sabato 31 marzo 2012

Voglio vivere così

La primavera è la festa degli odori e il tripudio degli ormoni. Si salvi chi può.
Le presenti vicende di tutte le persone che conosco sono praticamente riconducibili a questa legge di natura, che a primavera ti comanda di fare l'amore. 
Più o meno con chi capita, se proprio non si può fare diversamente. 
Io personalmente festeggio il panismo cosmico portando brio nella mia vita di coppia. Allo scopo non ho potuto esimermi dall'acquistare dell'intimo nuovo. Quello della pubblicità della signorina che balla, per l'esattezza.
Se qualcuno sta pensando che ogni scusa è buona per spendere dei soldi, taccia per sempre.

E poi dice Mannaggia alla musica, dopodomani le dico addio. Ma poi si siede in faccia al golfo di Napoli e ringrazia Dio

Chi vuole perseguire un obiettivo deve mandare tutte le sue energie in quella direzione, non nella direzione opposta.

T. Terzani, Un altro giro di giostra

giovedì 29 marzo 2012

Quando vuoi gustare fino in fondo tutto il suo profumo devi rischiare la notte, il vino, la malinconia

Io prediligo gli odori. I profumi di aprile sono l'incanto dei sensi, mi riportano sulla pelle sensazioni passate con immutata intensità. Alle volte, però, per gustare gli odori e le sensazioni devi rischiare. E quello, si sa, spaventa. Perché puoi guadagnarci; una posta anche più alta di quello che immaginavi. Però puoi perdere. E quando giochi e perdi è brutto. 
Ti ritrovi a mangiarti i piedi, perché le mani le hai già finite.

Io più te

Anche il più perfetto degli uomini può commettere degli errori. Come quello di lasciarti sola per il tuo compleanno.

lunedì 26 marzo 2012

Lunedì mi lasciasti in quell'angolo così

Questa mattina, all'irrisolto e irrisolvibile trauma di alzarti alle sei il lunedì, se n'è aggiunto un altro. Era di nuovo buio.

domenica 25 marzo 2012

Ma è meglio poi un giorno solo da ricordare che ricadere in una nuova realtà sempre identica

Due monaci camminano per una strada allagata da un acquazzone. A un certo punto si trovano davanti una bella ragazza che, ben vestita com'è, non riesce ad attraversare una pozzanghera.
Uno dei due la prende in braccio e la deposita all'asciutto.
Lì per lì l'altro monaco non dice nulla, ma la sera, quando sono nel tempio dove passano la notte, non resiste: "Noi monaci dobbiamo stare lontani dalle donne, specie se giovani e belle" dice con aria di rimprovero. "Toccarle poi è estremamente pericoloso. Perché l'hai fatto?"
"Io quella ragazza l'ho lasciata là, dall'altra parte della pozzanghera - risponde l'accusato. - Tu invece mi sembra che te la sei portata dentro fin qui"

sabato 24 marzo 2012

Ma come non ti accorgi di quanto il mondo sia meraviglioso

Il mare. Dormire fino a che ne hai voglia. Il mare brillante del mattino. Le mattine in cui non suona la sveglia. Il ruomore del mare di notte. I libri. Il tramonto. Il tramonto in Salento. La Tennent's. Indossare le calze autoreggenti e un paio di tacchi altissimi. Il soufflé al cioccolato di Luly. Togliere un paio di tacchi altissimi quando i piedi ti fanno male. Togliere i tacchi sotto al tavolo del locale, fare il piedino al tuo uomo, e rimettere i tacchi senza che nessuno se ne sia accorto. Le poesie di Wislawa Szymborska. Il suono del pianoforte. Chattare con persone intelligenti. Addormentare mia nipote. I romanzi di Dostoevskij. Gli alunni quando non urlano. Fare l'amore. Le carezze sul viso dopo che hai pianto. Gli abbracci quando non ti vedi da tanto tempo. Il pollo alla birra. Ridere. Camminare all'aria aperta. La tagliata del Casale del Sole. Il giorno del mio compleanno. La crema catalana del Casale del Sole. Gli uomini che non hanno paura. Il primo giorno quando cambia l'ora da solare a legale, o viceversa, che comunque non capisci mai che ore sono. Le sorprese. Le farfalle nella pancia. La certezza che comunque andrà, andrà tutto bene; perché la Vita è meravigliosa.

Scoppiava finalmente la rivolta oppure in qualche modo mi ero rotto

Un’ora di internet in meno, un’ora di vita in più | Mauro Barberis | Il Fatto Quotidiano

Dimmi chi dorme accanto a me

Ora, io sono una donna fortunata. Ho tutto quello che ho desiderato, il mare che al mattino è solo mio, la poesia, le parole, i miei occhi che sanno trovare la bellezza. 
Ma svegliarmi alle 7.24 del sabato mattina è una cosa che mi tritura parecchio le palle, nonostante tutto.

I miei occhi su di te stanno scivolando

Tutto è mio, niente mi appartiene,
nessuna proprietà per la memoria
e mio finché guardo.

Wislawa Szymborska

Ma è bella l'illusione di un momento solo, quella luce che ti abbaglia anche se si spegnerà

La luce del mattino lava le cose che bagna. Attutisce i rumori e amplifica le sensazioni. 
L'aria del mattino ti attraversa l'anima e sa di te cose che neppure immaginavi. 
Ci sono ombre, espressioni, gesti che solo la mattina può svelare.
I sogni dietro agli occhi del tuo amante che dorme. L'initmità del cane che accompagna il suo padrone verso il nuovo giorno. I passi del pescatore che segue la risacca e il suo scintillare di scaglie.
Ci sono gesti che suonano dissonanti, nella sinfonia del mattino.
La donna e i suoi tacchi di ieri notte. Lei è più veloce del tempo attorno. E' in ritardo. Doveva essere qui la notte scorsa, ma un uomo non suo deve averla trattenuta. Uno scialle leggero disegna volute odorose alle sue spalle, quasi volesse tornare al tempo di prima, di prima del mattino. Lei tende il viso a pulirsi di luce, invece. E avanza. A passi svelti. Per accordarsi alla perfezione lenta del mattino che lava ogni cosa.
 

venerdì 23 marzo 2012

Cade la pioggia e tutto tace, lo vedi sento anch'io la pace

[...] su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.

Finisco di leggere D'Annuzio a quei mostri dei miei alunni. Illudendomi che almeno qualcuno abbia percepito un tocco della perfezione contenuta in questi versi; che sia arrivato, nelle loro menti travolte dalla scoperta degli ormoni, la carnale unione alla natura che il poeta rappresenta con una leggerezza profumata di erbe, e fiori, e ciglia, e pelle, e gocce frementi.
 -Che cosa succede in questa poesia? - chiedo
Brusio generale: -Siamo in una foresta, piove, ci sono il poeta ed Ermione
Possiamo farcela. Continuo: - Chi è Ermione?
-La fidanzata di Harry Potter
 

Domani ti regalerò una rosa

Questa mattina andavo bel bella al lavoro. Bel bella perché al venerdì entro più tardi, quindi al suono della sveglia mi ricordo che è quella di Paolo e penso che io posso restare ancora un po' fra le lenzuola e allora mi ricopro di egoistica mostruosità.
Guidavo bel bella, dicevo.
Per radio davano le notizie del traffico. Nostalgia dei mie luoghi passati, attraverso le loro strade.
Traffico intenso su tutte le strade di accesso alla Capitale, diceva la voce. E chi se lo scorda, il traffico intenso di Roma. Può significare ore incolonnati, mentre fuori dai finestrini tutta la vita scorre.
Diceva ancora, la voce: lavori sulla A3 Salerno-Reggio Calabria, chiusi gli svincoli di...; e a seguire una serie di uscite. Mi sono chiesta se non convenga mandare dei messaggi preregistrati, tanto le condizioni del traffico su certe strade non cambiano.
Pensando e ascoltando, sopraggiungo all'ingresso dell'autostrada che percorro per un tratto, andando a scuola. E c'era coda. Un po' di coda, ovvio, mica come a Roma. Oltra la quale scorgo degli omini con i giubbotti catarifrangenti che sembrava lavorassero. Vuoi vedere che stanno lavorando anche qui, mi sono chiesta incredula. Stavano piantando dei fiori. 
Cioé, io adesso vivo in un posto dove gli ingressi autostradali possono essere momentaneamente ad una corsia, perché è primavera e ci stanno piantando i fiori.

giovedì 22 marzo 2012

Cercami dove quando e come puoi

Da quando c'è feisbuc, la gente crede di avere contatti perché ti compare su una pagina cibernetica un'attività di una persona che conosci, confusa fra milioni di altre banalità, in un modo del tutto passivo. Voglio dire, non sei tu che te lo vai a cercare, l'amico; è l'amico che viene a te, in qualche modo. E a me piace invece l'idea che, se ho voglia di parlare con qualcuno, io compia un gesto che può anche essere assolutamente astratto, come rivolgere il pensiero a quel qualcuno e sorridere, ma che parte da me, solo da me, per arrivare a te, solo a te.
Poi sono andata via da feisbuc. Chiedendomi quante persone sarebbero venute a cercarmi per altri canali. E' bello constare che il numero di queste persone non è irrilevante.

Gianna non perdeva neanche un minuto per fare l'amore

Io con la mente lavoro parecchio. Nel senso che se sto facendo una cosa ne sto pensnado almeno altre due contemporaneamente, e non sempre connesse fra loro. Oggi, mentre ero al lavoro e spiegavo Hitler, la sua politica di spazio vitale, il concetto della purificazione della razza ariana e i campi di sterminio, mi vagavano per la mente immagini per nulla consone a quanto stava accadendo intorno a me. Ma proprio per nulla.
Credo di aver fatto il peggior oltraggio possibile a quella merdaccia di Adolfo, però!

mercoledì 21 marzo 2012

Era un ti amo, una carezza venuta male

Gli uomini si dividono in fidanzati, sposati, quelli che hanno paura. 
Può capitare che alcune categorie coincidano.

Corri come un gatto dal tuo letto alla fantasia

Amore. Ci sono momenti in cui è come se parlassimo due lingue diverse. Non riesco a farmi capire. Vorrei dirti delle cose e ne vengono fuori altre. Tu percorri un binario, e io sono su quello parallelo. 
Credo che il nocciolo del nostro problema siano le mutande.
Le tue piegate nel cassetto, divise per colore. Le mie, confuse tanto che alcune mattine ne prendo un paio e me ne vengono fuori tre o quattro contorte assieme. Io non lo so neppure di che colore sono, le mutande che indosso.

lunedì 19 marzo 2012

E partiva l'emigrante

Si era io e l'amico mio che è venuto dalla Calabria a trovarmi, quassù in Riviera. Noi ci piace fare le avventure, e per la curiosità di vedere cosa c'era all'interno di un antico ed elegante palazzo con la facciata importante, ci siamo ritrovati all'interno di una casa di accoglienza per anziani. Ci immettiamo in un corridoio producendo un fragoroso boato con la porta che ci si è chiusa alle spalle, e la signora Margherita passava di lì con la sua borsa bianca a tracolla, sorridente nella sedia a rotelle. Gioviale, la signora. Sguardo pieno di tempo e lineamenti sapienti di chi ha vissuto il mondo senza lasciarsene però inaridire. E sorrideva. In poche battute, come sempre accade con gli anziani, ci siamo ritrovati a parlare della sua storia. Poi, gentilmente, Margherita ci ha chiesto di noi. Lei, che oltrepassava facilmente il confine fra italiano e dialetto ligure, aveva riconosciuto che noi oriundi non eravamo. 
-Siete di Napoli?
E' bello vedere come il Sud venga generosamente identificato con una non meglio precisata Napoli.
-No, veniamo dalla Calabria
-Uh! -esclama stupita la signora Margherita -Io voglio bene a tutti. Pure a quelli del terzo mondo

Mille giorni di te e di me

E insomma, io da ragazzina c'avevo questo amore verso Claudio Baglioni. Non solo musicale, nel senso che a me proprio lui mi piaceva da morire. Ed ero piccina, eh. Poi il tempo passa. Si cambia. Ma non troppo. Che ho appena visto in televisione il figlio di Baglioni: ha suonato sta chitarra tenednola fra le braccia in un modo, che io mi sono innamorata di nuovo.

E tu che con gli occhi di un altro colore mi dici le stesse parole d'amore

Da quando si è messo in circolazione il Simposio di Platone, quindi da un bel po' di secoli, va avanti la storia dell'Amore come ricongiungimento delle parti per formare l'intero. Le due metà della stessa mela, nella più comune volgarizzazione della filosofia greca. 
Ma i filosofi, si sa, sono una cosa. La vita quella vera, un'altra.
E allora ti trovi a cercare chi ti completa. Ma devi saper distinguere fra chi completa le parti di te mancanti, e quel completamento che è invece amplificazione di aspetti del tuo essere. 
In realtà, la completezza vera è fatta dal bianco e nero, dalla luce e dal buio. Quando nella coppia si uniscono elementi che diversamente resterebbero monchi. E' in questi casi che l'altro ti porta a essere ciò che prima non eri. 
Ma non è niente facile. Dover fare i conti con elementi che fino a ieri non possedevi e che, in virtù di quell'Amore di Platone, ti ritrovi talmente inseriti in te da non poterli più scindere dal te stesso che eri. E il contrasto stride. Altro che petali di fiori e note di violino.

Riempiti di sole e vai nel cielo

Il mio bel terrazzino sospeso sul mare. Vorrei abbandonarmi sulla sedia, con un libro sulle ginocchia ma gli occhi persi nel blu. Lasciarmi attraversare dalla brezza di spuma. Svuotarmi di ogni cosa che non sia onde. Ma i pensieri resistono. Restano sempre loro i padroni della mia mente. Che non è mai, vuota.

sabato 17 marzo 2012

Mamma c'ha il cuore debole ma la voce di tuono

Da quando c'è il governo dei tecnici si è imposta all'attenzione del vasto pubblico la questione grammaticale del sessismo linguistico. Le signore Fornero, Di Benedetto e Cancellieri hanno chiesto e ottenuto che il loro nome venga indicato senza marcatura, cioé senza l'articolo, che sarebbe una cosa sessista. Perché dire Monti e non il Monti? Allo stesso modo, Fornero e non la Fornero. Parità dei sessi anche nell'uso linguistico.
Io credo che a spingere le ministre verso una simile precisione linguistica sia stato non tanto la passione per la cultura quanto il desiderio, legittimo, di differenziarsi dalle signore che erano state in politica fino a ieri. Ma questa è solo una mia idea.
Ho detto ministre. Declinando al femminile anche il nome della professione. Altro luogo spinoso. Adoperare il femminile per i nomi di professione è corretto, scorretto, o sessista? Grammaticalmente, è corretto. Sociologicamente è una rivendicazione. Stilisticamente, a me fa cagare. Io ci sono affezionata, all'uso puro e tradizionale delle parole. E faccio parte di quella categoria di donne che non si sente offesa se il ruolo che svolge è inidcato da un nome comune di genere maschile, poiché credo che il nome si riferisca alla funzione svolta e non deve necessariamente concordare con il sesso di chi la svolge. Altrimenti si cade nell'auto discriminazione sessista: se mi voglio a tutti i costi differenziare da un ministro maschio, non sto implicitamente dicendo che uguali non siamo? 
Sulla purezza delle parole, mi piace citare una considerazione sull'argomento di Luca Serianni, Accademico della Crusca. Sarebbe uno di quei tizi che si siedono attorno ai tavoli, con manoscritti, dizionari e stampe e studiano l'uso delle parole. Costui scrive:
Ma la lingua è frutto delle sedimentazioni culturali che si sono andate via via stratificando nel corso delle generazioni: oggi sappiamo che l'influenza è causata da un virus (non dall'influsso degli astri), scriviamo con penne che non hanno più nulla in comune con le  piume degli uccelli, le carrozze degli Eurostar si chiamano così benché non siano trainate da cavalli. Analogamente, modi ed espressioni cristallizatisi e da sempre spontanei nell'uso non dovrebbero essere sottoposti al letto di Procuste di una riscrittura "politicamente corretta" dando luogo a formulazioni impacciate o innaturali.

Vai Girardengo, vai grande campione

Ho visto le immagini della gente in fila a New York per attendere l'uscita del nuovo aifon. Le immagini del primo che l'ha acquistato uscire dall'applestore sollevando la sua confezione con lo stesso atteggiamento dei piloti quando sul podio sollevano la coppa. 
Le immagini che ho visto mi hanno fatto paura.

L'immenso soffio dell'oceno mi spinge via con sé a naufragare

Io sono la completezza, un oceano gonfio che niente può turbare. Niente mi limita. Onde e cavalloni danzano sulla mia superficie, ma non sono che forme di me, brevemente manifeste. Onde e cavalloni sembrano molteplici e diversi, ma li conosco solo in quanto apparenze. Non mi mettono limiti; la loro agitazione non è che la mia pienezza che si manifesta come agitazione. Le onde sono la mia gloria che si risolve in me. IN me, oceano gonfio, tutto si risolve. Non resto che io, completezza.

Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra

venerdì 16 marzo 2012

Rapsodia in blue

Le Quattro del mattino

Ora dalla notte al giorno.
Ora da un fianco all'altro.
Ora per i trentenni.
Ora rassettata per il canto dei galli.
Ora in cui la terra ci rinnega.
Ora in cui il vento soffia dalle stelle spente.
Ora del chissà-se-resterà-qualcosa-di-noi.
Ora vuota.
Sorda, vana.
Fondo di ogni altra ora.
Nessuno sta bene alle quattro del mattino.
Se le formiche stanno bene alle quattro del mattino
-le nostre congratulazioni. E che arrivino le cinque,
se dobbiamo vivere ancora.

Wislawa Szymborska 

giovedì 15 marzo 2012

Sotto la mano sinistra del suonatore

"Leopardi ha fatto alla letteratura quello che Chopin, Schumann e Schubert hanno fatto alla musica: uscire dalle regole". 
Ho un alunno che è stato capace di scrivere questo. Mi sto emozionando.
Peccato che ha scritto "l'espressività con cui la letta la prof", altrimenti avrei dato il primo dieci della mia pur breve carriera scolastica. E non ditemi che l'avrei fatto solo perchè questo alunno suona, perché non è vero!

mercoledì 14 marzo 2012

Così preciso ed imperfetto che nessuno lo incastrava

Io saranno gli ormoni, il segno zodiacale o i mie difetti non lo so. Ma ci sono volte in cui non tollero. Nulla.

Però stai bene dove stai

martedì 13 marzo 2012

Voglia di stringersi e poi vino bianco, fiori e vecchie canzoni

Bene. Si possono riporre i collant ultracoprenti. E' di nuovo stagione di leggerezza. Ovviamente si impone la necessità di un nuovo paio di scarpe.

Per niente stanca

Offresi in subappalto lavoro da insegnante precaria. Cercasi collaboratore per correzione compiti in classe (nella maggior parte dei casi temi di italiano, ma anche compiti di storia e/o geografia); prezzo trattabile. Astenersi perditempo.

lunedì 12 marzo 2012

Solo aghi di pino, e silenzio e funghi

Noi siamo non solo le prime della classe, abbiamo pure la pigna in culo delle pioniere.

La mia amica Maria, commentando la mia uscita fa feisbuc maturata grazie alla sua precedente ribellione alla dittatura del Grande Fratello.

domenica 11 marzo 2012

Le calze a rete Marlene e Charlot

-Ci vieni spesso in questa discoteca?
- A dire il vero, è la prima volta
- Eh. Io l'ho capito subito che non sei come tutte le altre. Che hai qualcosa di diverso
Sicuramente. Le calze.

In quello stesso istante in cui un cielo a pezzi cadrà su di noi

"Fuori svolazza il cielo
e fa il bagno il mare".
Il mio momento poetico del dopo caffèlatte oggi mi ha regalato questo verso della Szymborska, nei confronti della quale nutro ormai una vera adorazione (tanto che la mattina leggere le sue poesie non è per me un vezzo letterario, ma quasi una preghiera!). Ed era proprio così, la domenica di marzo in Riviera. Bella. Spumeggiante. Azzurra e profumata.
E poteva continuare così. Se non fosse stato per il locale in cui volevano farmi mangiare "Salame al aglio".
Che, grammatica a parte, poteva essere pure buono. Ma come si fa.

E con il ghiaccio dentro al bicchiere faremo un brindisi tintinnante

Da quando ho smesso di essere single mi sto perdendo la deliziosa fantasia delle frasi-acchiappo. Quando alla sera esci accompagnata, è difficile che ti si avvicini l'uomo rampante in slancio creativo che cerca di attaccare il bottone. Ieri sera, invece, mi trovavo in questa discoteca accompagnata da una serie di persone, tra le quali la mia bella amica. Single. Il mio uomo si trovava lontano dal divanetto sul quale noi due ci siamo languidamente adagiate. Arriva questo. Bellino, la verità. Beveva appoggiato ad un muro lì vicino, con lo sguardo tipico di chi valuta la situazione in cerca del momento giusto per approfittarne. Nei momenti in cui io ero occupata a scambiare frasine nell'orecchio con l'uomo mio, il predatore si lancia verso l'amica bella. E si esibisce nella seguente performance.
- Scusa, tu fumi? 
- Si - risponde lei. Ci si aspettava l'invito ad uscire fuori per fumare assieme. Poco originale come approccio, ma funzionale. Considerando che all'interno della disco si fa fatica a interagire. Invece costui aveva altre mire.
- Peccato-
Come peccato?!?
- Perché fumo anch'io e volevo lasciare il mio bicchiere sul tuo tavolino. Ma se poi esci per la sigaretta...
Cosa poteva rispondere la mia incredula amica se non: 
-Vai pure, che il bicchiere te lo guardo io.

Accecato d'amore mi stava a guardare

Questo pensiero superfluo l'ho già espresso, ma sento il desiderio di ribadirlo: la differenza fra la donna e la puttana è sempre meno visibile ad una prima occhiata.

sabato 10 marzo 2012

Come si cambia

Oggi, 10 marzo 2012, è un giorno importante. Ho cancellato il mio profilo feisbuc.
E mi sento come se avessi deciso di smettere di fumare, o di drogarmi. Insomma, era diventato una dipendenza. Poi, ieri in radio ho sentito una discussione di taluni esimi professori, i quali paragonavano il feisbuc a 1984 di Orwell. E mi è sembrato una ragione sufficiente per smettere.

giovedì 8 marzo 2012

I tuoi occhi sono pieni di sale

Alunno, interrompendo il silenzio di pietra seguito a un mio feroce rimprovero:
-Tranquilli, che tanto la prof ride dentro.

martedì 6 marzo 2012

Sempre io che pago. Non è mai successo che pagassero per me

Si legge questo articolo qua. Che il Governo dei tecnici sta proponendo di fermare i tagli alla scuola previsti dal piano Tremonti-Gelmini. In coerenza con il loro essere docenti, quindi intellettuali che magari l'importanza della cultura la considerano e intendono fare qualcosa oltre lo stanziamento dei fondi per la costruzione del tunnel per i neutrini.
Insomma, la notizia è bella. Se il decreto passa, l'organico scolastico si ferma a quello di questo anno e non ci sarano licenziamenti. Che poi, chiamali come ti piace, di questo si tratta.
Quindi io, che dalla scuola mi guadagno la pagnotta, sono contenta. Fedele al mio connaturato spirito di polemica, mi dico: ma allora i soldi che Tremonti voleva risparimare coi tagli, si possono prendere altrove.
Ecco. L'articolo del quotidiano, continuando la lettura, dice anche dove.  
Questo secondo provvedimento viene finanziato con un aumento della tassazione su birra e alcolici.
Perché non si può avere una notizia che sia soltanto buona?

 

lunedì 5 marzo 2012

Poi mi butti giù come fossi una bambola

Io sono prigioniera della mia mente. I pensieri sono come morsa, che in alcuni momenti stringono, stringono, soffocano. Spesso sono pensieri vacui, inconsistenti. Ma corrono veloci, e girano, girano, stordiscono. E mi affanno, mi prostro. Mi attacco voracemente alle cose che riescono a liberarmi. Per un po'. Fino alla prossima lotta. Con la mia mente.

La distrazione sta nelle cose

C'ho l'hobby di rompere i termometri. Adesso lo so.

domenica 4 marzo 2012

La matematica non sarà mai il mio mestiere

Sono sempre stata una letterata, io. Nel senso che ho sempre preferito le materie umanistiche. Leggere i libri, studiare la filosofia, la storia, fare i commenti alle opere letterarie. La mia vita fin qui è stata segnata dalle parole. Parole lette e parole scritte, parole per dire idee e per controbattere idee. Parole per esprimere quello che non può essere altrimenti rappresentato. 
Da qualche tempo, però, inizio a sentire un'attrazione verso i numeri. Quei numeri ai quali sono sempre stata isitntivamente ostile, tanto da non riuscire a ricordare un compleanno (tranne qualche rara eccezione) o a calcolare a mente quanto resto devo ricevere ad una cassa. Ora mi attirano. Perché ci vedo l'ordine. La logica rassicurante di rapporti causa-effetto. Tre più due fa cinque. E non c'è bisogno di smarrirsi nelle possibilità, di affaticarsi nell'ignoto di parole che potrebbero restare vuoto. La matematica che è fatta di processi di calcolo e logica nei quali il pensiero può riposare senza oziare, perché la fatica di seguirne il percorso sarà ricompensata da una approdo che è quello e non può essere un altro. O magari sì, potrà essere anche un altro. Ma intanto un approdo c'è. La mente del matematico arriva ad una meta. Mentre il letterato, alla fine del suo viaggio di fatica poetica, è riuscito solo a dire: all'alta fantasia qui mancò possa. E dopo tante parole, il silenzio. I commentatori di Dante parlano di estasi poetica, e di quest'estasi mi sono riempita la vita. Fin'ora.
Adesso vorrei un viaggio con una meta. Forse mi iscrivo alla facoltà di matematica. Se prima riesco ad imparare le tabelline.
 

Mille giorni di te e di me

Un anno e mezzo. Fra poco.
Se considero che il secondo è bisestile, sono 548 giorni.
La differenza fra le parole, i numeri, e le parole che dicono i numeri.
548 giorni sa di poco, o comunque di un tempo scandibile e riconoscibile.
Un anno e mezzo inizia ad avere una forma più fluida, ma ci vedi sempre i confini. E resta gestibile. Aver cambiato lavoro, regione, città, casa, stato sentimentale e pure il taglio dei capelli, ne fa un tempo che ha trasformato tutto quanto c'era prima. In una vita nuova. E questo non è scandibile. Senza confini, come l'infinito.

sabato 3 marzo 2012

Arido sono e dimenticato, amante amato

Mi illudo di avervi ridotto a non avere senza me che piaceri imperfetti.
Che cazzo di citazione è?
Mi sta ossessionando...

giovedì 1 marzo 2012

Urlando contro il cielo

I ragazzini non sono capaci di parlare senza urlare. L'affermazione ha la veridicità di un esperimento scientifico. Quando parlano per esprimere un pensiero, urlano. Se costretti a parlare a voce moderata, tipo per rispondere a domande in classe, iniziano a farfugliare periodi inconseguenti dai quali è pressocché impossibile ricavare un senso.


Tu non mi basti mai

J. K. Rowling, sei un genio. Io non lo so se hai fatto tutto da sola, o se c'è un cosiddetto progetto editoriale dietro ai tuoi libri. Ma quando inizi a leggere non ti puoi più fermare.

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