sabato 14 aprile 2012

C'era un coro di sirene. C'era un'idea di bastarda libertà

E' vero che l'amore aumenta dividendosi. Nel senso che più ami più sei felice, più o meno.
E' anche vero, però, che voler bene a tante persone aumenta le complessità dei rapporti. Soprattutto quando esse sono dislocate a migliaia di chilometri di distanza. E alle volte danno l'impressione di credere che a conciliare le esigenze per unire gli affetti debba essere solo tu.

Como si fuera ésta noche la ùltima vez

Silenzio. Suona Bollani.

lunedì 9 aprile 2012

L'agnello di Dio

Quanto ossessivi si riesce ad essere? 
E se la principale forma di Carità fosse il rispetto verso l'altro, così come egli è?

sabato 7 aprile 2012

Lui ti offre la sua ultima carta, Il suo ultimo prezioso tentativo di stupire

Una donna passa: tu fai appena in tempo a notare quant'è bella che già non la vedi più.
Ecco, se mi domandassero qual è il mio tipo di donna, direi che l'ho appena descritto.
Ma quello che più di tutto mi attira, quello che proprio mi devasta in una donna da aeroporto, è il pensiero che non la rivedrò mai più. 
E una donna che non rivedrai mai più è bella per forza. 
Una donna che non rivedrai mai più è tutta immaginazione. 
Una donna che non rivedrai mai più è una donna a cui prometteresti qualunque cosa pur d'impedirle di andarsene.

Diego De Silva, Sono contrario alle emozioni

mercoledì 4 aprile 2012

Fantasia fantastica avventura per viaggiare più in alto della sera

E così sto viaggiando nella saga di Herry Potter. Hermione e Ron sono miei amici, indosso un ciondolo a forma di gufo e quando a scuola c'è qualche problema mi rivolgo al nostro bravissimo vicepreside e mi viene di chiamarlo Silente. Quando mi sento poco bene ormai mangio barrette di cioccolato. L'altro giorno ho rimproverato degli alunni che raccontavano qualcosa su Hermione perchè non si azzardassero a dire come va a finire. Non credo sia normale.

Femmina se non riceve non si dà

Quello che ti dà la mente, non lo trovi in nessun luogo. Non esiste. Eppure lo cerchi. 
E' tuo, o non tuo; è adesso o mai.
Quello che ti dà la mente non se ne va neppure quando vuoi scacciarlo via.

Gli anni d'oro del grande Real

-Prof, ma si è tolta da feisbuc?
-Noooo
-E perché?
-Scriveva dei commenti così belli
-E i Pensieri Superflui?

domenica 1 aprile 2012

Non sarà il canto delle sirene che ci innamorerà

La potenza originaria e generativa del Mito. Quanta ragione aveva, il buon vecchio Jung. Ci ha generato, il Mito.
Del resto, lo dicono tutti i testi sacri delle religioni. Ok, non li conosco tutti, ma la maggior parte; o almeno, così pare. Che, insomma, la Vita ha avuto origine dalla Parola.
La parola che tutto crea è mito.
E la forza di questo mito accompagna il cammino dell'uomo: delle generazioni, nei secoli; degli individui, negli anni. Quando si è bambini, il mito affascina. Sono fiabe che resteresti ore ad ascoltare. Prova ne è l'entusiasmo che le ore di mitologia suscitano nei pischellini. E quanto mi diverto, io, a lasciarli coi libri chiusi e gli occhi spalancati, ad ascoltare quelle storie. 
Ma non lo puoi capire nella sua potenza generativa, il mito, quando sei piccolo.
Lo capirai da adulto. Forse.
Solo se avrai sollevato il coperchio dal tuo vaso di Pandora, per lasciare uscire tutti i mali; solo se non avrai avuto paura di guardarli, accendendo una luce nella caverna. Capirai il mito se le tue orecchie non saranno protette dai tappi di cera, mentre le sirene ammaliano.
Perché l'interpretazione non è cognitiva. Ma empatica. E' pancia, non testa.
Come si può altrimenti capire fino in fondo e apprezzare, ad esempio,  la bellezza di Circe? L'ammaliatrice donna, capace di svelare ad Ulisse segreti che gli salveranno la vita; colei che gli consiglia di scendere nell'Ade, per consultare l'indovino. Non aver paura, o uomo, di chiedere agli abissi. Ulisse non l'avrebbe fatto, da solo. Circe, l'ammaliatrice. 
Colei che Ulisse ha amato senza mai riuscire a possedere del tutto. 
La donna che trasforma gli uomini in porci.

Ti leggo nel pensiero

Con uno sguardo mi ha reso più bella,
e io questa bellezza l'ho fatta mia.
Felice, ho inghiottito una stella.

Ho lasciato che mi immaginasse
a somiglianza del mio riflesso
nei suoi occhi. Io ballo, io ballo
nel battito di ali improvvise.
Il tavolo è tavolo, il vino è vino
nel bicchiere che è un bicchiere
e sta lì dritto sul tavolo.
Io invece sono immaginaria,
incredibilmente immaginaria,
immaginaria fino al midollo.

Gli parlo di tutto ciò che vuole:
delle formiche morenti d'amore
sotto la costellazione del soffione.
Gli giuro che una rosa bianca,
se viene spruzzata di vino, canta.
Mi metto a ridere, inclino il capo
con prudenza, come per controllare
un'invenzione. E ballo, ballo
nella pelle stupita, nell'abbraccio 
che mi crea. 
Eva dalla costola, Venere dall'onda,
MInerva dalla testa di Giove
erano più reali.
Quando lui non mi guarda,
cerco la mia immagine
sul muro. E vedo solo
un chiodo, senza il quadro.


Wislawa Szymborska, Accanto a un bicchiere di vino

sabato 31 marzo 2012

Voglio vivere così

La primavera è la festa degli odori e il tripudio degli ormoni. Si salvi chi può.
Le presenti vicende di tutte le persone che conosco sono praticamente riconducibili a questa legge di natura, che a primavera ti comanda di fare l'amore. 
Più o meno con chi capita, se proprio non si può fare diversamente. 
Io personalmente festeggio il panismo cosmico portando brio nella mia vita di coppia. Allo scopo non ho potuto esimermi dall'acquistare dell'intimo nuovo. Quello della pubblicità della signorina che balla, per l'esattezza.
Se qualcuno sta pensando che ogni scusa è buona per spendere dei soldi, taccia per sempre.

E poi dice Mannaggia alla musica, dopodomani le dico addio. Ma poi si siede in faccia al golfo di Napoli e ringrazia Dio

Chi vuole perseguire un obiettivo deve mandare tutte le sue energie in quella direzione, non nella direzione opposta.

T. Terzani, Un altro giro di giostra

giovedì 29 marzo 2012

Quando vuoi gustare fino in fondo tutto il suo profumo devi rischiare la notte, il vino, la malinconia

Io prediligo gli odori. I profumi di aprile sono l'incanto dei sensi, mi riportano sulla pelle sensazioni passate con immutata intensità. Alle volte, però, per gustare gli odori e le sensazioni devi rischiare. E quello, si sa, spaventa. Perché puoi guadagnarci; una posta anche più alta di quello che immaginavi. Però puoi perdere. E quando giochi e perdi è brutto. 
Ti ritrovi a mangiarti i piedi, perché le mani le hai già finite.

Io più te

Anche il più perfetto degli uomini può commettere degli errori. Come quello di lasciarti sola per il tuo compleanno.

lunedì 26 marzo 2012

Lunedì mi lasciasti in quell'angolo così

Questa mattina, all'irrisolto e irrisolvibile trauma di alzarti alle sei il lunedì, se n'è aggiunto un altro. Era di nuovo buio.

domenica 25 marzo 2012

Ma è meglio poi un giorno solo da ricordare che ricadere in una nuova realtà sempre identica

Due monaci camminano per una strada allagata da un acquazzone. A un certo punto si trovano davanti una bella ragazza che, ben vestita com'è, non riesce ad attraversare una pozzanghera.
Uno dei due la prende in braccio e la deposita all'asciutto.
Lì per lì l'altro monaco non dice nulla, ma la sera, quando sono nel tempio dove passano la notte, non resiste: "Noi monaci dobbiamo stare lontani dalle donne, specie se giovani e belle" dice con aria di rimprovero. "Toccarle poi è estremamente pericoloso. Perché l'hai fatto?"
"Io quella ragazza l'ho lasciata là, dall'altra parte della pozzanghera - risponde l'accusato. - Tu invece mi sembra che te la sei portata dentro fin qui"

sabato 24 marzo 2012

Ma come non ti accorgi di quanto il mondo sia meraviglioso

Il mare. Dormire fino a che ne hai voglia. Il mare brillante del mattino. Le mattine in cui non suona la sveglia. Il ruomore del mare di notte. I libri. Il tramonto. Il tramonto in Salento. La Tennent's. Indossare le calze autoreggenti e un paio di tacchi altissimi. Il soufflé al cioccolato di Luly. Togliere un paio di tacchi altissimi quando i piedi ti fanno male. Togliere i tacchi sotto al tavolo del locale, fare il piedino al tuo uomo, e rimettere i tacchi senza che nessuno se ne sia accorto. Le poesie di Wislawa Szymborska. Il suono del pianoforte. Chattare con persone intelligenti. Addormentare mia nipote. I romanzi di Dostoevskij. Gli alunni quando non urlano. Fare l'amore. Le carezze sul viso dopo che hai pianto. Gli abbracci quando non ti vedi da tanto tempo. Il pollo alla birra. Ridere. Camminare all'aria aperta. La tagliata del Casale del Sole. Il giorno del mio compleanno. La crema catalana del Casale del Sole. Gli uomini che non hanno paura. Il primo giorno quando cambia l'ora da solare a legale, o viceversa, che comunque non capisci mai che ore sono. Le sorprese. Le farfalle nella pancia. La certezza che comunque andrà, andrà tutto bene; perché la Vita è meravigliosa.

Scoppiava finalmente la rivolta oppure in qualche modo mi ero rotto

Un’ora di internet in meno, un’ora di vita in più | Mauro Barberis | Il Fatto Quotidiano

Dimmi chi dorme accanto a me

Ora, io sono una donna fortunata. Ho tutto quello che ho desiderato, il mare che al mattino è solo mio, la poesia, le parole, i miei occhi che sanno trovare la bellezza. 
Ma svegliarmi alle 7.24 del sabato mattina è una cosa che mi tritura parecchio le palle, nonostante tutto.

I miei occhi su di te stanno scivolando

Tutto è mio, niente mi appartiene,
nessuna proprietà per la memoria
e mio finché guardo.

Wislawa Szymborska

Ma è bella l'illusione di un momento solo, quella luce che ti abbaglia anche se si spegnerà

La luce del mattino lava le cose che bagna. Attutisce i rumori e amplifica le sensazioni. 
L'aria del mattino ti attraversa l'anima e sa di te cose che neppure immaginavi. 
Ci sono ombre, espressioni, gesti che solo la mattina può svelare.
I sogni dietro agli occhi del tuo amante che dorme. L'initmità del cane che accompagna il suo padrone verso il nuovo giorno. I passi del pescatore che segue la risacca e il suo scintillare di scaglie.
Ci sono gesti che suonano dissonanti, nella sinfonia del mattino.
La donna e i suoi tacchi di ieri notte. Lei è più veloce del tempo attorno. E' in ritardo. Doveva essere qui la notte scorsa, ma un uomo non suo deve averla trattenuta. Uno scialle leggero disegna volute odorose alle sue spalle, quasi volesse tornare al tempo di prima, di prima del mattino. Lei tende il viso a pulirsi di luce, invece. E avanza. A passi svelti. Per accordarsi alla perfezione lenta del mattino che lava ogni cosa.
 

venerdì 23 marzo 2012

Cade la pioggia e tutto tace, lo vedi sento anch'io la pace

[...] su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.

Finisco di leggere D'Annuzio a quei mostri dei miei alunni. Illudendomi che almeno qualcuno abbia percepito un tocco della perfezione contenuta in questi versi; che sia arrivato, nelle loro menti travolte dalla scoperta degli ormoni, la carnale unione alla natura che il poeta rappresenta con una leggerezza profumata di erbe, e fiori, e ciglia, e pelle, e gocce frementi.
 -Che cosa succede in questa poesia? - chiedo
Brusio generale: -Siamo in una foresta, piove, ci sono il poeta ed Ermione
Possiamo farcela. Continuo: - Chi è Ermione?
-La fidanzata di Harry Potter
 

Domani ti regalerò una rosa

Questa mattina andavo bel bella al lavoro. Bel bella perché al venerdì entro più tardi, quindi al suono della sveglia mi ricordo che è quella di Paolo e penso che io posso restare ancora un po' fra le lenzuola e allora mi ricopro di egoistica mostruosità.
Guidavo bel bella, dicevo.
Per radio davano le notizie del traffico. Nostalgia dei mie luoghi passati, attraverso le loro strade.
Traffico intenso su tutte le strade di accesso alla Capitale, diceva la voce. E chi se lo scorda, il traffico intenso di Roma. Può significare ore incolonnati, mentre fuori dai finestrini tutta la vita scorre.
Diceva ancora, la voce: lavori sulla A3 Salerno-Reggio Calabria, chiusi gli svincoli di...; e a seguire una serie di uscite. Mi sono chiesta se non convenga mandare dei messaggi preregistrati, tanto le condizioni del traffico su certe strade non cambiano.
Pensando e ascoltando, sopraggiungo all'ingresso dell'autostrada che percorro per un tratto, andando a scuola. E c'era coda. Un po' di coda, ovvio, mica come a Roma. Oltra la quale scorgo degli omini con i giubbotti catarifrangenti che sembrava lavorassero. Vuoi vedere che stanno lavorando anche qui, mi sono chiesta incredula. Stavano piantando dei fiori. 
Cioé, io adesso vivo in un posto dove gli ingressi autostradali possono essere momentaneamente ad una corsia, perché è primavera e ci stanno piantando i fiori.

giovedì 22 marzo 2012

Cercami dove quando e come puoi

Da quando c'è feisbuc, la gente crede di avere contatti perché ti compare su una pagina cibernetica un'attività di una persona che conosci, confusa fra milioni di altre banalità, in un modo del tutto passivo. Voglio dire, non sei tu che te lo vai a cercare, l'amico; è l'amico che viene a te, in qualche modo. E a me piace invece l'idea che, se ho voglia di parlare con qualcuno, io compia un gesto che può anche essere assolutamente astratto, come rivolgere il pensiero a quel qualcuno e sorridere, ma che parte da me, solo da me, per arrivare a te, solo a te.
Poi sono andata via da feisbuc. Chiedendomi quante persone sarebbero venute a cercarmi per altri canali. E' bello constare che il numero di queste persone non è irrilevante.

Gianna non perdeva neanche un minuto per fare l'amore

Io con la mente lavoro parecchio. Nel senso che se sto facendo una cosa ne sto pensnado almeno altre due contemporaneamente, e non sempre connesse fra loro. Oggi, mentre ero al lavoro e spiegavo Hitler, la sua politica di spazio vitale, il concetto della purificazione della razza ariana e i campi di sterminio, mi vagavano per la mente immagini per nulla consone a quanto stava accadendo intorno a me. Ma proprio per nulla.
Credo di aver fatto il peggior oltraggio possibile a quella merdaccia di Adolfo, però!

mercoledì 21 marzo 2012

Era un ti amo, una carezza venuta male

Gli uomini si dividono in fidanzati, sposati, quelli che hanno paura. 
Può capitare che alcune categorie coincidano.

Corri come un gatto dal tuo letto alla fantasia

Amore. Ci sono momenti in cui è come se parlassimo due lingue diverse. Non riesco a farmi capire. Vorrei dirti delle cose e ne vengono fuori altre. Tu percorri un binario, e io sono su quello parallelo. 
Credo che il nocciolo del nostro problema siano le mutande.
Le tue piegate nel cassetto, divise per colore. Le mie, confuse tanto che alcune mattine ne prendo un paio e me ne vengono fuori tre o quattro contorte assieme. Io non lo so neppure di che colore sono, le mutande che indosso.

lunedì 19 marzo 2012

E partiva l'emigrante

Si era io e l'amico mio che è venuto dalla Calabria a trovarmi, quassù in Riviera. Noi ci piace fare le avventure, e per la curiosità di vedere cosa c'era all'interno di un antico ed elegante palazzo con la facciata importante, ci siamo ritrovati all'interno di una casa di accoglienza per anziani. Ci immettiamo in un corridoio producendo un fragoroso boato con la porta che ci si è chiusa alle spalle, e la signora Margherita passava di lì con la sua borsa bianca a tracolla, sorridente nella sedia a rotelle. Gioviale, la signora. Sguardo pieno di tempo e lineamenti sapienti di chi ha vissuto il mondo senza lasciarsene però inaridire. E sorrideva. In poche battute, come sempre accade con gli anziani, ci siamo ritrovati a parlare della sua storia. Poi, gentilmente, Margherita ci ha chiesto di noi. Lei, che oltrepassava facilmente il confine fra italiano e dialetto ligure, aveva riconosciuto che noi oriundi non eravamo. 
-Siete di Napoli?
E' bello vedere come il Sud venga generosamente identificato con una non meglio precisata Napoli.
-No, veniamo dalla Calabria
-Uh! -esclama stupita la signora Margherita -Io voglio bene a tutti. Pure a quelli del terzo mondo

Mille giorni di te e di me

E insomma, io da ragazzina c'avevo questo amore verso Claudio Baglioni. Non solo musicale, nel senso che a me proprio lui mi piaceva da morire. Ed ero piccina, eh. Poi il tempo passa. Si cambia. Ma non troppo. Che ho appena visto in televisione il figlio di Baglioni: ha suonato sta chitarra tenednola fra le braccia in un modo, che io mi sono innamorata di nuovo.

E tu che con gli occhi di un altro colore mi dici le stesse parole d'amore

Da quando si è messo in circolazione il Simposio di Platone, quindi da un bel po' di secoli, va avanti la storia dell'Amore come ricongiungimento delle parti per formare l'intero. Le due metà della stessa mela, nella più comune volgarizzazione della filosofia greca. 
Ma i filosofi, si sa, sono una cosa. La vita quella vera, un'altra.
E allora ti trovi a cercare chi ti completa. Ma devi saper distinguere fra chi completa le parti di te mancanti, e quel completamento che è invece amplificazione di aspetti del tuo essere. 
In realtà, la completezza vera è fatta dal bianco e nero, dalla luce e dal buio. Quando nella coppia si uniscono elementi che diversamente resterebbero monchi. E' in questi casi che l'altro ti porta a essere ciò che prima non eri. 
Ma non è niente facile. Dover fare i conti con elementi che fino a ieri non possedevi e che, in virtù di quell'Amore di Platone, ti ritrovi talmente inseriti in te da non poterli più scindere dal te stesso che eri. E il contrasto stride. Altro che petali di fiori e note di violino.

Riempiti di sole e vai nel cielo

Il mio bel terrazzino sospeso sul mare. Vorrei abbandonarmi sulla sedia, con un libro sulle ginocchia ma gli occhi persi nel blu. Lasciarmi attraversare dalla brezza di spuma. Svuotarmi di ogni cosa che non sia onde. Ma i pensieri resistono. Restano sempre loro i padroni della mia mente. Che non è mai, vuota.

sabato 17 marzo 2012

Mamma c'ha il cuore debole ma la voce di tuono

Da quando c'è il governo dei tecnici si è imposta all'attenzione del vasto pubblico la questione grammaticale del sessismo linguistico. Le signore Fornero, Di Benedetto e Cancellieri hanno chiesto e ottenuto che il loro nome venga indicato senza marcatura, cioé senza l'articolo, che sarebbe una cosa sessista. Perché dire Monti e non il Monti? Allo stesso modo, Fornero e non la Fornero. Parità dei sessi anche nell'uso linguistico.
Io credo che a spingere le ministre verso una simile precisione linguistica sia stato non tanto la passione per la cultura quanto il desiderio, legittimo, di differenziarsi dalle signore che erano state in politica fino a ieri. Ma questa è solo una mia idea.
Ho detto ministre. Declinando al femminile anche il nome della professione. Altro luogo spinoso. Adoperare il femminile per i nomi di professione è corretto, scorretto, o sessista? Grammaticalmente, è corretto. Sociologicamente è una rivendicazione. Stilisticamente, a me fa cagare. Io ci sono affezionata, all'uso puro e tradizionale delle parole. E faccio parte di quella categoria di donne che non si sente offesa se il ruolo che svolge è inidcato da un nome comune di genere maschile, poiché credo che il nome si riferisca alla funzione svolta e non deve necessariamente concordare con il sesso di chi la svolge. Altrimenti si cade nell'auto discriminazione sessista: se mi voglio a tutti i costi differenziare da un ministro maschio, non sto implicitamente dicendo che uguali non siamo? 
Sulla purezza delle parole, mi piace citare una considerazione sull'argomento di Luca Serianni, Accademico della Crusca. Sarebbe uno di quei tizi che si siedono attorno ai tavoli, con manoscritti, dizionari e stampe e studiano l'uso delle parole. Costui scrive:
Ma la lingua è frutto delle sedimentazioni culturali che si sono andate via via stratificando nel corso delle generazioni: oggi sappiamo che l'influenza è causata da un virus (non dall'influsso degli astri), scriviamo con penne che non hanno più nulla in comune con le  piume degli uccelli, le carrozze degli Eurostar si chiamano così benché non siano trainate da cavalli. Analogamente, modi ed espressioni cristallizatisi e da sempre spontanei nell'uso non dovrebbero essere sottoposti al letto di Procuste di una riscrittura "politicamente corretta" dando luogo a formulazioni impacciate o innaturali.

Vai Girardengo, vai grande campione

Ho visto le immagini della gente in fila a New York per attendere l'uscita del nuovo aifon. Le immagini del primo che l'ha acquistato uscire dall'applestore sollevando la sua confezione con lo stesso atteggiamento dei piloti quando sul podio sollevano la coppa. 
Le immagini che ho visto mi hanno fatto paura.

L'immenso soffio dell'oceno mi spinge via con sé a naufragare

Io sono la completezza, un oceano gonfio che niente può turbare. Niente mi limita. Onde e cavalloni danzano sulla mia superficie, ma non sono che forme di me, brevemente manifeste. Onde e cavalloni sembrano molteplici e diversi, ma li conosco solo in quanto apparenze. Non mi mettono limiti; la loro agitazione non è che la mia pienezza che si manifesta come agitazione. Le onde sono la mia gloria che si risolve in me. IN me, oceano gonfio, tutto si risolve. Non resto che io, completezza.

Tiziano Terzani, Un altro giro di giostra

venerdì 16 marzo 2012

Rapsodia in blue

Le Quattro del mattino

Ora dalla notte al giorno.
Ora da un fianco all'altro.
Ora per i trentenni.
Ora rassettata per il canto dei galli.
Ora in cui la terra ci rinnega.
Ora in cui il vento soffia dalle stelle spente.
Ora del chissà-se-resterà-qualcosa-di-noi.
Ora vuota.
Sorda, vana.
Fondo di ogni altra ora.
Nessuno sta bene alle quattro del mattino.
Se le formiche stanno bene alle quattro del mattino
-le nostre congratulazioni. E che arrivino le cinque,
se dobbiamo vivere ancora.

Wislawa Szymborska 

giovedì 15 marzo 2012

Sotto la mano sinistra del suonatore

"Leopardi ha fatto alla letteratura quello che Chopin, Schumann e Schubert hanno fatto alla musica: uscire dalle regole". 
Ho un alunno che è stato capace di scrivere questo. Mi sto emozionando.
Peccato che ha scritto "l'espressività con cui la letta la prof", altrimenti avrei dato il primo dieci della mia pur breve carriera scolastica. E non ditemi che l'avrei fatto solo perchè questo alunno suona, perché non è vero!

mercoledì 14 marzo 2012

Così preciso ed imperfetto che nessuno lo incastrava

Io saranno gli ormoni, il segno zodiacale o i mie difetti non lo so. Ma ci sono volte in cui non tollero. Nulla.

Però stai bene dove stai

martedì 13 marzo 2012

Voglia di stringersi e poi vino bianco, fiori e vecchie canzoni

Bene. Si possono riporre i collant ultracoprenti. E' di nuovo stagione di leggerezza. Ovviamente si impone la necessità di un nuovo paio di scarpe.

Per niente stanca

Offresi in subappalto lavoro da insegnante precaria. Cercasi collaboratore per correzione compiti in classe (nella maggior parte dei casi temi di italiano, ma anche compiti di storia e/o geografia); prezzo trattabile. Astenersi perditempo.

lunedì 12 marzo 2012

Solo aghi di pino, e silenzio e funghi

Noi siamo non solo le prime della classe, abbiamo pure la pigna in culo delle pioniere.

La mia amica Maria, commentando la mia uscita fa feisbuc maturata grazie alla sua precedente ribellione alla dittatura del Grande Fratello.

domenica 11 marzo 2012

Le calze a rete Marlene e Charlot

-Ci vieni spesso in questa discoteca?
- A dire il vero, è la prima volta
- Eh. Io l'ho capito subito che non sei come tutte le altre. Che hai qualcosa di diverso
Sicuramente. Le calze.

In quello stesso istante in cui un cielo a pezzi cadrà su di noi

"Fuori svolazza il cielo
e fa il bagno il mare".
Il mio momento poetico del dopo caffèlatte oggi mi ha regalato questo verso della Szymborska, nei confronti della quale nutro ormai una vera adorazione (tanto che la mattina leggere le sue poesie non è per me un vezzo letterario, ma quasi una preghiera!). Ed era proprio così, la domenica di marzo in Riviera. Bella. Spumeggiante. Azzurra e profumata.
E poteva continuare così. Se non fosse stato per il locale in cui volevano farmi mangiare "Salame al aglio".
Che, grammatica a parte, poteva essere pure buono. Ma come si fa.

E con il ghiaccio dentro al bicchiere faremo un brindisi tintinnante

Da quando ho smesso di essere single mi sto perdendo la deliziosa fantasia delle frasi-acchiappo. Quando alla sera esci accompagnata, è difficile che ti si avvicini l'uomo rampante in slancio creativo che cerca di attaccare il bottone. Ieri sera, invece, mi trovavo in questa discoteca accompagnata da una serie di persone, tra le quali la mia bella amica. Single. Il mio uomo si trovava lontano dal divanetto sul quale noi due ci siamo languidamente adagiate. Arriva questo. Bellino, la verità. Beveva appoggiato ad un muro lì vicino, con lo sguardo tipico di chi valuta la situazione in cerca del momento giusto per approfittarne. Nei momenti in cui io ero occupata a scambiare frasine nell'orecchio con l'uomo mio, il predatore si lancia verso l'amica bella. E si esibisce nella seguente performance.
- Scusa, tu fumi? 
- Si - risponde lei. Ci si aspettava l'invito ad uscire fuori per fumare assieme. Poco originale come approccio, ma funzionale. Considerando che all'interno della disco si fa fatica a interagire. Invece costui aveva altre mire.
- Peccato-
Come peccato?!?
- Perché fumo anch'io e volevo lasciare il mio bicchiere sul tuo tavolino. Ma se poi esci per la sigaretta...
Cosa poteva rispondere la mia incredula amica se non: 
-Vai pure, che il bicchiere te lo guardo io.

Accecato d'amore mi stava a guardare

Questo pensiero superfluo l'ho già espresso, ma sento il desiderio di ribadirlo: la differenza fra la donna e la puttana è sempre meno visibile ad una prima occhiata.

sabato 10 marzo 2012

Come si cambia

Oggi, 10 marzo 2012, è un giorno importante. Ho cancellato il mio profilo feisbuc.
E mi sento come se avessi deciso di smettere di fumare, o di drogarmi. Insomma, era diventato una dipendenza. Poi, ieri in radio ho sentito una discussione di taluni esimi professori, i quali paragonavano il feisbuc a 1984 di Orwell. E mi è sembrato una ragione sufficiente per smettere.

giovedì 8 marzo 2012

I tuoi occhi sono pieni di sale

Alunno, interrompendo il silenzio di pietra seguito a un mio feroce rimprovero:
-Tranquilli, che tanto la prof ride dentro.

martedì 6 marzo 2012

Sempre io che pago. Non è mai successo che pagassero per me

Si legge questo articolo qua. Che il Governo dei tecnici sta proponendo di fermare i tagli alla scuola previsti dal piano Tremonti-Gelmini. In coerenza con il loro essere docenti, quindi intellettuali che magari l'importanza della cultura la considerano e intendono fare qualcosa oltre lo stanziamento dei fondi per la costruzione del tunnel per i neutrini.
Insomma, la notizia è bella. Se il decreto passa, l'organico scolastico si ferma a quello di questo anno e non ci sarano licenziamenti. Che poi, chiamali come ti piace, di questo si tratta.
Quindi io, che dalla scuola mi guadagno la pagnotta, sono contenta. Fedele al mio connaturato spirito di polemica, mi dico: ma allora i soldi che Tremonti voleva risparimare coi tagli, si possono prendere altrove.
Ecco. L'articolo del quotidiano, continuando la lettura, dice anche dove.  
Questo secondo provvedimento viene finanziato con un aumento della tassazione su birra e alcolici.
Perché non si può avere una notizia che sia soltanto buona?

 

lunedì 5 marzo 2012

Poi mi butti giù come fossi una bambola

Io sono prigioniera della mia mente. I pensieri sono come morsa, che in alcuni momenti stringono, stringono, soffocano. Spesso sono pensieri vacui, inconsistenti. Ma corrono veloci, e girano, girano, stordiscono. E mi affanno, mi prostro. Mi attacco voracemente alle cose che riescono a liberarmi. Per un po'. Fino alla prossima lotta. Con la mia mente.

La distrazione sta nelle cose

C'ho l'hobby di rompere i termometri. Adesso lo so.

domenica 4 marzo 2012

La matematica non sarà mai il mio mestiere

Sono sempre stata una letterata, io. Nel senso che ho sempre preferito le materie umanistiche. Leggere i libri, studiare la filosofia, la storia, fare i commenti alle opere letterarie. La mia vita fin qui è stata segnata dalle parole. Parole lette e parole scritte, parole per dire idee e per controbattere idee. Parole per esprimere quello che non può essere altrimenti rappresentato. 
Da qualche tempo, però, inizio a sentire un'attrazione verso i numeri. Quei numeri ai quali sono sempre stata isitntivamente ostile, tanto da non riuscire a ricordare un compleanno (tranne qualche rara eccezione) o a calcolare a mente quanto resto devo ricevere ad una cassa. Ora mi attirano. Perché ci vedo l'ordine. La logica rassicurante di rapporti causa-effetto. Tre più due fa cinque. E non c'è bisogno di smarrirsi nelle possibilità, di affaticarsi nell'ignoto di parole che potrebbero restare vuoto. La matematica che è fatta di processi di calcolo e logica nei quali il pensiero può riposare senza oziare, perché la fatica di seguirne il percorso sarà ricompensata da una approdo che è quello e non può essere un altro. O magari sì, potrà essere anche un altro. Ma intanto un approdo c'è. La mente del matematico arriva ad una meta. Mentre il letterato, alla fine del suo viaggio di fatica poetica, è riuscito solo a dire: all'alta fantasia qui mancò possa. E dopo tante parole, il silenzio. I commentatori di Dante parlano di estasi poetica, e di quest'estasi mi sono riempita la vita. Fin'ora.
Adesso vorrei un viaggio con una meta. Forse mi iscrivo alla facoltà di matematica. Se prima riesco ad imparare le tabelline.
 

Mille giorni di te e di me

Un anno e mezzo. Fra poco.
Se considero che il secondo è bisestile, sono 548 giorni.
La differenza fra le parole, i numeri, e le parole che dicono i numeri.
548 giorni sa di poco, o comunque di un tempo scandibile e riconoscibile.
Un anno e mezzo inizia ad avere una forma più fluida, ma ci vedi sempre i confini. E resta gestibile. Aver cambiato lavoro, regione, città, casa, stato sentimentale e pure il taglio dei capelli, ne fa un tempo che ha trasformato tutto quanto c'era prima. In una vita nuova. E questo non è scandibile. Senza confini, come l'infinito.

sabato 3 marzo 2012

Arido sono e dimenticato, amante amato

Mi illudo di avervi ridotto a non avere senza me che piaceri imperfetti.
Che cazzo di citazione è?
Mi sta ossessionando...

giovedì 1 marzo 2012

Urlando contro il cielo

I ragazzini non sono capaci di parlare senza urlare. L'affermazione ha la veridicità di un esperimento scientifico. Quando parlano per esprimere un pensiero, urlano. Se costretti a parlare a voce moderata, tipo per rispondere a domande in classe, iniziano a farfugliare periodi inconseguenti dai quali è pressocché impossibile ricavare un senso.


Tu non mi basti mai

J. K. Rowling, sei un genio. Io non lo so se hai fatto tutto da sola, o se c'è un cosiddetto progetto editoriale dietro ai tuoi libri. Ma quando inizi a leggere non ti puoi più fermare.

mercoledì 29 febbraio 2012

Ma non risponderei per non trascinare parole in linguaggio d'azzardo

Qual è il contenuto del sorriso
e d'una stretta di mano?
Nel dare il benvenuto
non sei mai lontana
come a volte è lontano
l'uomo dall'uomo
quando dà un giudizio ostile
a prima vista?
Ogni umana sorte
apri come un libro
cercando emozione
non nei suoi caratteri,
non nell'edizione?
Con certezza tutto
afferri della gente?
Risposta evasiva la tua,
insincera,
uno scherzo da niente -
i danni li hai calcolati?
Irrealizzate amicizie,
mondi ghiacciati.
Sai che l'amicizia va 
concreata come l'amore?
C'è chi non ha retto il passo
in questa dura fatica.
E negli errori degli amici
non c'era tua colpa?
C'è chi si è lamentato e consigliato.
Quante le lacrime versate 
prima che tu portassi aiuto?
Corresponsabile 
della felicità di millenni -
forse ti è sfuggito
il singolo minuto
la lacrima, la smorfia sul viso?
Non scansi mai
l'altrui fatica?
Il bicchiere era sul tavolo
e nessuno lo ha notato
finché non è caduto
per un gesto distratto.
Ma è tutto così semplice
nei rapporti fra la gente?


Wislawa Szymborska, Domande a me stessa

martedì 28 febbraio 2012

Libertango interludio

Alcune parole hanno il potere di evocare sensazioni. Ma così intense da toglierti il fiato.

In mezzo al mare c'è una donna bianca che di guardarla uno non si stanca

Certo che nella vita ci vuole culo. Prendete il capitano della Costa Allegra, per esempio. Lui è stato preservato dalle gloriose figure di merda che ha fatto il suo collega; ma mica perché era più bravo. Voglio dire, la nave non poteva abbandonarla giacché erano in mezzo al mare, mentre quel povero cristo di Schettino con la terra che si vedeva vicino vicino, insomma la tentazione ti viene. Poi, a rispondere che non si vede niente perché è buio, che tutti l'hanno deriso, poveraccio; il capitano della Allegra non ha corso questo rischio: c'erano le fiamme a illuminare tutto. Il black out, poi, che  uno è stato indagato per aver detto che c'era, quell'altro se l'è trovato bello e pronto. Insomma, a pensarci bene, sono le circostanze che fanno gli eroi.
O no?

lunedì 27 febbraio 2012

Pensa se le canzonette me le recensisse Roland Barthes

Negli ospedali romani è il caos: pare che il paziente che arrivi d'urgenza non possa godere dei necessari e tempestivi interventi di ospedalizzazione o rianimazione.  In seguito a tale accadimento, anche la lingua italiana è nel caos: dando questa notizia, giornalisti televisivi e radiofonici ci hanno parlato di pronti soccorsi, pronto soccorsi, i pronto soccorso.
Pronto soccorso è un nome composto; la formazione del plurale per i nomi composti segue delle regole che analizzano le componenti la parola. Nel nostro caso, abbiamo un aggettivo (pronto) seguito da un nome (soccorso); la regola vorrebbe il plurale con l'aggettivo invariato e la desinenza plurale solo per il nome. Dovrebbe quindi essere i pronto soccorsi.
Il bello della lingua italiana è che è musicale. Di fronte alla  fluidità del suo suono, finanche i grammatici, gli accademici, i linguisti si sono arresi e hanno deciso che c'è una "zona grigia" all'interno della quale la regola è determinata da quello che la comunità dei parlanti percepisce come corretto. Cioé a dire, è giusto quello che vi suona meglio. 
E il naufragar m'è dolce in questo mare.

Lasciatemi cantare con la chitarra in mano

Prescrizione non vuol dire assoluzione. L'italiano è importante.

giovedì 23 febbraio 2012

Dagli il via dagli libertà

Un pigro in città se ne rientra a casa tra le 19 e le 19.30, e incontra un sacco di sportivi che vanno ad allenarsi; gli sportivi si dirigono verso le palestre in tuta e scarpe da ginnastica, portano tutti a tracolla un borsone che trasuda fatiche e camminano a piedi, perché lo sportivo anche in palestra ci va a piedi. Il pigro, invece, è proiettato a quello che gli accadrà fra pochi minuti, quando si toglierà le scarpe e i vestiti, indosserà un comodo e rilassante pigiama, sprofonderà sul divano in compagnia del suo libro. E l'unico sforzo fisico che gli resta potrebbe essere quello di digitare i tasti del suo computer. Se non è troppo stanco e preferisce solo leggere.

La Gatta

Io quando mi fanno i complimenti perché sono (dicono) intelligente, ho uno stato d'animo che oscilla fra il piacere mentale di sentirmi apprezzata e stimolata intellettualmente, e la rottura di coglioni che questo comporta, con annessa bramosia di essere una donna con meno pensieri. Che quelli si sa, i pensieri, sono sempre superflui.

La festa di Maria

Che poi una se vuole essere onesta con se stessa e non fare la dura e pura ad ogni costo, certe cose le deve pure ammettere. Io la televisione non la guardo, generalmente è un oggetto su me soporifero; sono inoltre tendenzialmente ostile al potere che essa ha sulla mente della gente.
Tuttavia.
Una sera ho visto un paio di scarpe bellissime in televisione. Ma così belle che quando le ho trovate nel negozio, che erano pure in saldo, io non ho resistito. Quindi mi sono fatta abbindolare dal potere della tv. E devo ammetterlo. La cosa che mi brucia di più ammettere e che però non posso tacere, è che queste scarpe qua le indossava Maria De Filippi.

Se la vita è solo un volo che passa e va

Quindi i neutrini non sono più veloci della luce. Nuovi esperimenti degli scienziati hanno dimostrato che c'era stato uno sfalsamento nelle misurazioni. Praticamente la galleria fra Ginevra e il Gran Sasso, di gelminiana memoria, era truccata.

Beati i professori

Io: -Domani abbiamo un'ora in più perché manca la prof. ***
Tutti: -Noooo Siiii Ahhhhhhh
Ragazzino: -Cosa facciamo?
Io: -Portate il libro di letteratura
Ragazzino: - Perché non guardiamo un film?
Io: -Allora portate le patatine
Tutti: -Le porto io, le porto io, anch'io
Davanti alla schiacciante realtà del fatto che non capiscono le battute, mi chiedo se è perché si fidano totalmente di quello che dico tanto da non immaginare che possa prenderli per il culo, oppure se sono totalmente imbecilli.

sabato 18 febbraio 2012

Culo dritto cosa vuoi che ti dica

- Cambieresti il tuo cervello col culo di Belen? Quello col tempo si affloscia
- Certo che no. Che poi in realtà gli uomini non guardano mica solo le forme; e comunque io non vado dietro all'apparenza
[Proprio tutto no, ma se si potesse scambiarne solo un pochetto...molto volentieri]

venerdì 17 febbraio 2012

E allora mambo

Finalmente è venerdì. E mi aspetta un fine settimana tutto al femminile con le mie amichette lupe. Perché il primo pensiero appena uscita da scuola è stato la quantità di vino presente in casa?

Dalla parte di Spessotto

-Prof, hanno ciulato le figurine a Scriccio
Se si richiede da me un intervento educativo, datemi prima il tempo di capire di cosa stiamo parlando

sabato 11 febbraio 2012

Ed io ci metto l'esperienza come su un albero di Natale

Ho passato quasi trent'anni ad ascoltare canzoni sui cuori spezzati, e questo mi ha aiutato? 
No, mi ha fregato.
Così, forse, quando prima sostenevo che ascoltare troppi dischi può rovinare la vita, non avevo tutti i torti [...]
Sembra quasi che se metti la musica (e i libri, probabilmente, e i film, e il teatro, e qualsiasi cosa procuri emozione) al primo posto, non riuscirai mai a chiarire la tua vita amorosa, e non arriverai mai a considerarla come un prodotto finito. Ci troverai sempre qualcosa da ridire, starai sempre in subbuglio, e continuerai a criticare e a cercare di dipanare la matassa finché non va tutto a rotoli e devi ricominciare daccapo.
Forse noi viviamo troppo protesi verso un apice, dico noi che assorbiamo emozioni da mattina a sera, e di conseguenza non riusciamo mai a sentirci semplicemente contenti: noi dobbiamo essere o disperati o al settimo cielo, e questi sono stati d'animo difficili da raggiungere in una relazione stabile e solida.

Nick Hornby, Alta fedeltà 

Vengo dopo il tiggì per star vicino a tì

A me la televisione mi annoia. Ma parecchio. Adesso che sono dieci giorni in cui dice sempre che nevica e fa freddo, mi ha disintegrato le palle. 
Oggi, però, mi sono divertita. Guardando un telegiornale. C'era un ospite, un colonnello di quelli vestiti con medaglie e lustrini attaccati alla giacca che ti fanno le previsioni del tempo. Naturalmente anche lui era lì per dire che nevica e fa freddo. Ma io mi sono divertita.
Intanto perché questo colonnello si chiamava Mocio.
E già solo qui ho iniziato a ridere senza ritegno. Mocio. Che credibilità può avere uno che mentalmente immagini attaccato a un palo a pulire pavimenti?
Il colonnello Mocio, però, di credibilità se ne sentiva parecchio. Soprattutto quando ha detto che le attuali condizioni climatiche sono, cito, più rare che uniche.
Ecco, io oggi guardando la televisione mi sono divertita.

E adesso spogliati come sai fare tu

Per me le mutandine delle donne furono una delusione terribile, quando cominciai la mia carriera di convivente. Non mi sono mai veramente ripreso dallo shock di scoprire che le donne fanno esattamente quello che facciamo noi: tengono il paio migliore di slip per la sera in cui sanno che andranno a letto con qualcuno. Quando vivi con una donna, compaiono improvvisamente questi scarti dei grandi magazzini, scoloriti, sbrindellati e rimpiccioliti, stesi sui termosifoni di tutta casa; e i sogni lascivi che facevi da ragazzino, pregustando la maturità come l'epoca in cui saresti stato circondato da conturbante biancheria femminile per omnia saecula saeculorum... vanno in cenere.

Nick Hornby, Alta Fedeltà

domenica 5 febbraio 2012

I complimenti del playboy ma non li sentiamo più

Ma come fanno certi uomini a ripetere sempre gli stessi errori?

Mi ci vorrebbe il coraggio di dare una voce

Per molto tempo Tengo aveva aperto la mano sinistra e l'aveva guardata. "Una bambina di dieci anni ha stretto questa mano e ha cambiato con forza qualcosa dentro me", pensava. Come fosse potuto succedere, non sapeva spiegarselo razionalmente. Ma in quel momento loro due si erano capiti e accettati a vicenda in modo naturale. In tutto e per tutto, quasi per miracolo. Una cosa del genere non succede molte volte nella vita. Anzi, ad alcuni non capita mai [...] Nel frattempo si era limitato a conservare dentro sé l'immagine di quella bambina.

Aomame disse:
- Noi due, molto tempo fa, avremmo dovuto tirare fuori il coraggio e cercarci a vicenda. Se l'avessimo fatto, avremmo potuto evitare di ritrovarci in quest'anno 1Q84.
- In teoria sì, - disse l'uomo. - Ma nell'anno 1984 lei non avrebbe nemmeno formulato un pensiero del genere. Causa ed effetto sono legati in modo contorto. Per quanti mondi si possano accumulare, il loro legame rimarrà sempre intricato.

Murakami Haruki, 1Q84

giovedì 2 febbraio 2012

Ma sei, sei come la neve sei

Ti accorgi di essere terrona quando nevica. E per te neve coincide assolutamente con blocco delle attività e reclusione in casa. Ti accorgi di essere terrona quando chiami le colleghe per chiedere se il giorno dopo bisogna andare a scuola e quelle ti rispondono: certo, perché no?

giovedì 26 gennaio 2012

Lungo le strade che non portano mai a niente

Oggi l'economia è fatta per costringere tanta gente a lavorare a ritmi spaventosi per produrre delle cose per lo più inutili che altri lavorano a ritmi spaventosi per poter comprare.
Perché questo è ciò che dà soldi alle società multinazionali, alle grandi aziende, ma non dà felicità alla gente.
Io trovo che c'è una bella parola in italiano che è molto più calzante della parola "felice", ed è "contento".
Accontentarsi.
Uno che si accontenta è un uomo felice.
Perché questo sistema fondato sulla crescita dei desideri - c'è sempre un desiderio che per te è irraggiungibile - rende tutti infelici.

Tiziano Terzani

E vorresti urlare

Io sono pigra. E non faccio sport. Però ci sono momenti, come questo, in cui quella roba dove tiri pugni e calci al sacco di sabbia lo farei volentieri.

Gli ostacoli del cuore

Cose molto brutte.
1) Ti viene in mente un pensiero superfluo al quale vuoi dare forma scritta, ma sono le sette di mattina e tu stai guidando al buio fra le curve per raggiungere scuola. Poi arrivi, trovi i mostri già urlanti. Quando finalmente guadagni il tempo di appuntare il tuo pensiero, l'hai dimenticato
2) Feisbuc che ti inchioda il computer con la velocità di un'operazione ogni 45 secondi
3) Sfiorare per sbaglio il comando della chat di feisbuc che ti mette in linea, rendersi conto che la lentezza aumenta. Il tempo intercorso fra il tuo errore di digitazione e il momento in cui riesci a tornare offline

mercoledì 25 gennaio 2012

Signora luna

Credo di poterlo dire con precisione scientifica. Sto impazzendo.

Pavimento liquido

Poco fa in radio parlava Zygmunt Bauman, quel vecchietto che ha inventato l'aggettivo "liquido" per la modernità. Gli veniva chiesto un parere sull'educazione: come devono essere i maestri nella società liquida. Mi sono fermata con attenzione ad ascoltare il suo parere, che proprio oggi sono tornata notevolmente delusa da scuola.
Dovevo spiegare Leopardi, e ci ho provato a presentarlo facendo emergere gli aspetti della sua vita e del suo pensiero che potevano colpire le menti di muro di quei mostri, con l'utopica speranza di insegnare loro come la poesia possa amplificare e dare forma più compiuta ai nostri stati d'animo. Ma io sono una povera pazza, e gli alunni non capiscono un cazzo.
Ragion per cui, mentre Bauman diceva che il maestro non deve essere un portatore di conoscenze ma di esperienze io ho iniziato ad alterarmi; andando avanti nel suo discorso, il liquido sosteneva che le conoscenze al mondo d'oggi sono moltissime e tutte a portata di mano, quindi il buon maestro deve cercare di fornire gli strumenti critici per distinguere l'utilità delle conoscenze medesime. A quel punto mi sono ritrovata a parlare con la radio. A litigare, per l'esattezza. Quando ho ripreso coscienza di quel che mi stava accadendo, stavo dicendo alle casse: eh, parli facile! ma ti devi fare un culo così.

domenica 22 gennaio 2012

Sotto le stelle del Messico a naufragar

Chiedo scusa ai miei illustri lettori i quali, alla bontà di passare da questo blog aggiungono la gentilezza di voler commentare e incorrono nella difficoltà dell'operazione. Difficoltà sicuramente sproporzionata al valore del blog stesso; e io sono costipata per il tempo e la pazienza che i lettori esimi devono sprecare fra questi miei pensieri superflui.
Lo so che la sezione commenti fa cagare, ma non so come risolvere questo problema.
Ciononostante, io vi amo tutti!

sabato 21 gennaio 2012

Capire tu non puoi ma chiamale se vuoi emozioni

Esiste un negozio di scarpe presso il quale è possibile acquistare decolleté a partire dal numero 34. Ma non è tutto. Ti danno in dotazione un cuscinetto antiscivolo che ti impedisce di assumere le sembianze della bambina che indossa i vestiti della mamma. E io l'ho trovato.

E avremo le speranze di figli in prestito

Alla vista di due ragazzini intorno ai dieci anni che si prendono a calci nelle palle, l'uomo medio può avere due tipi di reazioni: ignorarli, o preoccuparsi che si facciano male. In entrambi i casi, l'uomo medio li lascerà giocare. Che tutti sono cresciuti prendendosi a calci nelle palle.
C'è però una categoria intermedia. E sono quelli che si avvicinano per rimproverarli.
Quando l'istinto sta per portarti nella categoria intermedia, il pensiero di presentare il curriculum all'Ikea si fa sempre più presente.

Ho perso le parole, eppure ce le avevo qua un attimo fa

Andare al cinema il venerdì sera, all'ultimo spettacolo per scongiurare il rischio di trovarci ragazzini, e incontrare addirittura un alunno è un'esperienza per descrivere la quale non trovo aggettivi appropriati. Ma li cerco nel capo semantico delle sciagure.

venerdì 20 gennaio 2012

E al mondo sono andato, dal mondo son tornato sempre vivo

E poi ci sono giorni in cui tocchi con mano la tua impotenza, contrapposta al peso della responsabilità che sai di avere. In questi giorni qua a me mi prende la voglia di portare il curriculum all'Ikea.

Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi

Le regole della scuola servono a sottometterci e sottovalutarci.
Ha scritto un alunno.
Ribadisco l'invito: chi sostiene che quello dell'insegnante sia un lavoro semplice, si faccia sotto. Lo sfido a duello.

mercoledì 18 gennaio 2012

Quella nave che va da sola, tutta musica e tutta vele

Allora, nel caso in cui io insegnante, per fare un esempio, sono in classe e mentre sono in classe si verifica, mettiamo il caso, un terremoto. Se io, che sono responsabile dei ragazzini della mia classe in quel momento, accorgendomi del terremoto lascio i fanciulli nell'aula e me ne vado, io sono senza dubbio una merdaccia.
Ma il preside che mi prende a parolacce perché me ne sono andata, restando comunque seduto e fermo nell'ufficio di presidenza, deve essere per forza un eroe?

domenica 15 gennaio 2012

Nostra Signora dell'ipocrisia

Abbiamo notato come il personale della Costa Concordia fosse tutto di stranieri? Bella l'Italia, eh!

Cercate un albero giovane e forte, quello sarà il posto mio; voglio tornare anche dopo la morte sotto quel cielo che chiaman di Dio

Ognuno deve lasciarsi qualche cosa dietro quando muore, diceva sempre mio nonno: un bimbo o un libro o un muro eretto con le proprie mani  o un paio di scarpe cucite da noi. O un giardino piantato col nostro sudore. Qualche cosa insomma che la nostra mano abbia toccato in modo che la nostra anima abbia dove andare quando moriamo, e quando la gente guarderà l'albero o il fiore che abbiamo piantato, noi saremo là. Non ha importanza quello che si fa, diceva mio nonno, purché si cambi qualche cosa da ciò che era prima in qualcos'altro che porti la nostra impronta. La differenza tra l'uomo che si limita a tosare un prato e un vero giardiniere sta nel tocco, diceva. Quello che sega il fieno poteva anche non esserci stato, su quel prato; ma il vero giardiniere vi resterà per tutta una vita.
[...]
"Riempiti gli occhi di meraviglie, vivi come se dovessi cadere morto fra dieci secondi! Guarda il mondo: è più fantastico di qualunque sogno studiato e prodotto dalle più grandi fabbriche. Non chiedere garanzie, non chiedere sicurezza economica, un siffatto animale non è mai esistito; e se ci fosse, sarebbe imparentato col pesante bradipo che se ne sta attaccato alla rovescia al ramo di un albero per tutto il santo giorno, ogni giorno, passando l'intera vita a dormire. Al diavolo - diceva il nonno - squassa l'albero e fa' che il pesante bradipo precipiti al suolo e batta per prima cosa il culo"

Ray Bradbury, Fahrenheit 451

sabato 14 gennaio 2012

Sfiorivano le viole

Dunque, mi metto questo ombretto viola da gatta. Che mi piace parecchio. Poi metto anche una bella scollatura, ed esco a fare l'aperitivo con la mia amichetta. Col desiderio di entrare il più possibile nella frivolezza che il colore viola evoca.
Dovevamo vederci con sto tipo che la mia amica conosceva di striscio. Ci aspettavamo (o meglio, speravamo) la presenza di altra gente. Invece il ragazzotto arriva solo. Vabbè.
Andiamo nel locale degli aperitivi. 
Gambe accavallate. Ciglia viola sbattute con aria candida. Guardarsi intorno con espressione di chi poco pretende perché, magari, poco comprende. 
Il nostro ospite maschile, abitante indigeno della città di Savona, inizia a descriverci la città dal suo punto di vista. E le cose che negli ultimi anni sono peggiorate, e il clima che Savona la chiamano la piccola Siberia - aveva nel cellulare una foto della città sotto una bufera di neve - e il turismo che non c'è, e la depressione, e le industrie che hanno chiuso, e i giovani che si trasferiscono tutti in città più grandi. Normalmente io avrei raeagito da Pasionaria, sfoderando un po' di filosofia mista a tecniche di empatia mirate a riconoscere lo stato d'animo dell'interlocutore con l'obiettivo di avvicinarlo alle mie idee, ma... che palle. Volevo fare la gatta morta. E mi sono limitata ad accompagnare il discorso con qualche battutina, sorrisi, sorsi dal bicchiere, e occhi viola da gatta.
Ma quando il tipo ha iniziato a dire che a Savona c'è criminalità, che se io sono calabrese la mia amica è di Napoli, ecco da quel momento non sono più riuscita a stare nel ruolo, la gatta morta si è risvegliata. E si è trasformata in tigre.

Solo lei ce l'ha, solo lei la sa dare

Ma tu, da me, che vuoi?

mercoledì 11 gennaio 2012

Pass' o tiemp e che ffa

-Prof, ma lei l'anno prossimo c'è ancora?
-Spero di si!
-Nooo, volevo dire...in questa scuola.

lunedì 9 gennaio 2012

I suoi vestiti di lino e seta

C'ho i piedi piccoli, io. Questo ha una funesta conseguenza: le scarpe belle col tacco le devo indossare di un numero che non sempre lo producono perché è un numero di piede da bambina e le bambine si sa, non mettono il tacco. Tremendo. Lo porto poco, il tacco, la verità. Ma alle volte mi capita di restare stregata da un modello che è un incanto, la cosa più elegante e sexy che ho mai visto, e le più piccole io le ho provate, ma sembravo una bimba che mette le scarpe della mamma.

Quando il sole tramonta in riviera

Voce della bella signorina in tv: -Con il nuovo materasso vattelapesca, dormi meglio: riduci i movimenti nel sonno e diminuisci il tempo necessaio ad addormentarti-
Io: -A me non serve-
Il mio fidanzato: - Può essere pericoloso, rischi di cadere se ti addormenti prima di come già fai-

domenica 8 gennaio 2012

L'umano fracasso contamina

Ieri alla Feltrinelli ho visto un libro che si intitola: Volevo essere una gatta morta.
Naturalmente non l'ho comperato, né mi è venuta voglia di leggerlo. Però questo titolo....Dio, m'ha fatto un'invidia. L'ho trovato geniale.
Ecco, anch'io volevo essere una gatta morta.

Dalla gabbia dorata della mia lucidità

Va bene. Lo so che gli insegnanti siamo l'unica categoria di lavoratori che ha venti giorni di vacanza per Natale. So anche che nel pensiero comune siamo gli unici a lavorare soltanto al mattino [lasciamo perdere che non è affatto vero, e che comunque, se anche lavorassimo solo al mattino, mezz'ora nella gabbia dei leoni ti sfianca e solo chi c'è stato può capire].
Ma io voglio avere il diritto di dire che ho i coglioni frantumati al pensiero di dover lavorare domani. Alla prima ora. Voglio avere questo diritto e non concedo a nessuno il diritto di replicare.

sabato 7 gennaio 2012

Mi piaccion le fiabe, raccontane altre

Il vecchio annusò il volume.
"Sapete - proseguì - che i libri hanno un po' l'odore della noce moscata o di certe spezie d'origine esotica? Amavo annusarli, da ragazzo. Signore, quanti bei libri c'erano al mondo un tempo, prima che noi vi rinunciassimo!"
Ray Bradbury, Fahrenheit 451

With or without you

Forse dipende dal non sapersi accontentare. O forse è che la felicità non sta mai tutta intera da una parte sola.

martedì 3 gennaio 2012

Ma passa per il mondo senza paura

Il lupo fu sepolto, le due femmine si godettero la cena e vissero tutti felici e contenti.

Da un compito in classe che chiedeva una riscrittura della fiaba di Cappuccetto Rosso. Superata la reazione che la parola femmine mi ha suscitato, però, l'immagine è strepitosa. Sto producendo dei mostri, lo so.

La noia di un altro non vale

Se ci fosse giustizia vera, a questo mondo, gli uomini dovrebbero avere almeno per una volta le mestruazioni. Dopo, secondo me, cambierebbe tutto.

lunedì 2 gennaio 2012

E quel sole ce l'hai dentro al cuore, sole di primavera

-Tu vuoi restare a casa a giocare o vuoi uscire?
- Io voglio uscire. Voglio vedere il mondo: Elena, 3 anni e 7 mesi. 

Siamo schiavi delle cose

Ormai tutti i miei amici hanno l'aifon. Durante queste vacanze sono cadute le ultime barriere, e codesto traguardo della tecnologia è diventato indispensabile.
Io non me lo compro, l'aifon.
Per una serie di motivi. Il primo è che voglio fare l'ideologista e sottrarmi alla dittatura del consumo. Il secondo è che, da quello che vedo, l'aifon crea dipendenza; ed essendo io sensibile al rischio delle dipendenze, preferisco non cadere in tentazione e mantenere i tappi nelle orecchie così da non farmi sedurre dal canto delle sirene. Aifon. Aifon. Aifon.
Il terzo motivo è che la notte di Capodanno, tre due uno, si stappa lo spumante, il mio uomo agita la bottiglia per l'effetto doccia di schiuma e alcol. Tra l'altro c'era una che si credeva fica ma doveva avere ottantanni portati male, truccata come una statua di cera, risultato inquietante, che si è bagnata tutta col nostro spumante; ma per fortuna durante il momento della doccia, quelli del locale hanno spento le luci per enfatizzare l'attimo, quindi la carampana non saprà mai chi l'ha inondata.
In tutta quella euforia, però, lo spumante si riversa copiosamente sul mio piccolo vecchio rotto nokia. Cosicché il mio primo pensiero del duemiladodici è stato: ma nei negozi di cellulari ci saranno ancora dei telefoni semplici, o adesso mi devo prendere per forza l'aifon?
Tutto intriso di alcolico augurio, il nokia piccolo vecchio e rotto mi dice: carta sim non riconosciuta. E si spegne. Tristezza infinita. Ma il mio amichetto mi rassicura; mi fa: tranquilla, a me è capitato un sacco di volte, vedrai che domanimattina si riaccende come se niente fosse.
Ho deposto la carcassa in borsa, e la festa continuava. Botti, fuochi, auguri, balli, altro alcool. Insomma, le cose che si fanno a capodanno. Col pensiero amleticamente diviso fra il piccolo cimelio in borsa, e l'aifon che incombeva. La mattina dopo, quando finalmente sono riuscita ad aprire gli occhi, mi sono avvicinata tutta speranzosa al nokia. Profumava di spumante. Ho digitato il tasto d'accensione. Ta ta ta. Si accende. E riprende a funzionare, come se niente fosse. Ecco, il terzo e prinicpale motivo per cui io il mio cellulare non lo cambio.