Ieri sera eravamo in questo locale a giocare al quizzetto che ci piace tanto. Abbiamo pure vinto, e i momenti di gloria intellettuale sono davvero gratificanti. Prima di iniziare a giocare, però, l'amica canterina e io abbiamo subito un'umiliazione; manco a dirlo, l'umilatore è stato un giovanotto tutto carino che si è avvicinato al nostro tavolo. Era l'animatore della serata. Capello corto a spazzola, bruno, lineamenti marcati: quello che quando si avvicina tu d'istinto ti aggiusti un po' i capelli, per intenderci. Il tipetto bellino distribuiva le pulsantiere per il gioco, e si è fermato a spiegarci una roba sull'acquisto di una scheda punti, del cui funzionamento non abbiamo capito pressocché nulla. Che io mi spazientisco con le schede punti. E anche perché noi due, la canterina e io, si pensava essenzialemnte al modo di dire una cosa carina al ragazzo bellino.
Ma non avevamo messo in conto la presenza dell'amico conte.
Che se ne stava tutto disinteressato al suo angolo di tavolo.
Però il bellino con la pulsantiera....era a lui che si rivolgeva. Sguardo intenso, voce suadente.
E allora si è verificata sta scena: noi due da perfette idiote rivolte al bellino, il bellino rivolto all'amico nostro. Poi il bellino se n'è andato, che l'amico nostro non preferisce i bellini. Se n'è andato ancheggiando. E io mi chiedo perché sono sempre i migliori che se ne vanno.
lunedì 4 gennaio 2010
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