martedì 31 maggio 2011

E un figlio ama sempre un padre ma lo fa mentre lo giudica e quasi mai perdona

Se non rimani orfano troppo presto, se sei invece strettamente legato ai genitori per tredici, quattordici o quindici anni, ti si sviluppa il cazzo, perdi la verginità, cerchi la tua indipendenza e, se quella dove vivi non è una famiglia disastrata, al momento giusto i tuoi ti lasciano andare, perché sei pronto a cominciare a essere un uomo, pronto, cioè, a scegliere nuove fedeltà e nuove affiliazioni, pronto a scegliere i genitori della tua maggiore età, i genitori scelti che, poiché non ti si chiede di colmarli del tuo amore, amerai o non amerai, come ti aggrada.
Come si scelgono, questi genitori? Per una serie di casi fortuiti e con grande forza di volontà. Come arrivano a conoscerti? E tu, come arrivi a incontrare loro? Chi sono? Com'è, questa genealogia non genetica? Nel mio caso erano uomini dai quali avevo deciso di imparare il mestiere [...]
Per me erano tutti, a modo loro, figure straordinarie, personaggi con i quali misurarsi, mentori che incarnavano o abbracciavano idee valide e che m'insegnarono per primi a orientarmi nel mondo e nelle sue pretese, i genitori adottivi che, ciascuno al suo momento, dovevano poi essere scartati insieme alla loro eredità, dovevano sparire, cedendo il passo  a quella condizione  di orfano totale che è l'età virile. Quando sei dentro a questa storia tutto solo.
Philip Roth, Ho sposato un comunista

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