giovedì 2 settembre 2010

A noi ci piace assai la televisione proprio l'oggetto – dico – esposto in salone

Vabbé, la televisione si sa, alle volte annoia. Annoia nei momenti migliori del suo "palinsesto", quindi nei mesi di vacanza l'impegno profuso dai produttori si azzera. E ti rifilano per tutto il tempo repliche.
Repliche di fiction, di concerti, di film d'autore.
Mentre scrivo, siamo nella fascia oraria che segue l'informazione serale, fascia oraria che i migliori palinsesti riempiono di imbecilli che aprono pacchi - a prova dell'alto livello socioculturale del prodotto televisivo. Siccome stare lì ad aprire pacchi deve essere molto faticoso, quei tizi adesso sono in vacanza. Eppure è due settembre. Vacanze lunghe.
Possiamo osservare, in questa fine estate, repliche di varietà televisivi. Periodo storico: anni Sessanta/Ottanta. La cosa strana è che quei programmini lì erano divertenti. Interessanti. Ironici. E io le guardo queste repliche, perché mi piace vederci dentro le canzoni. Ti capita di trovarci De Gregori, Battisti, Mina; insomma, cantautori e interpreti che non la conoscevano, Maria De Filippi, ma pur senza esserle amici - o non sarà forse proprio per questo? - sono bravi. Ti capita di vederci dentro Gino Bramieri, o Renzo Arbore; Massimo Troisi, Alberto Sordi. Sandra Mondaini e Raimonod Vianello. Ridi, perché sono bravi. E intelligenti. Un uomorismo che ti arricchisce, e un uso opportuno della lingua italiana.
Mentre mi gusto questi esempi di televisione, mi chiedo:
1) Perché le repliche di trasmissioni belle si fermano agli anni Ottanta?
2) Ma gli scenografi, dov'erano? No, era proprio necessario fare stare la gente dentro un cubo bianco e vuoto?

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