domenica 10 gennaio 2010

Bassotuba non c'è

Io non credevo esistesse uno strumento che si chiamava Bassotuba, fino a che non ho letto il libro di Paolo Nori, nel cui titolo compare questo strumento qua. Nella mia ignoranza musicale e pigrizia verbale, mi sono immaginata una specie di contrabbasso, e ho letto dunque il libro senza pormi altre domande. Non è mia abitudine; generalmente io le cerco sul vocabolario le parole che non conosco. Ma quella volta no, vuoi perché speravo di trovare qualche descrizione nel racconto, vuoi perché poi il racconto non mi è neppure piaciuto, insomma il bassotuba me lo sono immaginato come una specie di contrabbasso e non ci ho pensato più.

L’altro giorno conosco un maestro di contrabbasso; si prendeva un aperitivo e l’archivio della mia mente mi ha segnalato quell’oscuro bassotuba. Ho così scoperto che non c’entra davvero nulla con il contrabbasso. Il gentile maestro, che deve aver capito l’associazione per cui ho fatto quella domanda proprio a lui che stava sorseggiando un rosso, la prima risposta che mi dà è: è uno strumento a fiato.

E io no, per circa tre mesi ho creduto che fosse uno strumento a corda, il bassotuba.

Se il bassotuba è uno strumento a fiato, molte delle scene che ho immaginato leggendo il libro sono diverse da come le ho immaginate io. E l’amico che beveva il vino rosso non aveva nulla in comune con Paolo Nori.

Vedete che sono davvero cattivi, i pregiudizi. Se ti fermi all’idea di qualcosa, quell’idea ti impedisce di vedere l’essenza, e finirai per costruire castelli in aria, associazioni di causa ed effetto che partono proprio dall’idea sbagliata e ti porteranno lontano dalla verità. Le parole sono importanti, ma bisogna guardarle allo specchio per leggerle veramente.

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