi diventa famoso, perché ne parlano tutti i giornali e le televisioni da Brunovespa in poi.
Adesso pare che la moda sia un'altra. Il link di feisbuc. Sulla persona morta famosa.
Io certe cose proprio mi confondo.
Perché vedi questa bella foto della ragazzina pugliese scomparsa quest'estate e poi trovata morta, e sotto c'è il link col suo nome. E tu ci devi cliccare, e risulterà che "ti piace S. S."
Mi piace? Cioé a dire...cosa esattamente mi piace?
Che sia morta ammazzata? O che bisogna per forza parlare di lei ogni volta che si accende la televisione, o la radio, o si apre una pagina di internet o di un giornale a stampa?
Davvero, non lo capisco. Perché a me sarebbe piaciuto che lei adesso stesse a chattare sul feisbuc, magari invece di studiare. Mi sarebbe piaciuto che pubblicasse sulla sua bacheca foto con orsacchiotti ed errori grammaticali, come tutte le sue coetanee fanno. Mi sarebbe piaciuto che restasse una perfetta sconosciuta, e vivesse la sua vita.
Non mi piace insultarla anche sul social network più famoso al mondo.
Abbiamo perso la decenza, questo è.

Singhiozzo

Si invitano i docenti ha cui è stata data comunicazione...........
Quello che c'era scritto dopo, l'ho rimosso.

martedì 16 novembre 2010

Fai di me la tua geisha

Se avete ascoltato qualche telegiornale nelle ultime ore, avrete sicuramente saputo che il principe d'Inghilterra ha fatto promessa di matrimonio. Se nell'ascoltare questa notizia avete pensato cose tipo: si ma a me cosa importa, bene. E' successo lo stesso anche a me. E' solo che poi ho pensato agli inglesi, i quali di noi hanno notizie riguardanti le puttane dei nostri politici. E allora ho deciso che è meglio interessarsi ai regali fidanzamenti. Che in fondo, sposare un principe, è sempre stato il sogno di tutte le donne normali.

Ahi che bell'cafè

L'ho già detto: non condivido l'eccessiva spettacolarizzazione che noi italiani facciamo di tutto quanto accade. Non mi piace esaltare una singola persona; se qualcuno fa - o dice, o scrive - qualcosa di giusto, invece di osannarlo dovremmo imitarlo.
Ma non sopporto lo stereotipo: Saviano cosa ha fatto di buono nella sua vita ha scritto solo un libro e gaudagna un sacco di soldi.
Non sopporto sentire ripetere questa frase, principalmente per un motivo. E cioè che tutti, tutti quelli capaci di scrivere un libro valido come i libri di Saviano, tutti dovrebbero guadagnare un sacco di soldi.
Ma che ce frega a noi. La cultura è un vezzo inutile, da demonizzare e prendere solo in piccole dosi.

I come Italiani

- Scusi, per la Tuscolana? -
- Deve girare a destra dopo quel semafero -
Compro una vocale e do la soluzione.

E tutti fermi in fila ad aspettare che scatti quel semaforo

Ricominciare a lavorare il lunedì mattina non è bello. Rientrare da un fine settimana fuori, gustoso e rilassante, è ancora meno bello. Arrivare alla tua macchina, il lunedì mattina, dopo un fine settimana fuori gustoso e rilassante, e trovare la tua macchina tutta smerdata di resina caduta dall'alberello gentile sotto cui ti eri parcheggiata, è un disastro.
Con l'umore abbastanza grigio, mi avvio verso il mio posto di lavoro. Al primo semaforo, puntuale come la pubblicità, arriva il lavavetri. Che vorrebbe appoggiare la sua spazzola sul mio vetro tutto appiccicoso. E io, che non ho voglia di portarmi a casa il lavavetri incollato dalla resina, rifiuto con gesti decisi. Quello, tutto serafico, indica la superficie a pois della mia macchina, con un cenno del capo mi chiede se sono sicura della mia risposta. Dopodicché si mette a ridere.

Chiedi chi erano i Beatles

Professoressa di Lettere: - L'ode leopardiana All'Italia ha uno spirito nazionalistico che non si ferma con la raggiunta Unità d'italia -
Silenzio stordito della classe.
Professoressa di Lettere: - Anche ai nostri giorni abbiamo composizioni che si possono paragonare a questa. Per esempio, come suggerisce il vostro libro, la canzone Viva l'Italia di De Gregori -
Il silenzio stordito diventa mormorio alla parola "canzone", per trasformarsi in disappunto al nome di De Gregori.
Alunno che è sempre il primo a parlare: - Prefesserè, chi? -
Professoressa di Lettere: - Non lo conoscete De Gregori? -
Alunna diligente con l'aria di chi vuole andare incontro alle richieste dell'insegnante: - Non è quello che è stato a San Remo? -

lunedì 15 novembre 2010

Non ti fermare ma balla, tutta la notte sei bella

Pare che i muri degli appartamenti condominiali abbiano questo potere di amplificare i rumori, rendendoli irriconoscibili e inquietanti. Considerando l'intervento del paranormale, quindi, bisognerebbe avere pazienza con gli altri inquilini. Anche perché, se tanto mi dà tanto, chissà io che disturbo arreco loro.
E siamo d'accordo.
Io però credo anche che nell'appartamento sopra quello di P. ci abitino dei cavalli.

Nei quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi

Il motivo per cui un quartiere poco raccomandabile di Roma si chiami "Bellamonaca", mi sfugge.

giovedì 11 novembre 2010

Viaggi e miraggi

Inevitabilmente, vado.

Puttana puttana puttana la maestra

Allora, io c'ho questo sogno qua di fare la scrittrice. Poi guardo la quantità fastidiosa di libri sulla scuola, sugli alunni, sui metodi, di cui proliferano le librerie e mi dico che se per un vizio di forma del mio sogno mi dovessi trasformare in uno di quegli scrittori, ecco io cambio sogno.
E voglio fare il controllore di biglietti sull'autobus. Per esempio.

Ma chi cambia qualche cosa qui sono io

Dicono che dopo un trasloco un individuo medio abbia bisogno di 6 mesi per recuperare il normale equilibrio. Un insegnante precario di mesi fra un trasloco e un altro ne ha 10. Da settembre a giugno.
Dieci meno sei uguale quattro.
Segue che un insegnante precario riesce a stare in un pur sottile equilibrio per 4 mesi all'anno.
Che poi, su quattro, due sono già quelli in cui devi decidere come e dove presentare domanda per le graduatorie dell'anno successivo. E non direi che sono momenti di "normale equilibrio".
Quindi, torniamo ai conti. Dei quattro mesi che il trasloco ti lascia per essere sereno, almeno due se li piglia l'ordinanza del Ministero Pubblica Istruzione.
Se la matematica non è un'opinione, l'insegnante precario dorme sonni tranquilli per due mesi all'anno.

mercoledì 10 novembre 2010

Si chiamava Gesù

Giulia. Claudio. Adriano.Valerio. Flaviano. Dario. I nomi dei miei alunni.
La meraviglia di un posto la cui storia è la storia del mondo!

Presto ti accorgerari com'è facile farsi un'inutile software di scienza

Dovremmo capire che insegnanti e alunni non sono rivali. Solo se camminiamo tutti verso uno stesso traguardo possiamo avanzare. Ma se il nostro incedere è una lotta, i passi condurranno inevitabilmente al deserto del fallimento.

martedì 9 novembre 2010

Quella che di giorno chiami con disprezzo pubblica moglie

C'è più tra zero e uno che non tra uno e cento, si dice. Nel senso che la differenza vera e sostanziale è tra l'assenza di una cosa e il suo inizio. Che poi dalla filosfia si passa con naturalezza alla saggezza popolare: chi ben comincia è già a metà dell'opera. Dopo la prima sigaretta, le altre non le conti più. Quando il tuo bambino dice la sua prima parola, è allora che ti commuovi: tutte le altre verranno senza che tu ci faccia neppure troppa attenzione. Quando decidi di viaggiare, il difficile è partire; una volta in treno, perderai il conto dei giorni e dei chilometri che ti terranno lontano da casa. Se decidi di andare a puttane, è la prima che fa la differenza. Le altre saranno solo una libidinosa ripetizione di quell'una.
Segue che poco ci importano i nomi, le facce, le storie delle escort con cui si allieta il nostro presidente. La questione discutibile è il fatto che lui utilizzi questo intrattenimento. Lo scorrere delle belle nelle dimore presidenziali, poi, fa poca differenza. Ancora una volta, invece, i mass media ci scartavetrano le palle con servizi, articoli, foto, interviste a queste giovani prostitute. L'ultima adesso è Nadia.
E questa giornalista parte alla ricerca di Nadia, intervista gli amici e i vicini di casa, chiede al barista gli orari abituali in cui la ninfa si reca nel locale, con l'intento tutto da fiction televisiva di fare un appostamento per inquadrarla, Nadia. Ma sinceramente, ci importa che faccia abbia?
A me no. Ma siccome evidentemente non tutti la pensano come me, la giornalista d'assalto va a citofonare all'appartamento di Nadia. Apre il fidanzato.
Nel sentire ciò, alzo gli occhi dalla mia cena. Che io la tivvù la ascolto solo quando mangio, e non la guardavo poiché, come già detto, la faccia di Nadia non mi destava curiosità. Ma quella del fidanzato si. Oibò. Il fidanzato di una escort. Come si definisce? Cornuto, magnaccio, affarista o semplicemente idiota?
La giornalista gli fa la domanda da un milione di dollari: lei è felice?
Il FidanzatoCornutoMagnaccioAffaristaIdiota ribatte con un'altra domanda: ma chi, io o lei?
E non credo ci sia bisogno di commentare la differenza pronominale. Lei si, è felice: 5000 euro a prestazione, e tutti i giornali che parlano di te. Lui, beh, fate voi.
Dalle successive interviste comincia a delinearsi l'ipotesi che questa Nadia abbia montato tutto l'ambaradan per guadagnare facile soldi e visibilità mediatica. Furbetta, l'amica.
Per poi scoprire che questa fanciullina ha origini calabresi.
Vuoi vedere che c'ha ragione mister B.? Che ste signorine qua le manda la mafia...

Ma il treno dei desidri nei miei pensieri all'incontrario va

La distanza dipende dalla percezione. Che uno spazio può essere talmente intimo al tuo cuore e caro ai tuoi pensieri da annullare i chilometri. Così come, al contrario, in un luogo ci puoi vivere senza entrarci mai veramente.
Personalmente mi innamoro molto dei luoghi. C'è un'energia, un profumo più intenso o un colore speciale che dalla terra mi arriva al cuore. Quando questo accade, io in quel posto mi sento a casa. Anche se è la prima volta che ci vado. Se questo non accade, se non mi sento in sintonia con una terra al primo impatto, so che non potrò starci bene perché quel posto mi sarà sempre distante.
Una terra che amo, si sa, è il Salento. Ora vivo a più di 500 km da lì, ma non me ne sento affatto lontana. Io.
La mia studentella autrice del compito che sto leggendo, invece, scrive così: Prendemmo l'aereo la sera prima, diretti a Lecce, visto che è lontanissima dalla mia città d'origine.
Che faccio, le assegno la ripetizione della geografia d'Italia, o vado a piangere per i prossimi dieci minuti?

Du ti du di du shi bu shi bum bum

Vedere come gli italiani strasformano tutto in un teatrino di opinionisti, mi indigna.
C'è stata una trasmissione in televisione, ieri sera. Personalmente, l'ho trovata molto ben riuscita. Satira e spettacolo, evidente schieramento politico e chiara manifestazione di un certo pensiero. Un giullare che - a prescindere dai gusti - è premio nobel. Un ragazzo che ha scritto di mafia, che sa inchiodare l'uditorio quando parla, e che vive sotto scorta perché minacciato. Un conduttore garbatamente discreto e sottilmente opportuno.
Quel programma non è e non sarà la salvezza del genere umano. L'unica cosa dignitosa che si può fare sarebbe esprimersi nel seguente modo:
a) mi è piaciuto perché
b) non mi è piaciuto perché
c) non l'ho visto
d) altro
Ma come sempre, noi, ne dobbiamo discutere come se da questo dipendesse la nostra vita. E come sempre dobbiamo essere accusatori o difensori, paladini del Savianononèunletterato o denigratori implacabili del Benignishowpoliticizzato.
Ma perché non sappiamo essere sobri?

lunedì 8 novembre 2010

Senza fiato

La poesia è quella cosa che dopo trattieni il respiro, e se non trascorre qualche minuto di lunga e piena contemplazione, non riesci neppure a muoverti.

Damme na mano a faglie ddi dde si

Ma quando il buon Dio inventava le lettere dell'alfabeto doppie, i romani dov'erano?

Disteso come un vecchio addormentato

Cioé, se ti mandano a vivere in un paesello di montagna tu lo sai che ti aspetta un inverno lungo, freddo e grigio. Però poi vedi tutta questa pioggia, tutta insieme, che non si ferma mai, e un poco dentro di te ci avevi sperato che magari ti toccava un inverno clemente. Invece no.

Sono arrivati con la guida ed hanno apparecchiato per il loro pic-nic

Ora c'è questa cosa che i ragazzi scrivono le lettere al contrario. Io resto interdetta. Perché devi fare un'enorme fatica per riconoscere la parola, con le lettere scritte al rovescio. Questo quando leggi.
E quando scrivi?
Segnali di cervelli geneticamente modificati.

Alle porte del sogno

Io volevo fare la scrittrice.

E' difficile parlare dei fantasmi di una mente

Quando dovresti fare tante cose, ma non ne hai voglia.
Quando potresti riempire il tempo uggioso di cose belle, almeno. Ma non ne hai voglia.
Se fuori piove, non va bene. Non va affatto bene.

Preghierina preghierina

Caro Dio, già che hai inventato il lunedì ne avremmo potuto discutere prima. Io mi sarei comportata diversamente, ma posso comprendere le tue ragioni.
Però il lunedì così piovoso potevi proprio risparmiarcelo.

domenica 7 novembre 2010

L'uomo che cammina sui pezzi di vetro

Probabilmente da queste parti i negozi di scarpe proporranno alla clientela merce assai strana. Ma io credo davvero, gentile signora che te ne vai a spasso per le discese e le salite dell'ameno paese sui castelli romani con un bambino in braccio, io credo che se cerchi bene nei negozi un paio di scarpe più comode di quelle che indossi, secondo me le trovi.

Non mi è concesso più di delegarti i miei casini

Ora si sa che gli artisti hanno una tendenza boemienne per cui passano molto del loro tempo persi in contemplazioni creative. Del resto, diciamocelo, a chi non piacerebbe trascorrere ore a far nulla, o al massimo impegnati solo nell'attività per noi più gratificante. Io, per esempio, oggi che è domenica mi sono vergognosamente alzata dal letto alle 12.30. Circa.
Però, il mondo vero è un altro. E non è sempre domenica. Allora, la prossima volta che leggo un libro con dentro un personaggio che abbandona tutto per un anno e parte alla scoperta di se stesso, o peggio, con dentro uno scrittore a cui l'editore ha pagato anticipatamente i diritti di un romanzo e questo qua se ne va a vivere nella città più bella del mondo impegnato solo a scrivere il libro per cui è stato già pagato, ecco: la prossima volta che leggo una cosa del genere, io prima di tutto do fuoco al libro. Poi cercherò l'editor di sì tanta opera, e darò fuoco anche a lui.

giovedì 4 novembre 2010

Che Dio ti benedica

Hanno inventato l'ipod per consentire a chi ama la musica di ascoltarla in qualsiasi luogo. L'ipod si attacca alle orecchie di chi ama la musica con delle cuffie. Questo per consentire al suddetto amante di musica di ascoltare le sue canzoni. Ma non sono inclusi nel prezzo dell'ipod tutti gli altri che stanno intorno all'ascoltatore di musica con cuffie. Che se devi alzare così tanto il volume, ho quantomeno il diritto di collaborare alla scelta dei brani. O no?

mercoledì 3 novembre 2010

Il bandito e il campione

L'essere umano è regolato da un funzionamento secondo me semplice, riconducibile a pochi istinti primordiali e a rapporti causa-effetto piuttosto ovvi, a pensarci bene.
Per esempio. Se a me, donna, piace uno; parlando della sua ex, io le troverò un difetto fisico. Sempre. Pensateci un attimo, signore. E ditemi se l'ex fidanzata del vostro uomo non aveva il culo troppo grosso, o le tette troppo piccole, o i capelli secchi come paglia, o gli occhi troppo vicini, o il naso troppo pronunciato. Certamente si. Perché la rivalità, noi esseri umani, la riconduciamo a una gamma di istinti primordiali.
Un altro esempio. Se tu, uomo, ambisci ad avere una carica. E sai che c'è un altro valido forse più di te che ambisce alla stessa carica. Pensateci un attimo, signori. E ditemi se il vostro rivale nel lavoro non ha qualche problema sessuale. Impotente, ejaculatio precox, gay. Se poi siete particolarmente arditi nella competizione, certamente vi paragonerete al rivale sul terreno sessuale, segnandovi dei punti di vantaggio, ovviamente.
Ecco, io credo che la classe - oltre che l'intelligenza - di una donna, si misuri nel fare apprezzamenti sulla ex; ci pensate, che rivincita? Così come la superiorità - e naturalmente l'intelligenza di un uomo - si rivelino nel non presentarsi come un toro da monta quando si tratta del suo lavoro.
Detto ciò, esco dal blog ed entro in feisbuc: vado a chiedere l'amicizia a Ruby Rubacuori.

martedì 2 novembre 2010

Cade la pioggia e tutto lava

A giudicare dalla solerzia frenetica e scomposta con cui i genitori si affollano all'uscita di scuola per aspettare i propri figli quando piove, intasando il traffico anche del piccolo paesello di montagna, si evince che i genitori ritengano i propri figli biodegradabili.

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