Quando dici che sei nata a Corigliano Calabro, devi poi sempre fornire qualche indicazione aggiuntiva. Perché Corigliano Calabro di per sè non lo conosce nessuno.
Se parli con gente del Sud, puoi dire che è vicino all'Acqua park di Rossano, oppure vicino a Camigliatello. Perché la gente che si sposta ci viene pure, in Calabria; ma non lo sa proprio cos'è, Corigliano. E questa cosa a me mi pure dispiace. Voglio dire, non ci vorrebbe molto a far parlare di noi con tutte le bellezze naturali che abbiamo. E le abbiamo così, gratuitamente. Che Dio, o chi per lui, ha detto: ecco, tutto questo ve lo regalo.
Ma noi altri preferiamo vederla, la nostra terra, come se fosse un oggetto lasciato disordinatamente su un mobile in attesa di ripassare, fra poco, a metterlo al suo posto. Fermo. In disordine.
Questa mattina ero in spiaggia. Accanto a me ci stava un tizio pure carino. Aveva un accento toscano, e lo so perché ovviamente ha cercato il modo di avviare conversazione. Solite cose da spiaggia. Sei qui in vacanza, di dove sei. Eccetera.
- Sono di Corigliano Calabro - faccio io, rassegnata a fornire i famosi particolari aggiuntivi per localizzare il mio paesello natio.
- Ah, ne hanno parlato stamattina in radio - replica quello.
- Ah si? - chiedo stupita.
- C'è stato un maxi arresto -
- Beh, si... c'è la 'ndrangheta - aggiungo, consapevole che se si parla di noi è per quello.
- Hanno arrestato i fratelli del sindaco -
Ecco, io lì non ho saputo più cosa aggiungere. Perché la Calabria ti immobilizza. Dentro queste regole.
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