martedì 19 aprile 2011

Jan Hus di nuovo sul rogo bruciava all'orizzonte del cielo di Praga

C'avrà ragione, Berlusconi. Che nelle scuole pubbliche la testa degli scolari si riempie di idee comuniste. Io, per esempio, ricordo gli anni del liceo con il calore dei falò sulla spiaggia, una fredda bottiglia di birra in mano, e le chitarre che suonavano quelle canzoni di sinistra. 
Guccini, fra tutti.
Noi leggevamo un sacco di libri, non paghi delle schitarrate notturne. Una roba che le nostre famiglie certamente avrebbero disapprovato, se l'avessero saputo. Infatti si diceva: vado a dormire da Maria. Che voleva invece significare: sto in giro tutta la notte a bere birra e cantare canzoni eversive dell'ordine costituito. Ma c'era quel nome, il nome della tua amica, e la mamma era - o fingeva d'essere - tranquilla.
La primavera di Praga è stata un mito che ha infiammato i nostri sogni di ragazzi. Giustizia, libertà, forza del pensiero, possibilità di cambiare le cose a partire dalla cultura. Tutte idee contrarie alla famiglia, senza dubbio. Un po' come il mito del principe azzurro. Che poi, quando cresci, ti accorgi che ti hanno canzonato, che era più falso di Babbo Natale.
La primavera di Praga, io ci sono stata. Tanto per cominciare, faceva un freddo che quale primavera, non prendiamoci in giro! Poi, i monumenti tutti neri. Loro dicono di averli costruiti con una pietra che non è facile restaurare; e allora, niente pulizia. Ma, cosa peggiore di tutte. La piazza del monumeto a Jan Hus. Quello della canzone. E' solo una statuina decentrata, che se qualcuno non te lo dice tu neppure la noti. Mentre Jan Palach, lo studente simbolo di tutto quanto noi studenti imboniti da insegnanti diabolici avremmo voluto diventare, a Praga gli hanno dedicato solo una lapide. A terra. Rotonda, circondata da fiori. E basta.
Ecco, io glielo voglio dire al presidente del consiglio: tu c'hai ragione. Ci hanno messo in testa un sacco di idee bislacche. I valori della vita sono altri.

Nessun commento:

Posta un commento

Archivio blog