giovedì 8 aprile 2010

Dolcemente complicate

Ho un amico, il quale ha un fratello che sta per diventare papà. Fino a ieri, questo neo papà e la futura mamma, con rispettive famiglie allegate, aspettavano un maschietto. Cioè, il medico aveva detto loro: è un maschio.

Ieri la futura mamma in questione si reca dal suddetto medico per l’ecografia di rito, e si scopre che il suo bimbo in realtà è una bambina.

Ora i problemi sono due: che fine faranno tutti gli oggetti e le tutine e i giochini azzurri dei quali il futuro erede era già stato provvisto. Ma soprattutto, perché un ginecologo scambia una donna per un uomo? Questo non è un discorso femminista, giuro. Che potrei partire con astratte filosofie sulla misura del cervello, ad esempio. Piccolo, uomo. Poi cresce con le settimane di gestazione, dunque donna. Ma no, non dirò questo. Il pensiero è più semplice: per dire che un bambino è maschio, generalmente ci si basa sulla presenza di un elemento caratterizzante e distintivo. Come fa poi quel bambino a ritrovarsi femmina? Voglio dire….il ginecologo, che cosa avrà scambiato per elemento distintivo? Se io fossi quella futura mamma, forse cambierei medico.

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