mercoledì 19 maggio 2010

A.

Quando la pelle si è sfiorata, i piedi non si separano mai del tutto. Resta il calore di un'orma sulla sabbia del mio mare, l'impronta del tuo passaggio. E' preziosa, la spuma la lambisce ma non la confonde. La tua orma è ferita che brucia. Il sale fa lacrimare la pelle indifesa.
Mi hai travolta nel turbine delle tue sensazioni, pensieri di notte che aggrediscono le stelle.
Carezze e graffi. Richieste e accuse.
Io ho osservato tutto mentre le onde mi spruzzavano sul viso gocce di passato.
Poi ho sentito le forze venire meno.
La voce è divenuta fredda lama. Le parole, sassi restituiti alla salsedine del cuore.
Mi piego verso la sabbia, prendo un sasso, lo accarezzo fra le dita. Lo scaglio verso il blu. Di notte.
Manca un'impronta adesso, sulla sabbia del mio mare.
E vento di barche mi accarezza il viso.

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