mercoledì 29 giugno 2011

Tu giri adesso con le tette al vento, io ci giravo già vent'anni fa

Visto che di traslochi sono ormai esperta, una regola è: quando inizi a impacchettare la roba, in un primo momento ma solo in un primo momento riesci a catalogare mentalmente i pacchi e il loro contenuto. Arriva poi un secondo momento, quello della roba che non ha abbastanza identità da costituire un unico pacco; e allora, questa roba qua trova posto negli interstizi e intercapedini dentro agli altri pacchi. Che obiettivo principale di un trasloco resta comunque quello di ammassare il maggior numero di cose nel minor volume possibile.
Dunque, al secondo momento delle intercapedini segue un terzo momento, in un intervallo di tempo molto breve, in cui perdi l'orientamento; e non hai per tanto la minima idea di cosa contengano i pacchi che nel primo momento avevi provato a catalogare.
Lo stato d'animo prodotto dal terzo momento è forse simile a quello del saggio. Stato d'animo di distacco dagli oggetti i quali, fino a che restareranno confusamente sparsi nelle scatole, sarà come non possederli. Tutto sommato è una bella sensazione. Può essere liberatorio.
Un consiglio. Però. Nato da esperienze molteplici. Un consiglio da tenere assolutamente a mente. Date uno spazio preciso e non confondibile alle vostre mutande. Altrimenti vi trasformerete in un saggio che, uscito dalla doccia, bestemmia in tutte le lingue - appunto per effetto della scienza infusa dalla saggezza del distacco dalle cose. E potreste essere nudi come vermi. Il che non è bello.

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