martedì 23 febbraio 2010

Meriggiare pallido e assorto

Poco prima, un servizio al telegiornale iniziava col queste parole. Che poi costituiscono l’incipit di una nota poesia di Montale. O almeno a me, nota.

La signorina giornalista se ne andava carina a intervistare gente per strada, che io posso anche capire l’imbarazzo se tu te ne stai a fare i fatti tuoi e una ti ferma con microfono e telecamera chiedendoti se conosci questa poesia. Per cui, espressione smarrita: giustificata.

Naturalmente, tutti i signori intervistati smarriti ignoravano la poesia. Un ragazzo ha detto: Montale….di che periodo è?

Questi sono i momenti in cui capisco al frase dei film: hai il diritto di tacere, tutto quello che dirai potrebbe essere usato contro di te.

Orbene, nell’ignoranza generale della poesia che, a detta della signorina giornalista carina, non si impara più a memoria nelle scuola, il servizio rispondeva con una rivelazione. Il faccione tondo di Mario Venuti che canta meriggiare pallido e assorto presso un rovente muro d’orto. Eccetera.

La rivelazione è che c’è un cd musicale nel quale grandi artisti della canzone italiana (Spagna, Iva Zanicchi, vabbè) cantano le poesie.

Che presa in sé, l’idea potrebbe pure essere carina. Se consideri i testi di certe altre canzoni, come quello che deve fare l’amore in tutti i laghi, capisci che ascoltare Spagna che canta Leopardi potrebbe non dispiacerti del tutto.

Poi, continuando a seguire il servizio rivelatore di conoscenze eccelse, ho scoperto che questo cd l’ha finanziato il Ministero della Pubblica Istruzione.

Che, se non ricordo male, è lo stesso ministero che ha ridotto le ore di Italiano nelle scuole. Il cerchio si chiude, la conoscenza è completa: ti compri il cd, le poesie te le ascolti in cuffia nell’mp3 mentre vai sul motorino, i professori non ti servono più a nulla.

Indi uscimmo a riveder le stelle.

Che non è una canzone di Valerio Scanu.

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