Lo so che in classe non bisogna orientare le giovani menti verso le tue proprie idee. Però conosco anche la seduzione del potere: le giovani menti sono lì, potrebbero prendere la direzione che io scelgo di dare loro. E quando fai questo lavoro, ci pensi, che certi miti puoi demolirli. Ne hai il potere. E allora non resisto.
Quando stimolo una discussione e li vedo riproporre passivamente i modelli televisivi, li sgrido. Uso l'esplicito paragone con la De Filippi, intimando la differenza tra una scuola, dove si impara a pensare, e lo studio televisivo di Amici.
In realtà critico ciò che ignoro, poiché io le trasmissioni della Maria non le ho mai guardate. Sicché ignoravo totalmente chi fosse Annalisa. Giovane promessa della musica, bella gnocca savonese, lanciata sulla ribalta della musica italiana esattamente dalla De Filippi.
Lo ignoravo fino a ieri. Quando alla sera l'ho vista in tivvù a San Remo. Ma al mattino avevo scoperto che la suddetta artista è la figlia di una mia collega.
Insomma, quello che io ignoravo magari i discenti lo conoscono. Per cui, in simile lampante caso di allievo che supera per conoscenza il maestro, mi vedo costretta a non denigrare più la trasmissione. Perché parlar male dei colleghi davanti agli alunni non è mio costume. Neppure implicitamente. Ohibò.