Da qualche parte avevo letto che traslocare genera uno stress molto alto, assimilato ad eventi sconvolgenti come il parto o una vedovanza. Mi aveva colpito questo paragone da psicologia spicciola, perché di traslochi ne ho fatti molti. E certo, non è facile. Ma non credo che se mi morisse il marito mi sentirei come quando cambio casa. Però, è un cambiamento forte. Non solo fuori. Perché, per esempio, non puoi mai portare con te tutto quello che avevi nella abitazione precedente; e allora devi scegliere. Ora, si sa, gli oggetti hanno un valore affettivo e simbolico. Quello che l'anno prima era per me indispensabile, a guardarlo davanti a scatoloni da riempire diventa così naturalmente superfluo, che vedi la tua vita cambiare, mentre avvolgi di carta da imballaggio quanto invece decidi di portare con te. Perché di alcuni altri oggetti non puoi proprio fare a meno. Non ancora.
Io in ogni trasloco lascio indietro delle scarpe. Soprattutto perché adoro comperarle, e quale scusa migliore del: non ne ho? (sottinteso qui con me, ma non sottilizziamo).
Le scarpe che lascio indietro sono sempre scarpe col tacco alto. Che mi piacciono, si. E ci sono momenti in cui ho voglia di salire su dei fascinosi trampoli. Ma quando c'è da scegliere, da cambiare, da partire, io indosso sempre scarpe basse. E non è che non mi piaccia essere notata.Che ho comperato anche stivali rossi, nella mia vita.
Il punto è che la strada va percorsa tutta, senza esitazioni. Con i piedi ben saldati sulla terra.
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