martedì 12 gennaio 2010

Vivere a orecchio

Forse è una questione di orecchio; che quando vai in un posto devi abituarti al suono di una lingua, all'inflessione, al dialetto che sia. Me lo diceva sempre il prof. d'inglese, la storia dell'orecchio: è tutta questione di abitudine, il difficile è il suono.
Anche nella musica, non a caso, la familiarità coi suoni è indicata attribuendo a chi la possiede questa caratteristica dell'organo uditivo.
Insomma, quando sei in sintonia, hai orecchio.
Allora si vede che l'avevo persa la sintonia con questa terra.
Perché oggi ho passato quasi un'ora con due operai indigeni. Dico operai per dire che non avevano una dizione molto affinata, ecco. Dunque loro lavoravano e si scambiavano una conversazione di quelle presumibilmente banali che accompganano un lavoro manuale in casa di estranei. Io però non ce l'ho avuto l'orecchio.
Non ho capito una sola parola di quello che dicevano, giuro.
E quando si rivolgevano a me, è stato umiliantissimo dire: non ho capito....
Ma non potevo nemmeno giustificarmi dicendo che sono di fuori. Per motivare la mia espressione stralunata, avrei dovuto dire come minimo eh mi son de milàn. Invece io vengo proprio da dietro l'angolo. Sono cose brutte.

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