martedì 15 febbraio 2011

Ho sognato una strada

Dice il signor Guerra: "Sono originario di Cidadelhe, un paese del comune di Pinhel". Pensa di andare anche là?" Risponde il viaggiatore, senza mentire: "Ne avevo l'intenzione. Mi piacerebbe vederlo. Com'è la strada?". "La strada è brutta. E' in capo al mondo. Ma un tempo era peggio". Ha fatto una pausa e ha ripetuto: "Molto peggio".
Nessuno può definirsi viaggiatore se non ha qualche intuizione. A questo punto, questo qui ha indovinato che c'era qualcos'altro da sentire e ha lanciato un semplice filo, senza neppure bisogno dell'esca: "Me l'immagino". "Forse. Ma io non posso proprio restare indifferente quando mi dicono che paesi come il mio sono destinati a scomparire". "E chi gliel'ha detto?"
"Il sindaco di Pinhel, alcuni anni fa. Sono paesi condannati, diceva lui."
"Lei ama il suo paese?" "Molto". "Ha ancora dei parenti, là?" "Solo una sorella. Ne avevo un'altra, ma è morta".
Il viaggiatore sente che sta avvicinandosi e cerca la domanda che meglio possa aprire l'arca che immagina, ma l'arca finisce per aprirsi da sola e mostra quanto c'è dentro, una storia normale in paesi condannati come Cidadelhe: "Mia sorella morì a sette anni. Io ne avevo nove. Si ammalò di difterite, e continuava a peggiorare. Da Cidadelhe a Pinhel ci sono venticinque chilometri, allora era una strada sterrata, tutta pietre. Il medico non veniva fin là. Allora mia madre chiese in prestito un asino e partimmo tutti e tre, su per quei monti".
"E ce la faceste?"
"Non facemmo neppure metà del cammino. Mia sorella morì. Tornammo a casa, con lei sopra l'asino, in braccio a mia madre. Io camminavo dietro, piangendo". Il viaggiatore ha un nodo in gola. Si trova nella sala da pranzo di un albergo, quest'uomo è il capocameriere e racconta una storia della propria vita. Ci sono altri due camerieri lì vicino, ad ascoltare. Dice il viaggiatore: "Povera piccola. Morire così, per mancanza di assistenza medica". "Mia sorella morì perché non c'erano né un medico né una strada". 
Allora il viaggiatore capisce [...]. Ritorna in camera. Distende sul letto la sua grande carta, cerca Pinhel, eccola, ed ecco la strada che va verso l'interno, in qualche punto di questo spazio è morta una bambina di sette anni, e finalmente il viaggiatore trova Cidadelhe, lassù, tra il fiume Còa e il torrente Massueime, è in capo al mondo, sarà in capo alla vita. A meno che qualcuno non se ne ricordi".

José Saramago, da Viaggio in Portogallo 

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