domenica 10 ottobre 2010

Un treno per dove esisti tu

Nei treni una cosa che non mi piace è il vicino che parla al cellulare. A voce alta. Se poi parlando a voce alta, mentre io vorrei godermi in silenzio il mondo che scorre dietro il vetro, questo vicino importuno dice pure scemenze, io mi altero.
Come questo ragazzone bruno, grassottello, che parla un po' arabo e un po' italiano con una tipa e le spiega una vantaggiosa e imperdibile promozione ferroviaria. Uno sconto se viaggia la coppia: si paga un solo biglietto.
- ... -
- Si si. Se viaggiano donna e maschio -
Ora, caro arabo che urli al telefono, mi inchino all'abilità con cui usi la mia lingua. Io non ci so parlare così velocemente e correttamente in un altro idioma. Però DONNA e MASCHIO non si dice. Si dice maschio e femmina.Oppure uomo e donna.
No, tanto per aiutarti nelle sfumature.
Anche se, a pensarci bene, in italiano forse si potrebbe anche dire così. Che di donne ce ne sono, ma di uomini... Suona male perché siamo abituati a dirlo in un altro modo. Però, donna e maschio sono i componenti della maggior parte delle coppie che si vedono in giro. Laddove lui si limita a svolgere le proprie funzioni biologiche di maschio.
Allora facciamo così, signor Trenitalia. Che l'avrà sentita anche lei la storia, tanto urlava l'arabo coniatore di nuovi binomi linguistici.
Facciamo che donna e maschio pagano un solo biglietto. Ma se salgono due che possono dimostrare di essere uomo e donna, allora li si fa viaggiare gratis. Io direi.

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