sabato 12 settembre 2009

Bambolina e Barracuda

L'altra mattina passavo a piedi da piazza M., che è il cuore della zona commerciale di L., elegante e ricca città del Sud. Al centro della piazza c'è una fontana, al fianco di quella fontana si stagliava un palco con tanta gente intorno. Io che sono generalmente curiosa, mi sono avvicinata. Selezioni di Miss Non So Che. Scetticismo. Non è il genere di spettacolo al quale mi piace assistere, ma tant'è, ci sono. Osservo.
Il suddetto palco aveva come sfondo il gorgoglio della fontana illuminata dal sole di settembre. Tra i pilastri di ferro e le travi di legno che lo componevano, un lampo rosso. Una ventina di ragazze, tutte più giovani di quanto sembrino in tv le miss, che le vedi agghindate come dive senza età e poi senti il presentatore dire Alessia ha diciotto anni e pensi caspio gliene davo trenta. Ma anche sessanta, potrebbe essere B. B.
La bellezza sopra tutto, prima di tutto.
Quelle ragazze, l'altra mattina a L., in piazza M., erano vestite di rosso: canottiera aderente a disegnare perfettamente le forme dei seni, gonne cortissime svolazzanti di pieghe, scarpe a punta aperta, zeppe e tacchi grattacielici. Rosso. Tutto rosso. Rifulgevano come la mela di Eva. Bellezza. Desiderio.
C'erano degli uomini, sul palco insieme a loro. Dovevano essere i responsabili dello spettacolo, i registi, cosa ne so io come funziona la selezione di Miss Rosso Fuoco. Di certo erano uomini che davano ordini, e le ragazze prendevano le pose richieste. Per mostrarsi meglio. Per far risaltare la bellezza. Per mangiarti meglio, bambina mia.
E mentre il lupo famelico bramava le carni di cappuccetto rosso, ho rivolto lo sguardo alle persone che mi stavano intorno. Per il genere di idea che mi ero fatta - sempre prevenuta, io! - mi aspettavo di essere circondata da ragazzi uomini vecchi giovani adulti, tutti altrettanto agognanti come il lupo famelico.
Invece ho visto una serie di famiglie. Famiglie semplici, tradizionali, perfette. Papà mamma fratellino sorellina in certi casi anche nonno e nonna.
Incredulità.
Sgomento.
Quelle ragazze erano venute accompagnate dall'intera famiglia. Superare le selzioni di Miss Zeppa Altissima non è solo il desiderio baluginante di una ragazza che si sente padrona del mondo perchè ha sedici anni. Ci siamo passati tutti, magari con sogni diversi: io volevo diventare scrittrice, tu modella: va bene, a sedici anni ogni cosa è possibile.
Ma sedere il sabato sera su una poltrona di Rai Uno mentre Carlo Conti pronuncia le parole magiche... è l'ambizione che hanno le famiglie. Chi è il barracuda di quelle sfolgoranti bamboline?
Mia nonna spegneva stizzita la televisione perché le femmine erano troppo nude. Le chiamava con appellativi poco lusinghieri. Che possiamo farci, era una contadina burbera, lei. Ora non c'è più.

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