Sono stata decisamente contrariata dalle vicende politiche di questi giorni. E adesso mi sento addolorata, proprio dispiaciuta per l'esito delle presidenziali.
Quando sei su una nave che sta affondando, quando la vedi imbarcare acqua e perdere rotta, non puoi più fidarti di nessuno. Sarà l'istinto di sopravvivenza, ma devi fare qualcosa. Tu, con la forza delle tue braccia. E allora sento che in questo momento ognuno di noi deve fare qualcosa, per impedire alla nostra democrazia di affondare.
Mossa da una prima reazione di forte rabbia, ho pensato di cercare su google come si cotruiscono le bombe con le pentole a pressione. Che noi ce l'abbiamo ma non la si usa praticamente mai.
Poi però io non sono violenta. E credo, continuo a credere che la politica sia bella. Allora sto anche meditando di andare, domani perché l'urgenza di intervenire è impellente, ad iscrivermi a un partito. O a quel che ne resta. Ma sinceramente, non saprei quale.
In ultimo, ho elaborato l'amarezza con la razionalità, e ho capito che l'unica cosa importante da fare io la faccio già. Acculturare la gente. Bambini, e famiglie. Perché se siamo ridotti così è perché siamo diffusamente ignoranti. La nostra lingua si impoverisce sempre di più. Le librerie vendono sfumature di cazzo o libri di ricette. Saviano è primo in classifica perché fa stato. Cazzo, non puoi non comprarlo (io ovviamente spero che tutti gli acquirenti siano anche lettori, ma non ci giurerei).
Allora, anche se è contrario alla mia etica professionale e ai miei principi politici, io adesso lo dico: a me la gente ignorante, volontariamente ignorante, mi fa paura. E pure un po' schifo.
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