lunedì 19 marzo 2012

E partiva l'emigrante

Si era io e l'amico mio che è venuto dalla Calabria a trovarmi, quassù in Riviera. Noi ci piace fare le avventure, e per la curiosità di vedere cosa c'era all'interno di un antico ed elegante palazzo con la facciata importante, ci siamo ritrovati all'interno di una casa di accoglienza per anziani. Ci immettiamo in un corridoio producendo un fragoroso boato con la porta che ci si è chiusa alle spalle, e la signora Margherita passava di lì con la sua borsa bianca a tracolla, sorridente nella sedia a rotelle. Gioviale, la signora. Sguardo pieno di tempo e lineamenti sapienti di chi ha vissuto il mondo senza lasciarsene però inaridire. E sorrideva. In poche battute, come sempre accade con gli anziani, ci siamo ritrovati a parlare della sua storia. Poi, gentilmente, Margherita ci ha chiesto di noi. Lei, che oltrepassava facilmente il confine fra italiano e dialetto ligure, aveva riconosciuto che noi oriundi non eravamo. 
-Siete di Napoli?
E' bello vedere come il Sud venga generosamente identificato con una non meglio precisata Napoli.
-No, veniamo dalla Calabria
-Uh! -esclama stupita la signora Margherita -Io voglio bene a tutti. Pure a quelli del terzo mondo

4 commenti:

  1. Eh va be! ma allora per massimiliano è un vizio.
    L'ultima volta che abbiamo fatto un avventura io e lui abbiamo scoperto 30 immigrati che vivevano sulla spiaggia in condizioni misere!

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  2. E anche i 30 immigrati che vivevano sulla spiaggia in condizioni misere vi hanno definiti "terzo mondo"? ;) Kiss, sister

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  3. Organizzo un gita la prossima settimana (che fate), venite?
    firmato

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  4. beh, non ci hanno definito terzo mondo, ma ricordo che qualcuno ha detto: E io pensavo di venire di venire in europa!!! mi sa che vuol dire la stessa cosa, no?

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