giovedì 20 maggio 2010

Ricomincio da tre

Questa sera ascoltavo il TG1. Cosa che non faccio spesso, per tutta una serie di motivi. Il mio rapporto attivo col televisore si risolve nel gesto del toglier via la polvere con il panno; per il resto, lo accendo tanto per avere voci in casa. Che il silenzio non sempre è bello, e la musica alle volte disturba il vicinato.
Questa sera il TG1 ha raccontato di una rivoluzionaria scoperta della scienza che migliorerà la vita delle donne - ma davvero? - venendo loro incontro nel momento del parto. Un siffatto titolo ha richiamato la mia attenzione: di cosa mai si tratterà?
Si trattava di un ospedale di Pozzuoli i cui medici hanno acquistato (e qui le orecchie si rizzano: i soldi mancano solo per gli stipendi, sicchè) un numero che non ricordo di occhiali tridimensionali. Lo scopo di tale geniale investimento è fare indossare gli occhiali alle partorienti, le quali sceglieranno un film che prediligono e ne assisteranno alla proiezione tridimensionale durante il parto. Con il nobile scopo di distrarle dai dolori.
Del parto?
Non mi chiedo se tale evento, fosse anche verisimile, sia congruo all'informazione televisiva di prima serata. Magari lo è.
Quello che mi chiedo è perchè una donna dovrebbe aver voglia di guardare un film mentre mette al mondo suo figlio.
Io sostengo fortemente che una bella e sana iniezione di anestesia
epidurale sarebbe il modo migliore di facilitare le donne nel momento del parto. Ma noi italiani no, ci ostiniamo a non considerare un fenomeno che nelle altre nazioni europee è normale prassi sanitaria. Tipo che se tu gestante non vuoi o non puoi ricevere l'anestesia, lo devi dichiarare per iscritto. Manco che lo dici all'infermiera ostetrica. Noi altri no, ci piace far guardare i film di Troisi alle donne mentre partoriscono. Io non sono mamma e non lo so cosa si prova, durante il parto.
Immagino, tuttavia, che se una vuol proprio non pensare ai dolori - che sembra siano secondi solo a quelli dell'infarto - magari può pensare al fatto che quella forza sovrumana che sembra volerle strappare la vita incendiando ogni fibra del suo essere di spinte e strappi, quella forza è suo figlio che nasce.
Ecco, secondo me questo è un pensiero che può bastare a distrarti dal dolore. Se proprio.
Troisi, poi, me lo guardo in dvd quando il mio bambino si addormenta.

Nessun commento:

Posta un commento

Archivio blog