giovedì 6 ottobre 2011

In piena facoltà, egregio presidente, le scrivo la presente

Quando i fatti della storia li devi spiegare, ne guadagni una prospettiva nuova. Più sottile e profonda. Le lotte per l'indipendenza, ad esempio. Quelle americane sono state grandiose: intelligenti, partecipate, efficaci. Bella vicenda che ha cambiato il mondo. Quelle italiane, sono un goffo tentativo di ottenere qualcosa senza che nessuno sapesse bene cosa, lotte scandite da tradimenti, alleanze cambiate, eroi che diventavano criminali e criminali che diventavano eroi.
Quando i fatti della storia li devi spiegare, comprendi meglio i corsi e ricorsi. Lo vedi proprio, che la storia dei popoli si ripete, perché lo spirito dei popoli è un'entità dominante. L'ethos, dicevano quei gran signori dei greci.
Bene, il nostro ethos, se lo confrontiamo con quello degli americani, vediamo questo. Davanti alla crisi mondiale, crisi del sistema finanziario capitalista globale, noi italiani come reagiamo? Ce la prendiamo con Berlusconi. I suoi sedicenti avversari lottano con tutte le loro forze perché si dimetta. E poi basta, non fanno altro. Anche perché hanno finito probabilmente le forze. 
Dal canto suo, Berlusconi continua ad andare avanti col suo proverbiale ottimismo, e l'idea che un problema non esiste se ne neghi l'esistenza. I mezzi d'informazione, pensano bene di raccontarci di Amanda e Sollecito, oppure, se proprio vogliono fare i mezzi di informazione impegnati, fanno le inchieste sulle escort.
E gli americani? cosa fanno? Occupano Wall Street. Cioé vanno coi loro corpi davanti agli uffici delle borse. Dove è il vero problema. A dire: ecco, noi siamo qui. Ora voi dovete fare qualcosa perché noi non accettiamo più che usiate i nostri soldi in questo modo.
Eran trecento, eran giovani e forti, sono morti. Il nostro massimo eroismo.

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