domenica 11 marzo 2012

Le calze a rete Marlene e Charlot

-Ci vieni spesso in questa discoteca?
- A dire il vero, è la prima volta
- Eh. Io l'ho capito subito che non sei come tutte le altre. Che hai qualcosa di diverso
Sicuramente. Le calze.

In quello stesso istante in cui un cielo a pezzi cadrà su di noi

"Fuori svolazza il cielo
e fa il bagno il mare".
Il mio momento poetico del dopo caffèlatte oggi mi ha regalato questo verso della Szymborska, nei confronti della quale nutro ormai una vera adorazione (tanto che la mattina leggere le sue poesie non è per me un vezzo letterario, ma quasi una preghiera!). Ed era proprio così, la domenica di marzo in Riviera. Bella. Spumeggiante. Azzurra e profumata.
E poteva continuare così. Se non fosse stato per il locale in cui volevano farmi mangiare "Salame al aglio".
Che, grammatica a parte, poteva essere pure buono. Ma come si fa.

E con il ghiaccio dentro al bicchiere faremo un brindisi tintinnante

Da quando ho smesso di essere single mi sto perdendo la deliziosa fantasia delle frasi-acchiappo. Quando alla sera esci accompagnata, è difficile che ti si avvicini l'uomo rampante in slancio creativo che cerca di attaccare il bottone. Ieri sera, invece, mi trovavo in questa discoteca accompagnata da una serie di persone, tra le quali la mia bella amica. Single. Il mio uomo si trovava lontano dal divanetto sul quale noi due ci siamo languidamente adagiate. Arriva questo. Bellino, la verità. Beveva appoggiato ad un muro lì vicino, con lo sguardo tipico di chi valuta la situazione in cerca del momento giusto per approfittarne. Nei momenti in cui io ero occupata a scambiare frasine nell'orecchio con l'uomo mio, il predatore si lancia verso l'amica bella. E si esibisce nella seguente performance.
- Scusa, tu fumi? 
- Si - risponde lei. Ci si aspettava l'invito ad uscire fuori per fumare assieme. Poco originale come approccio, ma funzionale. Considerando che all'interno della disco si fa fatica a interagire. Invece costui aveva altre mire.
- Peccato-
Come peccato?!?
- Perché fumo anch'io e volevo lasciare il mio bicchiere sul tuo tavolino. Ma se poi esci per la sigaretta...
Cosa poteva rispondere la mia incredula amica se non: 
-Vai pure, che il bicchiere te lo guardo io.

Accecato d'amore mi stava a guardare

Questo pensiero superfluo l'ho già espresso, ma sento il desiderio di ribadirlo: la differenza fra la donna e la puttana è sempre meno visibile ad una prima occhiata.

sabato 10 marzo 2012

Come si cambia

Oggi, 10 marzo 2012, è un giorno importante. Ho cancellato il mio profilo feisbuc.
E mi sento come se avessi deciso di smettere di fumare, o di drogarmi. Insomma, era diventato una dipendenza. Poi, ieri in radio ho sentito una discussione di taluni esimi professori, i quali paragonavano il feisbuc a 1984 di Orwell. E mi è sembrato una ragione sufficiente per smettere.

giovedì 8 marzo 2012

I tuoi occhi sono pieni di sale

Alunno, interrompendo il silenzio di pietra seguito a un mio feroce rimprovero:
-Tranquilli, che tanto la prof ride dentro.

martedì 6 marzo 2012

Sempre io che pago. Non è mai successo che pagassero per me

Si legge questo articolo qua. Che il Governo dei tecnici sta proponendo di fermare i tagli alla scuola previsti dal piano Tremonti-Gelmini. In coerenza con il loro essere docenti, quindi intellettuali che magari l'importanza della cultura la considerano e intendono fare qualcosa oltre lo stanziamento dei fondi per la costruzione del tunnel per i neutrini.
Insomma, la notizia è bella. Se il decreto passa, l'organico scolastico si ferma a quello di questo anno e non ci sarano licenziamenti. Che poi, chiamali come ti piace, di questo si tratta.
Quindi io, che dalla scuola mi guadagno la pagnotta, sono contenta. Fedele al mio connaturato spirito di polemica, mi dico: ma allora i soldi che Tremonti voleva risparimare coi tagli, si possono prendere altrove.
Ecco. L'articolo del quotidiano, continuando la lettura, dice anche dove.  
Questo secondo provvedimento viene finanziato con un aumento della tassazione su birra e alcolici.
Perché non si può avere una notizia che sia soltanto buona?

 

lunedì 5 marzo 2012

Poi mi butti giù come fossi una bambola

Io sono prigioniera della mia mente. I pensieri sono come morsa, che in alcuni momenti stringono, stringono, soffocano. Spesso sono pensieri vacui, inconsistenti. Ma corrono veloci, e girano, girano, stordiscono. E mi affanno, mi prostro. Mi attacco voracemente alle cose che riescono a liberarmi. Per un po'. Fino alla prossima lotta. Con la mia mente.

La distrazione sta nelle cose

C'ho l'hobby di rompere i termometri. Adesso lo so.

domenica 4 marzo 2012

La matematica non sarà mai il mio mestiere

Sono sempre stata una letterata, io. Nel senso che ho sempre preferito le materie umanistiche. Leggere i libri, studiare la filosofia, la storia, fare i commenti alle opere letterarie. La mia vita fin qui è stata segnata dalle parole. Parole lette e parole scritte, parole per dire idee e per controbattere idee. Parole per esprimere quello che non può essere altrimenti rappresentato. 
Da qualche tempo, però, inizio a sentire un'attrazione verso i numeri. Quei numeri ai quali sono sempre stata isitntivamente ostile, tanto da non riuscire a ricordare un compleanno (tranne qualche rara eccezione) o a calcolare a mente quanto resto devo ricevere ad una cassa. Ora mi attirano. Perché ci vedo l'ordine. La logica rassicurante di rapporti causa-effetto. Tre più due fa cinque. E non c'è bisogno di smarrirsi nelle possibilità, di affaticarsi nell'ignoto di parole che potrebbero restare vuoto. La matematica che è fatta di processi di calcolo e logica nei quali il pensiero può riposare senza oziare, perché la fatica di seguirne il percorso sarà ricompensata da una approdo che è quello e non può essere un altro. O magari sì, potrà essere anche un altro. Ma intanto un approdo c'è. La mente del matematico arriva ad una meta. Mentre il letterato, alla fine del suo viaggio di fatica poetica, è riuscito solo a dire: all'alta fantasia qui mancò possa. E dopo tante parole, il silenzio. I commentatori di Dante parlano di estasi poetica, e di quest'estasi mi sono riempita la vita. Fin'ora.
Adesso vorrei un viaggio con una meta. Forse mi iscrivo alla facoltà di matematica. Se prima riesco ad imparare le tabelline.
 

Mille giorni di te e di me

Un anno e mezzo. Fra poco.
Se considero che il secondo è bisestile, sono 548 giorni.
La differenza fra le parole, i numeri, e le parole che dicono i numeri.
548 giorni sa di poco, o comunque di un tempo scandibile e riconoscibile.
Un anno e mezzo inizia ad avere una forma più fluida, ma ci vedi sempre i confini. E resta gestibile. Aver cambiato lavoro, regione, città, casa, stato sentimentale e pure il taglio dei capelli, ne fa un tempo che ha trasformato tutto quanto c'era prima. In una vita nuova. E questo non è scandibile. Senza confini, come l'infinito.

sabato 3 marzo 2012

Arido sono e dimenticato, amante amato

Mi illudo di avervi ridotto a non avere senza me che piaceri imperfetti.
Che cazzo di citazione è?
Mi sta ossessionando...

giovedì 1 marzo 2012

Urlando contro il cielo

I ragazzini non sono capaci di parlare senza urlare. L'affermazione ha la veridicità di un esperimento scientifico. Quando parlano per esprimere un pensiero, urlano. Se costretti a parlare a voce moderata, tipo per rispondere a domande in classe, iniziano a farfugliare periodi inconseguenti dai quali è pressocché impossibile ricavare un senso.


Tu non mi basti mai

J. K. Rowling, sei un genio. Io non lo so se hai fatto tutto da sola, o se c'è un cosiddetto progetto editoriale dietro ai tuoi libri. Ma quando inizi a leggere non ti puoi più fermare.

mercoledì 29 febbraio 2012

Ma non risponderei per non trascinare parole in linguaggio d'azzardo

Qual è il contenuto del sorriso
e d'una stretta di mano?
Nel dare il benvenuto
non sei mai lontana
come a volte è lontano
l'uomo dall'uomo
quando dà un giudizio ostile
a prima vista?
Ogni umana sorte
apri come un libro
cercando emozione
non nei suoi caratteri,
non nell'edizione?
Con certezza tutto
afferri della gente?
Risposta evasiva la tua,
insincera,
uno scherzo da niente -
i danni li hai calcolati?
Irrealizzate amicizie,
mondi ghiacciati.
Sai che l'amicizia va 
concreata come l'amore?
C'è chi non ha retto il passo
in questa dura fatica.
E negli errori degli amici
non c'era tua colpa?
C'è chi si è lamentato e consigliato.
Quante le lacrime versate 
prima che tu portassi aiuto?
Corresponsabile 
della felicità di millenni -
forse ti è sfuggito
il singolo minuto
la lacrima, la smorfia sul viso?
Non scansi mai
l'altrui fatica?
Il bicchiere era sul tavolo
e nessuno lo ha notato
finché non è caduto
per un gesto distratto.
Ma è tutto così semplice
nei rapporti fra la gente?


Wislawa Szymborska, Domande a me stessa

martedì 28 febbraio 2012

Libertango interludio

Alcune parole hanno il potere di evocare sensazioni. Ma così intense da toglierti il fiato.

In mezzo al mare c'è una donna bianca che di guardarla uno non si stanca

Certo che nella vita ci vuole culo. Prendete il capitano della Costa Allegra, per esempio. Lui è stato preservato dalle gloriose figure di merda che ha fatto il suo collega; ma mica perché era più bravo. Voglio dire, la nave non poteva abbandonarla giacché erano in mezzo al mare, mentre quel povero cristo di Schettino con la terra che si vedeva vicino vicino, insomma la tentazione ti viene. Poi, a rispondere che non si vede niente perché è buio, che tutti l'hanno deriso, poveraccio; il capitano della Allegra non ha corso questo rischio: c'erano le fiamme a illuminare tutto. Il black out, poi, che  uno è stato indagato per aver detto che c'era, quell'altro se l'è trovato bello e pronto. Insomma, a pensarci bene, sono le circostanze che fanno gli eroi.
O no?

lunedì 27 febbraio 2012

Pensa se le canzonette me le recensisse Roland Barthes

Negli ospedali romani è il caos: pare che il paziente che arrivi d'urgenza non possa godere dei necessari e tempestivi interventi di ospedalizzazione o rianimazione.  In seguito a tale accadimento, anche la lingua italiana è nel caos: dando questa notizia, giornalisti televisivi e radiofonici ci hanno parlato di pronti soccorsi, pronto soccorsi, i pronto soccorso.
Pronto soccorso è un nome composto; la formazione del plurale per i nomi composti segue delle regole che analizzano le componenti la parola. Nel nostro caso, abbiamo un aggettivo (pronto) seguito da un nome (soccorso); la regola vorrebbe il plurale con l'aggettivo invariato e la desinenza plurale solo per il nome. Dovrebbe quindi essere i pronto soccorsi.
Il bello della lingua italiana è che è musicale. Di fronte alla  fluidità del suo suono, finanche i grammatici, gli accademici, i linguisti si sono arresi e hanno deciso che c'è una "zona grigia" all'interno della quale la regola è determinata da quello che la comunità dei parlanti percepisce come corretto. Cioé a dire, è giusto quello che vi suona meglio. 
E il naufragar m'è dolce in questo mare.

Lasciatemi cantare con la chitarra in mano

Prescrizione non vuol dire assoluzione. L'italiano è importante.

giovedì 23 febbraio 2012

Dagli il via dagli libertà

Un pigro in città se ne rientra a casa tra le 19 e le 19.30, e incontra un sacco di sportivi che vanno ad allenarsi; gli sportivi si dirigono verso le palestre in tuta e scarpe da ginnastica, portano tutti a tracolla un borsone che trasuda fatiche e camminano a piedi, perché lo sportivo anche in palestra ci va a piedi. Il pigro, invece, è proiettato a quello che gli accadrà fra pochi minuti, quando si toglierà le scarpe e i vestiti, indosserà un comodo e rilassante pigiama, sprofonderà sul divano in compagnia del suo libro. E l'unico sforzo fisico che gli resta potrebbe essere quello di digitare i tasti del suo computer. Se non è troppo stanco e preferisce solo leggere.