Si chiamano Ore Eccedenti. Sono un numero di ore che tu, se sei un insegnante, metti a disposizione per supplenze retribuite; in parole più semplici, se manca qualcuno ci vai tu, che sei comunque già in servizio lì dentro nella scuola. Pronto all'uso, diciamo.
I sindacati, quelli che lottano per i diritti degli insegnanti, dicono che nessuno dovrebbe dare ore eccedenti a disposizione della scuola, in modo da esortare chi di competenza a pagare un supplente. Ma la realtà dei fatti è che il supplente non lo si chiama, per tutta una serie di motivi. Allora, se manca un collega e non c'è nessun altro docente a disposizione, c'è la misura d'emergenza: divisione. Che significa corridoi invasi da bimbetti con le sedie in mano che devono essere intrattenuti in un'altra classe. Con buona pace di tutti, che tu non lavori se ti arrivano questi inattesi ospiti.
E' un casino, ci rimettono tutti. E allora è meglio che ci sia qualche docente a darle, le ore eccedenti.
Ora la scuola in cui lavoro io quest'anno ha ricevuto 10.000 (diecimila) euro in meno, rispetto all'anno scorso, per pagare le ore eccedenti. Per un totale ridicolo, praticamente già esaurito ad oggi, dopo soli due mesi di attività lavorativa. Risultato, non si pagano più ore eccedenti. Conseguenza: o fai il missionario, oppure i corridoi continueranno a brulicare di bimbetti con le sedie in mano che vagano da una stanza all'altra.
Anche questo è la scuola pubblica italiana oggi.
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