martedì 27 settembre 2011

Fino a che non finisce

La bassa stagione è quando in spiaggia ci trovi solo quelli che veramente amano il mare, perché tutti gi altri, quelli della vacanza ad ogni costo, sono altrove. Bassa stagione è quando la luce del sole è più bassa, diventa liquida, e amplifica i colori. Bassa stagione è quando non c'è frenesia.
Resta solo un rassegnato andirivieni di venditori ambulanti, sul bagnasciuga ormai indurito. Bassa stagione è quando quei venditori ambulanti ti si avvicinano e annunciano: saldi!

lunedì 26 settembre 2011

E il mare nel suo richiamo abissale

Per qualche strana ragione uno è abituato a pensare alle vicende umane come avvenimenti sulla terra, a vedere il passato nella fisicità dei monumenti, in quel che è stato costruito, nei resti di quel che è stato distrutto e nelle tombe; eppure gran parte della storia, e spesso proprio quella più drammatica, è stata scritta sui mari dove gli uomini non hanno lasciato traccia di sé, dove tutto è stato inghiottito dall'acqua che è oggi come era mille o centomila anni fa: illeggibile.
Il mare ha ispirato i grandi sogni di conquista dell'uomo; sul mare  si sono giocate le sorti di civiltà e di imperi. E' la promessa di terre sconosciute al di là dell'orizzonte che ha spinto i grandi navigatori ad affidare le proprie vite al mare.
Tiziano Terzani, cit. da Un indovino mi disse

domenica 25 settembre 2011

Marinai, profeti e balene

Quanto è pericoloso il livello di dipendenza di una che, sentito nominare un esemplare della categoria da cui è dipendente, non riesce a trovare pace, neanche di notte tanto che l'agognato esemplare le appare in sogno, fino a che non l'ha acquistato?
A peggiorare la gravità della mia situazione, c'è che magari non lo leggerò subito, né dopo. Ma deve essere qui. 
Al momento, i libri che mi mancano per permettermi un corretto svolgimento delle mie normali attività, sono tre. 

Il giorno di dolore che uno ha

L'ho sentito dire da più voci: feisbuc è negativo, mette in crisi rapporti, può rovinarti le giornate. Non voglio fare sociologia, antropologia o prediche. 
Che la mia idea resta quella del coltello: se lo usi per tagliare il pane, ti è utile; se lo ficchi in pancia a qualcuno, allora diventa dannoso.
Tuttavia, la potenziale pericolosità del feisbuc la si misura da fatti come quello di leggere, sullo stato di un ex alunno, la domenica mattina: oggi faccio la cresima e ciò un pò di emozione.
La mia insistenza didattica sulla necessità di non sbagliare gli accenti, evidentemente ha sortito qualche effetto. Devo essere più chiara, però, sull'altrettanto vitale necessità di non sbagliare le parole. Ahimè.


venerdì 23 settembre 2011

Una giornata perfetta

No. Cioè. La scuola dove lavoro si trova qui.

sabato 17 settembre 2011

Spingere un carrello pieno sotto braccio a te

Il frigorifero. E' così più pieno quando si vive in due.

Tornerà un altro inverno, cadranno mille petali di rosa

Uno dei miei sogni più preziosi è realtà. La mia casa sul mare. Con il superbo e odoroso blu che fa da sfondo alle finestre, ogni giorno. Ogni notte. Tutto l'anno.
E ora, a settembre, la spiaggia rallenta il suo ritmo. C'è ancora qualcuno, ma lo vedo camminare con un andamento quasi colpevole, coi passi di chi è fuori posto; oppure spavaldo, di godersi la sua vacanza mentre la moltitudine di vacanzieri si è estinta. Un giorno, due. Una settimana, al massimo, ad aprire le finestre degli appartamenti qui di fianco ed esclamare stupiti: che meraviglia. Poi le richiudono, le finestre. Mettono via il tavolino con le sedie, e partono. 
L'alternarsi dei turisti è stato veloce e frenetico, ora si dirada. Rallenta.
Mentre il mare assume quel colore esclusivo di chi lo conosce d'inverno. Intimo. Per pochi. E un profumo nuovo, più intenso e penetrante. Come la pelle, che ha un odore speciale prima di fare l'amore, e sono solo in due a conoscerlo.
Vi siete divertiti? Immagino, qui è un paradiso. Buon viaggio, buon rientro, buon lavoro. Lasciatemi il mare, adesso.

Andamento lento

Quarto teorema di Euclide. In qualunque supermercato andrai, la cassa con la fila più corta è quella che ha la cassiera più lenta. Rassegnati.


Sapore di sale, sapore di mare che hai sulla pelle

Insomma, alla fine anche un'irriducibile single come me trova dei vantaggi, nella vita di coppia.
Ce ne ho messo di tempo, per accettare quest'idea. Però. 
Le zanzare, per esempio. Ti passano accanto nella totale noncuranza, perché preferiscono nutrirsi del sangue di quell'altro. Vuoi mettere, la differenza con l'essere single?

Sembra facile ma intanto è così difficile

Quando io mi lavo i denti, poi il dentifricio è dappertutto. Ma dappertutto. Addirittura sulle ginocchia.

lunedì 12 settembre 2011

Ma il cielo è blu sopra le nuvole

-Prof., lei è severa ma in fondo buona? -

venerdì 9 settembre 2011

Me lo compri papà?

Come si fa a riconoscere una ragazzina figlia di genitori divorziati? Dalla quantità indefinibile di patatine fritte, sommerse da una montagna ormai incolore di salse, che si erge succulenta sul suo piatto, a cena, seduta di fronte a un uomo. Che è suo padre, ci vuole ancor meno a dedurlo.

E tutte le ragazze che passavano di là dicevano che bella la casetta in Canadà

- Vorrei sapere il prezzo di vendita di questa casa.
- Beh, è un'abitazione classe A. Di recente edificazione. Ottima posizione. 
- E già.
- Verrebbero 560 mila euro.
- !!
- Ma i 60 non sono un problema.
- Infatti no.

Che si potevano mangiare anche le fragole

Io ho un'abitudine, che conservo da anni. Intatta. Sebbene per un arco di tempo non breve non l'abbia esercitata. Comperare un vestito nuovo per il primo giorno di scuola. 
La vanità, si sa, regna sovrana.
Lo facevo quando ero pischella. Assieme a libri e quaderni, mi sceglievo anche qualcosa da indossare. Ed era entusiasmante. Promettente.
Quando mi sono ritrovata insegnante, ho scoperto la validità del detto: certe cose è come andare in bicicletta; se l'hai imparato, non lo scordi più. 
Così ieri sono uscita bel bella con l'unico intento di scegliere un vestito per lunedì. Primo giorno di sucola. E l'ho trovato. Proprio carino. Poi, c'erano anche delle scarpe. Cosa potevo fare, secondo voi?

mercoledì 7 settembre 2011

Vorrei tornare nei posti dove son stato, spiegarti di quanto tutto sia poi diverso

A tutti gli uomini che ho amato.
Per un tempo lungo quanto una vita, o per una notte sola. 
Alle parole che ci siamo detti. Alle parole taciute.
Perché ci sono stati. Perché sono andati.
Grazie.
Grazie di aver creato nella mia vita e nel mio cuore lo spazio in cui ho la libertà di essere la donna che sono ora.

Voglio una vita spericolata

Non sono ancora trascorsi 365 giorni. Quindi meno di un anno fa la mia vita scorreva ancora lungo i binari consueti. 
Nel giro di un anno, o poco meno, ho:
1) incontrato l'uomo migliore del mondo
2) avuto il primo incarico a scuola come insegnante di sostegno
3) fatto un trasloco da Lecce a Rocca Priora
4) costruito una storia che è diventata sempre più importante
5) deciso di andare a vivere assieme al mio uomo
6) deciso di trasferici in Liguria
7) cercato e trovato una casa sul mare
8) arredato casa nuova
9) fatto un trasloco da Rocca Priora a Savona
10) avuto il secondo incarico a scuola come insegnante di lettere 
Ora io non lo dico per annunciare i fatti miei, né per avere un premio. Lo dico in risposta a quanti, con graditissimo interesse, mi chiedono come mai stia scrivendo poco.
Ecco. Io al mattino quando inizio a svegliarmi faccio ancora fatica a capire dove sono, ma proprio che mi mancano le coordinate temporali. Poi, solo dopo aver aperto gli occhi, ho la conferma che non è tutto un sogno. Ma il dubbio e la confusione ce l'ho ancora ogni mattina.
Adesso, se posso esprimere un altro desiderio (un altro???!!!), vorrei che restasse tutto cos'ì. Com'è. 
Anche perché un altro cambiamento, cado a terra stecchita!

domenica 21 agosto 2011

Il pozzo è profondo. Più fondo del fondo degli occhi della notte del pianto

Due persone che parlano lingue diverse, quanto a lungo possono camminare assieme?

Come ad agosto grilli e stelle

La prossima volta che potrò annusare la tua pelle profumata, tu sarai un'altra bimba. Quelle manine non saranno più così piccole, e la testina curiosa avrà imparato a reggersi da sola. Gli occhi avranno un colore definito, e io non saprò qual'è. 
E' cattiva la distanza.

E una domanda di dolcezza che porta in tavola e va via

La qualità dei rapporti interpersonali è inversamente proporzionale alla distanza che ci separa. Il modo migliore per avere buone relazioni, quindi, è assicurarsi uno spazio assolutamente personale. E non vedersi troppo spesso.

giovedì 11 agosto 2011

Corpo e anima, acqua nell'acqua

Sott'acqua.
C'è un'altra me.
E tu?

mercoledì 10 agosto 2011

Nostra figlia già si muove, si muove nel tuo finaco

Se mai avrò un figlio, spero che possa dire un giorno quello che ha detto Elena.
Mamma e papà sono innamorati.
Tutto il resto può essere secondario.

Tra le dita non ci sono che fotografie

Fiera delle banalità e vetrina del perbenismo. Suona quasi stonata la voce di chi esprime veramente se stesso. Boccata d'aria fresca in una stanza polverosa.

lunedì 8 agosto 2011

Nella mia ora di libertà

Mi sono ritirato per scrivere il capolavoro della mia vita. Sono un grande scrittore. Ancora non lo sa nessuno, perché ancora non ho scritto nulla. Ma quando lo scriverò, il mio libro, il mio romanzo...
Per questo ho lasciato l'incarico di funzionario e... cos'altro? Nient'altro. Perché amici non ne ho mai avuti, e amiche ancora meno. Tuttavia mi sono ritirato dal mondo per scrivere un grande romanzo.
Il problema è che non so quale sarà l'argomento. Si è già scritto talmente tanto su tutto e qualunque coa. 
Intuisco, sento di essere un grande scrittore, ma nessun argomento mi sembra abbastanza buono, vasto, interessante per il mio talento. Quindi aspetto. E, chiaramente, nell'attesa soffro la solitudine,e anche la fame, ogni tanto, ma è proprio attraverso questa sofferenza che spero di accedere a uno stato d'animo che mi porti a scoprire un argomento degno del mio talento. L'argomento purtroppo tarda a manifestarsi, e la mia solitudine diventa sempre più pesante e molesta, il silenzio mi avvolge, il vuoto s'insedia ovunque, eppure casa mia non è molto grande.
Ma queste tre cose orribili, solitudine, silenzio e vuoto mi bucano il tetto, esplodono fino alle stelle, si estendono all'infinito, e non so più se sia la pioggia o la nebbia, se siano il fohn o i monsoni.
E grido:
-Scriverò tutto, tutto quello che si può scrivere.
E una voce ironica, ma pur sempre una voce, mi risponde: 
-D'accordo, ragazzo. Tutto, ma nient'altro. Intesi?

Agota Kristof, Lo scrittore. In La vendetta

Se crescesse acqua dalla luna

In Calabria, nelle domeniche d'agosto, se ti ammali e hai bisogno di andare in ospedale, porta con te anche dell'acqua. Perché altrimenti rischi la disidratazione. Di buono c'è che sei già in ospedale.

E due errori ho commesso, due errori di saggezza

I panni sporchi si lavano in famiglia. Perché fuori dalla famiglia nessuno ha indossato le tue mutande, ma molti sanno dirti come è meglio smacchiarle.

D'amore non parliamo più

In Calabria, se non sei sposato non esisti. Questa è la verità. La gente non ti considera. Accompagnavo la mia mamma a fare la spesa; entriamo dal macellaio, e lei saluta una signora a me altrimenti sconosciuta. La conversazione svoltasi fra le due acquirenti carnivore ha avuto pressapoco questi cardini: ciao come va tutto bene. Questa è mia figlia. 
Quella sposata?

E un vento sulle teste che ci annusa e va

La logica per cui, nel supermercato del posto calabro dove vado al mare, lo scaffale dei pannolini è affiancato a quello per il cibo degli animali, mi sfugge.

martedì 2 agosto 2011

Era quella parte vera che ogni favola d'amore racchiude in sé per poterci credere

Nei cartonianimati ci sono sempre queste fanciulle bionde bellissime, che sono buone e gentili, mentre le brutte sono sempre cattive. Le belle passano tutto il tempo a pulire ma sono felici, e cantano. A parte questo, non credo sappiano fare altro. Fino a che arriva un principe sul cavallo, il quale non ha bisogno di dire neppure una parola perché le pulzelle sono già innamorate al solo sguardo. E si sposano.
Io non posso accettare che le mie nipoti guardino questo genere di porcherie!

Ma il cielo è blu sopra le nuvole

Bambina seduta davanti a me in aereo: -Oh no, stiamo precipitando!

lunedì 1 agosto 2011

Ma le comari di un paesino non brillano certo d'iniziativa

Il fiore della mia vita avrebbe potuto sbocciare da ogni lato
se un vento crudele non avesse intristito i miei petali
dal lato di me che potevate vedere nel villaggio.
Dalla polvere io innalzo una voce di protesta:
voi non vedeste mai il mio lato in fiore!
Voi che vivete, siete davvero degli sciocchi,
voi che non conoscete le vie del vento
né le forze invisibili
che governano i processi della vita.

Serepta Mason, da Antologia di Spoon River

mercoledì 27 luglio 2011

Quando un sogno è un cannone che se sogni ne ammazzi metà

«Come si diventa scrittori? Prima di tutto, naturalmente, bisogna scrivere. Dopo di che bisogna continuare a scrivere. Anche quando non interessa a nessuno. Anche quando si ha l’impressione che non interesserà mai a nessuno. Anche quando i manoscritti si accumulano nei cassetti e li si dimentica, pur continuando a scriverne altri». 
Agota Kristof

Per la vita che verrà

I sacramenti come oggi li conosciamo sono il frutto di una lunga elaborazione nella storia della Chiesa e anche se per semplicità e necessità di legittimazione si insegna ai bambini che sono stati istituiti tutti da Gesù, non è vero per tutti i sacramenti allo stesso modo. Per il matrimonio non è vero per niente.
Il matrimonio non è nato con Cristo e ha faticato non poco a essere ricompreso nella spiritualità del primo cristianesimo. Come ci testimoniano le prime lettere di Paolo, nei primissimi tempi il problema neanche si pose: i cristiani credevano che Gesù sarebbe tornato nell'arco della loro stessa generazione, quindi non ritennero di doversi occupare di questioni a lungo termine [...] Inizialmente nella società romana in cui vivevano i primi cristiani [...] l'intelligenza pastorale suggerì di riconoscere validità alle unioni contratte secondo il diritto latino [...] I primi padri della Chiesa furono piuttosto concordi nell'affermare il primato del celibato e della verginità su tutti gli altri stati di vita [...] stabilendo che il matrimonio era un cedimento dello spirito alla carne, la concessione a chi non sapeva vivere in castità, una sorta di male minore per dare una copertura istituzionale alla libidine. Gli scrittori cristiani, soprattutto Agostino,  ispirandosi al passaggio paolino della prima lettera ai Corinzi - "Ma se non sanno vivere in continenza, si sposino: è meglio sposarsi che ardere" - continuarono per secoli a vedere il matrimonio come remedium concupiscentiae. [... ] il Cristianesimo varcava la soglia del Medioevo facendo il salto della quaglia dal diritto latino al diritto germanico benché quest'ultimo contenesse norme che contraddicevano quelle precedenti. [...]
Perché il matrimonio divenisse quel che è oggi bisognò attendere fino al 1563, allorché il Concilio di Trento trasformò in sacramento quella che fino a quel momento era stata solo la presa d'atto di una consuetudine umana. Ma che ratio teologica si è seguita per passare dallo stadio concettuale di remedium concupiscentiae alla consapevolezza che il matrimonio cristiano è quel gran mistero annunciato da san Paolo? [...] 
Con buona pace della Genesi, per coloro che hanno elaborato la teologia fondante del matrimonio, l'unione dell'uomo e della dopnna non possiede da sola la dignità di una cosa santa. Amarsi spiritualmente e carnalmente tra cristiani non basta per potersi dire benedetti nel piano di Dio. Perché quella realtà umana così compromettente possa essere "ricapitolata in Cristo" è necessario rileggerla in chiave simbolica. [...]
Maria e Giusepe ponevano tutta una serie di problemi perché come sposi ideali erano piuttosto eterodossi. NOn avendo avuto rapporti sessuali, il loro matrimonio non è mai apparso alla gente semplice un patto autentico, ma piuttosto un atto di copertura necessario alla protezione della gravidanza divina di Maria [...] negando così al falegname di Nazareth la possibilità di rappresentare un archetipo per i mariti: li avrebbe ridotti a figure di sfondo, custodi miti e strumentali del ruolo centrale delle mogli e delle madri. [...] Per i teologi cattolici si aprì la possibilità di affermare  che l'antico rapporto matrimoniale tra Dio e Israele si era compiuto pienamente nel rapporto matrimoniale tra Cristo e la Chiesa [...] l'uomo sta a Gesù come la donna sta alla Chiesa. E' una forzatura che introduce nella coppia un primo dato di diseguaglianza, perché Gesù e la Chiesa non sono soggetti alla pari. [...]
Tra i soggetti della coppia proposta come archetipo esiste anche una gerarchia precisa: Cristo è il capo, letteralmente la testa, la Chiesa è il suo corpo mistico, in un rapporto di dipendenza univoca. [...] Il ruolo strumentale della donnae quello dominante dell'uomo all'interno della coppia sono sanciti e findati sul modello. [...]
Quando ai coniugi cristiani viene chiesto di attenersi e riprodurre il modello Cristo/Chiesa nella loro vita comune, si offende il sacramento del loro battesimo che ha posto Cristo come riferimento di santità per entrambi. Invece nel rito matrimoniale cattolico Gesù viene escluso dall'orizzonte di prosepttiva della moglie a cui resta l'atsrazione mistica della Chiesa [...]

Annuncio del mio non-matrimonio. Da: Michela Murgia, Ave Mary

martedì 26 luglio 2011

E andare lontano

Andare, tornare in Calabria è più comodo raggiungere la Polinesia. Poi dice che non c'è turismo.

venerdì 22 luglio 2011

E non seppi mai soffiarti vento sulle ali

I gabbiani sono bellissimi. Come la libertà, con quel loro bianco planare sull'azzurro delle onde. Però cagano in una maniera affatto romantica.

E i ragazzi del trasloco la guardavano male

Ora io potrei fare tanti bei discorsi socioantropologici sul fatto che il lavoro manuale in Italia è ormai esclusivo degli stranieri, ma considerando i miei peggiori incubi notturni la cosa che mi preme maggiormente dire è solo una: riusciranno a capire cosa fare di ciò che estraggono dalle scatole, quelli del trasporto e montaggio?

Sei lì che aspetti quello delle sette e trenta

Inventate il teletrasporto, per favore.

giovedì 21 luglio 2011

Spago sulla mia valigia non ce n'era solo un po' d'amore la teneva insieme

Pare che nel mondo non ci sia una sola abitazione nella quale non è presente almeno un complemento d'arredo Ikea. Io ho visto poco mondo, e non posso perciò esprimermi in termini così universali; ma la gente che conosco in effetti risponde a tale definizione. Orbene, anch'io.
Faccio banalmente parte di quella schiera di donne che si beano nel mercato della catena blu e gialla. Sicché l'idea di arredare casa nuova non poteva per me non passare da uno dei negozi svedesi. E allora vai, entra, scegli, prendi le misure, ti fai impostare i progettini delle stanze coi preventivi; il prezzo ti seduce, l'idea di poter organizzare ogni angolo dell'arredo come più ti piace ti fa entrare in una spirale che è sempre più fitta. E finisci, senza che nessuno te lo abbia mai veramente spiegato bene, nel self service dell'Ikea a cercare scaffale e posto di ogni singolo pezzo del puzzle. Perché si sa, all'Ikea è tutto smontato. Quello che però non si sa altrettanto bene, è che molti dei pezzi smontati devi andare a prenderteli da solo. Scaffale 10 posto 03. E siccome un'innocente libreria può essere contenuta, smembrata, anche in due scatoloni, arriva il momento in cui, dai sogni di arredamento veloce e di carattere, ti ritrovi perso nella realtà dell'estenuante ricerca. Scaffale 17 posto 11. 
E se per caso ti scappa la pipì, o sei un fumatore e ti piacerebbe interrompere la ricerca per andare a rilassarti con qualche tiro, non puoi. Perché sei prigioniero del labirinto, e le uscite sono solo alla fine del percorso. Scaffale 10 posto 06.
Ti devi prendere finanche i pomellini dei pensili. E solo i numeri possono salvarti; perché sulle scatole oltre al codice c'è sì un piccolo disegno, ma quello che domina sono i nomi svedesi dei pezzi. E nessuno potrebbe mai ricordare tutti i nomi svedesi. Secondo me anche l'onomastica è come l'arredamento: lettere smontate che formeranno una parola compiuta solo quando le avrai messe insieme nel modo giusto
Alla fine di tutto, vai via. Con una sensazione confusa di incertezza. Ti chiedi che cosa ti arriverà esattamente, che genere di casa avrai al termine di questa odissea, quali mobili spunteranno da quelle scatole. Io devo essermelo chiesto così tanto, che mi sono svegliata nel cuore della notte dicendo: ma allo scaffale 10 il posto 15 non c'era, forse ho sbagliato pomelli perché la stanza da letto è Aspellund. Se non avessi avuto testimoni, non ci avrei creduto neppure io stessa.

Le donne sono streghe e fate, silenzio di occhi vento di ginestra

Si pranzava in uno di quei posti veloci. Accanto al nostro tavolo, due signore. Ben curate, vestite tutte in tono. Anche gentili, che quando noi abbiamo iniziato a mangiare ci hanno augurato il buonappetito. Queste due signore hanno discusso, nell'ordine, dei seguenti argomenti:
1) unghia rifatte; in particolare, parlavano di un'estetista che non usa il gel e quindi esegue un lavoro pessimo
2) una cagnetta
3) l'uomo di una di loro, il quale lavora ogni giorno fino alle 19.30 ma tre sere a settimana va in palestra e non torna prima delle 22.30 quindi praticamente non si vedono mai
Io ho pensato che se fossi stata sola al tavolo, volendo scambiare quattro chiacchiere di buon vicinato incoraggiata dal cortese saluto rivoltomi all'inizio del mio pranzo, non avrei avuto argomenti. Davvero ignoro completamente tutto quanto concerne i tre punti della conversazione.

Banane, lamponi, chi c'era con te

Delle due l'una. O i camion che vendono frutta in Italia hanno tutti lo stesso disco registrato, oppure oggi a Savona vendeva cocomeri uno di Cosenza.

mercoledì 20 luglio 2011

La vita l'è bela, basta avere l'ombrela

Io a sentire i miei amici e congiunti che fra Calabria e Salento hanno un caldo da non respirare, se penso che invece la sera devo uscire con il maglioncino, mi rendo conto di aver cambiato coordinate geografiche. Però anche al Norde c'è il mare.

Dalla pace del mare lontano

Lo scorso anno ero parecchio sfiduciata. Pronta a cambiare, a lasciare tutto; ma pronta a una virata verso il basso. Non sapevo come immaginare la vita che avrei avuto, ma la aspettavo meno bella di quella di prima. Invece. Il mare qui ha un colore nuovo e semplicemente superbo.

mercoledì 13 luglio 2011

Allons enfants de la Patrie

Io credo che la Rivoluzione Francese abbia cambiato la Storia. E i cugini d'Oltralpe, da allora, hanno sempre avuto una marcia in più. Prendiamo, ad esempio, le zanzare. In Francia, come in ogni altra parte del mondo che conosco, ti pungono. In prevalenza di notte. Cosicché al mattino ti svegli pieno di puntini rossi prurolenti, che ti fanno sentire un cane zeccoso. Ma le zanzare francesi ti pungono in silenzio. Cioè, senza svegliarti ronzandoti nell'orecchio come un rombojet. E' una roba che ti senti grata e riconoscente, con le zanzare francesi.

Ed il silenzio è uguale a morte

Ora, mi manca una connessione internet. E i pensieri superflui mi mancano come l'aria.

mercoledì 29 giugno 2011

Calabrisella mia facimm'ammuri

L'ultima sera che dormo in un posto in cui ho vissuto, quando poi il giorno dopo mi trasferisco, io vado a mangiare fuori. Si, certo: mica solo l'ultima sera. Però alla vigilia di una partenza definitiva è una cena speciale. Brindo alle cose belle che quella città mi ha dato. La saluto.
E così ho fatto. Trattoria tipica dei Castelli. Il proprietario della locanda è uno di quelli che crede di essere un gran figo e decide di provarci con te. E quale occasione migliore di me che festeggiavo il mio anno romano tutta sola seduta a un tavolo?
Mi chiedo come si possa lasciare da sola una creatura deliziosa come lei. Mi fa. Ha detto proprio così, giuro. Tipo che io mi sono guardata intorno smarrita, chiedendomi se stesse per avere un colpo apoplettico o cosa. Superati i primi attimi di smarrimento, ho risposto a tono. Nel senso che ho fatto la splendida donna fatale. E questo qua ogni volta che passava si esibiva in un sorriso tutto fascino o in battute da telenovelas argentina. Fino a che, ovviamente, proponendomi di offrirmi un caffè, che ci teneva particolarmente, arriva a chiedermi di dove sono, che si sente che non sono di Roma. Quando gli dico che sono Calabrese, nuovi sconfinati orizzonti di seduzione gli si aprono davanti. Che lui è sempre sato innamorato della Calabria, tanto che ha comperato una casa a Soverato e ci va ogni anno. Che la gente è unica, accogliente, intelligente, eccetera eccetera. Che le donne Calabre lo fanno impazzire (anche questa l'ha detta proprio così), che gli piace il nostro carattere e la nostra tenacia. Vabbè. Per gradire, vuole farmi una sorpresa. Mi propone un Amaro del Capo. Io lì sono stata felice, al di là del maldestro tentativo di corteggiamento. Perché l'Amaro del Capo, che a me piace molto, è una cosa tutta calabra difficile da bere fuori regione. Come tutte le cose nostre, tranne la Cosa Nostra, anche l'Amaro del Capo ha la sorte sventurata di essere abbandonato a se stesso e bistrattato. E allora io ero felice di averlo trovato, offerto da uno che comunque la mia terra diceva di amarla.
Sicché accetto questo Amaro con piacere. E l'omino dei miei sogni, dopo qualche minuto di scomparsa nella cucina, ritorna nel prato dove sedevo con questo bicchiere colmo dell'Amaro per la Calabrese più bella. Altra citazione originale. Solo che, a far crollare i miei sogni di calabresità, mi porta l'Amaro del Capo caldo. Ecco, a questo punto solo chi è Calabrese può capire quello che ho provato.

Signora delle ore scure

Mi capita ancora di provare quelle sensazioni. Ogni tanto. Come quando apri l'armadio e trovi un paio di scarpe che non indossavi da tempo, e te le metti. Ma poi non vedi l'ora di togliertele. Perché non sono più tue, quelle sensazioni.

Tu giri adesso con le tette al vento, io ci giravo già vent'anni fa

Visto che di traslochi sono ormai esperta, una regola è: quando inizi a impacchettare la roba, in un primo momento ma solo in un primo momento riesci a catalogare mentalmente i pacchi e il loro contenuto. Arriva poi un secondo momento, quello della roba che non ha abbastanza identità da costituire un unico pacco; e allora, questa roba qua trova posto negli interstizi e intercapedini dentro agli altri pacchi. Che obiettivo principale di un trasloco resta comunque quello di ammassare il maggior numero di cose nel minor volume possibile.
Dunque, al secondo momento delle intercapedini segue un terzo momento, in un intervallo di tempo molto breve, in cui perdi l'orientamento; e non hai per tanto la minima idea di cosa contengano i pacchi che nel primo momento avevi provato a catalogare.
Lo stato d'animo prodotto dal terzo momento è forse simile a quello del saggio. Stato d'animo di distacco dagli oggetti i quali, fino a che restareranno confusamente sparsi nelle scatole, sarà come non possederli. Tutto sommato è una bella sensazione. Può essere liberatorio.
Un consiglio. Però. Nato da esperienze molteplici. Un consiglio da tenere assolutamente a mente. Date uno spazio preciso e non confondibile alle vostre mutande. Altrimenti vi trasformerete in un saggio che, uscito dalla doccia, bestemmia in tutte le lingue - appunto per effetto della scienza infusa dalla saggezza del distacco dalle cose. E potreste essere nudi come vermi. Il che non è bello.

Canzoni stonate parole sempre un po' sbagliate

martedì 28 giugno 2011

Le previsioni del tempo si posson prevedere ma un temporale che arriva non lo puoi fermare

Prof.ssa: -Vogliamo parlare della conducibilità elettrica?
Alunna: -... Si.
Prof.ssa: -Allora, cosa vuoi dirmi?
Alunna: -Eh....
Prof.ssa: - Qual'è una caratteristica importante dell'elettricità?
Alunna: - ...
Prof.ssa: -Dai, rifletti. Cosa abbiamo nelle nostre case?
Alunna: -L'aria condizionata

Dentro la mia testa ci son più bestie che nella foresta

Il massimo esponente del cubismo è l'arte africana.

lunedì 27 giugno 2011

Brava brava sono tanto brava

Ieri ho compiuto contemporaneamente due azioni riprorevoli. Sono stata ad un matrimonio. In provincia di Asti.
A 'sti cazzi!

mercoledì 22 giugno 2011

Ognuna sola e a bordo della sua fotografia. Traslocando.

In Calabria, si sa. I matrimoni sono importanti. Molti li considerano il traguardo di una vita, tanto che è comunemente in uso l'espressione "ti sei sistemata" come equivalente di "ti sei sposata". Perché se non ti sposi proprio sistemata non sei.
E' un evento che coinvolge l'intero tessuto sociale di una comunità. Sono tutti impeganti a preparare e aiutare la sposa. Essere scelta come testimone è un onore notevole, per una donna che non sia la sposa. Ma essendo anche un onere, comporta che la testimone debba aiutare la sposa più di tutte le altre donne. Lei è sempre lì. Fino al giorno in cui salirà sull'altare e dovrà indossare un abito di poco più economico dell'Abito Bianco. Perché tutti gli occhi saranno puntati anche su di lei.
In tutto ciò, ogni evento si trasforma in festa. Tipo sistemare il letto in cui i Promessi dormiranno la prima notte. Oppure arredare il nido d'amore con tutte le stoviglie e suppellettili. Quest'ultima è un'operazione che coinvolge amiche, cugine, zie. Tutte a lavare bicchieri e riporli qui, o forse è meglio lì, ma non troppo in alto che questi sono i bicchieri di ogni giorno e poi è scomodo prenderli; mentre i piatti del servizio buono, attenta a maneggiarli con cura che sono delicati, li potete riporre anche là che non si usano ogni giorno.
Ora io non ho scelto di sposarmi.
Ragion per cui, le mie stoviglie sono al momento sparse in pacchi e scatoloni distribuiti equamente in tutta Italia (Calabria, Lazio, Toscana, Liguria). E dovrò scartarle, lavarle, e sistemarle tutta da sola. Però i soldi risparmiati dall'abito ci posso andare in vacanza, quando avrò finito tutto. E sono felice lo stesso.

martedì 21 giugno 2011

21 modi per dirti ti amo

"Se il punteggio di Italiano è uguale o superiore

a 21  -  spiega in modo consolatorio Ricci ai commissari d'esame  - , allora non ci sono problemi per la parte di Italiano. Se il punteggio di Italiano è minore o uguale a 20  -  continua  - , bisogna controllare il numero di risposte corrette del gruppo A. Se le risposte corrette del gruppo A sono esattamente 16, allora bisogna ricalcolare il punteggio e il voto mediante la nuova maschera che può scaricare dal sito dell'Invalsi. Se, invece, il numero di risposte corrette è diverso da 16, allora non ci sono problemi". 

Ricci è sempre questo signore responsabile dell'INVALSI. No, perché uno se non le legge coi propri occhi certe cose potrebbe non crederci.

lunedì 20 giugno 2011

Qui soffia il vento d'Africa e ci dice tenetemi fermo

Andare via dal Sud e poi ritornarci e poi andare via di nuovo: è ormai un topos ricorrente nelle mie storie, mi accorgo. D'altro canto la mobilità, diciamo così, è proprio parte dello statuto antropologico di noi popolazioni mediterranee, a cominciare dall'archetipo Odisseo. Sì hai ragione, io stesso, come i miei personaggi, non sto quieto un attimo, non trovo pace, arrivo e fuggo, ritorno e parto di nuovo. Naturalmente non sempre in senso letterale. Son dominato da una curiosità divorante, per le persone, per i posti, per i libri. Prima di metter su famiglia e tornare al Sud, in dieci anni ho vissuto in cinque città diverse e cambiato tredici volte casa..

Livio Romano, a proposito de Il Mare perché corre

A volte sei una spiaggia libera, a volte un rischio da evitare

Mi è poi risultato difficile scrivere di questa storia qua. Un po' perché, si sa, lontano dagli occhi lontano dal cuore. Ma poi perché altre cose belle sono accadute. Cose democratiche che danno fiducia, come il raggiungimento del quorum al referendum. E allora, insomma, uno vuole credere che la mafia non debba vincere. Solo che oggi ho dovuto dare le generalità per la nuova casa. E alla voce Residenza, non sono stata fiera della mia terra.

Come tarda questa notte la mia lunaspina, venga giù alla finestra quella luce bambina

La mia seconda nipotina si chiama Vittoria, ed è nata durante l'eclissi di luna. Sarà una donna speciale.

E' per te che sono verdi gli alberi e rosa i fiocchi in maternità

"Questa è la mia amica Vittoria. Prima era nella pancia di mamma. Poi sono andati in clinica ed è nata. Però mamma e papà sono solo mamma e papà di Elena. Di Vittoria no"
 
Elena, 3 anni

La costruzione di un amore mescola il sangue col sudore

Io è un periodo che sono fortunata. Un momento in cui le cose sembra si stiano rimettendo al posto giusto. E sono felice. Ragion per cui non voglio lamentarmi. Anzi, a pensarci bene mentre accadeva mi è parso così insignificante da poterlo tranquillamente trascurare. Ma è comunque successo. Che ieri pomeriggio, proprio nel momento in cui si doveva svuotare l'appartamento e portare giù gli scatoloni con tutta la roba che c'era in casa, proprio allora si sia bloccato l'ascensore. E non abbia ripreso a funzionare per tutto il tempo che è durato il trasloco. No, non voglio lamentarmi.

Vivo, morto o X

Forse non molti lo conoscono. Si chiama Roberto Ricci, è il Responsabile dell'Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione. Detto in altre parole, è quel tizio che manda nelle scuole italiane i test del cosiddetto INVALSI.
Che io la posso pure condividere l'idea di un test inviato a tutte le scuole d'Italia come valutazione. Ma vorrei dire al signor Roberto Ricci che deve, deve per forza esserci un modo più agevole e chiaro di istituire questi test nazionali. Tutto sommato l'idea di base è di fare le domande con le crocette per la risposta esatta. Che è una cosa semplice. All'origine.

giovedì 16 giugno 2011

Dov'è, dov'è? Dicono che ha un brutto carattere

Che cosa spinge una zanzara a scegliere la parte del corpo da pizzicare?

I migliori anni della nostra vita

"La ricorderemo sempre come una persona eccezionale che ama fare il suo lavoro al meglio e che non perde mai la speranza di insegnare molte cose importanti a persone alle quali nessuna insegnante aveva avuto mai la pazienza e il modo in cui fargliele capire [...] Con la sua dolcezza e il suo spiccante sorriso ci ha insegnato che studiare non serve per prendere bei voti e tornare a casa col cuore felice, ma serve a garantire un futuro all'altezza dei nostri sogni"
dalla Lettera d'Addio che mi hanno scritto gli alunni. 

mercoledì 15 giugno 2011

E' per Te che a volte piove a giugno. E' per te ogni cosa che c'è ninna na ninnaè

Prima d'oggi mi annoiavo e volevo anche morire, ma ora sono un uomo nuovo che non teme di soffrire

Gli occhi lucidi della mamma di C. che mi ha detto quanto sarà difficile per suo figlio accettare l'insegnante del prossimo anno. Le sue mani che mi hanno stretta con discrezione per ribadire quanto sia stata importante per loro. Mi hanno dato la misura della meraviglia di questo lavoro.

Vele ancora tese, bandiera genovese

Se penso di dover vivere sempre in uno stesso posto, in liena di massima mi sento costretta. Avere nuovi orizzonti, ascoltare la musica di accenti diversi, mi ha fatto sentire viva.
Poi però, alla vigilia delle partenze, quando gli oggetti restano in disordine per casa tanto fra poco dovranno andare nei pacchi verso nuove mura, io la nostalgia la sento. Che è proprio quando inizio veramente a sentirmi a casa, che bisogna andar via. Quando ho trovato il fruttivendolo che mi soddisfa di più, quando ho imparato gli orari delle messe, quando al supermercato so a quale cassa dirigermi perché la signora è troppo lenta mentre quell'altra è simpatica. Quando ho imparato i colori di tutte le stagioni sul cielo di un posto. E' allora che bisogna andar via.
Non ho ancora imparato a gestire i distacchi, però. Tendo a fuggire. A chiudermi  alle spalle la porta della casa che lascio e andar via quasi senza salutare. Questa volta sono stati loro a volermi salutare. Gli alunni. La vivace allegria dei ragazzi. E io, che non ho potuto rifiutarmi, sto piangendo come una femmina della più melensa commedia americana. 
E se la prossima meta fosse quella definitiva?

martedì 14 giugno 2011

Avrei la forza di guidare sotto questa notte, sotto queste stelle per tutte le strade, per l'eternità

Coloro che, vittime di chilometri di code sulla Salerno-Reggio Calabria, denigrano tale strada dai lavori infiniti, dovrebbero sapere e/o ricordare nelle loro rimostranze che la suddetta (o sedicente) autostrada termina senza preavviso all'interno della città di Reggio Calabria. Per cui tu stai percorrendo un'autostrada che ad un certo punto diventa un corso. Entra nelle case. Ci sono i negozi ai lati. Tutto senza sufficiente preavviso. Sono cose brutte.

L'estate che avanza, dammi una vespa e ti porto in vacanza

I miei amichetti hanno fatto un giro in moto: Calabria coast to coast. Hanno visto paesaggi mozzafiato, acque cristalline e colori da paradiso terrestre. 
Ma.
Il proprietario del B&B che avevano prenotato, alla richiesta della presenza di un garage in cui lasciare le moto per la notte, ha risposto invitandoli a portarsi un blocco di cemento. In moto. Dall'altra costa. Non si è capito esattamente il motivo che ha generato tale richiesta; quello che si è capito, però, è come mai la gente scelga di fare le vacanze a Rimini, anche se l'acqua del mare è marrone.

lunedì 13 giugno 2011

Cerco l'estate tutto l'anno e all'improvviso eccola qua

Domenica 12 giugno, ore 12.30, lungomare del mio paesello calabro.
Noi: Buongiorno.
Ragazza affaccendata dietro al bancone del bar: Buongiorno.
Noi: Potremmo avere una birra?
Lei: Eh...non è in frigo. Non siamo ancora aperti. Ci stiamo preparando. Apriamo domani.

Bisogna saper scegliere in tempo, non arrivarci per contrarietà

"...lo sviluppo delle energie rinnovabili, che io credo sia assolutamente importante, anche per quanto riguarda l'Italia che probabilmente, a seguito di una decisione che il Popolo Italiano sta prendendo in queste ore, noi dovremo dire addio alla opzione delle centrali nucleari": Silvio Berlusconi

Viva l'Italia, l'Italia tutta intera

L'Italia s'è desta! Perché prima di discutere sui singoli quesiti referendari, è del referendum che bisogna discutere. Quella cosa che fa la democrazia. Ok, i politici li scegliamo noi; ma se loro fanno qualcosa che a noi non piace, c'è la possibilità di andare nelle cabine elettorali e gridare un sonoro: andate a fare in culo. E questa è democrazia.
Oggi l'Italia ha raggiunto il quorum. Abbiamo dimostrato che noi vogliamo dire la nostra. E questa è la vittoria più grande. Perché quelli che ci hanno detto di non andare a votare, ci vogliono servi. Avrebbero dovuto dire: andate a votare NO. Invece hanno offeso la nostra dignità di cittadini dando per scontato che loro possono toglierci i diritti democratici solo perché fanno leggi che a noi (eventualmente) piacciono. No, caro Presidente. Se i tuoi sostenitori vogliono sostenerti, devono andare alle urne, godere del loro diritto ad esprimere ufficialmente il proprio parere, e dirlo, che loro le leggi che hai fatto tu non le vogliono abrogare. Ma se tu gli dici di andare al mare, invece, è come se dicessi: tanto siete inutili, che qui si fa tutto noi.
Bene, la gente ha saputo far valere il proprio diritto all'espressione elettorale.
Ora, considerando che i telegiornali più seguiti hanno addirittura fornito date confuse, io credo che il quorum si sia raggiunto anche per merito del feisbuc. C'è stata una sensibilizzazione a tappeto, pervasiva e capillare. Ecco. Non dite che serve solo a sapere i cazzi degli altri. Perché non è vero. I tempi cambiano, e il pensiero trova sempre nuovi mezzi per esprimersi. Grazie a Dio.

giovedì 9 giugno 2011

E intanto due poliziotti fanno finta di non vedere

Il Consiglio dei Ministri ha sciolto il mio Comune di residenza per infiltrazioni mafiose. Quando riuscirò ad articolare pensieri proverò ad esprimerli.

martedì 7 giugno 2011

Tra due minuti è quasi giorno, è quasi casa, è quasi amore

Ho imparato che non fa differenza da che parte di una cattedra tu stia seduto. La precisione scientifica con cui sai quanto manca alla chiusura, e la lentezza esasperata con cui trascorrono gli ultimi giorni di scuola, non cambiano.

lunedì 6 giugno 2011

Forse sarebbe più bello tacere

Un asfittico e freddo formalismo, dopo aver provato a trasformare in amicizia tutto l'amore respirato. Il tempo passa. Ma non sempre è favorevole.

E stiamo qui in una stanza in affitto, un letto un bagno una cucina

Adesso c'è questa necessità delle referenze, anche per prenderti in affitto una casa. Cioé, di tutti i potenziali locatari di un appartamento, il padrone non lo cede mica al primo arrivato. No. Si riserva il diritto di vedere i richiedenti per vagliarne le referenze.
Il mio pensiero inevitabilmente corre a tutte le signorine dei bunga bunga e delle feste con i papponi; quelle lì c'hanno degli appartamenti bellissimi nelle migliori città d'Italia. Che tipo di referenze si debbano quindi possedere per prendere in affitto una casa che ti piace, ho paura di dedurlo.

Ma se io avessi previsto tutto questo, dati cause e pretesto

Pare che il primo Giugno, data di scadenza per la presentazione delle domande di iscrizione in graduatoria, le poste italiane siano andate in tilt. Io sono una che va in ansia, e la mia domanda l'avevo già presentata qualche giorno prima. Ma se malauguratamente mi fossi trovata a patire la sorte di quegli insegnanti precari che sono rimasti con le domande in mano perché le poste erano in tilt, io non lo so che fine avrei fatto. Non bella, immagino.

Sono le venti e dieci si, noi siamo quelli che guardano ancora imperterriti il telegiornale

Dopo aver passato 9 (nove) ore in automobile, perché c'è l'esodo, il rientro, e perché c'è la strada che fa cagare, sentirsi ripetere da più parti che sarebbe stato opportuno partire prima, o dopo, non è affatto bello.

martedì 31 maggio 2011

Una su un milione

Lui è la mia casa, citazione da un'amica che lei lo sa.

E un figlio ama sempre un padre ma lo fa mentre lo giudica e quasi mai perdona

Se non rimani orfano troppo presto, se sei invece strettamente legato ai genitori per tredici, quattordici o quindici anni, ti si sviluppa il cazzo, perdi la verginità, cerchi la tua indipendenza e, se quella dove vivi non è una famiglia disastrata, al momento giusto i tuoi ti lasciano andare, perché sei pronto a cominciare a essere un uomo, pronto, cioè, a scegliere nuove fedeltà e nuove affiliazioni, pronto a scegliere i genitori della tua maggiore età, i genitori scelti che, poiché non ti si chiede di colmarli del tuo amore, amerai o non amerai, come ti aggrada.
Come si scelgono, questi genitori? Per una serie di casi fortuiti e con grande forza di volontà. Come arrivano a conoscerti? E tu, come arrivi a incontrare loro? Chi sono? Com'è, questa genealogia non genetica? Nel mio caso erano uomini dai quali avevo deciso di imparare il mestiere [...]
Per me erano tutti, a modo loro, figure straordinarie, personaggi con i quali misurarsi, mentori che incarnavano o abbracciavano idee valide e che m'insegnarono per primi a orientarmi nel mondo e nelle sue pretese, i genitori adottivi che, ciascuno al suo momento, dovevano poi essere scartati insieme alla loro eredità, dovevano sparire, cedendo il passo  a quella condizione  di orfano totale che è l'età virile. Quando sei dentro a questa storia tutto solo.
Philip Roth, Ho sposato un comunista

lunedì 30 maggio 2011

Canzone delle domande consuete

Il modello che gli insegnanti italiani precari devono compilare per non essere inghiottiti per sempre dall'oblio della disoccupazione, è una cosa difficile da affrontare. A parte il carico d'ansia che genera, esso modello è scritto male. Astratto, confuso, privo di informazioni necessarie che trovi solo su note di rimando in allegati secondari. Insomma.
Per fortuna ci sono tutti i siti accessori che ti spiegano come affrontarla, la compilazione. E come tutti i siti del genere, raccolgono le domande più ricorrenti e ti danno la risposta. Io però faccio fatica ad accettare che fra le domande ricorrenti le insegnanti precarie italiane chiedano: chi è sposata, nei dati angrafici, quale cognome deve indicare?

Voi preti che vendete a tutti un'altra vita

Ne ho viste di cose strane, nel paesello in cui ho vissuto quest'anno. Ma la più strana di tutte, giuro, è stata la processione sulla Tuscolana (strada di scorrimento che congiunge direttamente il paesello con la Capitale) alle due di notte. 
Al bordo della strada si vedevano luci lampeggiare. Io guidavo. Ho rallentato, e pensato: cazzo, un incidente. 
Invece no. Era questa processione. Avevano uno stendardo, dei megafoni, e recitavano delle preghiere. Alle due di notte.

Quanto piccolo è il suo cuore e grande la montagna, quanto taglia il suo dolore più di un coltello

Io non amo particolarmente leggere le recensioni dei libri. Credo che la lettura, come ogni forma di fruizione dell'arte, sia un'esperienza estremamente soggettiva: se serve a suscitare emozioni, le emozioni di un altro possono essere un pregiudizio. Però leggo con carnale passione, e una mia amichetta cara mi ha chiesto di dedicare qualche Pensiero Superfluo ai libri che leggo. Mi è sembrata una buona idea. Non saranno recensioni, solo quello che potrei dire di un libro davanti ad un bicchiere di vino.
Balzac e la piccola sarta cinese è un libro che ci hanno fatto pure il film, perché Dai Sijie, il tizio che l'ha scritto, è anche regista. Questo libro qua è il primo della letteratura cinese che mi sia veramente piaciuto. Non che abbia letto molto, di nipponico. Cinesi, Giapponesi, pregiudizialmente li evito. Perché mi sembrano troppo asettici, di scarse emozioni. Invece la piccola sarta cinese è un personaggio che, in punta di piedi, con leggerezza e soavità da fiore di ciliegio, ha squarciato la mia fantasia letteraria. Credo che la ricorderò sempre.
Una ragazzina di cui non sappiamo il nome. La sua prima comparsa la fa per le sue scarpe: portava un paio di scarpe color rosa pallido, di una tela robusta e morbida a un tempo, attraverso la quale si potevano seguire i movimenti delle dita dei piedi ogni volta che premeva il pedale della macchina per cucire. Delicatezza e forte sensualità, questo piedino.
La Piccola Sarta è il sogno proibito di due ragazzini cinesi, figli di medici intellettuali, cui il regime comunista degli anni Settanta ha imposto la rieducazione. Non andavano bene, al nuovo spirito comunista, i borghesi intellettuali. I contadini, andavano bene. Con la loro silenziosa operosità e robusta obbedienza. E allora i ragazzini che stavano nelle scuole, o che erano figli di personaggi contrari al regime, venivano sottratti alle loro famiglie, case, abitudini, e costretti a vivere nei villaggi sperduti delle montagne assieme ai contadini. Per imparare da loro il nuovo spirito cinese.
I due protagonisti della storia incontrano la Piccola Sarta nel villaggio della loro Rieducazione, e naturalmente se ne innamorano entrambi. Amicizia, amore, rivalità, onestà, ci sono tutti gli ingredienti del romanzo di formazione. Ma su tutto dominano i libri. Oggetti proibitissimi dal regime. Che però i due ragazzi riescono a rubare dalla valigia di un loro collega di rieducazione. Perché non possono vivere, senza. Stregati dalle pagine dei romanzieri francesi, è alla Piccola Sarta che dedicano tutti i racconti, e le emozioni, e le vendette, e gli amori che trovano in quelle pagine.
La ragazzina sembra solo un'affascinante proiezione delle loro fantasie. Vive poco, di vita propria. Se ne parla solo e sempre dal punto di vista degli innamorati pischellini rieducati. E questi due, un po' per fare colpo su di lei, ma anche per dare un senso alto alla loro permanenza nel villaggio, maturano l'amizioso progetto di fare della Piccola Sarta una donna colta e raffinata, attraverso le letture. Ma lei resta sempre il termine passivo di desideri, pensieri, discorsi, letture degli uomini.
Fino a quando, un giorno, la Piccola Sarta Cinese scompare. Nessuno la trova più. Il padre infuriato va a cercarla nella capanna dei suoi due amici. Ma quei due non lo sanno, dov'è. Partono in una folle corsa all'inseguimento della loro amata. La raggiungono. Le parlano. Non leggiamo le battute che si scambiano. Solo, nell'ultima scena, vediamo le sue magre spalle che si voltano per proseguire la strada. Ed è sempre con le parole dei maschi che il romanzo si chiude: Mi ha detto che Balzac le ha fatto capire una cosa: che la bellezza di una donna è un tesoro inestimabile.
Così la Piccola Sarta Cinese, con le sue scarpine rosa, si ribella. Se ne va. E' la sola che ha veramente sentito quello che c'era scritto nei libri. Potere che nessun regime può arginare.

All'alba vincerò

Davanti ai problemi tecnici che riguardano ambiti dei quali ignoro totalmente le dinamiche, io ho una prima reazione totalmente illogica: aspetto. Aspetto che magari il problema, come per magia, si risolva da solo.
Sono consapevole che tale miracolosa soluzione ha una probabilità su diecimila di verificarsi. Però io sono scaramantica, e aspetto.
Ora i Pensieri Superflui da più di dieci giorni non funzionavano. Bloccati. La pagina non si apriva. 
Ma prima di disperare e aprire un blog altrove, io ho aspettato. 
Fino a che, senza preavviso né altro segno di cambiamento dello stato di blocco, eccola qui, la pagina. 
Voi non ditelo ai miei alunni ai quali sto spiegando illuminsimo, metodo sperimentale, e manate varie, ma io ci credo, nella magia.

domenica 8 maggio 2011

Non puoi tornare indietro più, nemmeno lo vorresti

Tanti auguri, mamma. Qui dove vivo adesso, il bucato non ha più il tuo profumo di sole. E mi manca fare colazione chiacchierando con te. 
Sono lontano dalla mia mamma, la donna che mi ha partorito, e dall'altra madre, la terra dove sono le mie radici. Anche a lei, oggi, auguri. Che non ci siano più mani avide a strappare i suoi fiori di zagara.
Alle mie due madri auguro tutto il bene. E' solo grazie a loro che sono la donna che sono. Poi, un giorno, sono andata via. E ho trovato la felicità.

Mi fa sentire addosso il tuo profumo

Amare è guardare dall'oblò della lavatrice il tuo bucato nel cestello che gira assieme al suo, e pensare che poi avranno lo stesso odore.

E per quelli che l'ebbero odiato nel Getzemani pianse l'addio

La domenica che precede la Pasqua si chiama Domenica delle Palme. I cristiani ricordano come la folla sia brava a voltare la faccia, quindi l'insegnamento è che non bisogna mai fidarsi della maggioranza. Questi qua, quando Gesù Cristo è arrivato a Gerusalemme, l'hanno osannato come re: drappi, urla, applausi, rami di palme agitati al vento. Gli stessi, dopo manco una settimana, lì a gridare che bisognava ucciderlo; non solo, metterlo in croce. Insomma, le abitudini non sono molto cambiate da allora. 
Ora la Domenica delle Palme si va in chiesa a sventolare i ramoscelli benedetti. Il fedele può portarselo da casa, un rametto, oppure riceverlo all'ingresso della celebrazione. In questo secondo caso è probabile che i devoti addetti alla distribuzione del necessario fogliame chiedano anche un'offerta. Così, per la vigna del Signore.
Anche se tu sei uno di quelli che ci pensa due volte prima di lasciare i soldi per le elemosine, sicuramente non puoi rifiutarti in un contesto simile. E allora prima di ricevere il ramoscello con cui andrai a simboleggiare la folla voltagabbana, apri il tuo portafogli. Ti può accadere un incidente diplomatico del tipo che ti ritrovi solo una moneta da due euro; oltre a banconote. A meno che la tua voglia di carità non sia spavalda, cinque euro per due foglioline di ulivo ti sembreranno indiscutibili, ma anche due, in fondo. Se prendi un rametto piccolo, cinquanta  centesimi sembrerebbe il prezzo onesto; tant'è che potresti anche lasciare una moneta al parcheggiatore al  quale prima avevi solo sorriso. Che due euro sono cinque mila lire del vecchio conio: io da ragazzina ci mangiavo la pizza margherita in pizzeria, con la coca cola. E se anche tu sei uno di quelli che conferisce tale valore alla cinque euro, la Domenica delle Palme ti può quindi capitare di trovarti in un simile frangente.
Senza dare troppo nell'occhio, allora, potresti pensare di lasciare cadere la moneta da due euro nel cestino delle offerte e poi, mentre la pia donna ti consegna il tuo ramoscello, tu, sempre senza dare nell'occhio, potrai provare a prenderti il resto. Se hai pensato di fare questo, ti posso garantire che la tua attenzione nel prenderti il denaro che ti spetta sarà distolta dalla sottile ma pervasiva sensazione che tutti ti stiano guardando. Quindi, per disbrigare l'operazione finanziaria nel minor tempo possibile, afferrerai una moneta di due colori e la più grande moneta gialla senza perdere troppo tempo a rovistare nel cestello. Poi, augurando la buona pasqua ai distributori di palme, ti allontanerai. Con un certo senso di scampato pericolo e di giustizia. Che due euro, per due foglie di ulivo, a te sembrano davvero troppe. Una pizza margherita mangiata in pizzeria; magari senza coca cola, ma vuoi mettere?
Orbene, se hai mai pensato di trovarti in una circostanza simile, sappi che potresti poi scoprire di avere nel portamonete non un euro e cinquanta, come preventivato, ma ben due euro e cinquanta: che nella rapidità con cui hai cercato di espletare l'operazione potresti aver confuso la moneta da un euro con quella da due. 
Se dovesse capitarti una cosa simile, in pratica avrai rubato in chiesa la Domenica delle Palme. E ti sentirai incredibilmente simile a quell'Iscariota lì dei trenta denari sonananti. Per lenire il senso di colpa potresti lasciare tutto l'infame guadagno al parcheggiatore. Oppure andare ad impiccarti a un albero. Jesus Christ, Super Star.

domenica 1 maggio 2011

Alla compagna di viaggio, i suoi occhi il più bel paesaggio

Oggi è una bella domenica di sole. Profumo di fiori, il verde intenso dei viali alberati. Ho visto una vecchina che passeggiava: indossava un paio di occhiali da sole, aveva i capelli bianchissimi e il viso solcato da rughe profonde; avanzava con passo lento e incerto, sostenedosi ad un bastone. Aveva un giacchina viola e una borsa dello stesso colore. E interrompeva i suoi antichi passi per sollevare il viso ai raggi tiepidi di un'altra primavera, che non deve smettere mai di stupirci.
Guardando lei, oggi, ho capito quello che voglio fare da grande.

Il cuore tenero non è una dote di cui sian colmi i carabinieri

"...si è potuto pervenire al rintraccio del cellulare della vittima".
Olè.

venerdì 29 aprile 2011

Noi sudiamo e voi bevete già

Nella mente degli automobilisti romani c'è un unico pensiero, magari articolato in varie forme, ma nella sostanza così riassumibile: piuttosto ti sfascio la macchina, ma non ti faccio passare. 
Saperlo può aiutare.

Di mattino alle tre siamo tutti molto soli

Ora che mi scade il contratto, quelli della mia scuola aboliranno le gite per mancanza di accompagnatori.

giovedì 28 aprile 2011

Punti di forza in tempeste di vento

Dove vanno le cose della vita, quando cambiano?

venerdì 22 aprile 2011

Ecco l'Agnello di Dio

Il quadro raffigurava un Cristo appena tolto dalla croce. Mi sembra che i pittori abbiano preso l'andazzo di raffigurare il Cristo, sia crocifisso, sia deposto dalla croce, con un volto sempre ancora soffuso di straordinaria bellezza: una bellezza che essi cercano di conservargli anche fra i più orribili strazi. Nel quadro di Rogozin, invece, di bellezza nemmeno la traccia: era in tutto e per tutto il cadavere di un uomo che ha patito infiniti strazi ancor prima di venire crocifisso: ferite, torture, percosse delle guardie, percosse del popolo mentre portava la croce e quando cadde sotto il suo peso; e infine, per sei ore (secondo il mio calcolo, almeno) il supplizio della crocifissione. E' vero che il viso era quello di un uomo appena tolto dalla croce, e cioè conservava in sé molto di vivo, di caldo; nessun tratto aveva avuto il tempo di irrigidirsi, tanto che sul viso del morto traspariva anche la sofferenza, come se egli la sentisse tuttora; quel viso però non era stato risparmiato per nulla: era la natura stessa [...]
Ma, cosa strana, mentre guardi quel corpo di uomo straziato, ti sorge in mente un singolare e curioso quesito: se tutti i Suoi discepoli, i Suoi futuri apostoli, le donne che Lo seguivano e che stavano presso la croce, e tutti quelli che il Lui credevano e Lo adoravano, videro realmente un cadavere in quelle condizioni, come mai poterono credere, contemplandolo, che quel martire sarebbe risorto? Involontariamente viene fatto di pensare:  se la morte è così orrenda, e se le leggi della natura sono così forti, come fare a vincerle? Come vincerle, se non ne trionfò nemmeno Colui che in vita Sua trionfava anche della natura, Colui che ordinò Talitha cum! e la fanciulla si levò, Lazzaro, esci fuori! e il morto uscì fuori? [...]
E lo stesso Maestro, se, alla vigilia del supplizio, avesse potuto vedere la propria immagine, sarebbe Egli salito sulla corce e sarebbe morto come morì? [...]
La vita eterna io l'ammetto e, forse, l'ho sempre ammessa. Che la coscienza si sia accesa in noi per la volontà di una forza superiore, abbia gettato uno sguardo al mondo circostante e abbia detto: IO SONO, e che poi tutt'a un tratto quella stessa forza suprema le ordini di annientarsi, perché così è necessario lassù per qualche scopo - e anche senza spiegare quale - tutto questo io l'ammetto, ma ecco di nuovo l'eterna domanda: che bisogno c'è, oper giunta, della mia rassegnazione? Non mi si può divorare semplicemente, senza pretendere da me delle lodi a chi mi divora? [...] è molto più logico supporre che semplicemente ci sia voluta la mia insignificante esistenza, la vita di un atomo, per completare chi sa quale universale armonia del tutto, a quel modo stesso che ci vuole ogni giorno il sacrificio della vita di milioni di esseri, senza la cui morte il resto del mondo non potrebbe durare [...] che importa a me che nell'assetto del mondo ci siano errori e che altrimenti esso non possa sussistere? Chi duqnue, dopo tutto questo, mi giudicherà e per quale colpa?

Fedor Dostoevskij, L'idiota

mercoledì 20 aprile 2011

Il villano che zappa la terra volta la carta viene la guerra

L'italiano è bello perché è una lingua in continua evoluzione. Linguisti come Luca Serianni ci spiegano bene la coesistenza di linguaggio letterario e linguaggio parlato in quello "standard" che utilizziamo noi del Bel Paese per esprimerci e che cambia abbastanza rapidamente.
Ecco, a buon uso di chi passa da qui, un piccolo dizionario aggiornato dei nuovi termini entrati nell'italiano. Nella prima colonna trovate la parola nella sua accezione più antica, nella seconda il termine o la locuzione con cui è stata sostituita:
bocciatura: permanenza
gita: campo scuola
guerra: missione umanitaria/sostegno alle popolazioni
ha detto un sacco di stronzate: non è stato tradotto (tradotto???!!!) bene/il servizio che avete montato è parziale e non rende bene il suon pensiero
lacché: Emilio Fede, Giuliano Ferrara, Augusto Minzolini
licenziamento: contratto a tempo determinato
mantenuta: ministro
non abbiamo fatto nulla per opporci a questo governo: vinceremo certamente le elezioni del 2013
non state rispettando le leggi: monito del Presidente della Repubblica
siamo con le pezze al culo: la crisi è ormai alle porte, la ripresa è veloce
sono un pedofilo: ha detto di avere 24 anni
tagli ai fondi: minori spese

martedì 19 aprile 2011

Quegli occhi allegri da italiano in gita

Quelli di Praga hanno la convinzione, radicata nel loro atteggiamento, che noi italiani siamo cafoni, ladri e imbroglioni. Ora, che possano aver ragione io non lo escludo. Ma che lo affermino trattando il turista italiano in modo scortese, incazzoso, quasi come ti stessero facendo un favore, non è bello.
Allora, cari Praghesi, io vi voglio dire due cose:
Tanto per cominciare, i vostri brodini non si possono guardare, hanno l'aspetto di vomito di neonato e il sapore pure; mentre noi abbiamo una cucina che ce la invidiano tutti.
E poi, secondo, voi eravate comunisti. E noi c'abbiamo un presidente del consiglio che se lo viene a sapere vi fa un culo così.

Seduto in riva al fosso

Cose che fanno gli studenti in gita:
1) Troppo rumore
2) Camminano guardano sul display del loro cellulare o i-pod, oppure parlando con l'amico, oppure ovunque ma non intorno a loro. Sicché potrebbero essere a New York o a Sant'Agata d'Esaro e non notare la differenza
3) Attraversano le strade senza rendersi conto che stanno attraversando una strada
4) Ostruiscono sempre i passaggi: porte automatiche di aeroporti, uscite di metropolitane, sbocchi di scale mobili
5) Si alzano dal tavolo del ristorante con una frequenza di otto ragazzini al secondo
6) Vogliono mangiare sempre e solo da Mac Donald's
7) Dimenticano portafogli e documenti in stanza d'albergo
8) Prendono d'assalto qualsiasi bancarella, disperdendosi dalla fila e dal gruppo, in ogni momento. Quindi comprano regali. Molti regali.
9) Non dormono perché devono andare nelle stanze degli altri
10) Appena arrivati nel loro paesello, dicono: finalmente

Jan Hus di nuovo sul rogo bruciava all'orizzonte del cielo di Praga

C'avrà ragione, Berlusconi. Che nelle scuole pubbliche la testa degli scolari si riempie di idee comuniste. Io, per esempio, ricordo gli anni del liceo con il calore dei falò sulla spiaggia, una fredda bottiglia di birra in mano, e le chitarre che suonavano quelle canzoni di sinistra. 
Guccini, fra tutti.
Noi leggevamo un sacco di libri, non paghi delle schitarrate notturne. Una roba che le nostre famiglie certamente avrebbero disapprovato, se l'avessero saputo. Infatti si diceva: vado a dormire da Maria. Che voleva invece significare: sto in giro tutta la notte a bere birra e cantare canzoni eversive dell'ordine costituito. Ma c'era quel nome, il nome della tua amica, e la mamma era - o fingeva d'essere - tranquilla.
La primavera di Praga è stata un mito che ha infiammato i nostri sogni di ragazzi. Giustizia, libertà, forza del pensiero, possibilità di cambiare le cose a partire dalla cultura. Tutte idee contrarie alla famiglia, senza dubbio. Un po' come il mito del principe azzurro. Che poi, quando cresci, ti accorgi che ti hanno canzonato, che era più falso di Babbo Natale.
La primavera di Praga, io ci sono stata. Tanto per cominciare, faceva un freddo che quale primavera, non prendiamoci in giro! Poi, i monumenti tutti neri. Loro dicono di averli costruiti con una pietra che non è facile restaurare; e allora, niente pulizia. Ma, cosa peggiore di tutte. La piazza del monumeto a Jan Hus. Quello della canzone. E' solo una statuina decentrata, che se qualcuno non te lo dice tu neppure la noti. Mentre Jan Palach, lo studente simbolo di tutto quanto noi studenti imboniti da insegnanti diabolici avremmo voluto diventare, a Praga gli hanno dedicato solo una lapide. A terra. Rotonda, circondata da fiori. E basta.
Ecco, io glielo voglio dire al presidente del consiglio: tu c'hai ragione. Ci hanno messo in testa un sacco di idee bislacche. I valori della vita sono altri.

E' l'amico è

Tutti gli amici che non mi chiedono di allontanarmi se devono digitare il codice segreto.
No, perché ci sono alcuni amici con i quali sei sicuro di invecchiare, con i quali hai diviso ogni cosa fin da piccolo, che conservano i tuoi segreti più preziosi, e ora se passeggiate per strada e devono fermarsi davanti al bancomat, ti guardano imbarazzati mentre infilano la carta e poi ti chiedono se puoi allontanarti un attimo per favore perché debbono digitare il codice segreto. Secondo loro, io dovrei guardare il codice segreto, memorizzarlo, trafugare in qualche modo la carta del bancomat e andare subito a sottrarre 250 euro dal conto corrente (perché di più non si può)?
Loro pensano che io sia capace di fare tutto questo e si considerano miei amici?

Francesco Piccolo, Momenti di trascurabile felicità

venerdì 8 aprile 2011

Ma passa per il buio senza paura

Alcuni momenti della tua infanzia ti restano appiccicati al cuore, saranno pezzetti dell'adulto che diventerai. Funzionano così tanto i traumi, le piccole sofferenze, le grandi paure, quanto i piaceri, gli affetti, i ricordi che ti insegneranno ad amare e a stare nel mondo nel miglior modo possibile. Io c'è una cosa che ricordo con emozione: i frullati di frutta.
Ricordo il profumo del vestito azzurro della mia mamma, abbronzata e bella, mentre grattugiava la mela. Quando poi venivano i cuginetti, c'erano frullati per tutti. E mio zio, silenzioso e paziente, ci metteva il latte nei suoi frullati, e sapeva dosare gli ingredienti con una sapienza che il sapore me lo ricordo ancora adesso che lui non c'è più. Adesso che sono grande, e i frullati me li preparo da sola, continuo ad emozionarmi mentre le lame del marchingegno tritano i pezzetti di frutta e ne fanno un'unica, morbida prelibatezza. Mangiare un frullato a me fa bene al cuore.
Oggi, in farmacia, ho visto uno scaffale pieno di bottiglie paffutelle e colorate. C'era scritto: frullati. Le lettere erano tutte di colori diversi: la effe rossa, la erre gialla, la u verde..... 
Che tristezza. Non ci sono più vestiti azzurri da indossare mentre si prepara il frullato ai bambini? Io non sono migliore di quello che saranno i bambini, domani; di certo non lo sono per i frullati. Ma quando sono al lavoro, e osservo davanti a me faccine svelte e intelligenti che non sanno quasi controllarsi, e che non riconoscono nessuna autorità, io non lo so perché, ma credo che in qualche modo i frullati di frutta c'entrino.

giovedì 7 aprile 2011

martedì 5 aprile 2011

Guardo crescere la mia cellulite e le mie nuove consapevolezze

E così ho deciso di tagliare i capelli. Le reazioni di chi mi ha visto col nuovo look si sono differenziate coerentemente con i pareri espressi prima del taglio. 
Donna: -Che hai fatto hai capelli?-
Donna: -Ti stanno benissimo!-
Donna: -Si sono ripresi ora-
Donna: -Anch'io li voglio tagliare...-
Uomo: -Ciao-


Portami a una gita, fammi ridere di gusto

Quando ti dicono che devi accompagnare gli alunni in gita, qual'è il tuo primo pensiero? Comperare un nuovo paio di scarpe, naturalmente!

lunedì 4 aprile 2011

A che ora è la fine del mondo?

Io non lo so se capita a tutti di immaginarsi l'inferno. Diverso da un posto pieno di fiamme con il diavolo rosso che ti infilza col suo forcone, intendo. Io me lo immagino minacciosamente simile al Grande Raccordo Anulare.

Non so più fare come se non fosse amore

Che buon profumo, che ha la primavera!