La cultura italiana - laddove per "cultura" si intende l'atteggiamento mentale della maggioranza, non di certo l'insieme delle nozioni possedute né tantomeno la qualità dello spirito critico con cui si osservano i fenomeni - si è brunovespizzata. La tendenza culturale dominante, infatti, per qualsivoglia accadimento è quella di schierarsi su due file di poltrone contrapposte.
Le poltrone di qua, e le poltrone di là. Sulle poltrone siedono tuttologi di specchiata fama. I quali non fanno altro che rimpallarsi le banalità dette da qualcun altro, o sfidarsi alla sensazionalità più eclatante. Poi, quando il dibattito langue, suona il campanello ed il parterre si arrichisce di un nuovo ospite, che avrà sicuramente qualcosa di determinante da aggiungere.
La cultura italiana oramai è questo.
Che si tratti di Gianni Morandi e San Remo, che si tratti della guerra che sta scoppiando in Libia, del lavoro che non c'è o dell'ennesima ragazzina scomparsa. Non c'è differenza di peso fra gli argomenti. Per ognuno, due file di poltrone contrapposte. Io dico questo, tu dici quest'altro. Non sforziamoci di saperne di più. L'importante è scegliere in quale lato delle poltrone accomodarsi. Dlin dlon.
martedì 22 febbraio 2011
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