giovedì 26 novembre 2009

Al di qua del muro

Ci sono gli scrittori, e ci sono gli insegnanti di lettere.
Ci sono i creativi, e ci sono i critici.
La divisione è netta: i primi scrivono, creano; i secondi leggono e studiano.
Critca viene dal greco Krino. Cambiare per crescere. E per questo ogni critica è positiva. Però, se resti solo al di là del muro, la tua capacità di far cambiare per crescere si atrofizza e si trasforma in un asettico tentativo di imbrigliare tutto nella rete delle tue categorie concettuali.
E la fantasia, l'arte, si sa: non le puoi imprigionare. Ti sfuggiranno sempre.
Ieri ho visto questo scrittore
Può piacere. Non piacere. Poco importa. La cosa importante è che sto tizio si siede davanti a un foglio bianco e scrive. Inventa. Crea.
Nello stesso luogo in cui ho visto il suddetto scrittore (diciamo il peccato ma non citiamo i peccatori) c'erano dei docenti di letteratura dell'Università (che non linko, ci mancherebbe pure!).
Il creativo in questione ha parlato del suo libro, caricando di emotività il racconto con le note di Vivaldi; il collegamento era: io ho scritto cercando l'emozione che ha fatto nascere queste composizioni.
Dopo ci sono state le domande. Una docente ha esordito con "sarò breve", che tradotto dall'italiano accademico all'italiano corrente significa parlerò quindici minuti di fila. Un preambolo barocco, complicato e trabordante di citazioni accademiche, per chiedere quali sono stati i riferimenti letterari del romanzo.
Lo scrittore ha risposto da creativo. Nessuno, ha detto. Che non sarà vero, naturalemnte, ma ha fatto contrasto netto con l'erudizione pedante esibita da lei.
Ci sono gli scrittori, e ci sono gli insegnanti di lettere.
Ci sono i creativi, e ci sono i critici.

Il lavoro dei primi ti fa sognare, emozionare e diveritre. Il lavoro dei secondi può ammazzare ogni emozione.
Io, perdonatemi, ma vorrei tanto stare al di qua del muro.

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