giovedì 1 dicembre 2011

Nostra figlia già si muove, si muove nel tuo fianco

E poi c'è il ricevimento parenti. Che arriva il parente e tu capisci subito tutto del ragazzino, tanto da non avere quasi più bisogno di interrogazioni o verifiche. Io mi diverto pure. A fissare le facce del parente seduto davanti e cercare di riconoscere i lineamenti o le espressioni dell'alunno. Sono come delle caricature, le facce dei parenti. 
Io c'è un alunno che mi fa girare livemente le balle. Poverino, non ha bisogno di fare niente. Una reazione a pelle. Che poi quello ci mette del suo e proprio bene non si comporta; ma io mi sento infastidita a prescindere. Ora, il parente di questo ragazzino si è espresso più o meno così: la adora, dice che è contento nelle sue ore perché lei gli vuole bene.
Professionalmente, mi sono sentita molto gratificata. Che quando fai questo lavoro, l'obiettività è fondamentale. Tutti ricordiamo quella prof stronza che faceva preferenze. Che sono naturali, purtroppo, biologiche. Ma non hai il diritto di farne, in questo lavoro. Quindi, tutte le forze emotive volte a  non far passare nessun trattamento di riguardo. Che lui, proprio lui, riferisca a casa che gli voglio bene, è una cosa che professionalmente mi ha dato soddisfazione.
Umanamente, però, mi sono sentita una merda.

Nessun commento:

Posta un commento

Archivio blog