Ne ho già fatto la mia massima di vita. L'obiettivo più alto della mia esistenza, credo. Che il mondo quaggiù è fin troppo serio, e cercarne il lato buffo è l'unico modo di attraversarlo più o meno facilmente. Le parole, poi, si sa quanto io le ami.
La cosa che prediligo è ridere per un uso acuto e strambo delle parole.
Alle volte mi vengono in mente degli stravolgimenti di realtà, di quelli che chi non li capisce definisce humor inglese (perchè poi), che io anche senza proferirli all'esterno, rido da sola.
Si lo so, sono matta.
La cosa che non mi piace, però, è quando io una battuta del genere la faccio a voce alta, e l'uditorio resta basito. Avete presente quando scende quel velo di imbarazzo che non si sa cosa rispondere?
Brutto.
Giusto ieri sera si è verificata una situazione simile. Si era parlato di poesia, una cosa letteraria che ha avuto dei momenti di forte intensità alternati, come naturale, a folate di egocentrismo saccente, condite con la giusta dose di orgoglio provinciale. Si è parlato di poesia che svela stati d'animo, e di poesia che non è poesia perchè non arriva al cuore.
Dopodicchè, come sempre accade, si è finiti a tarallucci e vino. Si beveva, e a me è balenato per la mente un brindisi idiota di quelli fatti con la rima più sciocca e banale. E mi è sembrato divertente, dopo i discorsi che si erano fatti.
Ora, malauguratamente, questo brindisi sciocco e rimato, è venuto alle orecchie di un pubblico più vasto di quello al quale era rivolto. Questi qua hanno sentito le parole che, ribadisco, per me erano una battuta, e hanno detto: BRAVA.
Capite?
La mortificazione è massima. Tipo che tu vorresti trasformarti nella prima cosa che hai davanti, le gambe del tavolo o il bicchiere di camparigin. Ma non puoi, trasformarti. E devi pure trovare una faccia adatta con cui rispondere. Ho optato per assumere una faccia da matta. E poi ho ordinato un altro camparigin.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Archivio blog
-
▼
2010
(391)
-
▼
aprile
(27)
- Distanze siderali
- C'è qualche cosa di sbagliato nell'amore
- Seduto in mezzo al traffico ho visto un angelo vero
- Hanno ammazzato Pablo. Pablo è vivo
- Paese che vai, usanza che trovi
- Nuoce gravemente alla salute
- I sogni son desideri
- Lo scrutatore non votante
- Nuovo Cinema Paradiso
- Per due soldi un topolino mio padre comprò
- Ti regalerò una rosa
- I desideri non invecchiano quasi mai con l'età
- Se qualcosa può andare storto, lo farà
- E come tutte le più belle cose durasti solo un gio...
- Leggere attentamente le avvertenze
- Perché sei un essere speciale
- Tanto gentile e tanto onesta pare
- La verità ti fa male, lo so
- La soluzione viene da lontano
- Non svegliatemi
- Sono disposta a tutto pur di ridere
- Controvento
- Ma il cielo è sempre più blu
- Questione di priorità
- Dolcemente complicate
- Caro amico ti scrivo
- Bocca di rosa
-
▼
aprile
(27)
ahah... per una volta hai tutto il appoggio, proprio a dismisura!!
RispondiEliminad'altra parte è il guaio dei nostri tempi... + questa nostra società si 'evolve', 'urbanizza', 'civilizza', meno ha voglia di ridere, di andare olte il serio, il doveroso, la regola, l'apparire, per una frenesia sempre più... frustrante?
e quindi, ahimè, anche quando vuoi ridere tu, se vuoi farlo in compagnia, devi coltivare l'uditorio giusto... non sono mica tutti pronti, a ridere!
io avrei riso. giuro!!
mò, che l'avessi fatto per la battuta in sè, o per il tuo viso dopo...
buhhhhhhhhhhhhhh
auhuauuhauhuahhuahuhauaaaahhh!! :D