Quello che sto per scrivere si discosta dalla posizione e dai gusti della maggior parte delle persone di cultura medio-alta. Ragione che mi sembra sufficiente per non annoverarmi fra costoro. In fondo io sono solo una professorina che legge per istanza compulsiva. Cioé annusando i libri. E che poi dimentica finanche gli argomenti dei libri che ha letto.
Dunque, non appartenendo alla categoria degli intellettuali, posso dire che a me piace leggere i best seller. Che ne so, il Codice Da Vinci. Mi è piaciuto. E non poco.
L'ho letto sotto l'ombrellone. E poi ho letto anche Angeli e Demoni.
Così come adesso, che stanno iniziando le vacanze, io leggo il primo volume della Trilogia del Millennio. Ero indecisa se aprire L'Idiota o questa roba qua del Millennium.
Lo so, è blasfemo.
Però io adesso torno a casa dai miei, che non ci vado da quattro mesi. Ci sarà il camino acceso, cugini e amici che non vedo da quest'estate. E avevo voglia di portare con me questo genere di libro. Un libro che non è un classico, che magari si fa dimenticare ancor prima di averlo letto tutto. Ma un libro che io, in questo momento, ho preferito a Dostoevskij. E nella disapprovazione indignata di quanti stanno pensando che il mio livello culturale è pari a quello del gradino di ingresso, io affermo la mia tesi. E cioé che i libri che vendono tante copie, se vendono tante copie, è perché piacciono. Se piacciono è perché dietro c'è uno scrittore - o più scrittori, o un progetto editoriale, fa lo stesso - che è stato capace di sedurre tanti lettori. Lettori non abituati a leggere? Tanto meglio. Ulteriore merito.
E allora, se uno scrittore ha prodotto e numerosi lettori hanno apprezzato, perché io devo giudicare senza aver letto? O disapprovare solo per questo?
Mi fa schifo essere intrattenuto piacevolmente da un libro senza pretese?
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