lunedì 27 febbraio 2012

Pensa se le canzonette me le recensisse Roland Barthes

Negli ospedali romani è il caos: pare che il paziente che arrivi d'urgenza non possa godere dei necessari e tempestivi interventi di ospedalizzazione o rianimazione.  In seguito a tale accadimento, anche la lingua italiana è nel caos: dando questa notizia, giornalisti televisivi e radiofonici ci hanno parlato di pronti soccorsi, pronto soccorsi, i pronto soccorso.
Pronto soccorso è un nome composto; la formazione del plurale per i nomi composti segue delle regole che analizzano le componenti la parola. Nel nostro caso, abbiamo un aggettivo (pronto) seguito da un nome (soccorso); la regola vorrebbe il plurale con l'aggettivo invariato e la desinenza plurale solo per il nome. Dovrebbe quindi essere i pronto soccorsi.
Il bello della lingua italiana è che è musicale. Di fronte alla  fluidità del suo suono, finanche i grammatici, gli accademici, i linguisti si sono arresi e hanno deciso che c'è una "zona grigia" all'interno della quale la regola è determinata da quello che la comunità dei parlanti percepisce come corretto. Cioé a dire, è giusto quello che vi suona meglio. 
E il naufragar m'è dolce in questo mare.

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